Oggi leggo l'articolo di Curzio Maltese sulle piazze (o meglio su "certe" piazze), e mi sento meno solo. Esattamente 10 mesi fa è iniziata, sulle pagine del Tafanus, una lotta (inizialmente quasi solitaria, poi sempre meno solitaria) contro ogni tipo di populismo, di demagogia, di qualunquismo.
Una lotta che ha portato un'amica ad abbandonare il blog perchè, testuale: "io approvo TUTTO quello che dice Travaglio, sempre e comunque". Esticazzi. Io approvo Travaglio quando dice cose che condivido, non lo approvo quando dice cose che non condivido. Lapalissiano? ebbene si. Cerco disperatamente di rimanere aggrappato al mio spirito critico. Provo a distinguere. Altri amici hanno abbandonato il Tafanus perchè non sono riusciti a convincermi della lancinante bellezza delle piazze di Bologna e Torino del V-Day dell'8 settembre 2007. E poichè loro non sono riusciti a convincere me, ed io non sono riuscito a convincere loro, sono andati via sbattendo la porta. E' la democrazia, bellezza! io discuto con te solo se, e finchè, la pensi come me, e scrivi cose sulle quali io concordi. C'è stato persino un lettore (tale Sergio, se la memoria non mi inganna), che con molto candore, mi ha mandato l'ultimo commento - avviso - minaccia, col quale mi "avvisava": se non smetti di parlare male di Grillo, non leggerò più il Tafanus. Caspita! Il dibattito democratico ha avuto una perdita irreparabile. Il tempo lenisce tutte le ferite. E della perdita di Sergio ci faremo una ragione.
Su Piazza Navona, ho poco da aggiungere a quanto scritto ieri. Vorrei ricordare agli eventuali smemorati che questo blog ha aderito attivamente alla manifestazione, inserendo addirittura, sulla colonna laterale, una locandina "autoprodotta, ed un visibilissimo link animato che portava al sito "Piazza del Dissenso". Ed accarezzando persino l'idea di esserci fisicamente. Ho scritto a Flores spiegando che aderivo perchè
condividevo gli scopi della manifestazione, e poichè non vedevo, nel programma della manifestazione stessa, o nella lista dei promotori, tale Grillo Rag. Giuseppe da Genova. Per me infatti CHIUNQUE, anche Pacciani, avrebbe potuto partecipare come semplice manifestante, "a livello suolo", alla manifestazione. Non mi sono mai arrogato il diritto di scegliere chi deve scendere in piazza e chi no. Diverso è il discorso sulla composizione del palco stesso: se il palco di una piazza non mi piace, io semplicemente, da privato, non vado in piazza. Da blogger, posso decidere se ignorare la manifestazione, o se addirittura mettermi, per quel che pesa, di traverso. E' quel che avrei fatto se non mi fossi ingenuamente lasciato ingannare dal silenzio di Flores, che ho colpevolmente interpretato come silenzio-assenso.
Ieri ho letto con molta attenzione i commenti di chi in Piazza Navona c'era. Su alcune cose mi hanno convinto. Su altre, no. Non sono d'accordo che in fondo gli interventori contestati siano stati solo due su quindici, e quindi "irrilevanti" come peso specifico nel contesto della manifestazione. Purtroppo, oggi, nessuno parla dei bellissimi interventi di Laura Belli o di Moni Ovadia, traboccanti di passione civile; nessuno parla del rom professore universitario; nessuno parla dell'inciso di 45" di Fiorella Mannoia, che con poche coltellate è riuscita a dire perchè c'era, e perchè sbagliava Veltroni ad organizzare il dissenso in autunno su cose ignobili che stanno accadendo stamattina; pochissimi parlano del bellissimo intervento "riparatore" dell'amico Furio Colombo; TUTTI i media, assolutamente TUTTI (basta sfogliare i giornali di oggi), sono invece pieni di annotazioni sull'intervento di Sabina Guzzanti e del comico di Genova. Attenzione! dell'intervento di Sabina Guzzanti nessuno riporta i passaggi più prettamente politici, che pur ci sono stati. No, il focus è sui passaggi inutilmente volgari. Anche perchè, sembra, in quella piazza c'erano pure dei giovanissimi. Forse parlare di "succhiare l'uccello" serve a chiamare la standig ovation, ma non mi sembra il massimo in termini di approfondimento politico. Lo dice un non-bacchettone, che ha attaccato pesantemente la Carfagna quando non si usava e non si osava. Lo dice uno che certamente non sfoggia sempre un linguaggio da "Collegio delle Orsoline". Del comico di Genova, essendo, come da attese, totalmente assente la politica (anche in "tracce"), si riportano solo gli attacchi a Veltroni, e quelli al Presidente della Repubblica.
