Scusate... questo post è lungo, ma neanche la storia è troppo breve...
Dunque, la farsa Alitalia volge al termine. I 300 milioni del c.d. "prestito ponte" sono già stati inghiottiti dalla voragine Ali Taglia. Il Governo aveva l'imnpegno di restituirli in tre mesi alle banche. Tutti sapevano che era una farsa, dai "datori" (le banche), al prenditore" (Berlusconi & Tremonti, alla UE, che ha fatto finta di credere alla favola del prestito.
Alla fine, nonostante l'impegno dell'Uomo dei Miracoli che, lo ricorderete, aveva già la soluzione in mano PRIMA delle elezioni (solo la sua serietà e discrezione di Grande Statista gli avevano impedito di rendere noti i nomi dei cordatari e i termini della Soluzione), si è preso altri cinque mesi di "discrezione", e finalmente, come da promessa elettorale, la "soluzione" è venuta fuori.
La Soluzione: una soluzione di acido solforico, nella quale sciogliere ciò che resta della mitica "Compagnia di Bandiera" (non dimenticare le maiuscole, please!
Non ironizzate su Berlusconi: aveva detto che, una volta che fosse arrivato al governo, gli imprenditori si sarebero picchiati per entrare nella cordata. Per mesi, quando si trattava di correre dei normali rischi d'impresa, i nomi erano rimasti pochi, e sempre quelli: gente in attesa di un salvataggio (Toto di AirOne, o il tronchetto della felicità), di una concessione autostradale (Marcellino Gavio), di una revisione di tariffe autostradali (Benetton), di una "variante" al piano regolatore (Ligresti)... Insomma, pochi, ma buoni. Tutti molto "comprabili". In fondo, basta trasformare qualche terreno di Ligresti nell'area Sud di Milano da vincolati a edificabili, ed il biglietto d'ingresso di Ligresti nella cordata si trasforma nel biglietto vincente del 5+1; idem per Benetton: un ritocchino (di cui non si accorgerà nessuno) di una lira a chilometro delle tariffe autosradali, et voilà, les jeux sont faits...
Ma, anche così, i "soci" non bastavano a raccogliere neanche un quarto dei soldi necessari. E poi, tutta gente in evidente conflitto d'interessi (ma questo non bastava a fermare il Cavaliere che, ricorderete, aveva messo a capo deò gruppo di advisors un suo impiegato, tale Bruno Ermolli). Ed ecco entrare allora in campo un ente "neutrale": Banca Intesa, di cui sfuggono le credenziali pregresse nel salvataggio di imprese decotte.
E' vero, forse non avremmo dovuto arrivare a tutto ciò: in fondo, c'era già un gruppo, uno dei più grandi al mondo, che fino ai primi mesi del 2008 era pronto a firmare una incorporazione di Alitalia, garantendone la continuità della identità da compagnia nazionale, mettendo sul piatto la necessità della "cacciata morbida" (con scivoli di tutti i tipi) di 1.650 dipendenti, ed assicurando un ruolo persino per il catorcio fascio-leghista chiamato Malpensa. E' vero, AirFrance (che i conti li sa fare: è per questo che è attiva, e si accinge a diventare, dopo la prossima fusione con una grande compagnia americana, la prima compagnia al mondo), offriva per Alitalia pochissimo, pressochè zero. Ma è esattamente ciò che vale una società nella quale i debiti superano il patrimonio netto, ed in cui in 21 anni, venti si sono chiusi con un bilancio in perdita (perdite cronologicamente crescenti). Guarda caso, l'unico anno in cui il bilancio si è chiuso in apparente attivo, è stato quello in cui si doveva portare in borsa una larga fetta di azioni Alitalia in mano al Tesoro. Questa cosa è stata chiamata "Provatizzazione". Sticazzi. Hanno solo "tirato la sola" al parco buoi. Vedi grafico in calce.
Ma allora perchè la soluzione AirFrance non è stata adottata? La ragione è, fondamentalmente, una: la soluzione era targata Prodi, ed eravamo sotto elezioni. Quindi, tanto per cambiare, il Cavaliere ha proveduto prima a distruggere mediaticamente la soluzione Prodi, convincendo gli italiani che si trattava di un regalo ad AirFrance (perchè poi Prodi avrebbe dovuto fare questo regalo Berlusconi non ha spiegato, e gli italiani non si sono posti la domanda); lui aveva già la SOLUZIONE MIGLIORE, ma la discrezione gli impediva di parlare prima delle elezioni. Il 15 Aprile, avremmo saputo, ed avremmo osservato, sbalorditi, tanta mirabilia.
