Caro Antonio, io domani a Roma non ci sarò. Ti mando le mie motivazioni scritte e pubbliche, un po' pedanti come al solito, anche un po troppo auliche ma in qualche modo devo sfogare un po di pathos anche io, la carne è debole...un abbraccio
Roberta Anguillesi - Democrazia & Legalità
Una scelta laica
di Roberta Anguillesi
La sana indignazione e il sano panico che prese le coscienze di molti italiani all’avvento del secondo governo Berlusconi, finì con l’intervento di apertura di Nanni Moretti alla Festa di Protesta del 14 settembre 2002 a piazza san Giovanni: “non perdiamoci di vista”, esordì: "Noi continueremo a delegare ai partiti, ma visto che un po' ci siamo svegliati la nostra delega non sarà sempre in bianco" concluse.
E così si concluse quello che poteva essere l’inizio di un cambiamento. Finì l’opportunità per la società italiana di conoscere se stessa e affrontare i propri vizi, mancanze e fantasmi, per tentare di liberarsene.
Tornò ad essere il rassicurante esorcismo a cui anni e anni di piazza ci avevano ammaestrato, mentre sopra le nostre teste marcianti si lavorava, da sempre, per costruire un paese immobile, capace di generare solo ciò che poi ha generato. Per quella stessa manifestazione , Paolo Sylos Labini aveva preparato un intervento, voleva raccontare cosa era (ed è) l’Italia parlando anche di mafia, ma molti tra gli organizzatori reputarono che non fosse ‘pertinente’. La festa di protesta era contro Berlusconi. Il resto rischiava di interrompere l’emozione e riportare il tutto sul terreno infido della storia patria, magari inoculando il dubbio in qualcuno su come e perché il cavaliere del male avesse potuto arrivare a fare della repubblica il suo feudo, tra l’indifferenza di molti e la compiacenza di tanti.
Comunque di vista non si persero e il movimento dei girotondi continuò per qualche tempo, diventando a poco a poco una spirale di scontri, personalismi e sgomitamenti, leader sempre più leader, martiri e compagnie di giro.
La costituzione italiana difesa dagli attacchi del nuovo Attila mano nella mano con vecchi consumati Attila, coordinatori di Girotondi con la tessera di Partito in tasca e dei curriculum di tutto rispetto tra dirigenze di compartecipate e segreterie, indignazione a palate convogliata e disarticolata per renderla consenso.
Niente di nuovo, niente di niente, nessun progresso nelle coscienze e nelle conoscenze, nessun mutamento sociale e culturale rilevabile neppure con lo scandaglio, il profondo della società non è toccato dalla piazza, non è toccato neppure dalla propria indignazione.
Finiscono i Girotondi, un democristiano di lungo, ma lungo, corso viene indicato come la salvazione e nessuno si sente indignato per questo, nessuno si chiede perché quelli che venivano chiamati movimenti si erano fermati appena assolto il loro antico ruolo di ammortizzatori sociali senza aver saputo partorire altro che un vecchio consunto e pericoloso rito, tutti a casa e sul selciato resta qualche palloncino sgonfio e un paio di cartelli sagaci, mentre molti si defilano e tornano alla propria arcadia personale, ed altri ancora si dimettono dalla politica per tornare agli applausi, ed altri ancora cercano un modo, uno qualsiasi, per continuare ad riscaldarsi alle luci della ribalta, qualcuno è amaramente sconfitto e qualche altro si sente vincitore, qualcuno poi si erge a bandiera e sventola tra un compromesso e l’altro nelle stanze del potere, molti sono tornati a casa e molte hanno riposto i pennarelli e i cartoncini in attesa di momenti migliori.
Noi a San Giovanni non c’eravamo, noi non ci saremo l’8 di luglio a Piazza Navona perché rifuggiamo da tutte le messe, anche da quelle solenni; da tutti i predicatori, anche da quelli spiritosi; vogliamo un paese laico, senza processioni e santi, senza l’enfasi mortale della eroica resistenza a tempo, senza il fumo dei turiboli agitati nelle piazze, senza un prima e soprattutto senza un dopo.
Cara Roberta, io ho dato la mia adesione condizionata (anche se non ci sarò fisicamente) alla manifestazione. Condizionata in primis al fatto che non ci siano telepredicatori in posizione di "più uguali di altri". Mi sarebbe piaciuto che alla manifestazione contro le leggi-canaglia avessero aderito tutte le forze del centro-sinistra, a partire dal PD, e senza divisioni nella sinistra-sinistra. Così non è stato, ma resto dell'avviso che qualcosa (anche se di soltanto mediatico) si dovesse fare. Come ho già detto, io sono pronto a ritirare la mia adesione morale (per quel poco che conta) un minuto dopo che la manifestazione dovesse trasformarsi da lotta alle leggi-canaglia a regolamento di conti interno al centro-sinistra. Così come sono pronto a ritirarla un momento dopo che la manifestazione dovesse diventare una palestra dedicata a masanielli (minuscolo) di vario tipo. Sbaglierebbero gli organizzatori se ciò avvenisse. Ha sbagliato uolter a chiamar fuori il PD. Pensavamo di aver votato a sinistra, e non per un partito con la non sopita tentazione di giocare a "culo e camicia" col Nano Incatramato. Tafanus
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