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« luglio 2008 | Principale | settembre 2008 »
Scritto il 14 agosto 2008 alle 07:00 nella Cuore | Permalink | Commenti (2)
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Scritto il 13 agosto 2008 alle 23:00 | Permalink | Commenti (27)
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Questa è una scoperta di Caio, che mi sembra molto interessante, perché in un solo episodio riassume la stupidità, l’incoerenza, il pressappochismo dei berluscones. La cosa è molto semplice: i controlli dei lavoratori della pubblica amministrazione, se li fa la brunetta, sono una cosa intelligente, da applausi a scena aperta e da TG unificati. Quando invece aveva iniziato a farli Nicolai, sotto il governo Prodi, erano una stronzata. Ecco cosa mi scrive Caio:
Durante il governo Prodi, il Ministro della Funzione Pubblica, Nicolais, allertò i dirigenti pubblici raccomandando loro l’attivazione di visite fiscali fin dal primo giorno di malattia. L’opposizione (che oggi, al governo, le stesse cose le dispone per Legge), attraverso il “Giornale delle Libertà” così si esprimeva in merito all’iniziativa:
“…inutile però gridare allo scandalo e rispondere con dichiarazioni d’intenti improntate alla massima severità (così ha fatto il ministro Nicolais) se poi le Asl (gli organismi deputati a questo genere di controlli nella p.a.) sono costrette a fare i salti mortali, vista la scarsità di medici e di risorse”. E proseguiva: “Peccato, perché alla fine a rimetterci (e a pagare) sono ancora una volta i cittadini: per un maggior numero di visite fiscali e per un’efficienza che non sarà certo un medico delle Asl, per quanto solerte, a riportare in auge…” Per chi volesse godere di questa fantastica articolessa in PDF, a firma di tale Maria Comotti, questo è il link:
http://www.ilgiornaledellaliberta.it/21-12-07/Pagina%2012.pdf
Chi invece si accontenta del testo, lo trova in calce:
Quando la toppa è peggio del buco: un modo di dire che ben si adatta al binomio assenteismo-visite fiscali.
Parliamo di pubblica amministrazione,delle polemiche che periodicamente esplodono quando si parla di sovraffollamento di certi uffici pubblici, di scarso rendimento di altri e di una predisposizione alle malattie dei dipendenti che solleva qualche ragionevole dubbio. Inutile però gridare allo scandalo e rispondere con dichiarazioni d’intenti improntate alla massima severità (così ha fatto il ministro Nicolais) se poi le Asl (gli organismi deputati a questo genere di controlli nella p.a.) sono costrette a fare i salti mortali, vista la scarsità di medici e di risorse. Anche perché, ad aggravare una situazione di emergenza cronica, ci si mette anche il contenzioso che da anni oppone Regioni e amministrazione centrale sul tema dei rimborsi, trascinato di Finanziaria in Finanziaria. Peccato, perché alla fine a rimetterci (e a pagare) sono ancora una volta i cittadini: per un maggior numero di visite fiscali e per un’efficienza che non sarà certo un medico delle Asl, per quanto solerte, a riportare in auge.
LO SCETTICISMO DEI DIRIGENTI
Il ministro della Funzione pubblica a inizio dicembre ha richiamato all’ordine i dirigenti statali, ricordando (e chiedendone dunque di nuovo l’applicazione) un Codice di comportamento del 2000, che prevedeva, per malattie anche di un solo giorno, l’obbligo per il dipendente di presentare il certificato medico, e per le amministrazioni quello di “accordarsi con le strutture sanitarie per assicurare la visita fiscale”. “Quando siamo di fronte a un numero elevato di controlli come quelli della p.a. – osserva Pier Natale Mengozzi, presidente di Federsanità/Anci, struttura di servizio e rappresentanza nata nel ‘95 come una Federazione di Aziende Usl, Aziende ospedaliere e Comuni – si riscontrano difficoltà di tipo organizzativo: non avendo personale sufficiente, indirizzarlo in modo molto più forte sul versante delle visite fiscali potrebbe nuocere alle altre attività di servizio ai cittadini”. Dubbi sulle effettive potenzialità di intervento e dunque sui successivi effetti sanzionatori arrivano anche da funzionari di diverse Regioni. “È una questione di personale e di fondi – osserva un dirigente – ce ne vorrebbero molti di più, altrimenti la situazione diventa ingestibile, perché non è pensabile distogliere i medici da altre attività”.
CHI DEVE PAGARE?
A complicare la faccenda ci si mette anche un contenzioso amministrativo. La visita fiscale “nasce” nel ‘78, contemporaneamente all’istituzione del Servizio sanitario nazionale. Per quanto riguarda i costi, la legge 833/78 stabiliva che le visite fiscali andavano sostenute dalla pubblica amministrazione di appartenenza del lavoratore. Un parere del Consiglio di Stato dell’84 ha invece posto l’onere a carico del servizio nazionale e sono stati così soppressi, NELLE enti locali (sic! NELLE ENTI, così si esprime la mitica Maria Comotti del "Giornale della Libèrta"), i capitoli di spesa per le visite fiscali. Il Dpcm 29 novembre 2001 ha definito i cosiddetti “livelli essenziali di assistenza”, ovvero quelle prestazioni che in quanto necessarie per la tutela della salute collettiva costituiscono gli obiettivi minimi di tutela della salute che il Ssn deve garantire, gratuitamente o con partecipazione alla spesa. Secondo il ministero dell’Economia (da cui dipende tutta la partita dei controlli) le visite fiscali sono da inserire nel novero, e dunque devono essere “a carico” delle Regioni che per questo tipo di prestazioni ricevono finanziamenti dal Fondo Sanitario Nazionale. Per le Regioni invece le visite fiscali non possono essere considerate a tutela della salute collettiva, e devono dunque essere pagate da chi le richiede (come avviene nel privato). Morale: la macchina dei controlli si è inceppata, lo ha sostenuto persino il ministro Livia Turco in un’intervista al “Corriere” dello scorso aprile, dove aggiungeva che “bisognerebbe trovare un capitolo di spesa che finanzi gli ispettori”. Se no si arriva a casi come quello della Ulss 13 di Mirano Dolo (siamo in Veneto), dove per un territorio di 17 comuni con oltre 250.000 persone, a causa dei costi, si è arrivati ad avere un solo medico che effettua 800 visite all’anno. E la media è “pesante” anche per Asl più popolate, come quella di Milano, dove una quarantina di medici deve far fronte a un bacino ben più ampio di richieste (quasi 15.000 nel 2004).
Maria Comotti
Chi volesse saperne di più su Maria Comotti (quella delle "enti"), può recarsi in reverente visita a visitare questo sito:
http://www.linkedin.com/pub/9/244/733
sul quale l’ineffabile Maria, chissà perché in inglese (forse è convinta di aver raggiunto fama giornalistica internazionale) previa vostra registrazione sul sito, è disposta a farvi visitare una sezione nella quale vi illustra i suoi meriti (io ho rinunciato…). Da altre ricerche, ho però trovato una sua ampia bibliografia: non meno di un articolo su “L’Opinione delle Libertà”. Prestigioso giornale diretto da Arturo Diagonale:
Bibliografia di Maria Comotti:
"L'Opinione delle Libertà" del 06-04-07 - I reality è giusto farli (di Maria Comotti)
La Redazione del "Giornale della Libèrta", infine, è di tutto rispetto: ecco lo staff:
"...Direttore della testata è Michela Vittoria Brambilla. Al suo fianco Marco Barbieri e Vittorio Bruno. In redazione Maria Giovanna Della Vecchia, Maria Comotti, Dino Bondavalli e Diletta Grella..."
...azzz....
Scritto il 13 agosto 2008 alle 20:03 nella Politica, Satira | Permalink | Commenti (0)
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Sottotitolo: Per la serie "quando non hanno un cazzo da fare, e non sanno più come procurarsi un ritaglio-stampa.
Dal sito della Carluccia: «Rappresenta una immagine fuorviante, mortificante e superficiale della maternità». Alessandra Mussolini, presidente della commissione parlamentare per l’Infanzia, e le deputate Gabriella Carlucci e Manuela Di Centa ce l’hanno con lo spot della Tim trasmesso in questi giorni in televisione. Per questo annunciano «un’interpellanza urgente in commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati». Secondo le tre parlamentari, il messaggio veicolato dalla pubblicità della compagnia telefonica, che è rivolto «al largo pubblico, specialmente adolescenziale», finisce per «sostenere costumi sessuali promiscui e irresponsabili».
SESSUALITA’ ANNI 70 - «Nella pubblicità - dicono - si evidenza chiaramente come non vi sia la certezza della paternità di un nascituro che viene ridotto, quindi, al prodotto del gioco di una notte, che peraltro rispolvera un concetto della sessualità tipico degli anni ‘70 oramai superato. Mettere al mondo un figlio - concludono - è un atto di amore e di responsabilità che non può essere svilito e offeso per mere speculazioni commerciali».
RADUNO - Nello spot finito nel mirino, si vede una giovane in una sorta di raduno hippie: la protagonista, dopo aver fatto il test di gravidanza, comunica via sms la sua maternità a una serie di ragazzi e di uomini. Per tutti lo stesso messaggio: «Avremo un bambino».
Giusto, Carluccia... le scopate si fanno, ma non si raccontano in giro... Alessandra Mussolini forse ha studiato "morale e sesso" sui diari di Benito Mussolini e Claretta Petacci...
Scritto il 12 agosto 2008 alle 20:35 nella Satira | Permalink | Commenti (9)
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Benvenuti a Parma, Provincia di Abu Grahib
LA FOTO DELLA VERGOGNA Accade nel paese di Cialtronesku. Ne succedono di tutti i colori. Il sindaco-sceriffo (o scemiffo?) di Parma è così scemo da non capire che la pubblicazione di questa foto (non clandestina: la foto è firmata) non gli avrebbe procurato applausi: solo fischi. I suoi vice-sceriffi ieri gli hanno portato un tesoretto di ben 500 euri: due multe da 50 € a due clienti, ed otto multe da 50 € as altrettante prostitute. Cazzo! ora si che a Parma il problema dello sfruttamento della prostituzione, e dei delitti connessi, può dirsi definitivamente risolto...
In un paesotto del profondo nord-est, la gente è in rivolta contro l'arrivo di sette presidi terroni. Di questo passo, dove finiremo con la qultura patana? Pazienza che abbiano vinto un regolare concorso al quale non era proibita la partecipazione di professori patani; pazienza che i patani preferiscano mandare i figlioli a fare gli idraulici in nero, piuttosto che i professori in chiaro. C'è un limite a tutto. Non si può affidare l'educazione di Eridanio Bossi al Professor Galasso...
A Milano, Italia, nel Parco Lambro, tre ceffi da galera, appena usciti dalle patrie galere dov'erano per spaccio di droga, massacrano un altro frequentatore del parco con una mazza da baseball, riducendolo in fin di vita. Il massacrato è un ragazzo senegalese: concorrente di spaccio, certamente. I massacratori saranno certamente anch'essi neri e clandestini. Tutto sbagliato. Il massacrato è un ragazzo senegalese, da anni impegnato a fare proselitismo sul campo contro l'uso di droga, nella tana del lupo: Parco Lambro. I tre massacratori sono tre "bbrava ggente", tre italiani. Lo hanno massacrato perchè rovinava il mercato.
Correva l'anno 2004: tale Angelo Mazzoni, allenatore di scherma, specialità spada, porta all'oro Montano, che negli anni successivi diventa un divo mediatico. Scherma pochina, TV tanta. Angelo Mazzoni entra in rotta di collisione con Montano e con la Federazione. Meno di due anni fa lascia, e viene assunto dai cinesi. Core l'anno 2008. Pechino. Montano eliminato negli ottavi, medaglia d'oro a tale Zhong, cinese, allenato da Angelo Mazzoni...
A Desio un balordo ammazza, per uno scippo, una anziana signora. Il sindaco legaiolo di Desio si affretta ad "auspicare" che non si tratti di un italiano (chissà perchè...). Deluso. Il cretino viene filmato, fotografato è preso in un attimo. Cazzo! non si chiama Abdul, e nemmeno Goran. Si chiama Pierluigi Saccullo Russello. Doppio nome e doppio cognome. Insoma, un patano DOC. Nulla hanno potuto i Granatieri di Sardegna.
Famiglia Cristiana critica il governo, e le sue politiche da Robin Hood alla rovescia. I giornali cattolici hanno diritto di parola? normalmente si, ma non quando criticano il governo dei neo-teo-cons. Il centro-destra, guidato dalla desaparecida comodina Isabella Bertolini, poteva onon insorgere? No, non poteva. E infatti, "insorge"...
Scritto il 12 agosto 2008 alle 08:00 | Permalink | Commenti (26)
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Quando è successo, esattamente, che questo paese ha perso insieme la testa, l'anima e la faccia? La lettura dei giornali, da mesi ormai, crea un senso infinito di incredulità e d'angoscia.
Prendiamo il problema "sicurezza": si è parlato per mesi di ignazzzio, e della sua voglia di giocare coi soldatini di piombo. Alcuni illustri arcorizzati hanno avuto, a questa brillante idea, poco meno che un’erezione. Il primo giorno siamo stati informati che le truppe guidate da ignazzzio avevano arrestato un borseggiatore a Roma, e due piccoli spacciatori a Milano. Correva il giorno 5 agosto. Siamo al giorno 11, e nessuna nuova notizia di brillanti operazzzioni di polizzzia di ignazzzio ci sono giunte. Anzzzi, sembra che Ignazzzio si sia messo a giocare in difesa: “…non vuole essere un’operazzzione risolutiva, solo un segnale…”. Glielo ha spiegato, Ignazzzio, ai suoi fanzzz, che voleva solo dare un segnale, alla modica cifra di 600 milioni di lire al giorno?
Poi sono iniziate le retromarce: solo nelle grandi città, però solo dopo averne prestati mille ai CPT, ed inviati 1060 a Roma… La morale? Oggi sono andato in stazione a prendere Marisa, di ritorno da Nizza. Treno in regolare ritardo di 50 minuti, con metà delle porte che si aprivano solo sul marciapiedi di servizio. Due carrozze con finestrini bloccati ed aria condizionata in panne. Dei cessi non parliamo. Parliamo delle forze di ignazzzio schierate a difesa della sicurezza della ggente negli obbiettivi senzibbbili. Stazione Centrale. In Piazza Duca D’Aosta stazzzionavano un SUV della polizzzia di stato (niente soldatini di Ignazzzio), ed un pulmino blindato tipo Carlo Giuliani. Entrambi parcheggiati sotto i pochi alberi, dove gli altri non possono parcheggiare. Il SUV, vecchio e senza aria condizionata, non invitava gli occupanti a star dentro, ed i tre occupanti, fra una sigaretta e l’altra, facevano qualche multa per divieto di sosta a macchine parcheggiate dove erano parcheggiati loro. Nel pulmino, invece, più recente, motore acceso, finestrini chiusi ed aria condizionata a palla, giovani milizzziani di ignazzzio intenti a leggere giornali e giornaletti. Al piano superiore della stazione, c’era quello che c’è sempre stato: un casotto dei carabinieri, e qualche pattuglia della Polizia Ferroviaria. Niente Alpini, niente Granatieri di Sardegna. Corte dei Miracoli, as usual.
A Desio, orrendo paesone della Brianza che sembra abitato solo da “mobilée del truciolato”, uno scippatore scippa una vecchietta, la trascina a terra e la ammazza. Il bravo Sindaco Destro di Desio ancora ieri “auspicava” che non si trattasse di un italiano (traduzione: speriamo che si tratti di uno straniero). Avrebbe sofferto troppo, nella infausta ma improbabile ipotesi che si fosse trattato di un i tagliano bbrava ggente. Niente da fare: il desiota se ne faccia una ragione. L’assassino è stato beccato, e si tratta di un PPNI (Padano, Piemontese, Non Immigrato). Eroinomane, abituée dello scippo con motocicletta, con precedenti penali, fuori dalle patrie galere per l’indulto fortemente voluto da blocchi di destra e di sinistra.
Sulla Venezia – Trieste un autocarro con rimorchio salta il guard-rail, invade la corsia opposta, e fa una strage. La magistratura sequestra il guard-rail (Benetton? Non a norma? Tutto tollerato, per invogliare il merinos a mettere un po’ di soldini nella mitica “cordata” Alitalia?
Nel Salento, in un tratto di strada col limite dei 50, due auto “del sabato sera” si investono frontalmente, sembra a 160 all’ora. Per ora sette morti, tutti giovani, ma il bilancio può ancora migliorare. I soldatini di La Russa, su quella strada, nota per episodi da “sabato sera”, non c’erano. Cristo! Mica possono essere dappertutto! E poi di notte…
Nel frattempo i nostri affezionati arcorizzati continuano ad ignorare le devastanti critiche del Cocer, del Generale Buscemi (Vespri Siciliani), dell’ex comandante delle truppe in Afghanistan, Libano, Kossovo, Bosnia; di tanti prefetti; di tanti sindaci (anche di destra). Ed ora persino di Famiglia Cristiana. Ormai fra i difensori della “stronzata”, tetragono ad ogni ragionamento, è rimasto solo Sergino, che però è da una settimana circa che non ha più prodezze dei Granatieri di Sardegna da narrarci.
In questi giorni, il TgDux si è molto commosso per la vicenda della Aguera, cubana naturalizzata italiana, nazionale di pallavolo per l’Italia, alla quale Cuba, da cui la Aguera era espatriata clandestinamente, non aveva concesso abbastanza tempestivamente il permesso per rientrare a Cuba per un ultimo saluto alla madre morente. Quale migliore occasione per parlar male di Cuba? Del fatto che tutte le Aguera d’Italia non nazionali di qualcosa (magari solo badanti o operaie in nero) vivano persino peggio della Aguera pallavolista, grazie alla mirabile legge Bossi-Fini, non una sola parola.
Si, “Contessa” non può restare un pretesto per riempire una puntata delle “Perle” musicali; spero che diventi, per molti di noi, il segnale per la ripresa di una nuova, vecchia forma di fare opposizione, ma sul serio. Una Nuova Resistenza.
