Il professore immaginario
(di Francesco Merlo - Repubblica.it)
Non esiste una maniera raffinata di mostrare il dito medio, ma Mariastella Gelmini ci ha provato definendo i professori meridionali «dequalificati», cioè ignoranti. Li vede in mezze maniche, fannulloni alla Brunetta, alloggiati in monovani e pronti a spiegare il teorema di Pitagora (un altro "dequalificato" di Siracusa) ricorrendo alle "immagini" dialettali [...]
Come tutti i politici, la Gelmini, che di professione è avvocato, ha poi dettato alle agenzie di stampa una smentita che, come al solito, è una spaventata conferma, ma alla "don Abbondio", il quale non era un professore meridionale ma un intellettuale del Resegone, come appunto la signora. Il che non significa che i modelli negativi siano tutti settentrionali. C'è anche da ricordare, in questo caso, la paglietta napoletana, vale a dire l'avvocato che dice e non dice, che smentisce per confermare e conferma per smentire.
In realtà, le professioni intellettuali non sono come gli agrumi o il granturco e dunque "il professore meridionale" non esiste, ma esistono "i professori", che in Italia sono tutti maltrattati. Insomma, le intelligenze non hanno radici territoriali e se la signora volesse assistere a una lezione su Manzoni del professore Silvano Nigro, per esempio, potrebbe telefonargli a Catania dove abita e ha lungamente insegnato ("dequalificando" altri professori) e dove si è formato alla scuola dell' avellinese Carlo Muscetta e del siciliano Santo Mazzarino.
L'ultimo recentissimo scritto di Nigro, sul "Sole 24 Ore" di ieri, celebra, nel centenario della nascita, il siracusano Elio Vittorini. Passando attraverso Chrétien de Troyes, Georges Perec e Ugo Dionne, Nigro spiega che Vittorini è stato un grande stratega della sperimentazione grafica e della combinazione di linguaggi, ovvero degli incroci tra parole e immagini. Ma Vittorini è anche l'editore che rifiutò di pubblicare "Il Gattopardo", scritto da un altro siciliano. Ecco: chi dei tre è meridionale? Vittorini, che lavorava con la Bompiani e con la Einaudi? O Silvano Nigro che insegna alla Normale di Pisa e negli Stati Uniti? O l'autore del Gattopardo, metafora internazionale, molto letta persino a Brescia (ma non nel quartiere della Gelmini)? Una professoressa calabrese, Giulia Carpinteri, 60 anni, vorrebbe, attraverso "Repubblica", chiedere alla Gelmini dove si è laureata, con quali professori, quale tesi, con che voti.
La Carpinteri è una bella donna che ogni mattina va a scuola con il tailleur e un filo di perle ad ornamento della propria cultura classica: «Mi illudo di segnalare la mia distinzione umanistica e l'orgoglio di essere insegnante». La Carpinteri ricorda di essere stata allieva di Rosario Romeo (la Gelmini può trovarlo su Google), il quale ha "dequalificato" intere generazioni di studiosi italiani e stranieri ed era un uomo imponente, una specie di Montanelli robusto, elegante come tutti i bravi professori (ahi!, stavo per scrivere "meridionali") che nell'Italia sbracata hanno a cuore la dignità e il decoro della scuola. La Carpinteri oggi insegna a Roma dopo Scordia, Gallipoli, Milano e Firenze. Ad un professore meridionale (anche dequalificato) verrebbe facile ricordare che la compagine leghista al governo non ha un pedigree culturale né raffinato né decente. Ma sarebbe stupido imputare ai luoghi formativi, e dunque ai professori settentrionali, la degenerazione di Bossi e Calderoli. E sarebbe opporre dito medio a dito medio dire sciocchezze "sudiste" del tipo che Manzoni non sapeva scrivere, o lanciare Sciascia contro Svevo, Verga contro Calvino, Capuana contro Tozzi, Matilde Serao contro il maestro di Vigevano, Consolo contro Baricco, Bodei contro Giorello, Croce contro Bobbio, Piero Bevilacqua contro Franco Cardini, Canfora contro Luca Canali.
Secondo noi è la battaglia dell' ignoranza quella delle intelligenze attaccate come bandiere ai rispettivi diti medi. Molto meglio i pugni in tasca, vale a dire il disprezzo e la ribellione intellettuale che, secondo Gaetano Salvemini (di Molfetta), era connaturata alla superfetazione dei licei meridionali proprio perché erano (e sono?) i migliori. Plasmati sui valori aristocratici della cultura classica, i professori meridionali erano, insomma, indisponbili a convivere con l' Italietta. Al contrario della nostra ministra, Salvemini li riteneva troppo colti per sopportare, non la povera Gelmini, ma Mussolini e Giovanni Gentile. Ecco: malgrado la crisi, i salari scandalosamente bassi, il bullismo e le devastazioni politiche... i professori meridionali, se proprio vogliamo farli esistere, sono gli eredi dell' aristocrazia culturale italiana. Con Cartesio ed Hegel, con Hobbes e Tocqueville... con Augusto Del Noce e con la neurochirurgia barese, con gli acceleratori di particelle atomiche e con i maestri del Diritto, della Matematica e della fisica, sono certamente pronti a resistere alla signora di Brescia che vorrebbe che l' umanesimo, come gli elefanti, tornasse a morire dove è nato, nel Mediterraneo.
