(di Massimo Giannini - Repubblica - Suppl. Affari & Finanza)
In un frammento della sua "Etica nicomachea" Aristotele insegna che si può riuscire in un modo soltanto, mentre si può fallire in molti modi diversi. Bene: si può dire che Alitalia stia cercando di sperimentarli tutti.
Corrado Passera si sta dannando l'anima, per cercare di mettere insieme un piano che possa salvare quel poco che è rimasto. Ma nonostante gli sforzi, nei colloqui riservati l'amministratore delegato di IntesaSan Paolo non è affatto certo che l'advisor riesca a portare a termine il suo tentativo. L'idea di creare una "newco" con le parti sane della compagnia, e scaricare nella solita "bad company" la zavorra dei dissesti industriali e dei passivi finanziari, rientra nello schema classico dei salvataggi del passato più recente. Il costo economico dell'operazione è incerto, e incalcolabile per una cordata nazionale. Il costo sociale è invece certo, e irricevibile per l'apparato sindacale.
E' bastato che filtrassero le prime indiscrezioni sugli esuberi, cifrati da Intesa oltre quota 5 mila, a far scoppiare un mezzo finimondo. I confederali e gli autonomi, il personale di volo e quello di terra: tutti gridano che l'occupazione non si tocca.
L'imbarazzo dei ministri competenti è evidente: prematuro fare cifre, è la formula di rito, insieme rassicurante e bugiarda. Ancora una volta, su Alitalia si sta inscenando l'ennesima, gigantesca opera buffa, nella quale nessun attore ha il coraggio di dire la verità. E la verità è che la compagnia, nonostante il prestitoponte che si va bruciando di giorno in giorno, è tecnicamente già fallita. Ai suoi guai strutturali si somma l'effetto petrolio, che sta mettendo in ginocchio i vettori aerei di tutto il mondo, compresi quelli più forti. Figuriamoci l'effetto che può avere un greggio stabilmente intorno a quota 150 dollari al barile, per un'azienda che già perdeva di suo un milione di euro al giorno.
Mentre i colossi British, American e Iberia stanno riscrivendo la Yalta dei cieli, l'Italietta e la sua compagnia morente spariscono dal mappamondo. L'offerta Air France era davvero l'ultimo slot possibile. Berlusconi ha la drammatica responsabilità di averla boicottata. I sindacati hanno una responsabilità ancora più tragica: hanno combattuto contro quell'offerta, che prevedeva 5 mila esuberi ma con la garanzia che "nessuno sarebbe rimasto a terra". Si sono illusi che il Cavaliere avrebbe fatto il miracolo. Non hanno capito che il tempo dei miracoli è finito per sempre.
Prima di cercare altri inutili modi per fallire, meglio scegliere l'unico possibile: i libri depositati in tribunale. Sarà una bella lezione per tutti.
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