P.S.: Oggi abbiamo aprreso che Del Turco e gli altri inquisiti per la tangentopoli abruzzesi, pur se colpevoli, avranno diritto, per la cessazione della loro brillante attività politica, ad una congrua indennità di buonuscita. Inoltre, pagando qualche lira di contribuzione volontaria, avranno diritto ad un vitalizio compreso fra 3.000 e 6.000 euro al mese. Lordi, sembra. Anche perchè (prendiamo Del Turci) di è dimesso da Governatore, mica da Consigliere Regionale...
Scritto il 11 agosto 2008 alle 12:30 | Permalink | Commenti (19)
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Difficile, essere al tempo stesso francesi ed intelligenti? Ricordo all'epoca della prima, vergognosa elezione del Cipria, nel '94. Amici francesi barcaioli, che sapevo per certo essere di destra, mi prendevano giustamente per il culo perchè l'Italia aveva eletto questo pagliaccio. Tutto perfetto, non fosse per il fatto che questi tizi avevano votato a Marsiglia per Le Pen, e a livello nazionale per Bernard Tapie, la cui biografia sembra quella, in sedicesimo, del nostro nano. Inclusi problemi giudiziari, ed un passato da sedicente chansonniér...
E' nota la virulenza di Leblac, patron del Tour, verso i corridori italiani, giustamente cacciati dalla gara al primo sospetto di doping... Purtroppo questo integerrimo signore ci ha messo tre anni per accettare il fatto che anche il mitico Virenque fosse esperto in tutte le porcherie disponibili allo stato dell'arte...
Ricordate il "Bartali" di Paolo Conte, coi "francesi che si incazzano"? Mi è tornato in mente la prima volta quando Soldini salvò da morte sicura, in piena burrasca, Francoise Arnaud, prigioniera nel suo scafo capovolto. Il tizio francese che era in lotta (ma con grande distacco) da Soldini per la vittoria della regata in solitario intorno al mondo, prima recriminò perchè a suo avviso la giuria aveva dato un bonus troppo generoso a Soldini, per la deviazione compiuta per salvare Francoise; poi ebbe a recriminare accampando il fatto che Francoise per il resto della regata avesse aiutato fisicamente Soldini. Ma lui come faceva a saperlo? Questo cazzone, di cui non cito il nome per pudore, deve aver ingoiato litri di bile quando Chirac insignì Soldini di una delle principali onorificenze francesi...
Poi c'è stato il commissario tecnico della nazionale francese: quel simpaticone, tutto empatia, di Domenech, per i quale se la Francia batte ai rigori l'Italia in una finale, "i rigori fanno parte del gioco"; se invece succede il contrario, "i rigori sono una lotteria; prima si farebbe a gettare una monetina in aria...
Infine, oggi, l'edificante comportamento di Fabrice Jannet, "Il Favorito", strabattuto con irridente facilità, in finale, da Matteo Tagliarol. Fabrice le ha provate tutte: ha anche tentato, dopo un parziale vergognoso di 0-8 (dal 3-1 per lui al 9-3 per Matteo) di deconcentrare il giovane italiano contestando il funzionamento dei sensori della sua spada (sua di Jannet...). Non è stato battuto per una stoccata contestata nel terzo e ultimo round. E' stato battuto 15 a 9, e non c'è stato bisogno neppure del terzo round, perchè a meno di metà del secondo round è arrivata la 15ma e decisiva stoccata, che ferma gara e cronometro.
Osservate la foto del podio. Quello a sinistra di chi guarda è il prode Jannet, argento. A giudicare dalla faccia, sembra che gli abbiano appena ammazzato il padre e stuprato la sorella; come se avesse subito uno scippo; come se la sua vittoria fosse un atto dovuto; come se la marsigliese non fosse un inno tronfio di retorica (come tutti gli inni), ma il Vangelo secondo Fabrice. "Le jour de gloir est arrivé". E' vero, ma per il suo avversario, Matteo Tagliarol, da Treviso.
P.S.: per completare l'opera di costruzione della sua "antipatia, Matteo, negli ottavi, aveva eliminato un altro francese, Ulrich Robeiri...
Scritto il 10 agosto 2008 alle 21:21 nella Satira, Sport | Permalink | Commenti (6)
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Scritto il 10 agosto 2008 alle 08:00 | Permalink | Commenti (5)
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Silvana mi aveva chiesto di "rispolverare", per una delle prossime "Perle" musicali, "Contessa", forse in preda ad un attacco di disperazione per la ormai totale dipendenza del Paese da questa classe di banditi. Lo faccio volentieri, linkando questo video-clip che trovo molto bello, e perchè penso che dovremo rispolverare non solo Contessa, ma anche tutti i canti della Resistenza. Buona domenica a tutti. Tafanus
CONTESSA - Modena City Rambles
.
Il testo ti Contessa
Che
roba contessa all'industria di Aldo, han fatto uno sciopero quei quattro
ignoranti,
volevano avere i salari aumentati, dicevano pensi, di esser sfruttati.
E quando è arrivata la polizia quei quattro straccioni han gridato più forte,
di sangue han sporcato i cortili e le porte, chissà quanto tempo ci vorrà per
pulire...
Compagni dai capi e dalle officine,
prendete la falce e portate il martello;
scendete giù in piazza e picchiate con quello
scendete giù in piazza e affossate il sistema.
Voi gente per bene che pace cercate,
la pace per fare quello che voi volete,
ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra,
vogliamo vedervi finir sottoterra.
Ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato,
nessuno più al mondo dev'esser sfruttato.
Sapesse contessa che cosa mi ha detto un caro parente dell'occupazione,
che quella gentaglia rinchiusa là dentro di libero amore facea professione.
Del resto mia cara, di che si stupisce, anche l'operaio vuole il figlio dottore
e pensi che ambiente ne può venir fuori, non c'è più morale, contessa.
Se il vento fischiava ora fischia più forte,
le idee di rivolta non sono mai morte,
se c'è chi lo afferma non state a sentire
è uno che vuole soltanto tradire.
Se c'è chi lo afferma sputategli addosso,
la bandiera rossa ha gettato in un fosso
Scritto il 10 agosto 2008 alle 07:00 nella Musica | Permalink | Commenti (10)
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(Aug 7th 2008 | MILAN AND ROME - From The Economist print edition)
...molti, oggi, hano sottolineato, con un certo imbarazzo, l'affermazione del Cipria: "L'immagine dell'Italia sono io..." Purtroppo è vero. Ecco il fantastico articolo apparso ieri sull'Economist, noto giornale moscovita:
Silvio Berlusconi is struggling to put together an Italian solution for Alitalia
Reuters: “WE WILL perform another miracle and will offer Italy a profitable national airline.” That was the promise from Silvio Berlusconi, Italy’s prime minister, this week as his government postponed the announcement of a long-awaited plan to rescue Alitalia, the country’s lossmaking flag-carrier. The “miracle” was to have been discussed at a board meeting on August 8th and revealed soon afterwards, but will now be a secret until September. The stated reason is to avoid disrupting the summer holidays with strikes and cancelled flights. But many people reckon the plan is being delayed because it is controversial and, in some ways, incomplete.
Alitalia is in such dire straits that only a recent loan of €300m ($480m) from the government is keeping it flying. Air France-KLM made an offer for Alitalia in March, but withdrew its bid after failing to reach agreement with Alitalia’s unions—and after Mr Berlusconi said during his election campaign that selling Italy’s flag-carrier to a French rival would be unacceptable.
Intesa Sanpaolo, the bank subsequently given the job of finding new Italian investors for Alitalia, quickly found that there was no chance of getting anyone to put money into the airline in its current form. “That was a dream,” says a person familiar with the bank’s thinking. Instead, it has devised a plan to split Alitalia in two.
One part would be a new, privately held company, with no debt and fresh equity of €1 billion contributed by a dozen or so Italian industrialists, including Gilberto Benetton, Luigi Aponte and the Marcegaglia family. The new firm would take over Alitalia’s best assets and some from Air One, a smaller Italian airline with a newer fleet. If all went as planned, the new airline would become profitable from 2009 and would float on the stockmarket in 2010.
The new investors, of course, want nothing to do with Alitalia’s disastrous past. So the government would own the “old” company (it owns 49.9% of Alitalia), which would retain the airline’s €1.1 billion of debt and its unwanted assets. Three-quarters of Alitalia’s 20,000 workers would move to the new company and the rest would stay with the old. “The new, appetising company would be sold and the bad company would simply be a liability for public-sector finances,” concludes Enrico Letta, an opposition politician.
It is unclear whether Giulio Tremonti, the finance minister, would accept such a division. Having just won parliamentary approval to cut spending by €30 billion, he is likely to resist having Alitalia’s liabilities dumped on the public finances. And the European Commission, which is already investigating the loan to Alitalia as a case of illegal state aid, is likely to object. Greece tried a similar split with its lossmaking flag-carrier in 2003, notes Rigas Doganis, an aviation-industry commentator. Brussels found that the split was a way to provide cover for continued state aid.
Observers also question how committed the Italian investors are. A condition of Intesa Sanpaolo’s plan is that a big foreign airline be brought in as a partner for the new Alitalia, and Mr Benetton recently said that such an alliance was vital for the project’s success. Lufthansa, Europe’s second-biggest airline, is the likeliest candidate, but has not confirmed any interest.
If the government can corral new investors for Alitalia, it will then have to decide how to split the firm. The law says Alitalia would have to go through a procedure similar to bankruptcy in order to split itself in two and have its debt stay with one half, says Edoardo Staunovo Polacco, a lawyer who specialises in bankruptcy. The government wants to revise the law to speed things up, but has so far denied that Alitalia will be placed in bankruptcy.
After being elected, Mr Berlusconi warmed towards Air France-KLM, but it was too late. Many in his party must now bitterly regret the missed opportunity—the French airline would, after all, have bought Alitalia, debts and all. They must be hoping that Air France-KLM will return to the table or that Lufthansa will make a bid. That really would be a miracle.
Scritto il 09 agosto 2008 alle 23:57 | Permalink | Commenti (11)
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Scritto il 09 agosto 2008 alle 08:00 | Permalink | Commenti (7)
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Arriva a dicembre la rivoluzione dei super treni. Ma rischia di sconvolgere il traffico su rotaia. Tra incidenti. Eurostar che perdono pezzi. Servizi scadenti
Zitti e sorridenti. Così i manager di Trenitalia si stanno avvicinando all'era dell'alta velocità. L'importante è che non si veda cosa c'è dietro. Nessuno deve sapere che alcuni degli Eurostar che correranno a 300 all'ora tra Milano e Bologna già perdono pezzi. Oppure che le porte difettose degli Eurostar-city ogni settimana ghigliottinano le gambe di passeggeri e capitreno, con un incredibile elenco di contusi e feriti gravi. E nemmeno che negli ultimi mesi, secondo i macchinisti, sia stato sfiorato il disastro più di una volta: come il 5 aprile, quando lungo la Firenze-Roma un Eurostar partito da Milano ha perso a 220 all'ora un pezzo del tetto della locomotiva di coda, poi investito dal Roma-Udine in arrivo sul binario accanto.
Chi ne parla finisce nei guai. Uno dei ferrovieri, Dante De Angelis, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, pochi giorni fa è stato sottoposto a procedimento disciplinare con l'accusa di avere 'procurato allarme' e gettato 'discredito sulla società e la sua dirigenza': De Angelis aveva criticato in assemblea e su Internet l'efficienza delle manutenzioni. È anche la strategia per piegare il forte sindacato nelle ferrovie: i detective della nuova rete di protezione aziendale indagano, i capisettore puniscono. E i passeggeri subiscono. A cominciare dall'accoglienza. Troppo spesso non all'altezza delle promesse. E dei continui aumenti del biglietto: più 6,5 per cento in giugno, contro una media in zona euro del 3,8.
Locomotive che si bloccano in aperta campagna. Incendi a bordo. Toilette chiuse per risparmiare sulle pulizie: domenica 3 agosto, un solo bagno aperto in tutta la seconda classe dell'Eurostar Milano-Roma delle 19. Prese elettriche malfunzionanti perfino sul costoso Tbiz (93,10 euro da Milano a Roma), il treno degli affari progettato apposta perché si possa lavorare con computer e telefono durante il viaggio. E le condizioni da dopoguerra di tutti gli altri treni: nel primo fine settimana di agosto, come nel resto dell'anno, il servizio bar su Espresso e Intercity da Roma in giù era garantito da un manipolo di pregiudicati casertani che, con gentilezze da camorristi, estorcevano a passeggeri affamati e assetati 3 euro per ogni mezza bottiglietta d'acqua. È anche per questo abbandono che dal 1995 al 2007 i passeggeri in Italia sono aumentati del 3 per cento, contro il 47 per cento della Francia e il 67 della Gran Bretagna. (Ignazzzio potrebbe mandare sui treni, magari in borghese, i suoi Charles Bronson).
L'incidente del 5 aprile lo raccontano alcuni ferrovieri ed è riportato da 'La talpa', il giornale dei macchinisti di Milano. Quel sabato pomeriggio l'Eurostar 9437 Milano-Napoli sta correndo a 220 all'ora lungo la Direttissima Firenze-Roma, il primo tracciato italiano ad alta velocità. Al chilometro 24, secondo le testimonianze, dalla locomotiva di coda dell'Etr 500 vola via un grosso strato di 'imperiale', il tetto. Un pezzo di oltre 70 chili, grande quattro metri quadri. Settanta chili a 220 all'ora dentro un finestrino avrebbero l'energia di una bomba. Questione di pochi istanti. Il pezzo cade sulle rotaie e viene investito a 205 chilometri all'ora dall'Etr 460 Udine-Roma. "Si è rischiato un impatto frontale con la cabina o un deragliamento dalle conseguenze disastrose", spiegano i macchinisti.
Il 26 luglio la locomotiva dell'Eurostar Lecce-Milano prende fuoco in aperta campagna, a Orta Nova in provincia di Foggia. I due ferrovieri ai comandi controllano il principio di incendio con gli estintori fino all'arrivo dei pompieri. Duecento i passeggeri a bordo: vengono trasferiti su un altro treno che arriva a Milano di notte, annuncia Trenitalia, con "224 minuti di ritardo".
Altro principio di incendio, con una passeggera intossicata, il 22 luglio. Questa volta è l'Eurostar 9387 Roma-Reggio Calabria. Il treno resta bloccato alla stazione di Pisciotta, in provincia di Salerno. I passeggeri raccontano dai cellulari che le carrozze sono invase dal fumo. E che il personale di bordo non ha né chiavi né cacciaviti per aprire lo sportello da dove esce la puzza di bruciato. Guasti che provocano incendi non sono una novità sugli Etr, i treni italiani ad alta velocità. La serie nera comincia lo scorso autunno. Un caso il 20 novembre 2007 con un Etr 460, un altro l'11 dicembre con un Etr 470. Tre principi di incendio in gennaio sui modelli 470, 485 Tbiz e il 460 che il 25 gennaio resta immobile nella galleria San Donato vicino a Firenze. E ancora fumo e fuoco a bordo il 15 febbraio su una locomotiva della flotta Tbiz [...]
Il 7 gennaio si è rischiato grosso. Ecco cosa scrivono gli otto rappresentanti dei dipendenti per la sicurezza a Mauro Moretti, l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, la holding che controlla Trenitalia. "Il 7 gennaio scorso, nei pressi di Orvieto, il personale del treno 9312 Roma-Bolzano (Etr 485) e gli stessi passeggeri, mentre viaggiavano alla velocità di 220 chilometri all'ora, hanno avvertito un forte rumore seguito da contraccolpi e sobbalzi delle prime vetture. Dopo l'immediato arresto del treno... è risultato il distacco dell'albero di trasmissione del secondo motore della vettura di testa, la distruzione e il danneggiamento di numerose apparecchiature meccaniche ed elettriche del sottocassa delle prime vetture e danni al binario. In particolare si è accertata la distruzione della gabbia metallica posta a protezione dello stesso albero di trasmissione e la rottura delle travi di sostegno della cassa. A seguito di ciò si è verificato un principio di incendio...". I delegati per la sicurezza di Trenitalia sanno bene che pericolo abbiano corso personale e passeggeri: "Il rischio è talmente elevato", scrivono a Moretti, "che nessuno è autorizzato a confidare nelle fortunose circostanze che fino a oggi hanno evitato gli eventi facilmente immaginabili".
L'Etr 485 Tbiz ha insomma rischiato di volare a 220 all'ora fuori dalle rotaie. "Dopo lo scontro frontale è il tipo di incidente più pericoloso che possa capitare a un treno ad alta velocità", spiega un macchista chiedendo l'anonimato: "La rottura ha interessato i binari. Questo significa che se il pezzo dell'albero di trasmissione si fosse puntato contro le traversine, l'effetto catapulta avrebbe sollevato la locomotiva scaraventando il treno a 220 all'ora giù dalla massicciata o contro le pareti di una galleria. Di questo stiamo parlando". Un esposto viene depositato in Procura a Bologna, dove l'Etr 485 danneggiato è in attesa delle riparazioni. Secondo la relazione, l'incidente del 7 gennaio è identico a quello del 20 novembre 2007. Alcuni macchinisti propongono per precauzione di autoridursi la velocità a 160 chilometri orari. Il 5 febbraio Trenitalia annuncia ai rappresentanti per la sicurezza che i tecnici hanno scoperto le cause e hanno corretto i protocolli di manutenzione. "Sulla base di questi provvedimenti", scrivono i rappresentanti dei macchinisti in un comunicato interno, "che l'azienda ha garantito essere sufficienti per prevenire nuovi casi, abbiamo ritenuto opportuno ristabilire la normale velocità di marcia". Dieci giorni dopo, il 15 febbraio, scoppia un incendio sulla locomotiva di un Tbiz Roma-Milano. Anche su quel treno si blocca un asse di trasmissione. La rottura avviene in una galleria tra le stazioni di Orte e Orvieto mentre l'Etr 485 corre a 220 all'ora.
Una decina di cedimenti gravi con incendi a bordo in poco più di sei mesi. Se Trenitalia fosse una compagnia aerea, probabilmente verrebbe messa a terra. E quando un treno viaggia tra i 200 e i 300 chilometri orari, la differenza con un aereo è solo nelle ali. Mauro Moretti, l'amministratore delegato di Fs, il 29 maggio annuncia a Radiorai di avere ridotto le perdite nel 2007 da oltre 2 miliardi di euro a 409 milioni. Un taglio netto di spesa di 1.700 milioni di euro. Ovviamente Trenitalia smentisce che in questi risparmi rientri la manutenzione. Anzi, spiega la società, secondo le statistiche sugli incidenti abbiamo le ferrovie più sicure di tutta Europa. (...figuriamoci le altre...)