Ora, i miei amici della "cellula romana" del Tafanus mi rassicurano che la piazza era più bella di quanto non si sia visto in TV, e di quanto non appaia dalla lettura dei media. Non ho motivo di dubitarne, ma questa osservazione risveglia dal letargo della pensione le non del tutto cancellate cognizioni che 46 anni di attività NELLA comunicazione hanno fatto sedimentare su di me. In Piazza Navona c'erano moltissime persone? Lo so, l'ho intravisto, è stato detto e scritto. E' un fatto altamente positivo, perchè significa che nella gente si sta risvegliando la voglia di partecipazione. Viceversa, a fini strettamente mediatici, che i testimoni oculari siano stati 50.000 o 100.000 non cambia niente. Il 998 per mille degli italiani in quella piazza non c'era, e, salvo casi sporadici (come per il sottoscritto) non saranno edotti dal 2 per mille che c'era, ma dai mass-media (TV e quotidiani). E sui mass media la manifestazione di cui si parla non è quella di Moni Ovadia, di Fiorella Mannoia o di Laura Belli; è quella del comico genovese che attacca Veltroni e Napolitano,ed è la parte più discutibile della performace della Guzzanti. Questo è quanto transiterà verso la gente attraverso i media che pesano. Milioni di lettori dei quotidiani nazionali, decine di milioni di tele-idioti.
E' quello che, da esperto di comunicazione, avrei spiegato a Flores o a Di Pietro, se me lo avessero chiesto. Glielo avrei spiegato gratis. Avrei spiegato loro anche che quando inviti (o accetti, non saprei) il comico genovese, non puoi aspettarti che si trasformi in Fortebraccio o in Flaiano: rimane ostinatamente Grillo (mi piacerebbe sapere i titoli degli ultimi 5 libri che ha letto). Avrei spiegato che quando una opposizione che non ha il controllo dei media (tutt'altro) organizza manifestazioni di questo tipo, deve prestare la massima attenzione alla scelta dei compagni di strada. Perchè se tutto fila liscio come l'olio, il male peggiore che ci possano fare i "padroni dei media" è quello di ignorarci. Ma se qualcosa va storto, ci massacreranno, parlando solo di ciò che è andato storto.
