Ricordate la Catania amministrata dal centro-sinistra? quella che era venuta fuori dalla paura di uscire di sera, e aveva scoperto la movida, la creazione della "Normale", il polo d'eccellenza dell'informatica, la STM di Pistorio? Ecco cosa diceva Pistorio, esattamente 10 anni fa, prima che iniziasse la fantastica opera di demolizione di Catania portata a termine dell'accoppiata Berlusconi - Scapagnini (il Padrone ed il suo cagnolino da lecco):
"...sapevate che un'auto su tre, al mondo, utilizza componenti elettronici concepiti, sviluppati e costruiti nel nostro insediamento di Catania?. Pasquale Pistorio, amministratore delegato di Stmicroelectronics, l'ha spiegato anche alla Confindustria giapponese quant'è bello e redditizio investire a Catania. Al sud, invece di metter soldi in attività ad alto contenuto di manodopera con la scusa che il lavoro manuale costa un po' meno, Pistorio ha scommesso su attività ad alto contenuto di conoscenza e tecnologia: perché qui c'è una vasta riserva di cervelli molto qualificati, la facoltà di Ingegneria elettronica con 1.300 iscritti lavora con noi mano nella mano, il costo del lavoro intellettuale è inferiore del 30 per cento rispetto al nord.. Le sovvenzioni e agevolazioni di Stato e Regione fanno il resto.
Sicché dei quattromila miliardi che StMicroelectronics ha previsto di investire in Italia nei prossimi cinque anni, mille finiranno a Catania, per completare e ampliare l'attuale struttura. E forse anche i duemila per la costruzione di un nuovo stabilimento, non appena il mercato lo richiederà, e preferibilmente dove già c'è un nostro insediamento..."
Bene, dimenticate tutto ciò. Tutto finito. Dal 2000 Catania è governata dagli "uomini del fare", ed anche da quelli del malaffare, che sono tornati, alla grande. Ecco un estratto dell'inchiesta pubblicata su Repubblica da Concetto Vecchio:
La bancarotta di Catania - Minacciato Orazio Licandro, l'autore delle denunce: "Ora andrò via". Dal 2000 governa il centrodestra. Debiti a quota 900 milioni e fornitori infuriati. Buio, rifiuti e scuole sfrattate. Catania sull'orlo del crac.
CATANIA - L'ultima minaccia è arrivata la mattina del 14 luglio. Un foglio bianco nella buca delle lettere: "Non rompere più la minchia". Un mese dopo, il 10 agosto, gli hanno tolto la scorta. "Non sussistono più ragioni di pericolo", recita l'asciutto dispaccio della Prefettura. Orazio Licandro, 46 anni, è un uomo solo.
È l'ultima conseguenza del pauroso crac che sta mettendo in ginocchio Catania, la nona città d'Italia. "Me ne andrò da qui", annuncia in un bar di corso Sicilia, tra frastuoni di ambulanze e zingarelli che reclamano l'elemosina. "Non lo faccio solo per me: lo faccio soprattutto per i miei figli, che hanno 7 e 4 anni.
Questa è la città con il più alto tasso d'illegalità d'Europa. E noi della sinistra siamo disarmati, anche per colpe nostre beninteso". Probabilmente non esagera in pessimismo: "Nuatri semu catanisi e i cristiani s'ana spagnari", motteggia un barista di via Etnea. "Noi siamo catanesi e la gente deve avere paura di noi".
E Catania fa davvero paura, gravata da un fardello di debiti comunali pari a 900 milioni. E' stato Licandro, ex parlamentare del Pdci, a far esplodere il caso, invocando accertamenti patrimoniali non solo nei confronti dell'ex sindaco Umberto Scapagnini - al potere dal 2000 al 2008 - ma anche della burocrazia comunale. "A tutt'oggi non sappiamo dov'è stata inghiottita questa gigantesca montagna di denaro".