L'alta velocità al Nord è questione di giorni. Poco più di cento all'inaugurazione della Milano-Bologna, avverte il grande orologio davanti alla stazione di Milano Centrale. Il 14 dicembre, secondo il sito di Trenitalia, partiranno i primi treni veloci per arrivare a Bologna in un'ora contro l'ora e 42 minuti attuale, per poi proseguire verso Roma sulla vecchia rete. Ma è solo una tappa del progetto Torino-Milano-Venezia e Milano-Salerno. Le linee da 300 all'ora già in servizio sono la Roma-Salerno e la Torino-Novara. Nel 2009 saranno inaugurate la Bologna-Firenze (72 chilometri di gallerie e 20 di viadotto) e la Novara-Milano. Nel 2011 la Firenze-Roma. Nel 2013 toccherà ad altri tre collegamenti: Milano-Verona, Padova-Mestre e Verona-Padova. E dal 2011 Trenitalia o la società pubblica che verrà creata apposta per l'alta velocità dovrà competere con i privati. Come la "Nuovo Trasporto Viaggiatori", fondata da Luca di Montezemolo, ex presidente di Confindustria, Diego Della Valle, l'industriale simbolo della scarpa italiana, e Gianni Punzo, l'imprenditore napoletano che del boss della camorra Carmine Alfieri, ha detto ai magistrati: "Pago la mia abilità di 'pattinare'. Non ho mai negato di conoscere Carmine Alfieri sin dal 1959 e che questa persona mi abbia fatto timore in un certo momento della mia vita. Non sono un eroe". Trenitalia perderà così il monopolio sulla Milano-Roma, l'unica linea davvero redditizia. Ma manterrà l'esclusiva delle perdite nel resto d'Italia. Perdite che pagheremo tutti noi cittadini: con ulteriori aiuti di Stato oppure con la soppressione dei collegamenti, il taglio di posti di lavoro e un Paese ancor più diviso. Esattamente come sta succedendo per Alitalia.
Montezemolo e Punzo, se saranno capaci, si prenderanno soltanto i profitti. Perché il colossale investimento per i binari su cui correranno i loro treni rossi lo stanno sopportando le Ferrovie dello Stato, cioè tutti gli italiani che pagano le tasse. È una corsa contro il tempo. E siamo in puntuale ritardo. Nel 2001 le Fs promettevano che già nel 2006 saremmo andati da Roma a Milano in tre ore. Francesi e spagnoli sono stati più rapidi nella realizzazione dei progetti e nel contenimento dei costi. Ma Francia e Spagna, si sa, non hanno da mantenere il peso morto di mafia, 'ndrangheta e camorra e dei loro padrini che condizionano anche le grandi opere: dai subappalti alle forniture di cemento, manodopera e caporalato, in una filiera di cui alla fine si perdono i legami. Ecco le conseguenze: nel 1991 per i 204 chilometri della Roma-Napoli era stata prevista una spesa di 1.994 milioni di euro con un costo a chilometro di 9,77 milioni, nel 2007 è stato raggiunto il record di 6 mila 235 milioni, cioè 30,56 milioni a chilometro. Per l'Ave da Madrid a Barcellona, l'Alta velocidad española, l'aumento dei costi non ha superato il 30 per cento delle previsioni.
Il risultato è che Trenitalia userà per l'alta velocità gran parte degli Eurostar che già circolano. La novità è un'apparecchiatura che le officine di manutenzione stanno installando sulle locomotive. Si chiama Sistema di controllo marcia treno (Scmt): una sorta di pilota automatico prodotto dalla francese Alstom, in grado di leggere segnali e velocità massima e di attivare il freno se i limiti vengono superati. Uno strumento che, stando ai programmi di Trenitalia e la preoccupazioni dei sindacati, porterà la riduzione dei macchinisti da due a uno. Ma che, secondo l'amministratore delegato Mauro Moretti, ha già rivelato un difetto di progettazione: "I due sistemi di sicurezza, uno su una locomotiva e uno sull'altro, non dialogano tra loro". È la causa degli incidenti che il 14 e il 22 luglio hanno spezzato due Eurostar senza passeggeri durante le manovre in stazione Centrale a Milano. Prova che qualcosa non va nei programmi di aggiornamento del personale o nel controllo qualità delle forniture: perché per due volte i macchinisti o i manovratori si sono dimenticati di disattivare il dispositivo nelle locomotive di coda. E quando i motori hanno trainato il treno nella direzione opposta, il pilota automatico di coda ha attivato i freni su tutte le ruote. Un braccio di ferro tra locomotive finito in pochi secondi con la rottura di un gancio tra le carrozze.
Se l'alta velocità si sta mangiando tutti i bilanci, ben poco resta all'altra velocità: l'Italia da Venezia a Udine, da Caserta a Palermo, dal Brennero a Lecce, da Genova a Roma, costretta a rallentare a ritmi anni '70 su regionali, treni Espresso, Intercity. Con retroscena tecnici sempre più preoccupanti. Da qualche mese i ferrovieri denunciano il montaggio a bordo di porte killer. Anche sugli Eurostar-city, versione rimodernata degli Intercity. Il 7 giugno a Modena due passeggere finiscono in ospedale: colpite dalla chiusura improvvisa della porta mentre stanno scendendo dal Bologna-Milano. Il 19 maggio a Pavia 16 passeggeri vengono presi a schiaffi e 'ghigliottinati' da 17 porte dell'Intercity plus Milano-Genova che si aprono e richiudono impazzite, senza che i ferrovieri possano fare nulla. Qualcuno resta incastrato e conclude il viaggio al pronto soccorso. Undici i guasti di questo tipo soltanto nel mese di aprile, secondo un dossier della Cgil di Pisa. Almeno 800 segnalazioni di cattivo funzionamento in due anni. Incidenti che hanno provocato anche l'amputazione delle gambe a capitreno e passeggeri. Proprio per la chiusura improvvisa di una porta il pomeriggio del primo marzo 2007 alla stazione di Milano Lambrate Alessandra C., 15 anni, cade con le gambe sotto le ruote del regionale per Albenga. Andrebbero sostituite 9.356 porte diffettose su 2.339 carrozze in tutta Italia. Un spesa di 14 milioni. Più o meno la stessa cifra che le Ferrovie, nonostante i risultati disastrosi, hanno pagato come buonuscita agli ex presidenti Elio Catania (7 milioni di euro nel 2006) e Giancarlo Cimoli (6,5 milioni nel 2004). La sicurezza può attendere, i supermanager no. Nei consigli di Trenitalia per l'estate si legge anche questo: "Se si prende a morsi un meritato panino, non è del tutto sbagliato stare attenti a non spargere le briciole ovunque". Non un solo avviso sulle porte killer. L'importante è che nessuno sappia.
Scritto il 08 agosto 2008 alle 20:00 nella Economia, Politica | Permalink | Commenti (4)
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...com'era bella, la mia brunetta!...
...la brunetta ha lanciato un concorso per delle cattivissime vignette su se stesso... scadenza ravvicinata: consegnare il materuale entro il 10 di agosto. Intanto sul suo sito, alle 11 vignette per niente insultanti, se ne sono aggiunte tre, tutte del Foglio, noto giornale a lui avverso. Quelle inviate da me (ricevute da Rita), misteriosamente non ci sono. Ora gli manderò non una vignetta, ma due foto sue: quella che illustra il suo sito (La brunetta come come si vede: bella, magra, alta, slanciata e con una faccia intelligente), e la brunetta come la vedono gli altri: con una faccia non molto intelligente, un sorriso ebete, e l'aspetto (solo l'aspetto, per carità...) da avvinazzato. Chissà se me le pubblica...
Scritto il 08 agosto 2008 alle 19:00 | Permalink | Commenti (9)
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Buon Giorno, Pechino! Mentre sta per cominciare la solita cerimonia d'apertura dei giochi, sempre più lunga, sempre più allegorica, sempre più noiosa, e mi accingo a vedere una Pechino che non riconoscerò, voglio regalarvi alcune pillole di ricordi personali.
Correva l'anno 1977. Il PCI di Enrico Berlinguer aveva quasi vinto. Mancavano 12 anni alla strage di Piazza Tienanmen, e cioò che è successo nel 1989 non lo dimenticheremo solo per qualche coreografia o per i fuochi artificiali. Dopo le Olimpiadi, dei diritti civili in Cina dovremo pur riparlare. Esattamente come quelli temporaneamente abrogati ad Abu Grahib, a Guantanamo, a Bolzaneto...
La mia "prima volta" a Pechino. Avevo quarant'anni, altrimenti non ce l'avrei fatta... Volo diretto sticazzi: Milano - Francoforte - Atene - Teheran - New Dehli - Bangkok - Hong Kong - Tokio - Pechino. Trenta ore da casello a casello, senza chiudere occhio. Ed all'arrivo in aeroporto, una gentile fanciulla dell'ICE mi dice: "...mi spiace, Dottore, non abbiamo potuto avvertirla, ma stasera c'è una cena ufficiale coi membri del Ministero dell'Industria..." I cellulari non c'erano, e neanche la teleselezione per l'Italia. Solo il tempo di portare la valigia in albergo e di fare una doccia. Hotel Lido (Gruppo Holiday Inn). C'erano già il Lido, lo Sheraton, lo Hilton e poi tante gru...
Grande cena, all'Hotel Beijing, quello della "nomenklatura. Dev'essere stata bella, ma io ricordo solo una gran stanchezza, ed un desiderio spasmodico che finisse presto.
Ci sono stato altre volte: sempre meno biciclette, sempre più auto, "Euro meno dodici". Insomma, peggio delle Trabant. Sempre più gru. Chissà se oggi mi piacerebbe! chissà se la riconoscerei! Ne dubito.
In centro, nelle stradine laterali dello stradone dell'Hotel Beijing, c'erano ancora le casette a un piano della povera gente. Gente dignitosa. Mai sollecitata una mancia, e raramente accettata una mancia spontaneamente offerta. Non credo sia ancora così...
Cosa mi ha colpito di più? La Grande Muraglia. Cosa mi ha emozionato di più? La Grande Muraglia. 5000 chilometri di fortificazione continua, che segue le più minuscole irregolarità del territorio... Quanti morti sarà costata? Quanto ci avranno impiegato, a farla? certamente meno della terza corsia sulla Salerno-Reggio Calabria.
Seguire per un centinaio di chilometri il percorso della Muraglia, a bordo di un elicottero di terza mano (ultimi acquirenti: i cinesi, che lo avevano acquistato dai vietcong...). che sembrava dovesse disintegrarsi ad ogni cambiamento nel numero dei giri del rotore), è stata un'esperienza unica. Ogni tanto la muraglia spariva, distrutta dal tempo e dagli uomini, perchè era un grande giacimento di materiali da costruzione), poi riappariva. Difficile distruggerla tutta... un'ora di elicottero, e ne avevamo seguito si e no il due per cento...
Anni prima, un giornalista inglese aveva seguito a piedi tutto il percorso, impiegandoci più di due anni, e passando per villaggi che erano poco più avanti del'età della pietra. Non conoscevano l'elettricità, la radio, i farmaci...
Il nuovo stadio di Pechino, costruito a tempo di record per i Giochi: struttura supertecnologica, costruita in tempi record (diciamo, quanto uno svincolo della Salerno - Reggio Calabria). Solo 400 operai, tutti provenienti dalla provincia. A quasi tutti, dopo la costruzione, è stato detto: "grazie, ora tornate a casa". In Cina esiste l'obbligo del permesso di soggiorno anche da una provincia all'altra. Più o meno come vorrebbe da noi il Calderolo. Solo che la Cina è un paese totalitario, noi siamo un paese democratico. Qualcuno ci spiega la differenza?
La cosa che mi ha emozionato di meno e fatto incazzare di più? La Città Proibita. Mai tanta gente ha sofferto ed è crepata per il fasto di così pochi.
Da oggi, si gioca, anzi, si gareggia. La politica può aspettare. D'altronde anche Atene e Sparta, durante i Giochi, interrompevano la guerra eterna.
Anche in questa occasione noi italiani "ci siamo fatti riconoscere": sono comunisti, ammazzano e mangiano i bambini, anzi li lessano per farne concime, e poi la pena di morte, quasi come negli USA (due dei pochi paesi che non hanno firmato la moratoria), e poi ci copiano le borsette di Fendi... Boicottiamoli; anzi no, mandiamo gli atleti, ma niente sfilata, anzi si. Mandiamo il premier anzi no, mandiamo Frattini, che tanto non lo caga nessuno, anzi la Meloni dice che sono comunisti, i nostri non devono sfilare anzi si, però non possiamo delegare agli atleti la protesta che dovrebbe fare il governo, ma poi gli affari sono affari...
Finalmente le allegorie sono finite, ed inizia l'unico momento di commozione: quello in cui più di 200 popoli sfilano sorridenti. Delegazioni senza speranza di tre persone, ed altre di centinaia di atleti, ma tutti con pari felicità, tutti orgogliosi della propria bandiera, della propria cultura, e, per due settimane, della propria e dell'altrui tolleranza. Calderolo, è questo il mondo! una roba multicolore, dove Berghem conta esattamente un milionesimo dell'umanità. Fattene una ragione. I Giapponesi sfilano sventolando le bandiere congiunte di Cina e Giappone; un boato, a sorpresa, accoglie gli atleti di Taipej. Aspettiamo con ansia la sfilata delle camicie verdi. Portabandiera, Bossi, medaglia di bronzo al torneo di scala a quaranta di Cassano Magnago.
In sua attesa, passano Papua, Barbados, le brasiliane che non resistono ad accennare a qualche passo di samba, passano le Bahamas, passa la Palestina, che solo in Israele non è nazione; passano Cuba, il Burundi, Timor Est, il Qatar, il Rwanda, il Chad, il Niger; passano il Nepal, il Gabon, San Marino, le Grenadines, il Laos... passano persone dalla pelle di tutti i colori: persino bianca... Passa l'Iraq, accolto da un'ovazione; Passano il Togo, il Guam, il Tonga, Aruba (e io che credevo fosse solo un provider Internet...), l'Afghanistan, la Namibia, la Tanzania (quella parte non ancora sieropositiva); passano le Isole Vergini... ma quanti sono, i paesi del mondo? e quante vite ci vorrebbero, per visitarli tutti?
Passa lo Sri Lanka, el mio pensiero corre all'amico Anton...
Passa il "Tuvalu": qualcuno ne sa niente? Passa la Francia, ed inquadrano Sarkò senza Carlà; passa la Norvegia: portabandiera una bella nera, di origine ugandese: una lezione per tanti; passano le Comore, la Russia... Tutti attendono con impazienza la Patania. Passano gli USA, e i gentili cinesi applaudono persino Bush. Passa lo Zimbawue: assente giustificato Mugabe; passa il Leshoto, e passano i tre atleti del Kiribati (?); sfila la Micronesia: passa un solo Vietnam, ed il Botswana, che col suo 80° posto, precede l'Italia in libertà d'informazione; passano due Coree, separate: un passo indietro... esordisce il Montenegro; sfila il Nauru... passa l'Italia, e grazie alla "regia personalizzata" della grande RaiDux del Patano Marano, non si vede un cazzo (hanno fatto vedere dettagli di mani, di piedi, di scarpe...); infine, passa la Cina, con 90.000 spettatori letteralmente impazziti... Sarebbe stata la loro grandissima occasione, solo in parte colta dai pessimi governanti che si ritrovano.
Molti popoli meriterebbero governanti all'altezza dei governati. La conferma? passo sulla CNN: stanno facendo un servizio fra gli incazzatissimi cinesi di New York, a China Town. Gli Stati Uniti sono l'unico paese al mondo a non aver mandato in diretta la Cerimonia d'apertura. Bush è a Pechino, a giocare a culo e camicia coi suoi colleghi d'affari e di pene capitali, ma in Patria è meglio mostrarsi maccartisti post-litteram... E poi, ragazzi, siamo o non siamo nella Patria della moderna democrazia, e del "primo emendamento"?
Scritto il 08 agosto 2008 alle 13:42 nella Politica, Sport | Permalink | Commenti (10)
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(da "Ora d'aria" - l'Unità, 6 agosto 2008 - Marco Travaglio)
Dopo lunga e penosa attesa, abbiamo finalmente il giallo dell’estate. E - Bruno Vespa si tranquillizzi - senza spargimento di sangue. Il merito è del ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli da Bergamo di Sopra, in arte “Pota”, che ha deciso di contribuire anche lui alla grande riscossa culturale impressa dal nuovo governo Berlusconi, in aggiunta alla nomina di James Bondi a ministro del settore, alla battaglia della Gelmini per il ritorno dei grembiulini a scuola, alla guerra di Gasparri contro il commissario Montalbano (noto comunista) e all’asportazione delle tette alla “Verità” del Tiepolo per aggiungerle alla collezione privata di Al Pappone.
L’altro ieri, rispondendo sul Corriere della sera a un editoriale di Angelo Panebianco sull’allegra spensieratezza con cui stiamo scivolando verso uno Stato federale senza minimamente discutere dei pro, dei contro e soprattutto dei perché, l’insigne pensatore padano ha fatto sfoggio della sua leggendaria, enciclopedica cultura: “Una soluzione è rappresentata dai modelli a struttura federalista e questo non lo sostiene il sottoscritto, ma, tra gli altri, la Banca Mondiale o il premio Nobel per l’economia Wuhan”, oltre a una fantomatica “analisi empirica”. Visto che siamo in Italia e il giornalismo è quello che è, nessuno s’è preso la briga di verificare se il celeberrimo Nobel per l’Economia citato dal ministro abbia mai sostenuto il federalismo fiscale e con quali argomenti. Purtroppo però l’ha fatto il professor Sandro Brusco, che insegna economia negli Stati Uniti: e ha scoperto che non esiste nessun premio Nobel per l’economia di nome Wuhan. Anzi, pare che non esista alcun economista di una qualche fama con quel nome. Cercando Wuhan su Internet, ha rintracciato soltanto una città cinese.
In attesa che quel pozzo di scienza che siede al ministero della Semplificazione sveli l’arcano, azzardiamo alcune possibili soluzioni del giallo;
-1) Wuhan è un fauno della letteratura minore celtica di cui Calderoli, sposato con rito nibelungico dinanzi al druido sorseggiando sidro e inneggiando a Odino, è un appassionato ammiratore.