Ricordate? Manifestazioni con centinaia di migliaia di persone che si svolgono in perfetto ordine, ma le TV di Raiset che si concentrano su quei tre coglioni che bruciano una bandiera USA o di Israele. Alla fine, la sensazione trasferita è che il corteo fosse composto da una massa di violenti allo stato brado. Nell'epoca del MinCulPop berlusconiano, gli errori sono incidenti da evitare. Invitando il populista di Genova, gli organizzatori hanno creato le condizioni affinchè qualcosa di sbagliato non solo potesse accadere, ma non potesse non accadere. Hanno fatto un grandissimo regalo all'uomo di Arcore, il quale, quando noi manifestiamo, ha nel cuore una sola speranza: "...oportet ut scaldala eveniant...". Accontentato. Tafanus
Il commento di Curzio Maltese (Repubblica): "Show-business sul palco"
Manifestazioni come quella di Piazza Navona dell'altro giorno sono show business. Servono a sfogare i sentimenti di un pubblico di spettatori, servono ai protagonisti a vendere merci sul mercato: libri, dvd, spettacoli teatrali. Non servono a cambiare le cose. Quindi non sono politica. I guai cominciano se si scambia lo show business per politica e lo si prende sul serio. Quando Beppe Grillo o Sabina Guzzanti o altri comici sanno di dover intervenire a una manifestazione pubblica, riuniscono i loro autori e chiedono un "pezzo" efficace. Un testo per una riunione politica è diverso da un testo comico per il teatro, ma segue regole rigide. Non dev'essere serio ma neppure troppo divertente: sarebbe un errore. Si bruciano belle battute del repertorio, che è giusto riservare al pubblico pagante dei teatri e dei palazzetti. Oltretutto, se la gente ride troppo, pensa. E se pensa non si scalda abbastanza, non urla. Bisogna dunque tenere alto il livello dell'emozione e "spararle grosse". Contro un bersaglio non scontato. Altrimenti non si fa notizia. Occorre anche valutare se alla manifestazione parteciperanno altri comici, come nel caso di piazza Navona. In tal caso il livello di fuoco aumenta, perché si corre il rischio di essere oscurati dalla concorrenza, in gergo televisivo "impallati".
La logica è simile a quella che si segue per lanciare un film o un libro in una comparsata televisiva importante, uno show del sabato sera o il festival di Sanremo. È inutile parlare del prodotto in sé, perché il pubblico se lo aspetta e si perde l'effetto sorpresa. Benigni,quando doveva lanciare un film, non andava a parlare del film da Baudo o dalla Carrà ma s'inventava memorabili performances, tipo toccare gli attributi di Baudo o palpare le curve della Raffaella nazionale, con gran successo di promozione. Non tutti naturalmente, parlando di sesso o di altri temi "bassi" - penso al magnifico "Inno del corpo sciolto" - mostrano il talento di poeta contadino di Roberto. Le allusioni sessuali comunque funzionano sempre, soprattutto in Italia. Un altro trucco è attaccare un bersaglio imprevisto e in teoria intoccabile. Insomma, se Grillo o la Guzzanti si fossero limitati ad attaccare Berlusconi, nessuno ne avrebbe parlato. Per questo, hanno spostato l'obiettivo sul presidente della Repubblica e sul Papa [...]
Gli eventi creati di Beppe Grillo, dai Vaffa Day in poi, non sono azioni politiche. Il fine non è cambiare le cose, ma accrescere la popolarità del protagonista. Basterebbe un po' di lucida attenzione per comprenderlo. Purtroppo, chi vi partecipa e chi li osteggia non brilla in lucidità. La maggior parte dei bersagli di Grillo sono irrilevanti, innocui oppure marginali. Che importanza volete che abbia la presenza di diciotto parlamentari condannati in Parlamento, su mille, quando ce ne sono stati in passato due, tre, cinque volte tanti e 200 inquisiti? D'altra parte se la presenza in politica di un pregiudicato fosse un tema così importante, i seguaci di Grillo non si affiderebbero a lui, che ha una condanna definitiva e ricopre un ruolo politico, per quanto improprio, assai più importante dei diciotto messi assieme. Lo stesso discorso vale per altri obiettivi, come il doppio mandato, l'ordine dei giornalisti, i finanziamenti ai giornali di partito. Tutte storture, tutte battaglie condivisibili, s'intende, ma quisquilie. Nel caso del referendum sulla legge Gasparri non si tratta di una quisquilia, ma è ancora peggio. È un suicidio politico. Se si votasse oggi, quel referendum sarebbe una catastrofe per l'opposizione e un trionfo per Berlusconi.
Ma la cosa più probabile è che il referendum non si faccia, per fortuna. Nessuna delle altre proposte avrà poi uno sbocco politico. Che senso ha dunque sbattersi tanto? Senso politico, nessuno. Ma il comico ha enormemente aumentato il proprio seguito, pubblico, clientela [...]
