Quell'accusa alla Carfagna (di Filippo Ceccarelli - Repubblica)
A Piazza Navona, all'imbrunire, il testacoda dell'antiberlusconismo che prima curva nel turpiloquio, prende ardore e velocità nello spettacolo, poi sbanda nella gara a quale artista del palcoscenico le spara più grosse. Quindi si rovescia su se stesso, fino a perdersi nel delirio a sfondo apocalittico, sessuale, teologico e pagliaccesco. E addio politica, allora, addio opposizione, addio civiltà e addio a tutti. Sul proscenio della manifestazione contro le leggi vergogna restano così solo i comici, i predicatori, gli arcangeli del sarcasmo e le poesie anche rimarchevoli, ma pur sempre pregiudizialmente "incivili" di Camilleri. Sono loro, beninteso, che riempiono le piazze. Ma poi, dopo l'incendio?
Divampa tutto in meno di un'ora. Camilleri, in versi, accenna alle "sgualdrinelle che confortano le sue notti" e pizzica appena il Vaticano che lo ha invitato: "Pecunia, antica saggezza, non olet". Il cabaret avvelenato di Marco Travaglio riesce ancora tenersi all'interno di un discorsi su di "Lui", il Cavaliere, le mogli, la richiesta di poter fare la comunione, i modi in cui promuove la classe dirigente, specie quella femminile, "le sue quote rosa". Poi "Pronto? Pronto?", ecco Grillo, gli è saltato il collegamento video. Perizia d'attore lo porta a denunciare un incidente sospetto. E' una voce, la sua, sempre più esagitata, come dall'aldilà. "Italiani!" grida, e in crescendo strappa il velo della grande menzogna.
Lui veramente grida: "E' tutta una presa per il culo!", lo Stato è fallito, il paese non c'è più, la politica è finita, gli assassini sul lavoro, i licenziamenti in arrivo, i veleni Ogm, il disastro energetico alle porte, ce n'è pure per la "fica in leasing", le ministre che la danno, Fini in barca con Tronchetti Provera, "le rovine, le rovine...", il compleanno di Morfeo Napolitano a Capri, "io non ne voglio più sapere", "fatevi un bel passaporto e andate tutti affanculo!".
Folle accaldate e cariche di aspettative esprimono il loro pieno consenso. Fino a quel momento si sono un po' annoiate. I comizi politici lasciano ormai il tempo che trovano. La televisione impone protagonismi, euforia, emozioni e anche volgarità, se è il caso. Ma sotto il palco Di Pietro comincia a fremere; e Paolo Flores si fa più pallido del solito. [...]
In una vita pubblica che sempre più vive di spettacoli la rivalità fra gli attori, la gara a chi è la prima donna, è una variabile che gli organizzatori della manifestazione non hanno evidentemente calcolato. Perciò Sabina Guzzanti raggiunge il podio, saluta, si schiarisce la gola, sorride appena e attacca un paio di strofe di canzoni d'osteria. Si capisce subito che le intercettazioni sono un bocconcino prelibato e che la questione Carfagna verrà portata alle estreme conseguenze in un vorticoso giro di parti anatomiche, pratiche innominabili, storielle di sesso, rimandi a dicerie sul coccolone di Bossi. Si capisce che si va a parare sulle Pari Opportunità, ma lei riesce lo stesso a sorprendere il pubblico gridando il suo iroso sdegno contro le assai primarie motivazioni che hanno spinto Berlusconi ad assegnare alla Carfagna quell'incarico.
Al confronto Beppe Grillo sembra un'educanda. Sul Papa la Guzzanti è già planata, valutandone il trapasso all'inferno e ricostruendone la probabile pena laggiù, con demoni omosessuali ("attivissimi" specifica) che lo tormentino. Si avvicina intanto il temerario presentatore Mattia Stella, nel ruolo del bravo ragazzo, e lei praticamente lo caccia, "non ho finito, ho aspettato là dietro sette ore...". Di Pietro si aggira nel backstage come una fiera al bioparco. Deve ancora affrontare la faccenda dei potenti che vanno con le prostitute perché si drogano, perché "pippano", ma Berlusconi no, lui si strafà di Viagra. In questo "porco paese".