-2) Wuhan è uno dei cuccioli di lupo e di tigre che scorrazzano nel giardino di Villa Calderoli (forse quello che qualche anno fa azzannò un piede del popolare ministro, procurandogli danni cerebrali irreversibili) e che ispirano la politica riformatrice dello statista padano.
-3) Wuhan esiste davvero, è un economista bravissimo, ma ancora sconosciuto, forse boicottato dall’intera comunità scientifica internazionale - notoriamente asservita a Roma Ladrona - per le sue simpatie leghiste, e Calderoli si appresta a insignirlo al Premio Nobel della Padania, nell’ambito della prossima edizione di Miss Padania.
-4) Come in tutte le farse che si rispettino, c’è stato uno scambio di persona.
Spiega quel rompiscatole del professor Brusco: “L’unico economista del gruppo (dei vincitori del Nobel, ndr) che ha scritto esplicitamente di federalismo (diciamo esplicitamente perché sia ‘mechanism design’ sia l’opera di Hayek offrono spunti al riguardo, ma pretendere che Calderoli se ne accorga sarebbe troppo) è James Buchanan, che vinse il premio Nobel nel 1986. Un nome difficile, quasi impronunciabile. Che, nel passare di bocca in bocca da un portaborse a un altro si deve essere progressivamente trasformato in Vuchanan, Vuhnan, Vuhan, infine Wuhan, che siccome è un foresto ci deve volere la w, mica la v…”. Se le cose stessero così, dovremmo arguirne che il popolare Pota ha preso talmente sul serio il suo mandato ministeriale che s’è messo a semplificare non solo le leggi (incluse - si spera - le sue), ma anche i cognomi degli economisti.
Del resto, polemizzando quattro anni fa, sempre sul Corriere, con Giovanni Sartori, il noto intellettuale della Bergamasca aveva citato a sostegno del federalismo leghista, oltre alla solita “analisi empirica”, proprio l’economista Buchanan. E aveva concluso la sua lezioncina con un’elegante stoccata all’insigne politologo toscano: “Come si trova scritto nelle università americane, ben note al Professor Sartori: se pensi che l’istruzione costi cara, pensa a quanto costa l’ignoranza”. Ora sarebbe fin troppo facile ritorcere quella massima contro il ministro della Semplificazione. Anche perché, dalle sue parti, l’ignoranza non costa né tanto né poco: è gratis.
Marco Travaglio
Ad integrazione dell'articolo di Marco Travaglio sull'economista e "Premio Patel" Professor Wuhan, e a difesa della qultura del dentista Calderoli, diciamo che il "Premio Patel per l'Economia de Berghem de Ura" esiste. Pota! se esiste! Siamo riusciti a reperire una breve biografia di Wuhan in lingua indonesiana, ma siamo certi che la maggior parte dei nostri lettori non avrà alcun problema. Nella fotina, l'economista e Premio Patel Wuhan, travestito da antenna della TV. Tafanus
Wuhan de Ura (Hanzi: 武漢) adalah ibu pota provinsi Hubei, Tiongkok. Pota ini adalah pota terpadat penduduknya di bagian pusat Tiongkok. Penduduknya berjumlah 9.100.000 jiwa (2006). Ia juga telah memiliki jalur metro yang menghubungkan beberapa tempat di wilayah pota Hankou Berghem te ura.
Wuhan masa kini merupakan gabungan dari tiga pota yang berdekatan dan terletak di lembah Sungai Yangtze. Wilayah pota Wuchang dan Hanyang merupakan dua pota yang pertama bergabung dan memiliki benteng pertahanan bersama. Pota lain yang kemudian bergabung de ura adalah Hankou.
Pada pota tahun 1920-an, Wuhan pernah menjadi ibu pota pemerintah Kuomintang yang dipimpin Wang Jingwei sebagai lawan dari Chiang Kai-shek.
Wuhan memiliki dua lembaga pertanian terkemuka di Tiongkok: Universitas Pertanian Huazhong dan Lembaga Penelitian Tanaman Minyak dari Akademi Ilmu-ilmu Pertanian Tiongkok.
Merito a Chat de Ota per avermi segnalato questa perla, che mi era sfuggita.
Scritto il 07 agosto 2008 alle 11:21 nella Economia, Politica, Satira | Permalink | Commenti (9)
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Andando sullo scarno sito che si occupa degli "eventi" a Novara e dintorni
http://www.belpaese.it/novara/
si capisce quale sia il background culturale di questo paesone. Sembrerebbe che non ci sia nulla in calendario fino al 18 Settembre (insomma, niente "notti novaresi"); poi però dal 18 al 28 settembre, Novara e la sua provincia recuperano il tempo perduto, con un fantastico "Concorso Canoro Non DorMiRe... Canta", che per ben 12 giorni delizierà Varallo Pombia e tutto lo hinterland varallese pombiese. Dodici giorni. Più del doppio del Festival di Sanremo, di Umbria Jazz, del Festival di Montreux... Che cazzo canteranno, per dodici giorni, a Varallo Pombia?
Mosso dalla mia innata curiosità culturale, avevo già incaricato la mia agenzia di viaggi, affinchè mi trovasse una degna sistemazione alberghiera a Varallo Pombia, dal 18 al 29 settembre, per me, Marisa e i due nipotini. Non volevo rischiare di perdere neanche una sola serata del "Concorso Canoro Non DorMiRe... Canta" di Varallo Pombia.
Poi, la doccia gelata. L'ordinanza del sindaco patano Massimo Giordano, controfirmata dall'Assessore Patano alla Sicurezza, tale Mauro Franzinelli, che mi ha buttato nell'angoscia. Nei parchi cittadini è fatto assoluto divieto di "stazionare" in tre o più persone. Quindi, massimo due. Noi saremmo in sei, e durante il giorno, in assenza di altri "eventi culturali", non potremmo che "stazionare nei parchi", per far trascorrere il tempo ai nipotini sotto gli alberi. Però l'ordinanza parla chiaro: è vietato "stazionare" in più di due (insomma, la pomiciata fra fidanzatini è ancora consentita, anche a Novara), mentre è consentito "deambulare" senza limiti di persone. Per la deambulazione, il Sindaco (forse per un momento di colpevole distrazione) non ha fissato vincoli numerici.
Insomma, se non l'abbiamo capita male: se "stazioniamo" in tre su una panchina, è reato (adunata sediziosa?), e ci costerebbe molto caro: 1500 euri in tre, 3000 euri in sei. Se invece, putacaso, "deambulassimo" in trentamila, no problem: non sarebbe adunata sediziosa, non disturberemmo la pace dei novaresi, o quella dei varallari pombiesi, non "schiamazzeremmo", ed il Sindaco Massimo Giordano potrebbe vivere felice e contento.
Ho disdetto le prenotazioni per il Festival di Varallo Pombia. Non mi hanno lasciato alternative. Come trascorrere le ore diurne, in attesa dell'evento serale? Seduti su tre panchine diverse? Ma ci saranno tutte queste panchine, nei parchi di Varallo Pombia, da poter stare seduti, tutti, massimo in due per panchina? E ci saranno ancora, le panchine, a Varallo Pombia) Oppure avremmo dovuto trascorrere le ore diurne, nonostante il caldo e le zanzare, "deambulando" lunga la circumvallazione?
Ora, passando brevissimamente (non preoccupatevi!) dal semi-faceto al semi-serio, dobbiamo fare una considerazione, molto amara, non su queste due teste di cazzo (ne nascono dappertutto), ma sui novaresi. Novara ha circa 100.000 abitanti, e circa 80.000 iscritti alle liste elettorali. Da 7 anni (sette) il sindaco Massimo Giordano governa la città. Plebiscitato, alle ultime elezioni, dal 66% degli elettori. Sarebbe facile cavarsela dicendo che ogni comunità ha gli amministratori che si merita, ma a volte verrebbe davvero voglia di abrogare, una volta per tutte, il suffragio universale. Il mio voto non può pesare quanto quello di "miramerda". Ha ragione Diabolik: così come serve un patentino per guidare un ciclomotore, dovremmo istituire un patentino anche per votare. Milano, la sedicente Capitale Morale, dopo l'ultimo sindaco decente (Aniasi) ha conosciuto una sfilza impressionante di mezze calzette: da Tognoli a Pillitteri, da Borghini a Formentini, da Albertini alla Moratti... Taranto è stata guidata per anni da Cito. La Sicilia è stata "governatorata" per anni da un mafioso. La civile Treviso è guidata da anni da una banda di patetici sceriffi della mutua. La Capitale è guidata da un ex picchiatore fascista, che sembra convinto che tutti i problemi si risolvano prendendo le impronte ai rom, e dando la caccia ai lavavetri. La politica italiana è dominata, da 14 anni, da un piduista pluri-inquisito, dannosa macchietta dello scenario internazionale.
Il problema, in un paese di elettori col patentino, non sarebbero questi signori. Un paese di elettori col patentino questi signori li avrebbe mandati affanculo, una volta e per sempre, nel giro di sei mesi. Non è vero che abbiamo i governanti che ci meritiamo. Io non li ho votati. Io non li merito.
Abbasso il Suffragio Universale, abbasso la Democrazia Rappresentativa.
Scritto il 07 agosto 2008 alle 10:19 nella Politica, Satira | Permalink | Commenti (29)
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Scritto il 07 agosto 2008 alle 08:00 | Permalink | Commenti (28)
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Ci sono cose, nel mondo virtuale degli stronzi, che superano ogni nostra più rosea aspettativa. Prendete questi due: siamo sulla home-page della "TV della Liberta": http://www.latvdellaliberta.it/ Provare per credere. E' una pagina aggiornata alle 18,36 del 31 Luglio. E' una pagina che dalla grafica agli scritti racconta una "success-story", sintetizzata nel sottotitolo: "Un anno di successi"...
Seguono 5 santini di "top-video"; tutti illustranti le magnifiche sorti e progressive della "strana coppia"; tutti stranamente datati 24 Luglio... Manca esattamente una settimana alla morte per inedia della TV della Libèrta. Esattamente 5 ore e 24 minuti prima, la pescivendola ne parlava come di una cosa viva: era già morta...
Questa barzelletta di TV era stata aperta l'11 giugno 2007, in pompa magna. L'efficientismo della pescivendola l'ha fatta morire in un anno e 19 giorni, con un passivo di 20 milioni di euro. Per i nostri amici che non hanno ancora una piccola calcolatrice a pile: questa signora ha bruciato 104.000.000 del "vecchio conio" al giorno. Avete capito ben: AL GIORNO. Il laconico epitaffio che potete leggere sopra ci informa che "dal 31 Luglio il segnale della TV della Libèrta sarà spento. Ad majora".
Ad majora sticazzi. Per ora si sa solo che questa barzelletta di TV, diretta da quel venditore di tappeti di Giorgio Medail, chiude. Ve lo ricordate, Medail? Era quell'imbarazzante personaggio che nel '94, all'epoca della "scesa in campo" del padrone, percorreva le strade d'Italia con un microfono in mano ed una telecamera Merdaset al seguito, chiedendo a cani e porci cosa ne pensassero di Berlusconi. Per quanti sforzi facesse, trovava solo gente che gli diceva: "Berlusconi è un Genio, un Santo, un Intraprenditore, un Salvatore della Patria", e via esagerando. Mai uno che gli abbia detto: "è uno stronzo; un piduista; un buffone; un falsificatore di bilanci; un puttaniere buffo"... Niente. Medail ce la metteva tutta, ma si è dovuto arrendere all'evidenza.
Altra testa d'uovo e spirito indipendente di questa TV che, per ragioni che ci sfuggono, chiude per sopraggiunto dissanguamento, era il trombato Marco Taradash. Uno che, come nel gioco dell'oca, era ritornato alla casella di partenza: a leggere una imparziale rassegna stampa, come agli inizi, come quando faceva, mille anni fa, questo mestiere per Radio Radicale (quella dove erano ospiti d'onore fissi Storace, Gasparri ed altri statisti "of that kind"). Marco Taradash è uno che quando fa la rassegna stampa è così obiettivo che riesce a farti pensare, con languorosa nostalgia, a Laura Cesaretti e a Daniele Capezzone.
Le ultime dichiarazioni di Giorgio Medail su "Affari Italiani" sono a metà strada fra l'imbarazzante e l'esilarante. Non solo uno che ha fatto fallire una TV in meno di 13 mesi dice che "stavamo avendo successo", ma offre i suoi consigli, preziosi ed imparziali, alle nascenti TV di Veltroni e di D'Alema: ascoltiamolo, ne vale la pena:
«PREOCCUPAZIONE PER I LAVORATORI» - L'ex direttore esprime ora preoccupazione per i lavoratori. «Peccato - continua Medail - stavamo avendo successo, mi spiace per i 13 giornalisti professionisti che lavoravano con me e per i tecnici. Siamo andati in onda per più di un anno. Poi... Più che trasmettere sul satellite, costava molto lo studio (20 persone circa) ed era dispendioso il circuito delle tv private».
«AUGURI ALLA TV DEL PD» - Ora Medail, rivolgendosi a Veltroni e D'Alema, fa loro gli «auguri» per la neonata Tv del Partito democratico e non lesina un consiglio: «Fate una tv trasparente, senza preoccuparvi di altro. Il rischio è rimanere imbrigliati in logiche partitocratiche».
...ecco... per l'appunto...
Scritto il 07 agosto 2008 alle 00:36 nella Media , Politica, Satira | Permalink | Commenti (14)
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(Maria Novella Oppo - l'Unità - Fronte del Video)
Al secondo giorno, come ci informa il Tg3, i militari sono già spariti da parecchie postazioni in città. Invece Ignazio La Russa è sempre sulla piazza a contrastare i sessantottini che, come noto, hanno la colpa di tutto, comprese le meduse che minacciano il mare e gli squali che hanno il morso più potente del mondo. Temi estivi che riempiono i giornali, tipo la maledizione di Batman o altre stupidaggini che servono a spaventare e distrarre nello stesso tempo, proprio come i soldati in città. E mentre La Russa si fa a nostre spese lo spot più caro del mondo, si scopre che i morti sul lavoro sono la vera emergenza di cui siamo primatisti, senza che neanche un ministro, tra quelli inutili, anzi dannosi (come Rotondi alla attuazione del programma e Calderoli alla semplificazione) si preoccupi minimamente di attenuare la «percezione» della strage da parte dei cittadini. E Maroni, per fare rabbia a La Russa, riappare nei tg per promettere superpoteri ai sindaci, tipo volare sulle città, incuranti della maledizione di Batman e delle nostre. Maria Novella Oppo
...Sergino, permette una domanda? Oggi, a 48 ore dall'inizio di una nuova "fase epocale", con la "scesa in campo" di ignazzzio, ci saremmo aspettati che, trascorse le prime 24 ore di rodaggio, i giornali, di destra e di sinistra, sarebbero stati pieni delle cronache degli epocali successi dei Charles Bronson de noantri: cose come "sgominata la Mafia del Brenta", "presa la Banda della Magliana/2"... insomma, il minimo...
Invece, abbiamo lavorato per Lei: abbiamo scorso TUTTI i principali giornali online, e.. sopresa!!! di ignazzzio e dei suoi bravi non c'è più la minima traccia. Non solo su quelli comunisti (Corsera, Repubblica, La Stampa), ma neanche su quelli "non ostili" al centro-destra (Il Foglio, Il Geniale, Il Tempo, eccetera).
Ci aiuterebbe a capire? que se pasa, come direbbero i franchisti? Di 60 miliardi di lire spesi, restano solo 5/6 spots TV per ignazzzio??? Non ci si poteva avvalere di un media-buyer più esperto? Lei come la vede? Tafanus
Scritto il 06 agosto 2008 alle 21:52 nella Politica | Permalink | Commenti (3)
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Scritto il 06 agosto 2008 alle 20:45 | Permalink | Commenti (24)
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In principio era "Banane & Mazzette": correva l'anno 2004, e “Banane” editava quotidianamente "La Rassegna Stanca" che periodicamente, nostalgicamente, ancora qualcuno ci chiede. Qualcun altro, per via più breve, ha preferito copiarci, o continua a farlo.
Per esempio "celodicehillman", che però non ha copiato! Correva l'anno 1976 quando, facendo la doccia, a Hillman scappò di esclamare, senza una ragione apparente: "La Rassegna Stanca" (ce lo racconta lui, nella sua prima puntata della sua “Rassegna Stanca”). Dunque siamo stai noi, 28 anni dopo, a copiare lui. Ce ne scusiamo. Ecco il racconto del 24 luglio:
http://celodicehillman.blogspot.com/2007/07/rassegna-stanca.html
Poi era arrivata, sempre per un fenomeno di telepatia, la rassegna della TV della Svizzera Italiana. Indovinate come si chiamava? "La Rassegna Stanca".
Con qualche colpevole ritardo, anche la TV italiana aveva avuto la sua botta di telepatia, e Bertolino, in una sua nota trasmissione TV, aveva inserito la sua "Rassegna Stanca"
Ma con la telepatia non si deve aver fretta: basta aspettare il 18 Dicembre 2007, ed eccone un altro: "rivistabard", anche lui con la SUA "Rassegna Stanca"
http://rivistatabard.blogspot.com/2007/12/rassegna-stanca-1.html
Ma basta aspettare il 10 Giugno 2008 ed appare Camilla:
http://blog.myspace.com/index.cfm?fuseaction=blog.view&friendID=152143431&blogID=404498290
Più tempestivo era stato jackjannetta, 2005:
http://jackjannetta.blogspot.com/2005/09/rassegna-stanca.html
Luca Viscardi ci arriva più tardi, nel Novembre 2006:
http://lucaviscardi.blog.playradio.it/archivi/2006-11-01.html
Poi arriva, non so da quando, "Radio Bella&Monella": Monella senz'altro, bella forse, originale ho qualche dubbio:
http://www.belllaemonella.it/newsite2007/lamattonata.php
Infine, "Outsiders":
http://outsiders.splinder.com/post/15248660/Rassegna+stanca
Non sono assolutamente certo che la raccolta sia esaustiva...