Se fosse un po' più sincero, dovrebbe ammettere che il suo blog non è tanto uno strumento di lotta politica e confronto di opinioni (peraltro, sono tutti d'accordo) quanto un fenomenale punto vendita di merci autoprodotte [...] Appena calano l'attenzione e le vendite, ecco l'evento, il vaffanculo col botto mediatico. Nelle settimane successive, le vendite e la popolarità schizzeranno di nuovo alle stelle. Gli altri hanno capito e lo imitano. Oggi la frase che gli agenti di spettacolo si sentono ripetere più spesso dagli attori, ma ormai perfino da registi, scrittori e professori di diritto comparato col saggio in uscita, è "facciamo una cosa alla Grillo, facciamo un gran casino". S'intende, per lanciare il prodotto. I più avveduti o i più aristocratici, come Nanni Moretti, si sono sottratti per tempo alla trappola. L'interesse delle persone di spettacolo a usare eventi politici a fini di popolarità e commerciali è insomma piuttosto evidente. Come dovrebbero essere chiare le analogie di meccanismo e di linguaggio fra queste tecniche e il populismo berlusconiano. Misteriosa è invece la ragione per cui i politici e gli organizzatori si prestino a queste operazioni di marketing, dalle quali hanno tutto da perdere. Paolo Flores ha il grande merito di aver avviato con la manifestazione del Palavobis del 2002 la stagione dei movimenti che, negli anni successivi, riempì le piazze italiane di milioni di persone. (Prima che vadano perse le tracce, metterò sul blog una selezione delle immagini del Palavobis. Solo perchè si afferrino le differenze. NdR) Da storico e filosofo di valore, può stimare lui stesso l'abissale distanza che separa la sobria e feconda forza politica del Palavobis di allora con la sguaiata impotenza di Piazza Navona. L'ultima adunata non avvierà una stagione di protesta. Al contrario, può aver contribuito a stroncarla sul nascere. I toni, i modi, l'eco mediatica per quanto parziale e magari ingiusta dell'evento, hanno contribuito a rafforzare il disegno del "nemico" berlusconiano. Il quale da anni cerca di rovesciare la questione centrale della criminalità delle classi dirigenti italiane nel suo contrario, l'emarginazione fra gli estremisti di chi difende la magistratura e i valori della Costituzione. Con gli insulti di piazza Navona gli si è reso un enorme favore.
Quanto ad Antonio Di Pietro, non gode forse degli stessi strumenti culturali di Flores, ma ha di sicuro fiuto politico. Capirà prima o poi che la strada in cui si è messo porta a un finale scontato: Grillo in cima alle classifiche dei best sellers e l'Italia dei Valori allo 0,5% dei voti. Perché prima o poi gli toccherà dissociarsi, anzi ha già cominciato, e sarà bollato come codardo e venduto.
Ma in questo scambio di favori ed equivoci fra primedonne, l'unico aspetto che davvero intristisce è l'inganno del pubblico. Le persone che sono andate a Piazza Navona da cittadini e si sono ritrovati spettatori, come sempre. Hanno applaudito un idolo che attaccava un altro idolo. Portando a casa la sera il tacito, amaro dubbio che le cose non cambieranno. E come potrebbero? A colpi di eventi? Gli show servono a consolare, non a cambiare la realtà. Lo show di Berlusconi, che rimane l'inventore del metodo, si rappresenta da quindici anni e l'Italia è il paese meno cambiato al mondo. Soltanto ogni giorno un po' più volgare, ignorante e incattivito. È la politica che cambia le cose, e quella non c'è più.