Con questo magistrale articolo, il terrone Francesco Merlo, formatosi alla scuola di dequalificati professori terroni, impartisce alla ministronza per caso una lezione non solo di Qultura (mi perdoni ministra, ma noi terroni la Qultura la scriviamo così, con la Q maiuscola...), ma anche di stile. Ovviamente non avrei molto da aggiungere a cuanto scritto da Merlo, se non cualche superficiale osservazione:
-1) ministra, c'è ben poco da smentire o da rettificare circa le stronzate che ci ha somministrato. Siamo nell'epoca della memoria elettronica... Uno dice una stronzata, poi si pente, rettifica, ma a rettificare la rettificatrice restano chili di CD, di DVD, di Ampex, di archivi online... Come direbbe don Abbondio (che non era lucano): "prudenza, signora mia, prudenza..." Insomma, le dichiarazioni rese in pubblico oggi si attaccano alle teche come cemento a presa rapida. Un consiglio: rettifichi la rettifica, e si assuma la responsabilità di ciò che ha minchioneggiato.
-2) Non voglio fare di ogni erba un fascio littorio, Signora mia, ma le racconterò un piccolo episodio: ho fatto nel tempo la mia piccola, faziosa statistica sul vada e sul vadi: ebbene, il vadi è più diffuso dalle sue parti (Mitteleuropa, Profondo Nord), che dalle mie (Calabria Saudita). Lo stesso dicasi per altri idioms: nessun professore dequalificato della Calabria Saudita mi ha mai lasciato passare un "l'hai detto te" in luogo di un "l'hai detto tu".
-3) la scadente preparazione nelle materie scientifice che ho ricevuto da questi dequalificati professori sauditi non mi ha impedito di superare, con ottimi voti, esami universitari (questa volta a Napoli, città borbonica) con professori come Francesco Giordani (Presidente del CNR), Antonio Carelli (l'unico fisico italiano di cui si fidasse ciecamente Ettore Majorana, altro dequalificato terrone de-formatosi fra Palermo, Napoli e Roma), o Renato Caccioppoli (meglio noto, a chi non faccia il Ministro della Pubblica Istruzione, come "Il Matematico Napoletano".
-4) La pessima formazione fornitami in questa dequalificata università da questi dequalificati docenti non mi ha impedito, per mia fortuna, di vincere una borsa di studio biennale all'Euratom, in Belgio, dove, nascondendo molto bene la mia dequalificazione, sono riuscito a farmi ingiustamente apprezzare dal Professor Paul Fourmariér, padre della Idrogeologia, che mi ha amorevolmente seguito ed aiutato in una ricerca sulla dispersione delle scorie radioattive nelle falde freatiche...
-5) Cara ministronza, le è mai sorto il dubbio che l'eventuale "dequalificazione" dei professori terroni sia più legata alla carenza di strutture come biblioteche, laboratori, soldi per libri e viaggi di studio, che non per una sorta di condanna genetica? e che si aiuta di più la formazione di un professore lucano o molisano fornendo strumenti, che non saccenti ed offensivi giudizi di dequalificazione, accompagnati da minacce/promesse di corsi di qualificazione "dedicati"? Si dia una calmata, ministra per caso. La sua nomina non ha destato meno sorpresa della nomina a senatore del cavallo di Caligola, e quindi lei, se fosse intelligente, dovrebbe capire che è sotto osservazione. Ogni suo movimento è monitorato più di quanto non si sia fatto con l'uragano Mitch. Si muova poco, dolcemente, e senza far rumore.
-6) La sua provenienza dai ranghi di "Comunione e Ristorazione" non la aiutano a dare di se l'immagine (alla quale dovrebbe tenere invece molto), di baluardo dello stato laico. Almeno eviti di infliggerci, la prego, l'idea di una bacchettona paladina di uno stato baciapile e razzista.
-7) Un'ultima annotazione, di colore: colore dei libri. Nella foto, alle sue spalle si intravede una striminzita libreria, che sembra composta a metraggio: mi dia un metro di libri marron, e due metri di libri beige... mi raccomando, che siano tutti alti e larghi uguali... I suoi libri danno l'idea di non essere mai stati violati da un'impronta digitale, mai stuprati da una "nota a margine"... Belli ed inutili, come quelli che spesso campeggiano alle spalle del Cavaliere. Composti non per argomenti, ma per formato e colore. Risparmi, signora. Oggi vendono ottime carte da parati trompe-l'oeil, che riproducono perfettamente la sua libreria. Con quella carta da parati si ottiene lo stesso effetto, ma si risparmiano un sacco di soldi.
Per finire, e senza alcun intento offensivo (of course!, che in Calabria dicono significhi "di corsa"), le cito la "massima di Match" e l'assioma di Cole, che fanno da corollario alla "Legge di Murphy":
Massima di Match: "Un idiota in un posto importante e' come un uomo in cima a una montagna: tutto gli sembra piccolo e lui sembra piccolo a tutti".
Assioma di Cole: "La somma dell'intelligenza sulla Terra e' costante; la popolazione e' in aumento".
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