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La raccolta dialettale del Tafanus, la T-Shirt del PD, e il "Fronte del Porco"
Poi, in febbraio di quest'anno, è nata l'idea di raccogliere i mille modi dialettali italiani di declinare "Yes, we can". Ne è nata una T-Shirt del PD, ma almeno ci hanno detto grazie...
http://iltafano.typepad.com/il_tafano/2008/02/yes-we-can.html
Ultima in ordine di tempo: il 19 giugno di quest'anno sul Tafanus è nata una rubrica periodica, provocatoriamente intitolata "Fronte del Porco":
http://iltafano.typepad.com/il_tafano/2008/06/fronte-del-porc.html
Questa volta, in termini di tempestività, dobbiamo dare il giusto riconoscimento al "Manifesto", che il 3 agosto ha già prodotto addirittura una Prima Pagina con fotostoria intitolata (quando si dice la telepatia) "Fronte del Porco":
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/03-Agosto-2008/index.html
Se continua così, fra qualche tempo potremo, come la Settimana Enigmistica", mettere sul blog un banner:
..."Il Blog che vanta ben 152 tentativi di imitazione"...
Scritto il 06 agosto 2008 alle 20:30 nella Media , Satira | Permalink | Commenti (12)
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Per chi vuole leggere la versione in italiano mettiamo il link diretto al blog di Tafanus:
Migrazioni: la memoria corta degli italiani
Mentre di seguito postiamo la versione in romeno e ringraziamo di nuovo Tafanus per averci permesso di pubblicare questo interessante articolo. Fabio e Livia
Într-una dintre postările noastre precedente am propus link-ul unui articol al lui Tafanus care vorbea despre emigrarea italienilor, promiţând traducerea lui în limba română. Dat fiind că Livia a terminat cu examenele de licenţă a avut timp pentru traducerea postului.
Pentru cei care doresc să citească versiunea în limba italiană, iată linkul:
Migraţiile: memoria scurtă a italienilor
Iată şi versiunea în limba română, şi mulţumirile noastre, din nou, lui Tafanus care ne-a permis publicarea acestui articol interesant.
Un vechi articol al lui Tafanus care, dat fiind climatul de rasism, merită publicarea. Cred că ambianţa de intoleranţă creată de dreapta e periculoasă. Riscăm războiul pe facţiuni al tuturor împotriva tuturor. Această ţară blestemată nu are memoria a ceea ce a fost, a răului celor care continuă să voteze, a condiţiilor jalnice de început de secol, a fascismului şi nazismului de care suntem responsabili....Pino di „ Altrestorie”
La propunerea lui Pino di „Altrestorie”, reiau acest vechi post al lui Tafanus, datat 7/10/2007, şi îl readuc în homepage, sub egida Network Progressista, deoarece, din păcate, a redevenit de strictă actualitate...
Ca să nu uităm. Acest post este dedicat tuturor celor care-şi zic „ nu sunt rasist DAR” care ies la iveală ca ciupercile după ploaie. Datele au fost luate in mare parte dintr-o carte a lui Gian Antonio Stella „ Hoarda: când albanezii eram noi”. Cartea mi-a fost semnalată de Claudio căruia îi mulţumesc. Deşi Stella e un jurnalist foarte apreciat, mai ales după ce a scris „ Casta”, acestă carte precedentă a avut un slab succes. De ce? Poate pentru că acestă ultimă carte, „ Casta” este în măsură să justifice (chiar dacă nu acesta era obiectivul) invectiva generalizată, în timp ce „ Hoarda” ne aminteşte fără milă „ cum eram”, şi "cum în general am vrea să nu ne amintească nimeni că am fost.”
„ ...vroiam braţe, au venit bărbaţi....” ( Max Frisch)
În 1961 „miracolul italian” exista deja, dar în bogata regiune Veneto a familiei Gentilini unii făceau eforturi să vadă, miracolul, chiar şi de departe. Iată cum erau casele din regiunea Veneto în 1961.
Fară calorifer 86%
Fară reţea de gaz 81%
Fără curent electric 15%
Fără baie 72%
Fără grup sanitar 52%
Fără apă curentă 48%
În anii miracolului, un italian din 12 era total analfabet
Italia nu a exportat doar pe Enrico Fermi si Antonio Meucci: a exportat în principal mase de analfabeţi:
2% analfabeţi din totalul de imigranţi în Italia în 2000
3% analfabeţi din totalul de imigranţi germani în Statele Unite în 1900
46% analfabeţi din totalul de imigranţi italieni în Statele Unite în 1900
71% analfabeţi din totalul italienilor ajunşi în Statele Unite în 1910 pe vasul „Madonna”
Nu este adevărat că rezervoarele majore de emigraţie au fost regiunile meridionale. Datele, separate de opinii, spun o altă poveste. Friuli Venezia Giulia, Veneto şi Lombardia au produs mai multă emigrare decât Sicilia, Calabria şi Campania.
Nu este adevărat că am exportat doar faianţari, piţari şi ţărani: am exportat o mulţime de delincvenţi în cantităţi industriale. Acesta este numărul deţinuţilor în Statele Unite, numai pentru infracţiuni grave, în 1908.
Schio: înainte de boom-ul economic, foamea. O rară fotografie a unei familii patriarhale de ţărani din Schio conservată în Biblioteca Scledense. Din acele aşezări rurale vicentine astăzi laborioase şi opulente au plecat cu zecile de mii, şi-au ajuns să trăiască adesea tragedii ca aceea povestită într-o scrisoare culeasă de Emilio Franzina în cartea „Merica! Merica!”, de Bortolo Rosolen: „ Călătoria a fost atât de grea încât, după părerea mea, asemenea suferinţe nu i-ar fi fost date nici măcar câinelui meu pe care l-am lăsat în Italia.” Plângând o să le descriu...după câteva zile s-au îmbolnăvit toţi copiii mei dar şi femeile. Noi, care am adus 11 copii în America, am rămas acum cu 5, iar pe ceilalţi i-am pierdut. Vă las pe dumneavostră să judecaţi care este şi câtă a fost disperarea noastră adăugând că dacă mi-ar fi stat în puteri nu m-aş fi oprit în America nici măcar o oră.”
Veneto 1930: urme de ev mediu: în fotografia de arhivă a ziarului „Gazzettino”, soţ şi soţie în faţa „cason”-unui lor, casă tradiţionlă a aşezărilor rurale din regiunea Veneto. Suntem deja în 1930, trenul a fost inventat de 105 ani, telegraful de 79 de ani, telefonul de 74 de ani, faxul de 65 de ani, metroul electric din Londra de 40 de ani, cinematograful de 35 de ani, automobilele Mercedes de 30 de ani, avionul de 27 de ani, radioul de 24 de ani. Cu toate acestea din ţara nostră pleacă alte 280 de mii de persoane într-un an, deşi fascismul pusese frână emigraţiei şi pe pământurile care vor deveni câteva decenii mai târziu „locomotiva Italiei” există persoane care traiesc încă la fel ca în Evul Mediu. Nu se schimbase aproape nimic din acel 1877 în care administraţia comunală a oraşului Padova estima că din 3187 de case luate in arendă mai puţin de o treime erau „ casoni”. Cu alte cuvinte: „ Cuşti din lemn cu patru pereţi netezi, aşezaţi deasupra unui zid fără liant, căptuşiţi cu nişte coceni de porumb atât în interior cât şi în afară, unse cu lut: acoperişul este o structură din lemn în formă de piramidă, cu feţele externe împletite şi acoperite cu iarbă uscată sau cu paie, o uşă care permite intrarea oamenilor, şi în interiorul spaţiului strâmt o vatră deasupra căreia se află un orificiu pentru ieşirea fumului, una sau două ferestruici, căptuşite cu hârtie sau pânză (în loc de geam) sau chiar ochiuri de geam; ca podea aveau ţărână şi nimic altceva.”
Şcoli din lumea a treia- În fotografia lui Tino Petrelli, o clasă de şcoală primară din Africo (provincia Reggio Calabria) în 1948.
Recensământurile spun că în 1951, dintre locuitorii în vârstă de peste 6 ani, erau încă analfabeţi 5.456.005 italieni, egal cu 12,9 % din populaţie. Un procentaj înspăimântător (care ajungea la 24% într-o regiune din Sud nu atât de înapoiată ca Puglia) şi care urma să scadă foarte încet ajungând la 8,3% în 1961.
Oamenii cavernelor în Mergellina- În fotografia făcută în anii 60, interiorul unei grote locuite de câteva familii sărace din Mergellina. Nu se schimbase aproape nimic din acel 1951 în care primarul Achille Lauro explicase că: „după calcule foarte sigure şi eventual greşite prin lipsă la Napoli se trezesc în fiecare dimineaţă 80 000 de persoane care nu ştiu dacă şi în ce fel vor putea să-şi potolească foamea pe parcursul zilei.” Venitul italian pe cap de locuitor era atunci de 235 de dolari pe an, faţă de 1.453 de dolari în Statele Unite. Sudul Italiei era atât de sărac că venitul său mediu (130 de dolari) era inferior Iugoslaviei titoiste, care după spusele comisiei parlamentare de anchetă în 1951 ajungea atunci la 146 de dolari.
Vânzători de fleacuri - Tarabă plină de lucruri fără valoare a doi vânzători ambulanţi italieni în Franţa la începutul secolului XX. O fotografie care seamănă prea mult cu fotografii ale chinezilor, arabilor şi africanilor făcute în aceşti ultimi ani şi care face drepate în faţa celor ce spun, la fel ca şi scriitorul Rino Cammilleri că „ noi n-am fost niciodată < vu cumprà>” (termen depreciativ folosit pentru a desemna comercianţii imigranţi, ilegali şi abuzivi)
Navigând spre ură – În fotografia studioului Farabola, emigranţi la bordul navei „Principe di Udine” în 1926. Unii aveau să se îmbogăţească, cei mai mulţi nu. Toţi au fost primiţi, în Australia ca şi în Statele Unite, cu mare ostilitate. Un ziar din Melbourne din 1925 dedicat italienilor, în mare parte proveniţi din regiunile Veneto şi Piemonte redacta: „ Invazia pieilor măslinii”.
O singură cameră pentru a dormi, a munci, a găti – În fotografia lui Jacob Riis făcută pe Bayard Street în 1888, un grup de italieni îngrămădiţi într-o singură cameră într-o clădire de pe Bayard Street. El insuşi scria în cartea „Aşa trăieşte cealaltă jumătate”: „rapoartele poliţiei ce vorbesc despre bărbaţi şi femei care se omoară căzând de pe acoperişuri şi de pe pervazurile ferestrelor în timp ce dorm, anunţând că se apropie epoca marilor suferinţe pentru oamenii săraci. Se întâmplă în perioada caldă, când viaţa în case devine insuportabilă pentru a găti, a dormi şi a lucra toţi înghesuiţi într-o cameră mică, astfel încât clădirile exploadează, sensibile la orice fel de constrângere. Astfel, o viaţă ciudată şi pitorească se mută pe acoperişurile plate[...] În nopţile sufocante de iulie când ditamai clădirile ajung ca nişte cuptoare aprinse, din ale căror ziduri iese căldura absorbită peste zi, bărbaţi şi femei îşi caută neliniştiţi şi grăbiţi un culcuş pentru somn şi o gură de aer. Atunci, orice camion de pe stradă, orice scară de evacuare îngrămădită, devine un dormitor, preferabil oricărui alt loc din casă.[...] Viaţa în aceste căsoaie , în iulie şi august, înseamnă moarte pentru o armată de copii mici pe care toata ştiinţa medicilor nu-i poate salva.”
Astăzi suntem în stare să ne revoltăm când vedem condiţiile în care trăiesc unii imigranţi. Ne revoltăm împotriva lor ca şi cum ar fi alegerea lor să trăiască la fel ca într-un coteţ de porci. Rareori ne revoltăm împotriva noastră pentru că noi sutem cei care le oferim astfel de condiţii de trai. Ah....memoria scurtă...
„ Păsări flamingo” zdrobite la graniţă. În fotografia lui Judlin-Dalmas luată din săptămânalul „ A Şaptea Zi” din ianuarie 1962 saltul morţii în spatele localităţii Ventimiglia unde, în noaptea Anului Nou din 1962, a sărit şi s-a făcut zob Mario Trambusti, un tânăr florentin care încerca să intre in mod clandestin în Franţa. Era al 87 lea italian mort exact în acel loc. Şi acel 1962 era anul în care Dino Risi turna filmul simbol al Italiei care se îmbogăţea: „Il sorpasso” ( Depăşirea)
„Orfanii” de la frontieră. În fotografia ziarului „ Tempo illustrato” nr.7 din 1971, câţiva copii ai unor emigranţi în „ Casa copilului” din Domodossola. Un orfelinat. Dar dintre 120 de copii, 90 dintre ei erau „ orfanii de frontieră” ai căror părinţi lucrau în Elveţia, dar cărora prin lege le era interzis sa-şi ia familia cu ei.
Pe cărările exodului ilegal - În fotografia lui Jack Le Cuziat, publicată de ziarul „ Europeo” pe 5/03/1963, un lung şir de italieni care trec în mod clandestin graniţa cu Franţa. Cărările alpine erau bătute de secole. Pe 9/02/1958 în ziarul „Giorno”, marele Tommaso Besozzi scrisese că ( „ deşi cititorul va face eforturi să creadă”) erau cel puţin 10.000 de persoane numai din regiunea Calabria care traversau clandestin graniţa în a doua jumătate a anilor 50 „ cu un lung marş prin troienele de zăpadă din Vasubie”. Ca să intri în Franţa era de ajuns în acele vremuri doar buletinul dar „ nu puteau să creadă că oamenii puteau merge dintr-o ţară în alta cu atat de puţine formalităţi.”
Comerţul femeilor albe - „ Comerţul femeilor albe” nu este titlul unui roman foileton. Comerţul internaţional de femei destinate prostituţiei în cele două Americi de-a lungul si de-a latul Europei şi în Africa era între secolele XIX şi XX foarte înfloritor iar la cârma lui se aflau italienii. Fenomenul era atât de îngrijorător că în 1902 la Paris a fost organizată o conferinţă la care Italia îşi trimise ca delegat pe Raniero Paulucci de Calboli. Acesta, într-un eseu publicat in Nuova Antologia, se dezlănţui furios, de pildă, împotriva anumitor dubioase „birouri de emigrare” care făceau „un comerţ regulat de fete cu Egiptul” al cărui consul italian denunţase „numărul tot mai mare de bărbaţi şi femei italiene care trăiau din prostituţie şi care afirmase că „unii speculanţi aparţinând numeroasei clase de codoşi şi de exploatatori de femei”, profitând de cutremurul dezastruos din 1894 din Calabria „şi de mizeria creată în urma acestuia în regiune”, erau dìspuşi „să convingă tinerele femei şi fete calabrese să emigreze în Egipt dându-le speranţa că o sa-şi găsescă de lucru ,dar ,in realitate era pentru a le arunca în ghiarele desfrâului.”
Fraţii Mafiei, cu fratele preot – În fotografie fraţii Anastasia, una dintre multele familii mafiote italiano-americane: de la stânga şezând Antonio (Tony), Giuseppe (Joe), don Salvatore, Umberto (Albert). În picioare, în partea dreaptă a fotografiei, Gerardo şi nepotul Antonio. Tony era şeful puternicului sindicat al portuarilor, Albert( destinat să moară secerat de o rafală de mitralieră în timp ce se afla la bărbier) întemeietorul organizaţiei criminale Anonima Assassini. Don Salvatore, care a ajuns la New York din Calabria pentru a sta cu fraţii săi după ce s-a făcut preot, a jurat până în ultimul moment că nu ştia absolut nimic despre activitatea criminală a fraţilor săi: .” Tragedia vieţii mele a început cu un ziar lăsat de o bătrână pe băncuţele bisericii de pe Cromwell Avenue.” Era Crăciunul anului 1950 şi descoperii în acel ziar că,,,, Comisia pentru Crime l-ar fi interogat pe „capul lumii interlope newyorkeze„ Albert Anastasia. „ Am văzut negru în faţa ochilor, am avut frisoane, sângele îmi curgea din nas; Mi-am venit în simţiri a doua zi după ce mă ţinuseră cu masca de oxigen timp de 24 de ore.”
Arandora Star: tragedia ignorată – În fotografie Arandora Star, un transatlantic de croazieră sechestrat de autorităţile engleze la începutul celui de-al Doilea Război Mondial. Acesta a fost momentul în care, după declaraţia de război a lui Benito Mussolini, au fost încărcaţi, cu acuzaţia de a fi spioni în serviciu, sau potenţiali spioni, mai bine de 700 de imigranţi italieni în Marea Britanie. O captură ruşinoasă: mulţi erau indiferenţi în ceea ce priveşte politica, mulţi trăiau în Marea Britanie de 40 de ani şi aveau fii în armata britanică, alţii erau chiar antifascişti care trăiau de mulţi ani în exil sau evrei care au fugit din Italia după adoptarea legilor rasiale în 1938. Nava, pe care se aflau 500 de prizonieri germani (între care mulţi erau antinazişti şi evrei care căutau un refugiu dincolo de Canalul Mânecii) a fost interceptată de un submarin german pe 2 iulie 1940 fiind scufundată cu ajutorul torpilelor. Italienii care au dispărut printre valuri, urlând disperaţi în încercarea de a trece barierele de sârmă ghimpată întinse pe punte au fost în număr de 446. Dar, în ziarele din acele vremuri, nu s-a scris nici măcar un rând. Prima carte italiană care tratează acest subiect, a Mariei Serena Balestracci, a văzut lumina tiparului în 2002: la 62 de ani după masacru.
New Orleans, masacru în închisoare – Imaginea linşajului a 11 italieni în New Orleans luată din revista Illustreted American din 4 aprilie 1891 şi republicată de Richard Gambino în cartea „Vendetta” (Răzbunarea) editată de Sperling & Kupfer în 1975. Gambino povesteşte că mame care purtau copii în braţe se aplecau peste cadavre pentru a înmuia batistele în sânge ca suvenir.
Scritto il 06 agosto 2008 alle 19:55 nella Razzismo | Permalink | Commenti (4)
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...il caro Sergino non ha ancora finito di spiegarci come, quanto e perchè da ieri l'Italia è una paese più sicuro, quasi come l'Engadina, e di raccontarci come già ieri i granatieri abbiano sgominato una pericolosa banda costituita da uno scippatore, che... leggete l'ultima:
Casa Veltroni, furto nella notte alla villa affittata a Sabaudia - I ladri sono entrati nella villa mentre la moglie di Veltroni, Flavia, e la figlia più piccola, Vittoria, dormivano.