Nulla del genere si era mai visto e ascoltato, a memoria di osservatore. Ci si sorprende a pensare che continuano a spostarsi e a strapparsi i confini della vita pubblica. Dall'indignazione all'incazzatura con divagazioni sessuali e religiose è un passaggio che trascende il linguaggio per un movimento senza nome, senza destino e senza confini. Una piazza evoluta e insieme regressiva. Un frullatore di storie di pubblica intimità. Berlusconi è lo specchio di tutto questo. Forse farebbe bene a preoccuparsi. Ma forse potrebbe perfino compiacersene.
Questa cronaca della giornata che poteva essere e non è stata, potrebbe avere un titolo provvisorio: "Eutanasia della Sinistra". Non si salva quasi nulla. Non si salva quasi nessuno.
Non si salva Flores d'Arcais, che ha semplicemente evitato di rispondere a chiunque sul ruolo di nani e ballerine in questa manifestazione, inducendo alcuni (incluso il sottoscritto) a dare la propria adesione in buona fede. Ma prima ancora non si salva perchè, dopo un anno di "culo e camicia" con Grillo, avrebbe dovuto imparare a conoscerlo e a disprezzarlo. Non è impallidendo e chiudendosi in un imbarazzato silenzio che si salva la faccia.
Non si salva Di Pietro per le stesse ragioni, e perchè ha trasformato, grazie ai suoi militanti, una manifestatione che doveva essere apartitica in una manifestazione di parte, a forte prevalenza visiva dell'Italia dei Valori. Non si salva per aver accolto (o forse voluto?) il buffone di Genova. Il tardivo attacco a posteriori di Di Pietro a Grillo è ancor più deprimente, perchè, esattamente come Flores d'Arcais, anche Di Pietro dovrebbe ormai aver capito, dopo un anno di frequentazioni, chi sia Grillo. Doppiamente colpevole, perchè aveva personalmente garantito che non ci sarebbero stati attacchi a Napolitano.
Non si salva la Guzzanti, per aver sprecato il suo talento con un testa-coda nella volgarità, lei che in ben altro modo avrebbe potuto usare il suo talento, e la (passata) forza della sua sottile ironia. Gli scambi "poltrone contro sesso" del Cavaliere erano un pesante, imbarazzante e diffuso sospetto fra gli elettori di tutte le parti politiche. Sarebbe stato sufficiente mantenere la cosa a livello di "fondato sospetto", per continuare ad erodere l'immagine del Nano Arrapato. La Guzzanti, nella sua dissennata gara al rbasso con Grillo, ha trasformato un asset della sinistra in un asset della destra. Da oggi la gente, anzichè guardare la luna, guarderà il dito che indica la luna.
Non si salva il buffone di Genova, che ha iniziato attribuendo a non si sa bene quale Spectre dell'anti-grillismo la defaillance della SUA videoconferenza, realizzata attraverso il SUO collegamento Skipe. Ha proseguito parlando del più e del meno, attaccando chi col tema della giornata c'entrava e chi non c'entrava, ed assimilando Napolitano a Schifani, Fini e Berlusconi. Ha attribuito a Napolitano la colpa di aver firmato un provvedimento che non è stato ancora neanche discusso. Ha proseguito ricordando, en passant, gli strepitosi successi delle sue piazze (che, allo stato, non hanno dato alcun risultato - NdR). Infine, ha concluso col solito, atteso, ineluttabile "affanculo" a tutti, che manda in visibilio i suoi adepti e chiama la standing ovation finale.
Non si salva il Tafanus (per quello che conta) per aver dato imprudentemente la propria adesione ad una manifestazione per la quale NESSUNO degli organizzatori ufficiali si è mai impegnato con chiarezza sull'assenza, come azionisti di maggioranza, del buffone di Genova.
Si salva in parte, col bellissimo intervento finale, l'amico Furio Colombo, al quale tuttavia rimprovero l'ingenuità di aver aderito ad una manifestazione della quale, almeno lui, avrebbe dovuto conoscere la scaletta, senza chiedere ed ottenere garanzie.
Salvo a pieni voti Camilleri, una sorprendente (per me) Laura Belli, Moni Ovadia (ne ero sicuro). Assegno un 10+ a Fiorella Mannoia ed al suo brevissimo saluto. Senza gloria e senza infamia gli interventi di Travaglio, di Pardi, di Ravera.