Nel frattempo ha sparso sapientemente benzina sui sindacati dei dipendenti Alitalia (la fascista ANPAC in primis), e si è guadagnato anche l'appoggio coglione ed acritico di Bonanni, il quale ha alzato subito le barricate contro la "soluzione 1.650". Adesso, questo coglione viene fuori col dire che i 7.000 esuberi della "soluzione" Intesa sono tutti da verificare, e che i 1.650 della soluzione Prodi erano una bufala. Lui lo sa per certo: in effetti erano ben più dei 7.000 attuali! Bonanni è uno che ne sa una più del diavolo, è mica un pirla qualsiasi. Nel frattempo, alcune centinaia di dipendenti Alitalia, che finalmente hanno cominciato a capire, hanno fatto persino lo sciopero della fame. Non si affrettino. Fra poco, la fame le faranno senza bisogno di scioperare. La faranno "naturalmente". Noi ci rammaricheremo per quei pochi che avevano spinto per la "soluzione Prodi", ma non verseremo una lacrima per gli altri, che sono la stragrande maggioranza. Il Berlusconismo non lo si può accettare a giorni alterni. O sempre, o mai.
Ma veniamo alla mirabile soluzione Tremonti-Berlusconi, altrimenti classificabile "soluzione della passera": non spenderemo molte parole, tutti la conoscono (è sui giornali da giorni), ma alcuni la davamo per scontata fin da aprile: l'unica cosa che si possa fare di una macchina sinistrata è portarla dallo sfasciacarrozze, il quale butterà in discarica o venderà a peso la maggior parte della macchina, e svenderà a pezzetti le poche parti ancora utilizzabili. Fuor di metafora: la "bad company" da rifilare allo Stato, cioè a noi, e la "new-co", cioè le parti ancora riciclabili, da svendere agli amici, ed agli amici-degli-amici.
Non è per caso che la fantomatica "cordata", che per mesi, con qualche variante, ha sempre incluso pochi affamati in conflitto d'interessi, e/o con disperato bisogno d'aiuto, improvvisamente, quando sono stati resi noti i termini dell'operazione, hanno stappato lo champagne, e sono saliti in massa sul carro. Tanto, il biglietto costa poco, anzi pochissimo. Se si vinve pa lartita, guadagnano tutti. Se si perde, perdono pochissimo, ma saranno comunque ampiamente ripagati dallo stato generoso. Quindi, appena reso noto il costo del biglietto, i cordatari, da quattro disperati, sono diventati subito dieci, e sono saliti in un giorno da 10 a 16. Non spingete, c'è posto per tutti! Narrano le gazzette che la cordata metterà sul tavolo circa un miliardo di euro. Tolti i 150 che metterà Colaninno (di cui parleremo), vuol dire che ognuno degli altri 15 cordatari metterà sul tavolo una cinquantina di milioni. Cioè niente. Per alcuni (per molti, tutti quelli che sono in conflitto d'interessi), i guadagni sono molto ptobabilmente più elevati degli esborsi.
Tutto fatto, dunque? Per niente, e per una serie di motivi:
-1) l'ultima semestrale Alitalia parla di 490 milioni di perdite in sei mesi (per i sergini: 2,7 milioni al giorno). Questo apporto dei sedici (per ora) cordatari, copre quindi un anno e 5 giorni di deficit. Se consideriamo invece che i 300 milioni del prestitio ponte, a norme comunitarie vigenti, dovrebbero essere restituiti, questa iniezione (perchè di questo si stratta: dell'ennesima iniezione) si ridurrebbe a 700 milioni scarsi, e cioè a otto mesi di perdite (e di sopravvivenza), a bocce ferme. Se invece si considera che le perdite hanno un forte trend positivo, dopo cinque mesi di bla-bla-bla, siamo al finanziamento dei prossimi sei mesi di perdite.
-2) Il tutto si basa sulla possibilità di commissariare la costituenda "bad-company". Possibilità tutta da costruire, perchè al momento attuale la legge Marzano non consente questo tipo di gioco delle tre tavolette. Ma, siamo sicuri, questo scoglio sarà superato. Treconti è maestro, nel gioco delle tre carte, e siamo certi che il compiacente Barroso non troverà nulla da ridire, così come non ha trovato nulla da ridire sul prestito-ponte.
-3) Infine, gli esuberi: ci penserà Bonanni: intanto non è vero che quelli del primo piano Spinetta fossero 1.650. Parola di Bonanni, che ha le sue fonti d'informazione. Ci dica quali: anche noi avremmo il diritto di sapere... o no? E poi, i 7.000 del Piano della Passera sono tutti da verificare, e comunque saranno assunti al Catasto, alle Poste... Già, alle Poste: ve lo immaginate un comandante di Boeing 757 intento a compilare conti correnti e vaglia telegrafici da 100 euro per lo Zambia? o a smistare la posta per codice fiscale? E d'altra parte non è che si possano licenziare solo facchini, hostesses e stewards... se c'è una società Alitalia Cargo che ha più di cento piloti, e solo 5 aerei, qualcosa bisognerà pur fare. O no?