Una brutta disavventura per la famiglia di Walter Veltroni, che in questi giorni trascorre le vacanze sul litorale romano, a Sabaudia. La scorsa notte i ladri sono entrati nella villa affittata dai Veltroni per l'estate.I ladri sono entrati nella villa mentre la moglie di Walter, Flavia, e la figlia più piccola, Vittoria, dormivano [...] i ladri sono entrati forzando la porta d'ingresso e sono usciti senza che la signora Flavia e la piccola Vittoria si accorgessero di nulla. Magro tuttavia il bottino che i malviventi sono riusciti a sottrarre dalla casa: un computer, un i-pod, una videocamera e alcune centinaia di euro. Sul posto sono intervenuti gli uomini della Squadra Mobile e anche quelli del Gabinetto provinciale della Polizia scientifica per effettuare i rilievi. Le indagini sono affidate agli agenti della Mobile di Latina.
Sergino, noi komunisti ci poniamo, ovviamente, delle domande:
-1) la casa dell'ex-sindaco di Roma, attuale Parlamentare, attuale Segretario del PD, nonchè leader del "principale schieramento a Lei avverso", non rientra fra gli "obiettivi sensibili"? Oppure si presuppone che i delinquenti siano solo di sinistra, e di conseguenza gli "obiettivi sensibili" non possano che essere di destra, e solo di destra?
-2) Oppure, vista l'ora tarda, e l'assenza di telecamere, Ignazzzio aveva già ritirato le truppe? Forse Veltroni è protetto solo nelle ore d'ufficio? 9/13 e 14/18?
Vede com'è complessa la vita, Sergino? ieri il trionfo, con la decimazione di un'intera banda costituita da non meno di un borseggiatore; oggi l'ignominia di vedere violata (a Sabaudia, mica in un'isoletta delle Cornati) la magione del principale rappresentate eccetera. Abbia fede, Sergino. Domani potrà andarle meglio. O peggio. Chi può prevederlo?
P.S.: perchè affidare le indagini alla Squadra Mobile? io le avrei affidate agli efficientissimi Granatieri di Sardegna.
Tafanus
Scritto il 05 agosto 2008 alle 21:57 nella Satira | Permalink | Commenti (7)
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I morti sul lavoro sono il doppio degli omicidi; "Ma tutti sono concentrati su criminalità"
...a dare questa notizia, peraltro arcinota, non è "Il Giornale di Peppone", ma il CENSIS di De Rita (che, d'altronde, ha scoperto l'acqua tiepida, visto che le statistiche ufficiali sono a disposizione di chiunque voglia leggerle. Potrebbero farlo utilmente anche alcuni nostri lettori affetti da gravi forme di arcorismo acuto, anzichè perdere tempo con noi. Ecco i dati:
"...si muore di più sul lavoro o sulle strade che non a causa della criminalità o di episodi violenti. I morti sul lavoro sono quasi il doppio degli assassinati e i decessi sulle strade otto volte più degli omicidi. A lanciare l'allarme è il Censis, secondo il quale, tuttavia, "gran parte dell'attenzione pubblica si concentra sui fenomeni di criminalità". Nel 2007, sono stati 1.170 i decessi per motivi di lavoro in Italia, di cui 609 per infortuni stradali, ovvero lungo il tragitto casa-lavoro o in strada durante l'esercizio dell'attività lavorativa.
L'Italia è di gran lunga il Paese europeo dove si muore di più sul lavoro. Se si escludono gli infortuni in itinere o comunque avvenuti in strada, non rilevati in modo omogeneo da tutti i Paesi europei, si contano 918 casi in Italia, 678 in Germania, 662 in Spagna, 593 in Francia (in questo caso il confronto è riferito al 2005). I numeri crescono ancora se si considerano le vittime degli incidenti stradali. Nel 2006, in Italia, i decessi sulle strade sono stati 5.669, più che in Paesi anche più popolosi del nostro: Regno Unito (3.297), Francia (4.709) e Germania (5.091).
"Gran parte dell'impegno politico degli ultimi mesi è stato assorbito dall'obiettivo di garantire la sicurezza dei cittadini rispetto al rischio di subire crimini violenti", osserva Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, commentando i dati. "Tuttavia, se si amplia il concetto di incolumità personale, e si considerano i rischi maggiori di perdere la vita, risalta in maniera evidente la sfasatura tra pericoli reali e interventi concreti per fronteggiarli. Il luogo di lavoro e la strada mancano ancora di presidi efficaci per garantire la piena sicurezza dei cittadini, e spesso si pensa che perdere la vita in un incidente stradale sia una fatalità. I dati degli altri Paesi europei dimostrano che non è così..."
...quando, nel 2006, chiedevo a qualche arcorizzato di citarmi qualche provvedimento positivo fatto da Berlusconi & Associati, non c'erano santi: la "citazione unica" era: "LA PATENTE A PUNTI". Ora la mitica patente a punti (che in linea di principio, se gestita bene, avrebbe anche potuto produrre effetti positivi) ha esaurito, come dire, la spinta vitale, per due motivi:
-a) la gente ha capito che essere beccati in infrazione è più difficile che vincere al "Gratta e Vinci", vista la cronica assenza di controlli (quindi il ritiro dei punti è teorico);
-b) i punti tolti, a furor di Giudice di Pace, devono essere restituiti, perchè la Cassazione, con molte sentenze, ha fatto giurisprudenza: non possono essere tolti punti a residenti in zone dove siano assenti i centri di riqualificazione alla guida, previsti dalla stessa legge Lunardi. Devono cioè essere restituiti quasi a tutti, e quasi tutti, con tante scuse, e con l'accollo delle spese di giudizio. FINE DELLA FANTASTICA LEGGE SULLA "PATENTE A PUNTI".
E ora un consiglio alla AIAC (Ass. Italiana Arcorizzati Cronici): se proprio ci crescono dei soldi, anzichè mandare degli improbabili soldatini dove non servono, nelle ore in cui sono inutili, mandiamo tremila ispettori del lavoro nei cantieri (magari anche in quelli di Sensi e di Ligresti, che ne dite?); mandiamoli senza avvertirli prima; e mandiamo delle auto-civetta dove servono (sempre che ci sia qualche auto non rotta, e qualche coupon per la benzina). Insomma, se proprio dobbiamo spendere 600 milioni al giorno "del vecchio conio", perchè non proviamo a fare qualcosa di più utile che non regalare degli spots TV a ignazzzio?
Scritto il 05 agosto 2008 alle 12:07 nella Politica, Razzismo | Permalink | Commenti (8)
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...mi scuso, ma da ieri sono piuttosto "assenteista" dal blog... spero che Brunetta mi perdoni! Il fatto è che mi sono accorto all'improvviso che 2500 diapositive (mezzo secolo di storia della mia vita, delle mie vittorie e delle mie sconfitte) stavano improvvisamente sparendo sotto i colpi del tempo. Colori che si sbiadivano, viravano verso il rossiccio, perdevano definizione e contrasto...
...ancora qualche mese, ed avrei perso la mia "memoria storica" (cosa abbastanza sopportabile), ma anche quella dei miei cari. Allora ho intrapreso un'opera eroica: passarle TUTTE al proiettore, fotografarle in digicale con macchina su cavalletto, ed iniziare ad affrontare, a rate, una immane opera di correzione cromatica con Photoshop, una per una, e di catalogazione...
Spero ardentemente che una menata simile non capiti mai a nessuno di voi. 2500 diapositive sono una enormità. Sono 50 caricatori da 50 foto. Beh! agosto, quando non ci si vuole incolonnare in macchina sulla Salerno - Reggio Calabria (mitica opera che sarà pronta nel 2050) serve anche per questo.
Scritto il 05 agosto 2008 alle 08:00 | Permalink | Commenti (24)
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(ANSA) - ROMA, 3 AGO - Bersani, Iva giù? esplode l'evasione.
Tira aria nuova quanto a fedeltà fiscale. " Calano i consumi ed esplode l'evasione fiscale": questo è il significato delle cifre di Berlusconi sul gettito Iva secondo Pierluigi Bersani. "Il calo dei consumi c'è - spiega il ministro ombra dell'Economia - ma il 7% in meno di Iva, tenuto conto dell'inflazione al 4%, significherebbe oltre il 10% in meno di consumi, un dato assolutamente irrealistico. Si tratta dunque di evasione. Come avevamo previsto tira un'aria nuova quanto a fedeltà fiscale".
Tutto normale. D'altronde, al di la degli annunci del tipo "tana libera tutti", Berlusconi e il suo governo hanno rapidamente smantellato tutti i principali strumenti di lotta all'evasione, dall'indebolimento delle strutture di controllo, ala abrogazione degli incentivi, allo smantellamento della norma del pagamento di parcelle solo attraverso strumenti tracciabili.
Queste teorie non sono solo di Bersani o di komunisti della sua razza, come noi. Sembra che la pensino allo stesso modo persino gli economisti de" lavoce.info", in gran parte professori della Bocconi, e quindi non sospettabili di bolscevismo.
D'altronde, capire che un calo in quantità dei consumi di 0,5 punti, accompagnato da un aumento di prezzi nominali del 4%, avrebbe dovuto produrre un incremento delle vendite "a valore" del 3,5%, ed un parallelo ed equivalente incremento delle entrare IVA, non ci vuole l'Ufficio Studi di Bankitalia.
Se l'IVA non è aumentata del 3,5%, ma è diminuita del 7%, significa solo una cosa: che l'evasione è aumentata di olre il 10%. E l'evasione dell'IVA è il termometro, anticipato, della futura evasione delle imposte sul reddito. Non potremmo impiegare i soldatini di Ignazzzio anche per scovare quelli che si dimenticano di produrre scontrini e fatture?
Scritto il 05 agosto 2008 alle 04:59 nella Economia, Politica | Permalink | Commenti (6)
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Man mano che l’operetta di “Ignazzzio Il Guerriero” prende forma, la cosa assume sempre di più i contorni della pochade, tipo le vacche dell’Ente Sila, che venivano spostate rapidamente in camion, da una zona all’altra, per riempire gli allevamenti che Amintore Fanfani stava visitando. Peccato che il troll Sergino sia inopinatamente sparito, altrimenti avremmo potuto fornirgli molte, interessanti informazioni. Pazienza: lo faremo a beneficio di chi ha interesse a capire, e non ad arcorizzare.
Dunque, ho fatto una lunga conversazione con il mio amico, anonimo, dello stato maggiore dell’esercito. Il quale, appresi gli ultimi dettagli dell’operazione, mi ha precisato i suoi conteggi. Intanto non dobbiamo più ragionare il termini di pattuglie di due uomini, ma abbiamo appreso che si tratterebbe, se si potesse dire, di “trittuglie”. Poco importa se costituite da un forestale, un carabiniere e un ignazzziano. Stiamo ragionando in termini di “trittuglie-equivalenti”, per capire quale sarà l’apporto dei soldatini di Fiorello (pardon, del Generale La Russa). Per ovvie ragioni il mio amico, ufficiale di grado elevato dello Stato Maggiore, tiene famiglia, e non vi darà il suo codice fiscale...
Dunque, il “trittugliamento” di un “obiettivo sensibile” (cacchio, senza accorgermi, sto imparando a parlare come il Generale Fiorello…) richiede l’assegnazione di 22 uomini: tre uomini, per 4 turni di sei ore (che “costano”, spostamenti inclusi, 8 ore, per 365 giorni. Totale (3x4x8x365): 35.040 ore/uomo/anno. Meno due settimane - per un servizio di sei mesi - di addestramento.
Ogni uomo (vi risparmio il noioso conteggio che vi ho già fornito), può assicurare 1.720 ore/anno. Tremila soldatini potranno assicurare il “trittugliamento” h24 (continuativo) di ben 136 obiettivi: Avete capito bene: centotrentasei. Tremila soldatini = 136 trittugliamenti, 1 “trittugliamento = 22 soldatini.
Vediamo quali sono gli ambiziosi obiettivi del Generale Ignazzzio (quelli dichiarati): “trittugliamento di aeroporti, stazioni, ambasciate, consolati, stazioni del metrò a Roma, Napoli, Milano, e via trittugliando. Farò un piccolo esempio, sui numeri forniti dal Generale Ignazzzio: a titolo esemplificativo:
a Napoli sono destinati 150 militari: diviso 22, ci saranno meno di 7 trittuglie. Presidieranno giorno e notte 34 stazioni del metrò, due stazioni, un aeroporto, un porto, più le zone a rischio, alcune decine di consolati, eccetera. Immagino che si occuperanno anche di Scampia, di Ponticelli, di Barra, di Casoria, di Poggioreale, di Fuorigrotta, di Soccavo, di Pianura, di Licola, del rione Sanità, dei quartieri spagnoli..A proposito, a Napoli ci sarebbero anche 64 consolati, più il comando AfSouth, più lo US Navsl Support, più decine di alti ufficiali americani...
A Roma sono destinati, per ora, 135 soldatini: 195 freschi, di cui 65 destinati all'ex CPT. Totale, ben 6 (sei) trittuglie. si occuperanno di trittugliare 95 stazioni del metrò, un numero imprecisato di stazioni ferroviarie, 760 fra ambasciate e sedi consolari, una trentina di partiti politici, una ventina di sedi sindacali, e di case di politici e politicanti. Per i monumenti, lasciamo perdere: ci vorrebbero i caschi blu dell'ONU. Ovviamente trittuglieranno anche la Magliana, e qualche decina di borgate degradate. Però mi raccomando: che non siano trascurati "da Cesarina" in Via Sardegna, e il Gilda!!! non tralasciamo il Gilda!
A Milano soso destinati 170 soldatini, pari a 8 trittuglie: per 89 stazioni del metrò, 5 stazioni ferroviarie, un aeroporto, decine di consolati, più, of course, Piazza Duomo (poteva mancare? no! non poteva: e infatti è uno degli "obiettivi sensibili". Il più fotogenico.). Immagino che Ignazzzio, a Milano, non vorrà trascurare Quarto Oggiaro, il Gratosoglio, Cormano, Pioltello, Corsico, Assago, Cinisello, Cologno, eccetera... A proposito: a Milano, cercando sulle Pagine Bianche, ci sono 149 Consolati, 15 Ambasciate...
Ma veniamo al più bello: per ammissione dello stesso Generale Ignazzzio, di questi tremila soldatini, a regime 1060 saranno destinati a Roma, e mille ai CPT. Se la matita non m'inganna, ne restano 940 (cioè ben 43 trittuglie scarse, da distribuire su 57.500.000 di abitanti. Cazzzo, Ignazzzio!!! Non saranno mica tropppe, queste trupppe? non c'è il rischio di un ingorgo? Non si spareranno fra di loro??? Sa, quando c'è tanta gente, di tanti corpi, in tanti luoghi, gli incidenti da "fuoco amico" sono sempre in agguato!
E veniamo ad altri peresempi: a Torino 10 soldatini (80, meno 70 inviati al CPT): meno di mezza trittuglia; a Bari c'è una sfida all'OK Corral all'algebra: mandano in tutto 90 soldatini, di cui 115 destinati al CPT; in tutta la Sicilia sono previsti (per ora) ben 140 soldatini (50 a Palermo e 90 a Catania), "di cui" 210 destinati a servire nei CPT di Agrigento, Caltanissetta, Siracusa e Trapani).
Altri dati esilaranti, sempre di fonte Ignazzzio, riguardano il rapporto fra numero di obiettivi sensibili, e militari ad essi destinati; per dire: a Napoli 1 (Un) obiettivo, 29 addetti; a Roma 51 obiettivi, 797 addetti; a Milano 20 obiettivi, 174 addetti. Si passa dal calcolo di Napoli ( 29 addetti per obiettivo), a quello di Roma (15 addetti per obiettivo), a quello di Milano (9 addetti per obiettivo). Che efficienza, a Milano! E che accuratezza di calcolo, da parte di Ignazzzio! Per dirla tutta, abbiamo la netta impressione che Ignazzzio abbia sparato qualche cifra a cazzzio!
P.S.: Il Generale Buscemi, tirato per la giacchetta come comandante dei Vespri Siciliani, con l’educazione tipica del “civil servants”, con un giro di parole, ha detto: è una stronzata di pura immagine. Per i Vespri sono stati impiegati 20.000 militari, per sei anni, su una sola regione; adesso parliamo di tremila unità, per sei mesi (di cui mezzo mese per addestramento) su tutta Italia. Una idiozia, allo stato puro. Un supporto, considerato il numero dei soldatini (-85%), l'ampiezza del territorio da controllare (+1.100%), e la durata dell'operazione (anzzzi, dell'operazzzione: - 90%), buono per un numero di Lando Buzzzanca o dei Fichi d'India.
Che permetterà ad Ignazzzio di passare in rivista le truppe, in favore di telecamera. Presentatarm... Arm!
Scritto il 04 agosto 2008 alle 10:12 nella Satira | Permalink | Commenti (38)
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Scritto il 04 agosto 2008 alle 08:00 | Permalink | Commenti (24)
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...sembra una di quelle fandonie estive inventate da un blog brutto, sporco e cattivo come il nostro. Invece è tutto vero, tutto documentato, tutto riportato, stamattina, dai maggiori quotidiani italiani. Dunque, un tizio che sembra la macchietta del "mobilé de la Briansa" creata da Massimo Boldi; uno che per ragioni "misteriose" (ma non troppo) nomina ministre alcune "cavalle", come la Carfagna o la Michela Autoreggenti; uno che si fa fotografare con Angela del Grande Fratello seduta sul...; uno beccato a telefono a perorare la causa "artistica" di puttanoni di vario genere, ecco che all'improvviso scopre il "comune senso del pudore" e, con sprezzo del ridicolo, nasconde sotto un velo posticcio la innocentissima tettina del Tiepolo. Il cumenda che corregge il Tiepolo. Ma si può? L'inventore della TV-Spazzatura, quella che se non hai le tette di quinta misura in Mediaset non presenti neanche il Meteo o la Santa Messa. Ma che cazzo sta succedendo, in questo paese??? Ecco come il Corsera descrive l'avvenimento culturale del secolo:
La spiegazione del «ritocco»: turbava i telespettatori - E Palazzo Chigi «velò» il seno alla "Verità Svelata" del Tiepolo
"...le donne, a Palazzo Chigi, preferiscono vederle vestite. E non importa se quella che esibisce un seno — piccolo, tondo, pallido — se ne sta su una copia del celebre dipinto di Giambattista Tiepolo (1696-1770): «La Verità svelata dal Tempo ». Il dipinto, che Silvio Berlusconi aveva scelto come nuovo sfondo per la sala delle conferenze stampa, viene ritoccato. È successo. La testimonianza fotografica è inequivocabile. Prima si scorge un capezzolo. Poi il capezzolo sparisce. Coperto, si suppone, con due colpetti di pennello. La notizia è battuta dall’agenzia Italia alle 17,22. Un’ora dopo, Vittorio Sgarbi, critico d’arte di antica osservanza berlusconiana, ha la voce che quasi gli trema. «Cos’hanno fatto? Ma davvero?». Un ritocchino, professore. «Pazzi, sono dei pazzi...».