Un grande grazie alla folla accorsa in Piazza Navona. E' una folla che meritava di più. E' una folla che meritava di meglio. E' una folla in mezzo alla quale sarei stato anch'io se le mie condizioni me lo avessero consentito. Salvo pentirmene a posteriori. Grazie, Flores. Grazie, Tonino.
P.S.: Ricevo dall'amico don Aldo Antonelli, e più che volentieri pubblico:
Avevo promesso che ci sarei stato, ma un impegno sopravvenuto all'ultimo momento mi ha costretto a restare in casa. E non me ne è dispiaciuto più di tanto, anzi...!
A leggere le cronache del raduno, sembra si sia trattato di una sagra delle volgarità da far venire la pelle d'oca.
"La Deriva del Talk Show", titola Edmondo Berselli su Repubblica.
Voglio sentire dalla viva voce degli amici che vi hanno partecipato, comunque. Ma se veramente si è trattato della "fiera del turpiloquio" e dell' "insulto senza freni" si ripone la domanda: Donde questa volgarità e questa disperazione? La stessa domanda che ponevo nel messaggio inviatovi il primo luglio scorso, ricordate?
"La domanda che mi vado facendo ormai da tempo è proprio questa: Chi ha ridotto il popolo in questo stato disastrato e disatroso?"
Prigioniero del proprio particolare, affetto da bulimia di consumo, volgarizzato nei gusti e nelle pretese, reso orfano di ideali e di scommesse, evirato delle sue potenzialità rigeneratrici, disposto a vendersi al primo imbonitore. Questo è! E' la tecnica del violentatore di professione che, novella amantide alla rovescia, prima stordisce le sue vittime e poi le sodomizza. Ci sarà da qualche parte, e dove, un centro di recupero? Certamente non le istituzioni politiche, anch'esse sottoposte ad una specie di mutilazione genetica sì da trasformarle in veri e propri caravanserragli.
Chi ha riempito le Camere di puttane e profittatori, mentitori e ricattatori, ladri e opportunisti, camaleonti e doppiogiochisti? Lui, il Vampiro di Arcore». Vedo nero!
Aldo Antonelli
... e ricevo da chi c'era...
Parafrasando Pal Gabor e Angela Molina: "La piazza era bellissima...".
Punto 1. Non è vero che la piazza era "foderata" di bandiere di Idv. Se avete visto la bandiere dipietriste sventolanti è molto probabile che alcune tv abbiano "barato" e fatto riprese, ripetute ciclicamente, solo prima dell'inizio della manifestazione. C'erano, poche, bandiere di Rifondazione, del Pdci, di Sinistra Democratica. La maggioranza, ASSOLUTA, delle persone presenti era priva di alcuna bandiera, come la sottoscritta. All'inizio della manifestazione, ore 18.00 circa, è stato espressamente chiesto da Mattia Stella (ottima introduzione, peraltro ampiamente applaudita) di abbassare le bandiere, e così è stato. Quando nel prosieguo, ogni tanto, qualcuno si è azzardato a sventolarne nuovamente una, la piazza compatta ha chiesto di "ammainarla".
Punto 2. Appellarsi al "buon gusto" per l'intervento della Guzzanti è, come dice Luttazzi, farsi strumento della censura di regime (clericale, aggiungerei). L'intervento della Guzzanti, arrabbiato quanto si vuole (e ne ha ben donde) è stata, forse l'ultima, manifestazione di libertà di espressione. Quello che ha detto, oltre, personalmente, a condividerlo integralmente, mi ha dato un brivido lungo la schiena per il coraggio dimostrato di parlare apertamente, e lucidamente, contro il Vaticano. Vedremo peraltro come va a finire con la querela della Carfagna. Sono abbastanza convinta dell'intelligenza della Guzzanti, voglio vedere gli sviluppi della faccenda perchè forse, l'aver reso pubblico il contenuto delle intercettazioni "segrete" potrà portare a delle conseguenze inaspettate... Vedremo, per ora, e come al solito, ci si dimentica della volgarità del fatto per condannare la volgarità della parola che lo racconta e lo denuncia...