Beppe Grillo è piaciuto moltissimo: a Beppe Grillo. Oggi, sul suo blog, campeggia lo stenografico del suo intervento. Evidentemente ne è orgoglioso. Noi vogliamo aiutare il suo narcisismo, riportando il link del post:
Veramente, chi dovesse leggere l'intervento senza sapere quale fosse l'oggetto della manifestazione, difficilmente arriverebbe a capirlo. La manifestazione di Piazza Navona era centrata su due temi: la difesa della Costituzione; l'attacco alle leggi-canaglia di Berlusconi. Sfido chiunque a dimenticare per un attimo di saperlo, e a dedurlo dallo stenografico dell'intervento del comico. Perchè nell'intervento c'è di tutto: insulti e sberleffi a destra e a manca (tanto per ribadire la sua equidistanza ed il suo qualunquismo). Tutto, tranne che qualcosa sullo specifico della manifestazione. Gli adoratores di Grillo potranno scaricarlo e salvarlo sul proprio PC, per poterlo rileggere con commozione tutte le sere prima di andare a letto. Ne riporto solo i passi peggiori:
[La Spectre contro Grillo]:"Italiani! Non siamo collegati per un incidente “tecnico”. Ero collegato fino a quattro, dieci minuti fa. Andava tutto bene. Poi, stranamente, manca il segnale [...]
[La Gentilezza]: Siete lì anche per dimostrare la vostra esistenza, cari amici [...]. Io forse ce l’ho più con voi che con gli psiconani, ballerini e affini.
[Questo o quello per me pari sono] Lo psiconano è solo l’effetto. La causa è quella che ho detto prima. C’è stato un partito unico. Un partito unico per quindici anni. Hanno fatto finta. Prodi, Berlusconi, D’Alema, Berlusconi. È tutta una presa per il culo. Allora, cosa bisogna fare? Non lo so cosa bisogna fare. Questo è un governo, cari amici, che vive con marchette televisive. In qualsiasi popolo, in qualsiasi paese del mondo, totalitario o democratico, se un premier avesse telefonato per vendere della fica in leasing, come ha fatto il nostro premier, per corrompere dei senatori, per far cadere il governo, sarebbe arrestato per colpo di stato. Non è importante la fica, cari amici, è importante quello che vuole la gente [...]
[Ibidem] Non so chi sia questo Veltroni -Topo Gigio. È il nuovo Mastella? Chi è? Chi è questo grande personaggio? Non è neanche un uomo. È un soggetto! Cos’è? È un avverbio! Che cos’è? Non riesco a capire neanche cosa siano i suoi discorsi. Mette un aggettivo e dei sostantivi. Lui non ha né cuore, né polmoni, né cervello. Ha solo dei sostantivi. Come i suoi discorsi [...]
[Ibidem] C’è stato solo un partito. Solo un partito in Italia: Forza DS. E questo ha sfasciato lo Stato. Allora, ci vorrebbe una persona chiara. Ci vorrebbe un curatore fallimentare, in Italia. Perché lo Stato è fallito! (...magari un ragioniere di Genova?...) [...]
[Le idee chiare] Allora che cosa dobbiamo fare? Io non lo so cosa dobbiamo fare [...]
[Solidale] 1.300 morti. Non sono morti, così, sul lavoro. Sono assassinati sul lavoro perché non investiamo nulla sulla sicurezza sul lavoro (...1.303, in un certo anno. Tre persone sono morte perchè un certo comico, legalista ed ecologista, ha deciso che poteva percorrere il Col di Tenda col ghiaccio a placche, di notte, e nonostante il cartello "Strada chiusa al traffico") [...]
[Vittimista] Portiamo un milione e mezzo di firme l'11 luglio a Roma e li (le) butteranno nel cesso (...te lo avevamo detto, Ragioniere! Ma allora cosa le porti a fare? andrai in risciò, come l'altra volta? Segue DVD?...) [...]
[Falsificatore] ...fanno la banda dei quattro: la legge Schifo-Alfano. Le quattro più alte cariche dello Stato sono immuni da ogni tipo di giustizia. Potranno delinquere e non gli succederà nulla. Chi sono questi quattro? Abbiamo Schifani [...] Ha delle amicizie per lo meno dubbie di mafiosi post datati. Berlusconi, uno prescritto iscritto alla P2. Ma chi sono queste persone qua? Com'è potuto succedere? Chi è Fini, la badante di Berlusconi? [...] (...ahi... ahi... Il Savonarola imbroglia! da uno stenografico fedelissimo - tanto fedele che riporta persino i numerosi errori di sintassi - è sparito il nome di Napolitano. C'era. Basta riguardare in video l'intervento. Savonarola, ma attento ai media, il Ragioniere!...) [...]
