Rai, il Cda salva Saccà: bocciata la proposta di Licenziamento di Cappon - La mozione del direttore generale respinta con 4 voti contrari, 3 a favore e 2 astenuti - Urbani: "Sarebbe un atto radicalmente inaccettabile e contrario all'interesse aziendale"
ROMA - Con 4 contrari, 3 a favore e 2 astenuti il Consiglio di amministrazione della Rai ha bocciato la proposta di licenziamento del direttore di Rai Fiction, Agostino Saccà, avanzata dal direttore generale Claudio Cappon a causa delle "gravi violazioni accertate ed al notevolissimo danno d'immagine subito dalla Rai". "Sono contento", ha commentato l'ex direttore di Rai Fiction.
Nella sua relazione Cappon spiega anche al Cda che tutti gli elementi a disposizione "evidenziano in modo cristallino che il Dott. Saccà ha tenuto comportamenti contrari ai suoi doveri di dirigente Rai, in chiara violazione del Codice Etico che ha sottoscritto e al cui rispetto si è impegnato e ha di fatto leso in modo determinante il vincolo di fiducia che è alla base del rapporto tra un'azienda ed i suoi dirigenti, a maggior ragione se incaricati di ruoli di massima visibilità e responsabilità".
Il licenziamento, osserva al contrario il consigliere Giuliano Urbani, sarebbe al contrario un atto "radicalmente inaccettabile e profondamente contrario alla tutela dell'interesse aziendale, che deve sempre rappresentare il fondamento stesso dei doveri di qualsiasi amministratore".
Saccà era stato sospeso dall'incarico dalla Rai in seguito all'inchiesta nata da intercettazioni telefoniche della procura di Napoli su presunti accordi tra il direttore e Silvio Berlusconi sulla collocazione di aspiranti attrici. Era però tornato in Rai il 3 luglio, grazie all'ordinanza di un giudice del lavoro.
Ad astenersi nel voto in Cda sulla proposta di licenziamento di Agostino Saccà, avanzata dal direttore generale della Rai Claudio Cappon, sono stati Sandro Curzi e Marco Staderini. Voto contrario da Giuliano Urbani, Gennaro Malgieri, Giovanna Bianchi Clerici, Angelo Maria Petroni. Voto favorevole da Nino Rizzo Nervo, Carlo Rognoni e dal presidente Claudio Petruccioli.
Saccà ha preferito non commentare le ipotesi di un suo trasferimento, ma non ha rinunciato a fare notare la spaccatura all'interno del cda: "certe astensioni dicono molto del valore di questo voto rispetto al senso della verità". Poi ha aggiunto: "sono soddisfatto perché anche il giudice-azienda ha ascoltato le mie ragioni". (Repubblica.it - 16 luglio 2008)
...ma cosa diamine sta succedendo, alla sinistra? qualcuno di voi ha letto, capito o ipotizzato perchè uno come Saccà, scendiletto delle brame più "basse" del padrone, debba essere salvato da un post-comunista come Sandro Curzi? Se qualcuno sa o legge qualcosa, ci informi... Tafanus
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