La Procura a luglio ha spedito 40 avvisi di garanzia. Come si vive in una città sull'orlo della bancarotta? Mute di cani randagi scodinzolano la sera per via Umberto, di fronte alla storica villa dedicata al Bellini, chiusa da aprile. Tornare a casa dopo il cinema mette paura. Nella vicina via Pacini, dove abita il governatore Raffaele Lombardo, non ci sono cassonetti per depositare la spazzatura e i sacchetti di plastica si ammucchiano come piramidi davanti ai portoni, e spesso prima dei netturbini arrivano i bastardini a squarciarne i resti. Non a caso: gli spazzini percepiscono gli stipendi a singhiozzo e rovesciano la loro rabbia svuotando periodicamente i contenitori davanti al municipio. Da settembre incerti gli stipendi dei dipendenti comunali. Le scuole rischiano lo sfratto [...]
Novecento milioni di debiti ha il Comune, 16 milioni li deve alla società che gestisce l'illuminazione pubblica, e tratti del centro storico sono al buio, da mesi. In via dei Corridoni, di fronte alla casa del "viceré" Lombardo, l'illuminazione è data dalle insegne dello storico cinema Odeon. I fornitori sono inferociti: aspettano 140 milioni. Le cooperative sociali non pagano gli stipendi da mesi. Perfino le edicole non forniscono più i giornali. Le librerie non accettano i buoni libri. Senza benzina i vigili. Uno scooterista alle 8 del mattino sfreccia per piazza Duomo, è senza casco (a Catania s'usa così), il vigile lo chiama, pensi che gli faccia la multa, invece discutono di una faccenda privata, poi il motociclista si congeda impunito: "Salutammu".
L'economia langue. Ikea doveva aprire uno stabilimento nella zona industriale, centinaia di assunzioni in cantiere: hanno rinunciato. Forse apriranno a Palermo. Licandro, che insegna diritto romano a Catanzaro, medita di andare a vivere a Roma. "Cosa potranno fare qua i miei figli, una volta terminati gli studi? Bussare alle porte della segreteria di un politico. Questa città non ha futuro". Un milione di abitanti ha Catania (paesi satelliti compresi). Una vitalità prepotente: piena di teatri, cinema, anche rockstar (Consoli, Trovato, Battiato, Venuti).
I catanesi, pur votandolo in massa, l'avevano capito subito di che pasta era fatto Scapagnini, ribattezzato "Champagnini". Il paradosso è che alle ultime comunali otto su dieci hanno votato per il Pdl. Tutto è lento: hanno impiegato 45 giorni per la proclamazione degli eletti, 58 giorni per l'insediamento del consiglio comunale. Come assessore al Bilancio è stato nominato l'ex presidente della commissione bilancio Gaetano Riva, commercialista: "Catania, come Roma, si merita un impegno governativo", dice. Il sindaco Raffaele Stancanelli (An), intanto ha speso 300 mila euro - presi da chissà dove - per due stabilimenti balneari sulla spiaggia di piazza Europa. Li hanno subito sequestrati. Erano abusivi.
(Concetto Vecchio)
Con tutto il rispetto per quel catanese perbene su cinque che sembra (r)esistere, verrebbe da dire agli altri quattro che la merda morale e materiale nella quale sono stati ripiombati la meritano tutta. Prima hanno votato in massa un cane da lecco come "Champagnini", adesso si ritrovano con un sindaco fascista che, in una città che non paga gli stipendi agli spazzini, fa sparire 600 milioni di lire in due stabilimenti balneari abusivi. Di chi sono? chi ha favorito? cosa ha avuto in cambio? Alle elezioni regionali, come "Governatore" hanno plebiscitato tale Lombardo, controfigura di Totò Vasa Vasa Cuffaro, condannato ad otto anni e mezzo per favoreggiamento non della mafia (per carità!) ma di "singoli mafiosi". Forse ora che persino le briciole hanno smesso di cascare dal tavolo, i bravi catanesi cominceranno a capire di essere stati servi sciocchi, per un secolo, di "cavalieri del lavoro" tutti macchia, di mafiosi, di democristiani famelici prima, poi di socialisti, di italoforzuti, di fascisti. Tutti personaggi che hanno mangiato la polpa, e ai catanesi hanno lasciato qualche osso da succhiare. Complimenti! Tafanus
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