[Distratto] Dicono che offendo il Presidente della Repubblica. Io Morfeo non l’ho mai offeso (...Ragioniere, ma come, ancora prima di aver completato questo intervento, già lei sa che "dicono che lei offende eccetera?...).
[Ignorante] Sonnecchia. Firma delle cose. Questo patto della “Banda dei 4”. Ha firmato una cosa… Ve lo immaginate voi Pertini che firmava una legge che lo rendeva immune dalla giustizia italiana? Ma io non mi immagino neanche Ciampi, non riesco neanche a immaginarmi Scalfaro a fare una cosa così. E allora chi è questo uomo qua? Chi difende? È un primo cittadino o un uno che difende i partiti politici? Chi è? (...semplice, Ragioniere: è la prova vivente della Sua Incommensurabile Ignoranza: uno che ha "firmato delle cose" prima ancora che queste cose fossero licenziate dal Parlamento, E qualche minchiata in meno, no???...)
[Istituzionale e garantista] Quando c’era Chiaiano, la discarica: la Polizia contro le famiglie, a Napoli, la sua città. Lui dove festeggiava? Dove andava? È andata da una famiglia di Chiaiano a festeggiare qualcosa? (...Ragioniere, Lei c'è mai stato, da una famiglia di Chiaiano? o era troppo impegnato a Porto Cerco? ci dichi...) Era a Capri a sentire della musica con due inquisiti: Bassolino e la moglie di Mastella (...la moglie di Mastella è stata prosciolta, Ragioniere. Non che della moglie di Mastella ci freghi qualcosa. Ci sta anche sulle palle, per dirla tutta; ma, sa... la verità non è un optional...).
[La televendita] Bene, il prossimo anno ci saranno le elezioni amministrative. Cominciamo dal basso. Io sosterrò tutte le liste civiche che vorranno occuparsi del loro Comune e della loro Regione. Io sarò in prima fila. Mi dispiace per questa manifestazione che era una cosa pacifica. Abbiamo fatto 140.000 persone a Torino, non è successo nulla. (..."abbiamo fatto". Testuale. Come nell'ambiente dei teatranti e dei cantantisti si dice per le "serate" in teatro o in piazza. Abbiamo fatto. Come Berlusconi, che ogni tanto si distrae - gli capita spesso - ed anzichè parlare dei "cittadini", parla del "pubblico". Che tristezza...) Abbiamo messo 40.000 persone a Bologna. (Messo. Testuale) Un milione e mezzo in tutte le città italiane.
[Universale] Allora, voglio dire ai ragazzi che hanno preso biglietti, organizzato pullman, di non buttarsi giù. Organizzeremo qualcosa. Nemmeno più in Italia. Andremo a Strasburgo, andremo a Brussel (Brussel, testuale), se ci danno il permesso. Faremo dei pullmann e andremo a manifestare all’estero come è ridotto il nostro Paese. Quindi, coraggio.
[Scontato] “Fatevi un passaporto, un gran bel passaporto, e andate tutti a ‘fanculo!” (Rag. Grillo)
Ora, dopo aver rispedito al mittente il vaffanculo, ormai usato come un trade-mark della bottega del comico, io chiederei la collaborazione di qualcuno meno distratto di me, per farmi postare i passaggi dell'intervento del comico dove si parli del tema della Manifestazione: "In difesa della Costituzione, e contro le leggi-canaglia". Questo era il tema. Ma si da il caso che, l'unica volta che si avventura in questo terreno, spara la"minchiata del mese": Napolitano che ha firmato una legge prima ancora che questa venga approvata dal Parlamento. Flores, era proprio necessario affidarsi ad uno stronzo così? Tafanus
(Continua)
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