-4) L'operazione non è facile: sulle Poste tra l'altro grava anche il problema dei 30mila precari utilizzati dalla società che potrebbero (nonostante una norma cautelativa inserita in Finanziaria) agire in giudizio per ottenere l'assunzione. E ancora: nel caso di amministrazioni tecniche, come quelle finanziarie, va valutata la possibilità di riconvertire addetti alla manutenzione degli aerei o personale impiegato nella ristorazione. Il Governo, secondo indiscrezioni, avrebbe già sondato informalmente alcune rappresentanze sindacali e la reazione sarebbe stata possibilista. Certo, viene chiesta l'assicurazione, in cambio, che i prepensionamenti siano ben remunerati e la riconversione sia su base volontaria. Sullo sfondo, del resto, c'è il precedente del salvataggio Olivetti (azienda in cui l'a.d. di Intesa, Corrado Passera, è stato manager) che fu possibile anche grazie allo spostamento di 2mila dipendenti presso attività statali nel Nord Italia.
-5) Questa la lista dei sedici "Capitani Coraggiosi" (per ora... domani potrebbero essere anche cento...): Roberto Colaninno (attraverso Immsi), che sarà il presidente della nuova società: Gruppo BenettonAponte; Gruppo Riva; Gruppo Fratini attraverso Fingen; Gruppo Ligresti attraverso Fonsai; Equinox; Clessidra; Gruppo Toto; Gruppo Fossati attraverso Findim; Marcegaglia; Caltagirone Bellavista attraverso Acqua Marcia; Gruppo Gavio attraverso Argo; Davide Maccagnani attraverso Macca; Tronchetti Provera; Intesa Sanpaolo. Nei prossimi giorni, cercheremo di capire, di ognuno di loro, chi è, perchè partecipa con tanto entusiasmo, cosa avrà in cambio. Di questi sedici "capitani coraggiosi", cinque entrano con un "chip" inferiore a 20 milioni (Cazzo, che sforzo! un paio di appartamenti di lusso!) Questi eroi sono Emma Marcegaglia, Marcellino Gavio, Tronchetti Provera, Bellavista Caltagirone, e Davide Maccagnani, della famiglia che, almeno fino all'anno scorso, possedeva la fabbrica di munizionamento convenzionale Simmel Difesa di Colleferro. Tanto per non farci mancare nulla in termini di conflitto d'interessi. Tu metti il "chip", io ti passo un ordine? Funziona così? attraverso Atlantia; Gruppo
-6) Sempre oggi sarebbe prevista una trasferta di manager di Intesa - SanPaolo a Parigi per illustrare il progetto ad AirFrance per valutare le possibilità di un'alleanza internazionale. Per "valutare" cosa? ma non era già bell'e pronto anche il partner "industriale" di respiro internazionale, chiamato Lufthansa? E' sparito? Insomma, a Parigi, a Parigi! da Spinetta, col cappello in mano. Risaliamo faticosamente quelle Alpi che avevamo baldanzosamente (ed imprudentemente) disceso a rotta di collo. Non il loro: il nostro.
-7) Infine, un consiglio (se siamo ancora in tempo, ma temiamo di no!) a Roberto Colaninno, che, da solo, tirerà fuori quanto sette cordatari dell'ultima ora messi insieme. Non si faccia illusioni. Il mondo che conta non è fatto di piccole compagnie regionali. Il mondo è fatto dei grandi colossi. AirFrance docet. Oggi le sole compagnie che contano qualcosa sono quelle che si sono aggregate in corporations gigantesche. L'Alitalia, comunque si chiami la new.co, sarà un mostriciattolo che non conterà un cazzo e non servirà a un cazzo, se non a consentire al nano di dire che ha salvato l'Alitalia, e la Compagnia di Bandiera. Per otto mesi, poi punto e daccapo. Se la new-co, per puro miracolo, dovesse funzionare, sarà tutto merito del fascista Berlusconi. Se, come tutto lascia prevedere, l'operazione sarà un nuovo disastro, il "comunista" Roberto Colaninno, messo alla Presidenza della new-co per giocarsi 150 milioni (la quota maggiore) e la faccia, sarà il colpevole designato e unico del disastro. Il Cavaliere avrà a disposizione ben 5 reti TV per dirlo, e per convincere il 65% degli italiani.
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