Massimo Calearo: "Dentro la cordata chi vive di tariffe e qualche indebitato"
Intervista di Roberto Mania - La Repubblica
ROMA - «Investire nella Nuova Alitalia? No: né come imprenditore, né come italiano». Massimo Calearo è deputato del Pd ma continua a fare anche l´industriale metalmeccanico nella sua Vicenza. È appena tornato dalla sue prime vacanze cubane e assicura che non ci ritornerà. «Perché - spiega - c´è di meglio del comunismo». Con la stessa franchezza, politicamente scorretta, parla del caso Alitalia, di Berlusconi, di Colaninno, dei suoi colleghi imprenditori che fanno parte della cordata e, infine, dei sindacati.
Perché non metterebbe i suoi soldi nella Nuova Alitalia di Colaninno?
«Perché è un film già visto: non mi piace l´idea che da una parte si affidano i debiti a un curatore e ad altri si danno i possibili benefits. Capisco l´imprenditore che deve guardare al business, ma se si guarda la lista della cordata ci sono signor imprenditori ma anche signori indebitati».
Faccia i nomi: a chi si riferisce?
«AirOne: non ha nemmeno le lacrime per piangere. Tutti lo sanno ma nessuno lo dice. Poi c´è qualcuno che vive di tariffe».
I nomi.
«Basta guardare la lista».
Sta dicendo che non sono veri imprenditori?
«Dico che, dato il presupposto, è normale che abbiamo un rapporto professionale con il governo».
Insomma, secondo lei queste imprese sono entrate nella cordata per poi ottenere favori dal governo Berlusconi?
«La parola favori mi pare un po´ becera. Diciamo che difficilmente potrebbero avere un rapporto conflittuale con il governo. E poi mi lascia molto perplesso l´indicazione del governo secondo cui gli esuberi saranno assunti da imprese private».
Perché? Non ci crede?
«Secondo lei gli imprenditori che fanno parte della cordata hanno fatto l´accordo per assumere gli esuberi?».
Non credo proprio.
«Appunto».
Lei pensa che finiranno in un nuovo o vecchio carrozzone pubblico?
«Anche questo è un film già visto. Speriamo che non sia così».
Dunque, dal suo punto di vista siamo di fronte a una soluzione politica e per nulla di mercato?
«È una soluzione confusa. Un´operazione di reciproco interesse tra affari e politica. Avremo una "compagnia di bandierina". Si dà una chance all´Alitalia ma non sarà facile».
Quale è stato l´errore commesso da Prodi e Padoa-Schioppa?
«Io penso che faccia bene Alessandro Profumo che prima fa le alleanze e poi le rende note».
Che voto darebbe a Berlusconi?
«Non mi piacciono i voti. Preferisco i giudizi: buono dal punto di vista mediatico».
E ai sindacati?
«Insufficiente perché stanno zitti. O non hanno alcuna idea, o hanno tanta paura».
C´è chi sostiene, anche nel suo partito, che sul ministro ombra dello Sviluppo economico, Matteo Colaninno, pesi un conflitto di interessi visto che il padre guiderà la nuova compagnia. Lei cosa pensa?
«Non mi faccia parlare di un amico. Matteo è una persona perbene e seria. Non nego che al suo posto mi sentirei in difficoltà. Certo Matteo è in buona fede e poi il suo presunto conflitto di interessi è un bicchiere d´acqua rispetto all´oceano di qualcuno che sta al governo...».
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