Ci vuole un bel coraggio, in effetti, a mettere le mani su un Tiepolo, sia pure in crosta. «E allora cosa dovrebbero fare con tutte quelle statue di donna sparse in decine di musei italiani dove spesso si ammirano seni da far restare senza fiato pure Pamela Anderson? ». L’arte, evidentemente, spaventa. «Oh... io spero davvero che la decisione di questo assurdo, folle, patetico, comico, inutile ritocchino sia stata presa all’insaputa del Cavaliere. Tanto più che se volevano fargli un piacere, cercando di non far associare agli italiani una tetta alla sua immagine di uomo, come dire? incline al fascino femminile, sono riusciti invece nell’esatto contrario. Ma si sa, almeno, chi è il responsabile di questa cretinata?». Non s’è capito subito, in verità. Poi il sottosegretario alla Presidenza Paolo Bonaiuti ha fatto personalmente qualche telefonatina. «E allora, beh, direi che è andata molto semplicemente: diciamo che è stata un’iniziativa di coloro che, nello staff presidenziale, provvedono alla cura dell’immagine di Berlusconi ».
Bonaiuti, scusi: ma cosa li avrebbe turbati tanto? «Beh... sì, insomma: quel seno, quel capezzoluccio... Se ci fate caso, finisce esattamente dentro le inquadrature che i tg fanno in occasione delle conferenze stampa». E quindi? «E quindi hanno temuto che tale visione potesse urtare la suscettibilità di qualche telespettatore. Tutto qui». C’è da dire che in occasione delle prime inquadrature ormai risalenti alla conferenza stampa del 20 maggio scorso (con il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia perfettamente centrata sotto la femminile Verità ancora scoperta) al centralino di Palazzo Chigi non risultano essere giunte particolari proteste da parte della cittadinanza italiana. Nè preoccupazioni per eventuali turbamenti vennero comunque al Cavaliere e al suo architetto di fiducia, che lo aiutò nella scelta del celebre dipinto: Mario Catalano, forse non casualmente già scenografo del memorabile programma di spogliarello televisivo «Colpo Grosso», condotto da Umberto Smaila su Italia 7 dal 1987 al 1991, con le ragazze, chiamate «mascherine», che — appunto — si facevano volar via il reggiseno cantando «Cin cin/ fruttine prelibate/ cin cin...».
...suvvia... questa storia dello staff del cavaliere, che di sua iniziativa, avrebbe compiuto su di un Tiepolo, sia pure in crosta, uno sfregio da prete di campagna (di quelli che hanno rovinato tanti affreschi preziosissimi per coprire tette e uccelli) non sta in piedi... chi oserebbe prendere una simile decisione senza l'avallo del Capo, che è uno che a Genova si è occupato più di fiorirere e mutande stese al sole che non di Bolzaneto e Diaz? Indro Montanelli, che il suo pollo lo conosceva bene, soleva dire che "...se Berlusconi avesse le tette, presenterebbe anche i varietà...".
E comunque, se un idiota simile esiste (e non può non esistere), che si faccia avanti; salvi il Capo dal sospetto di essere l'autore di questo attentanto al buon senso, prima che al buon gusto. Non permetta che questa incredibile (anzi, credibilissima) figura di merda, sporchi ancora di più la già non elevatissima immagine "cul turale"del Capo... Tafanus
...dobbiamo convenire che il "ritocco" operato su Mara Carfagna sia decisamente più importante e risolutivo di quello operato sulla "Verità" del Tiepolo...
Scritto il 03 agosto 2008 alle 12:21 nella Satira | Permalink | Commenti (13)
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Scritto il 03 agosto 2008 alle 08:00 | Permalink | Commenti (8)
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...come è noto a molti amici del blog fin dai tempi delle mie prime filippiche contro il rag. grillo, io ho un odio cronico per tutti i demagoghi, ed in particolare contro coloro che, nel loro furore demagogico, dimenticano volentieri di rivolgere a se stessi le accuse che con tanto furore ideologico rivolgono ad altri. Su segnalazione di Rita, dal sito www.italiainformazioni.com traggo queste interessanti informazioni su Renato Brunetta, nuovo fustigatore-parolaio, ed attento costruttore della propria immagine sul nulla. Dall'articolo segnalato, si scopre che questo mezzo politico appartiene alla sterminata schiera dei Savonarola alla grillo, e cioè di quelli che predicano bene, ma razzolano alquanto male... Assenteista, doppi e tripli incarichi... insomma, se appartenesse ad una delle categorie da 1200 euro al mese che ha preso con tanto ardore di mira (soprattutto per poterne parlare), sarebbe stato già licenziato più volte negli ultimi anni, ed anche citato per danni...
N.B.: La gnocchina che sovrasta la brunetta è tale Vanna Baldan, impiegata ASL, e candidata sindaca di Mira. Siamo certissimi che la suddetta non avrà sottratto neanche un'ora del suo lavoro alle ASL per farsi la ricca campagna elettorale, altrimenti la brunetta moralizzatrice si sarebbe ben guardata dal mostrarsi insieme (anzi, al di sotto) di lei. Tafanus
Il Piccolo di Trieste, citando il sito web radicale “Fai notizia”, evidenzia che il Ministro Renato Brunetta, che ha annunciato battaglia contro i fannulloni nella P.A, è stato tra gli euro parlamentari italiani più assenteisti.
Il ministro si piazza al 611/mo posto come presenze tra gli euro parlamentari, con una percentuale del 48,21%. [...]
Ma non è l’unico affondo contro il neo Ministro della Funzione Pubblica. Infatti si registra l’intervento di Alessandro Repetto, Presidente della Provincia di Genova, che con una lettera al Rettore dell’Università di Roma “Tor Vergata”, dove il Ministro è titolare di cattedra, ha chiesto di rendere pubblici i dati relativi all’impegno del professor Brunetta e i relativi compensi, relativamente agli anni in cui era Parlamentare Europeo. Al Magnifico Rettore dell’Università di “Tor Vergata”, il Presidente Repetto, ha chiesto ufficialmente, “nello spirito del principio di leale cooperazione istituzionale sancito dall’art 22 della Legge 241/90, se tra il 1999 e il 2008 il Prof. Brunetta, Professore Ordinario di Economia del Lavoro presso l’Università romana, abbia preso aspettativa o, in caso contrario, come abbia conciliato tutti i propri incarichi”.“E qualora abbia mantenuto attivo il proprio incarico di professore ordinario, quante ore di presenza abbia garantito e mantenuto a “Tor Vergata”, con quali retribuzioni relative ed eventuali ulteriori consulenze”. La richiesta è espressa in rispetto e sintonia con la stessa Operazione Trasparenza promossa e avviata dal neo Ministro [...]
Non è tenero col Ministro neanche Francesco Merlo che su Repubblica commenta: “… E basti pensare ai professori universitari - anche Brunetta lo è - che infatti non si contentano del doppio lavoro ma arrivano al triplo e al quadruplo, con le consulenze, gli articoli, la politica”. “Insomma, non si capisce perché il doppio lavoro porti lustro e credito sociale al professore universitario e al barone accademico che tanto più è stimato quanto meno si fa vedere all'università, e porti invece decurtamenti dello stipendio, licenziamento, disprezzo, ammiccamenti e smorfie moralistiche all'impiegato di concetto che di sera si trasforma in piccolo muratore”.
“Eppure Brunetta crede di essere il nuovo Falcone italiano perché, nel Paese degli abusivi e degli evasori, dei conflitti di interesse e delle mafie, dichiara guerra al bidello che smonta alle due del pomeriggio e poi, a partire dalle quattro, va a fare le pulizie in un condominio”.
“E vuole licenziare non il barone universitario che porta in cattedra moglie, figli e parenti vari, ma l'operaio comunale che, terminato il normale turno, sale sulla sua Ape carica di attrezzi e gira per le case di campagna, e ora aggiusta un rubinetto, ora monta un lampadario, ora sostituisce un interruttore. Il ministro vuol mettere alla gogna l'usciere del tribunale che usa il proprio tempo 'libero' per lavorare e poi ancora lavorare nello studio di un avvocato o in quello di un notaio o, comunque, dove può”.
Un attacco concentrico, una reazione “uguale e contraria” come nelle leggi della fisica. Una riflessione è d’obbligo: nessuno propugna di più l’uguaglianza e la giustizia, di chi ritiene di essere più uguale degli altri. Le regole in fin dei conti valgono per i comuni mortali e non per gli unti dal Signore. Si apre una stagione di lacrime e sangue per gli impiegati pubblici, ma i baronati non vengono scalfiti, le caste restano immuni e attraversano tutti i governi, di centro, di destra e di sinistra, come la spada entra nel burro.
I moralizzatori salgono sul palco montato dal discredito, e dall’alto di redditi pari a 15/20.000 Euro al mese, arringano le folle e tagliano per Decreto il salario delle guardie carcerarie che hanno uno stipendio di 1.350 euro al mese. Decreto Legge perché il provvedimento è “necessario e urgente”. Mentre i prezzi corrono incontrollabili.
Un esempio per tutti. La Finanziaria di Prodi, nel testo originale, prevedeva (per la seconda volta) che gli atti di compravendita di immobili, fino ad un valore di 100.000 Euro, potessero essere conclusi da un pubblico Ufficiale diverso dal Notaio, come i Segretari comunali. Questo provvedimento è stato immediatamente stralciato (meglio stracciato) dalla Legge e non se ne è più parlato, neanche sui media. La potente casta dei Notai è intoccabile. Prodi e Bersani non ce l’hanno fatta.
E allora cosa rimane delle campagne moralizzatrici? Della caccia al fannullone da dare in pasto al popolo delle Partite IVA? Rimane il sospetto che tutto sia preordinato a fare cassa, a privatizzare interi pezzi della Funzione Pubblica: a delegittimare l’apparato pubblico, per poterlo sostituire con qualcosa di diverso … e sconosciuto.
La Pubblica amministrazione non piace quando non funziona: piace ancor meno quando fa il suo dovere, quando controlla gli evasori, quando verifica i comportamenti di chi vuole approfittare. E paradossalmente si depotenziano oggi le Strutture cui sono affidati i controlli fiscali.
Tornano in mente le dichiarazioni di Silvio Berlusconi, rilasciate in più occasioni, in merito alla comprensibilità “morale” dell’evasione a fronte della pressione fiscale esistente in Italia: ma quale è per il Cavaliere il limite sotto il quale evadere il fisco diventa non solo illecito, ma “moralmente” censurabile? Gli effetti di questa nuova stagione “moralizzatrice” e di ricerca di “efficientismo” della macchina pubblica, non sono ancora del tutto delineati, solo due certezze: il taglio del salario dei pubblici dipendenti e l’orizzonte di un contratto da 60 Euro. Oltre l’orizzonte … l’indigenza. [...]
Ma c’è un’altra certezza: le caste intoccabili possono continuare a dormire sonni tranquilli: nessun divieto di cumulo di incarichi per i Deputati, per i Baroni delle Università e degli ospedali. Chissà quale altro latinismo si rispolvererà per continuare a consentire agli onnipotenti Primari ospedalieri, di fare il doppio lavoro: intra moenia o extra moenia….come vi piace... come vi pare. Nessuno “scippo” alle prerogative dei Notai, dei farmacisti, dei politici... Sarà sufficiente, per presentarsi immacolati al popolo plaudente, tagliare la testa di qualche impiegato pubblico, fare qualche visita fiscale la mattina di Natale ed il pomeriggio del prossimo Ferragosto, mostrare i sacchetti col denaro tolto dal salario accessorio, per potersi presentare come Robin Hood che ha tolto ai ricchi impiegati per dare ai poveri notai.
Saranno immacolati e senza colpa, i custodi della morale, i sacerdoti della giustizia sociale, incaricati di precipitare dalla piramide del potere i cadaveri dei dipendenti pubblici, per lasciarli cadere verso il popolo che troppo tardi si accorgerà di cibarsi di se stesso. Perché il pubblico impiego, il suo indotto e le famiglie che rappresenta, equivalgono a un terzo della Nazione, assicurano un servizio insostituibile e sono i garanti di una funzione vitale per la democrazia del Paese ... se ancora interessa.
...che nel pubblico impiego, così come nel settore privato, esistano dei fannulloni e delle persone perbene, è solo tautologia. Che gli attacchi (soprattutto mediatici) inizino non dai vertici della piramide sociale, ma dalla base, è immorale e idiota. Immorale perchè è più immorale il caso di un eurodeputato che continui a prendere le prebende da professore universitario, insieme a qualche marchetta giornalistica, che non il caso dell'impiegatuccio che arrotonda i suoi pochi euro, NEL TEMPO LIBERO, imbiancando un bilocale. E' idiota, perchè chi scava a picconate nella base della piramide, anche se ne occupa il vertice, sarà inesorabilmente tirato giù dal crollo della piramide.
Il Piccolo Vanesio Mezzasega ha iniziato a pubblicare sul sito del suo Ministero vignette belle e brutte sul suo conto. Per ora ne ha trovate solo di belle, ma forse possiamo aiutarlo a trovarne di brutte, ad inviargliele, a prendere nota delle vignette brutte non pubblicate. Per conto mio, nelle calme giornate agostane mi farò carico di raccogliere informazioni sui comportamenti del Prof. On. Min. Dott. Renato Brunetta: sui suoi doppi e tripli incarichi rovesciati carpiati, e sulla sua assiduità nelle aule parlamentari, in quelle universitarie, nei rapporti istituzionali cogli studenti, ed anche sulle sue frequenti comparsate televise. Insomma, può darsi che Brunetta sostituisca, nel mio immaginario privato, il Rag. Grillo. Con l'aggravante che Grillo è un poveraccio di ex-comico virato in cattivo politicante, mentre Brunetta è un sedicente luminare dell'Università Italiana.
Ma dove lo trova tutto questo tempo e tutta questa energia, questa mezza sega? Ed iniziare a dare il buon esempio, eventualmente licenziando se stesso, no? Tafanus
Scritto il 03 agosto 2008 alle 00:47 nella Politica | Permalink | Commenti (10)
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IL CASO ELUANA: L'idiozia all'opposizione
L'idiozia all'opposizione è qualcosa di ancor più deleterio, se possibile, dell'idiozia al potere. Perchè l'opposizione, non avendo "l'obbligo del fare", potrebbe almeno provare ad essere in sintonia con la gente. Così, oltre che disgustosa, risulta assolutamente incomprensibile la posizione assunta (anzi, non assunta) in aula dal PD sul caso Eluana, con l'astensione dal voto, che evidentemente ha reso felici la Binetti, Carra, ma ha scontentato la gran parte degli elettori di centro-sinistra. Repubblica ha appena messo in rete, da poche ore, un sondaggio sulla necessità ed opportunità di varare il testamento biologico. I risultati sono, al momento attuale: 98% favorevoli, 2% contrari. Il PD ha perso completamente il contatto con la gente. Cacciate l'attuale classe dirigente, prima che produca altri irreparabili danni.
BRUNETTA IL MINI-NARCISO, e le "VIGNETTE CHE ACCAREZZANO"
...accanto alle leggi e ai numeri degli uffici, adesso il sito del ministero per la Pubblica Amministrazione ha anche il suo angolo della satira. Raccoglie tutte le vignette che i giornali stanno dedicando all'azione del ministro Renato Brunetta contro lo statale fannullone. Le vignette visibili ieri, undici in tutto, danno un'immagine positiva del ministro moralizzatore, negativa invece del dipendente pubblico. Qualcuno, normale, se l'è presa.
Solo nella giornata di ieri, Repubblica ha ricevuto 600 tra lettere ed e-mail di ministeriali. Molte di queste hanno come destinatario il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in quanto "garante dei diritti costituzionali". Le lettere al Quirinale parlano di undici vignette "insulse e lesive" della dignità di milioni di lavoratori. "Utilizzare il sito di un'istituzione per fomentare l'odio contro i pubblici dipendenti - aggiungono - è una cosa inaccettabile. E andrebbero individuate precise responsabilità non solo politiche". Quindi si spera in un "autorevole intervento" del Quirinale perché sia interrotto un "uso privato e disgustoso della vetrina informativa di un ministero che ha un ruolo importante nel Paese".
Il ministro Brunetta è tranquillo: "Il sito del ministero raccoglie tutto il materiale che viene pubblicato sulle nostre iniziative. Articoli ed anche vignette, perché no? Vogliamo dare una documentazione completa. Oggi le vignette possono sembrare favorevoli al ministro", come quella del Foglio che etichetta Brunetta come il "Napoleone della Pubblica Amministrazione". Ma il ministro assicura che il sito "ne ha pubblicate anche di sgradevoli...
Siamo spiacenti di smentire il "piccolo principe" dei narcisi. Noi le vignette le abbiamo viste. Tutte. Non ce n'è una che presenti Brunetta per quello che è, un piccolo (in tutti i sensi) demagogo della mutua. Che ognuno si faccia la propria idea, se crede, guardando le vignette. La maggior parte sono di pura incensazione. Poche sono non contrarie, ma, al massimo, neutre. Quelle sgradevoli nei confronti del nanetto proprio non siano riusciti a trovarle. Colpa nostra, è ovvio... Cercheremo meglio, con l'aiuto dei lettori. Da parte nostra, aiuteremo la Brunetta (spero con l'aiuto dei nostri lettori) ad individuare e pubblicare le vignette "sgradevoli" che lui non è riuscito a trovare. Certamente le pubblicherà in tempo reale. Per ora quello che passa il sito della brunetta è tutto qui...
LE VIGNETTE SU BRUNETTA, CAMPIONE DELLA PUGNETTA
Le testate "nemiche" da cui sono tratte? Vanity Fair (1: omen nomen?); Corsera (5); Il Foglio (3, con tutta la dirompente intelligenza di Vincino); Repubblica (1); Il Resto del Carlino. Insomma, tutti giornali komunisti. Attendiamo segnalazioni di "altre" vignette "sgradevoli". Ma di "sgradevole" sulla Brunetta è più facile trovare foto che vignette...