Punto 3. L'intervento di Grillo, oltre ad essere vecchio (cose già dette e già viste sul suo blog) non ha smosso la piazza di un millimetro. Falso che sia stato applaudito. Falso che la piazza si sia scaldata. Era fredda, invece, nonostante il caldo (ma il clima ci è comunque stato amico, tirava un lieve e fresco Ponentino). Applausi forti alla Belli, alla Mannoia, a Camilleri a Flores e a Colombo (per quello che ho visto e sentito io). La stessa piazza, all'inizio della manifestazione, ha fatto un lungo applauso al nostro Presidente della Repubblica e lo ha ripetuto dopo, dietro richiesta di Colombo.
Punto 4. Chi ha visto nei servizi televisivi lo stand di Sinistra Democratica che raccoglieva le nostre impronte per mandarle a Maroni? Chi ha detto in Tv che in piazza c'era anche questo? Chi ha visto la rappresentanza Rom? Qualcuno ha inquadrato, oltre la fontana del Bernini, l'arrivo incessante di persone dal fondo della Piazza, tutte senza bandiere?
Punto 5. La manifestazione è ampiamente riuscita. Media e detrattori dicono di no e ne fanno qualcosa di non riuscito, in maniera puramente strumentale. Nessuno si aspettava che in un giorno feriale Piazza Navona potesse saturarsi, tanto che i cordoni di polizia e carabinieri, prevedendo uno scarso afflusso, "ci hanno chiusi dentro" bloccando l'uscita centrale dalla Piazza dal lato di Corso Rinascimento. Nessun profeta in piazza, e nessun adepto fedele. Abbiamo chiesto di combattere contro un nemico comune bandendo le differenze interne, come ci insegna Umberto con la sua/nostra storia, e così è stato. Giusto che la sinistra non censuri, non si può essere uguali e contrari a chi si combatte. Grillo lo abbiamo tollerato, perchè il valore dell'apertura ritengo che sia più importante, in un momento pericoloso, come dice Umberto Eco, per la democrazia, dell'esclusione a priori.
Punto 6. Era solo, molto laicamente, una questione di utilità, di opportunità, quella che avrebbe dovuto escludere gli interventi più "pericolosi", come quelli di un banalissimo urlatore che sembrava persino andare fuori tema, o come quello della Guzzanti, già bandita da tutte le Tv, ci manca solo che la "bandiscano dal regno"... Tutti sappiamo, e bando alle ipocrisie, che anche Repubblica è organo del Pd, più ancora dell'Unità e che due interventi su quanti? Su 15? Non fanno la manifestazione ma strumentalmente lo possono diventare e di fatto lo sono diventati. Ma un intervento, ribadisco, non fa la manifestazione. Perchè "sputare" su tutti gli altri? Perchè sputare su una piazza i cui cartelli, per lo più fatti in casa, erano indirizzati a Berlusconi, non certo a Veltroni (salvo uno che ho visto, bellissimo, che ne rimpiangeva l'assenza in piazza, tra l'altro scritto da iscritti al Pd)? Che lo facciano i media, ma non qui. Voi sapete senz'altro, tutti, che differenza passa tra l'essere in piazza e vedere le cronache della piazza. O no?
Io, per le ragioni che sai, non c'ero. So bene cosa ha mostrato RaiNews24: alle 17,50, senza mostrare la piazza in campo lungo, la ineffabile annunciatrice continuava a parlare di piazza in cui iniziava ad arrivare della gente; saranno alcune centinaia... Mai un campo lungo, un totale della piazza. Fastidiosissime inquadrature fisse, strettissime, sull'oratore, con bandiere che impallavano in continuazio ne la telecamera. Rare carrellate sulle facce, ma sempre con campi stretti. Sei del mestiere, sai cosa significa. Neanche RaiNews24 ha voluto mostrare la piazza. Detto questo, continuo a pensare che Grillo, di cui era certo che l'avrebbe fatta fuori dal vaso, NON DOVEVA essere invitato. E che la Guzzanti non dev'essere censurata, ma che ha sbagliato i toni, arrecando danni più alla propria parte che alla parte avversa. Può darsi che il PD sia stato ufficialmente assente per non mischiarsi col populismo, ma ciò non toglie che il PD sia colpevole, e non può rinviare all'autunno una manifestazione di dissenso su cose che stanno accadendo in queste ore. Ai dirigenti del PD Non va bene mischiarsi con Grillo? Forse hanno ragione, ma avrebbero dovuto allora organizzare una manifestazione alternativa, e non rinviare il tutto a babbo morto. Tafanus
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