Scritto il 02 agosto 2008 alle 08:00 | Permalink | Commenti (10)
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TUTTE LE CORDATE MINUTO PER MINUTO
23 Luglio: Agenzia Radicale
"...Benetton, Marcegaglia e Tronchetti Provera..."
24 Luglio: Corriere Canadese
"...Benetton, Ligresti, forse Colaninno, Fossati, Gavio, Marco Tronchetti Provera, Emma Marcegaglia..."
24 Luglio: Varese News
"...su Alitalia non c'è diponibilità di potenziali investitori..."
24 Luglio: ANSA
"...''Non c'e' nessuna fila dietro la porta di Alitalia per la famosa cordata italiana''. Cosi' il vicepresidente esecutivo di Management & Capitali, Giovanni Tamburi..."
25 Luglio: L'Opinione
"...Ora che i nomi sembrano esserci - Benetton, Ligresti, Toto, Gavio, Fossati, Tronchetti Provera, Marcegaglia, forse Colaninno – al Pd sembrano non andare bene. “La cordata per Alitalia – dice il senatore Pietro Ichino - è composta da imprenditori titolari di concessioni statali. Noi vogliamo sapere se questa disponibilità viene remunerata attraverso le concessioni. Se così fosse, il cittadino pagherebbe due volte”. Il riferimento è sia agli aumenti tariffari che dovrebbero premiare i concessionari autostradali Benetton e Gavio sia a Igli, la holding - partecipata da Atlantia (Benetton), Argo Finanziaria (Gavio) e Immobiliare Lombarda (Ligresti) - che controlla Impregilo, la società a cui il governo potrebbe restituire l’appalto per il ponte di Messina..."
25 Luglio: Il Messaggero
"...«Abbiamo i capitali». Silvio Berlusconi prima della riunione con Tremonti aveva dichiarato: «Abbiamo due cose sicure: abbiamo i capitali necessari per la nuova Alitalia e abbiano lo slogan: "Io amo l'Italia, io volo Alitalia"». È già, ha concluso, «una buona partenza»..."
29 Luglio: Affari Italiani
"...Alitalia: La Procura di Milano indaga sul presunto insider trading. Anche un sindacalista tra i sospettati [...] Indagato Pietro Zannoni, ex segretario generale del Snaut - Sindacato Nazionale Unione Trasporti..."
29 Luglio: MF Dow Jones Italia:
"...-"Ci e' stato chiesto di partecipare alla cordata italiana ed in via di principio riteniamo di poter dare il nostro contributo al rilancio della compagnia di bandiera, ma non abbiamo ancora visto un piano industriale, dei numeri o una proposta concreta da Banca Intesa. Non solo: non e' pensabile che il piano abbia successo senza la presenza di un partner internazionale disposto ad investire subito non tra due o tre anni". Lo ha dichiarato a il Sole 24 Ore Gilberto Benetton, che aggiunge come "la soluzione migliore per Alitalia sarebbe stata quella di vendere ad Air France, purtroppo le cose sono andate diversamente". Inoltre, prima di parlare di un investimento della famiglia Benetton in Alitalia, "bisogna valutare con attenzione il possibile conflitto di interessi..."
31 Luglio: Repubblica Finanza
"...ROMA - Cinquemila esuberi, che probabilmente saliranno a quasi 7 mila con AirOne, 90 aerei in arrivo, una cordata di imprenditori pronti ad entrare nella rinata Alitalia con circa 700 milioni di euro. Il piano è pronto a partire. Ma ad una condizione: "I sindacati non devono mettere i bastoni tra le ruote, altrimenti salta tutto, ha detto Silvio Berlusconi..."
31 Luglio: Corsera
"...Resta l'impressione che qualcuno voglia spingere il piede sull'acceleratore del commissariamento di Alitalia e ottenere dal governo, prima delle ferie, la rassicurazione che l'operazione ideata da Intesa Sanpaolo può partire. Senza il via libera dell'esecutivo infatti, la cordata che dovrebbe acquisire una parte di Alitalia, non riesce a quagliare. L'imprenditore Roberto Colaninno, ad esempio, sarebbe in attesa di garanzie sulla profittabilità dell'operazione e sul suo ruolo. Mentre Gilberto Benetton, altro nome tra i possibili acquirenti di Alitalia, in un'intervista, ha ammesso: «Non abbiamo ancora visto un piano industriale», arrivando a ipotizzare che «forse la soluzione migliore» era quella francese..."
31 Luglio: ANSA
"...Tutti i nomi' della cordata italiana per Alitalia 'saranno resi noti a settembre' afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Paolo Bonaiuti smentisce che ci sara' un Cdm a fine mese: 'Appena e' uscita la notizia ieri l'abbiamo smentita'..."
1° Agosto: RaiNews24:
"...gli imprenditori che compongono la cordata sarebbero Salvatore Ligresti, Luciano Benetton e l'armatore Gianluigi Aponte. Improbabile invece l'ingresso di Roberto Colaninno..."
1° Agosto: La Stampa
"...Berlusconi: la soluzione arriverà a settembre, ma forse servirà più tempo..."
1° Agosto: MF Dow Jones Italia:
"...il ruolo di pivot nella nuova compagine azionaria che interverra' su Alitalia dovrebbe andare a Roberto Colaninno [...] quindi Carlo Toto, la stessa Banca Intesa, Marcegaglia, Benetton, Ligresti, Gavio, Aponte, Tronchetti Provera, Fossati, i fondi Equinox e Clessidra..."
NESSUN TAFANO SI FA AVANTI CON UN CENTINAIO DI EURI?
Scritto il 01 agosto 2008 alle 18:55 nella Economia, Politica | Permalink | Commenti (7)
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ti segnalo questo libro, di cui allego l'immagine e una breve descrizione del contenuto. Le esilaranti avventure del nano di Arcore. Dal colloquio del responsabile di Banca Intesa San Paolo con Eugenio Scalfari alle parole del portavoce del PdL "Dal premier parole irricevibili" Cordialità, Giancarlo.
Caro Giancarlo, certo che lo scambio fra Passera e Bocchino può essere definito in qualsiasi modo, tranne che uno scambio di "alto profilo". Grazie per la segnalazione.
Tafanus
Scritto il 01 agosto 2008 alle 17:18 nella Satira | Permalink | Commenti (0)
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(di luca Piana - l'Espresso)
Una legge speciale per vendere la compagnia senza debiti. Con un costo per i contribuenti di altri 445 milioni. Così si prepara il regalo a Toto e Benetton
Un nuovo fallimento, una nuova legge per uscirne. Se l'Italia è il Paese delle troppe leggi, al punto da meritarsi un apposito ministro per sfoltirle, può sembrare incredibile che dopo mesi di tentativi la crisi dell'Alitalia possa richiedere una normativa speciale per trovare una soluzione ad hoc. Eppure il cambiamento della cosiddetta legge Marzano, disegnata solo quattro anni fa per il crack Parmalat, è il rebus attorno al quale nelle ultime settimane si sono interrogati i banchieri di Intesa Sanpaolo, il consulente al quale il governo di Silvio Berlusconi ha rifilato la patata bollente del salvataggio Alitalia.
Lo scorso 9 luglio sembrava fatta. Il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, era andato in Senato e aveva assicurato: "In Italia ci sono grandi aziende in crisi. Aggiorneremo la legge Marzano per accompagnare queste aziende". La fuga in avanti, però, è stata fermata venerdì 25 luglio, quando una nota del governo ha definito "destituita di fondamento" l'ipotesi di un immediato commissariamento dell'Alitalia, lo snodo necessario per avviare le procedure della Marzano, nella vecchia versione o in una nuova.
Per capire i dubbi che hanno determinato lo stop, che alcuni ritengono temporaneo, occorre ricostruire le difficoltà che la definizione del piano di Intesa ha incontrato. E, in secondo luogo, comprendere gli interessi che gli imprenditori che potrebbero essere coinvolti nel salvataggio sono interessati a difendere, mettendo in secondo piano quelli dei creditori, dai possessori del bond Alitalia ai fornitori di benzina. Creditori che, però, potrebbero rispondere con una valanga di ricorsi.
Stando a fonti de 'L'espresso', i punti fermi del piano Intesa sono i seguenti. Il primo è la nascita di una nuova società, nella quale avrebbe un futuro solo parte dei dipendenti Alitalia (si parla di circa 6 mila tagli). Il secondo è l'integrazione con l'Air One di Carlo Toto. Al suo fianco dovrebbero entrare in gioco alcuni imprenditori, con un ruolo di prima fila per la famiglia Benetton, già socia di Toto in alcune tratte autostradali e disponibile - pare - a investire nell'operazione circa 150 milioni. Sarebbe la fetta più grossa dei 700 milioni che, stando alle indiscrezioni più ottimistiche, potrebbero mettere sul piatto i nuovi azionisti, fra i quali dovrebbero esserci anche i costruttori Marcellino Gavio e Salvatore Ligresti, nonché i gruppi Marcegaglia e Aponte. All'ultimo minuto, poi, c'è chi spera nell'ingresso a sorpresa di Mediobanca, se prevarrà la linea del presidente Cesare Geronzi.
Dal punto di vista industriale, invece, il menu prevede la riorganizzazione delle rotte, con il trasferimento di alcuni voli da Fiumicino a Malpensa, mentre potrebbe essere tentato il colpo del ridimensionamento di Linate, dove si vorrebbe mantenere la sola navetta con la capitale.
Questi sviluppi, tuttavia, avrebbero una chance di concretizzarsi solo se le attività più o meno sane di Alitalia - una parte del personale e della flotta, i diritti di decollo - potessero essere separate dai debiti e dalle attività ormai senza speranza, come quelle ausiliarie di Az Servizi. Una condizione che Intesa ha indicato come essenziale al termine del mandato: così com'è, l'Alitalia non la vuole nessuno.
Qui nasce l'ipotesi della revisione della Marzano caldeggiata da Toto e soci, più cauti sul secondo scenario delineato da Intesa, che prevede un percorso lungo e ricco di incognite che manterrebbe in vita la vecchia Alitalia. La legge Marzano è nata nella versione attuale con il commissariamento della Parmalat e ha come cardine la possibilità di formulare un concordato con le diverse classi di creditori, facendo da scudo ad azioni legali e pignoramenti. Per Parmalat il risanamento è stato possibile perché, nonostante la gestione criminale di Calisto Tanzi, esisteva un'azienda in grado di vivere, una volta depurata dai debiti: ai creditori vennero offerte azioni della Nuova Parmalat, risarcendo in piccola parte i denari sfumati.
Per Alitalia il nodo sta nel fatto che oggi un commissario nominato dal governo avrebbe l'obbligo di formulare un piano di risanamento da sottoporre ai creditori. Ammesso che tutte le altre difficoltà possano essere superate, per separare la nuova Alitalia e avviare il piano Intesa il commissario dovrebbe offrire un rimborso quanto meno parziale. Toto e soci dovrebbero riconoscere un prezzo equo, in quote della nuova società o in denaro, utilizzando parte dei 700 milioni disponibili.
I problemi sono numerosi. Il primo è che alla cordata Toto i denari scarseggiano. Il secondo è che, se i creditori avessero azioni della nuova Alitalia, per i soci forti sarebbe più dura comandare. Il terzo è che il valore affidato all'Alitalia ripulita non potrebbe essere irrilevante rispetto a quello che, quando conferirà la sua Air One, si vedrà assegnato Toto. Il quarto è che il commissario avrebbe l'obbligo di cercare le migliori offerte possibili e, almeno in teoria, l'Air France - messa in fuga da Berlusconi quando voleva tutta l'Alitalia, debiti compresi - e altri concorrenti avrebbero il diritto di candidarsi a rilevare la parte buona della compagnia, offrendo un prezzo migliore e lasciando Toto & C. con un palmo di naso. Ecco il perché delle ipotesi, anche estreme, di revisione della Marzano, come la sterilizzazione totale della nuova Alitalia dai creditori e l'inserimento di un requisito di italianità per l'acquirente.
Gli esperti osservano che una revisione della legge fatta su misura presenta però non pochi rischi: "Certamente i creditori devono tener ben presente che, se non si trova una soluzione per ristrutturare la società, le possibilità di sopravvivenza appaiono scarse e che, in caso di fallimento, rischiano di perdere tutto", dice Silvia Lazzeretti dello studio legale Macchi di Cellere Gangemi. "Allo stesso tempo", continua Lazzeretti, "un eventuale commissario dovrebbe porre la massima cura nel cercare un ampio consenso con i creditori: qualunque siano le scelte, il terreno è minato e sono ipotizzabili diversi profili di impugnazione, in Italia e all'estero".
Quando il governo avrà sciolto i dubbi, si vedrà come saranno tutelati i creditori. Quel che appare chiaro già oggi è che per i contribuenti il conto sarà salatissimo. Dopo anni di perdite e i 300 milioni dell'ultimo prestito, al computo andranno aggiunte altre voci. Se è difficile calcolare quanto costerà la liquidazione delle attività che resteranno in mano pubblica, è già certa la cifra che il Tesoro rischia con le obbligazioni emesse da Alitalia nel 2002. Giulio Tremonti, ministro dell'Economia oggi e allora, ne aveva sottoscritta la fetta più grande: 445 milioni su 715.
LA SEA vuole un miliardo ma non lo avrà mai
Tra i numerosi spettatori interessati alle decisioni del governo sul tentativo di salvataggio dell'Alitalia, c'è anche la Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa. La Sea ha recentemente approvato un piano industriale che prova a prescindere dalla sopravvivenza della compagnia di bandiera, puntando fra l'altro sul rafforzamento dei voli del gruppo tedesco Lufthansa. Allo stesso tempo, però, la società si trova in una situazione delicata. Lo scorso inverno la Sea aveva chiesto all'Alitalia un risarcimento da 1,25 miliardi di euro per i danni subiti in seguito alla decisione della compagnia di ridimensionare la propria presenza a Malpensa, trasferendo numerosi voli a Fiumicino e togliendo, di fatto, la qualifica di snodo strategico allo scalo lombardo. La causa aveva avuto, tra l'altro, l'effetto di rendere più difficile la trattativa di Air France per rilevare l'Alitalia: il gruppo francese aveva chiesto al ministero dell'Economia, guidato allora da Tommaso Padoa-Schioppa, di essere posta al riparo dalle conseguenze dell'azione legale, una condizione difficile da soddisfare. In campagna elettorale il centro-destra, con il presidente lombardo Roberto Formigoni e il sindaco di Milano Letizia Moratti in testa, aveva cavalcato alla grande la fuga di Alitalia e il danno per i cittadini della regione. Se l'Alitalia verrà commissariata, però, anche una vittoria in Tribunale potrebbe non portare nulla alla Sea: la società maturerebbe un credito che finirebbe nel computo assieme a tutti gli altri. Dettaglio curioso: il ricorso della Sea era stato firmato dallo studio Bonelli Erede Pappalardo, lo stesso che ha fatto da consulente legale a Intesa Sanpaolo per studiare le modalità giuridiche dell'operazione di salvataggio Alitalia. [..]
...vogliamo iniziare a parlarne? Ipotizzare Benetton, Ligresti, Marcellino Gavio nella mitica cordata, è una cosa oscena, e per un semplice motivo: sono tutti personaggi in enorme conflitto di interessi. Conflitto fra i loro interessi, e quelli del Paese.
Prendiamo il merinos Benetton: avete pensato che basterebbe che il governo gli riconoscesse un a lira a chilometro di aumento delle tariffe autostradali per far pagare a noi, in maniera surrettizzia, la quota di Benetton nel salvataggio Alitalia?
La stessa faccenda, in scala minore, vale per Marcellino Gavio, toutes proportzions gardées... Del Ligresti, post-craxiano, proprietario di mezza Milano Sud, meglio neanche iniziare a parlare. Insomma, questa sporca faccenda elettorale di Alitalia rischia di trasformarsi in un dramma per 20.000 famiglie, in una catastrofe economica per il Paese, in una retrocessione dell'Italia in serie C1... Però gliela abbiamo fatta vedere noi, a Spinetta!
Biografie - Chi è Ligresti
Chiacchierato per i suoi presunti rapporti con la mafia, è finito in carcere per l'inchiesta "mani pulite" e condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione ha scontato la sua pena affidato ai servizi sociali. Salvatore Ligresti, il costruttore travolto dagli scandali, il tangentista che dava mazzette direttamente a Craxi, l'imprenditore che grazie ai suoi buoni rapporti con la politica è stato salvato dalle banche quand'era sull'orlo del fallimento, ora vive una nuova vita dorata.
Il piede che ha messo nella Rcs Media Group è solo l'ultimo tassello in ordine temporale.
L'abbraccio col neoduce Berlusconi sta dando grossi frutti. Il feeling tra l'ingegnere di Paternò e il cavaliere di Arcore però non è di vecchia data. Don Salvatore negli anni '80 era un concorrente di Berlusconi, come lui costruiva la sua fortuna sul mattone. Entrambi erano sponsorizzati dal PSI di Craxi, ma Ligresti ha sempre avuto riferimenti politici più ampi e articolati, che spaziano da AN alla vecchia DC.
Nato nel 1932 a Paternò, in Sicilia, da famiglia agiata. Ha frequentato il liceo classico e poi l'università di Padova, dove ha conseguito la laurea in Ingegneria. Negli anni '50 si trasferisce a Milano "in cerca di fortuna". Qui Ligresti si lega a Michelangelo Virgillito e Raffaele Ursini, due immigrati originari anche loro di Paternò. Gli insegnarono il "corsarismo" in finanza tanto che il giovane Ligresti superò il maestro e "rilevò" da Ursini il primo pacchetto di azioni Sai. Avrebbe dovuto essere una vendita simulata, ma Ligresti sostenne di aver regolarmente pagato e una sentenza gli diede ragione. La sua fortuna crebbe rapidamente tanto che negli anni '80 Ligresti era l'immobiliarista più potente di Milano. In questi anni acquista a destra e a manca quote azionarie di società di gran nome come Cir, Pirelli e Montedison. Sotto l'ala di Cuccia e Craxi entra in Mediobanca.
Nel 1986 scoppia lo scandalo delle aree d'oro: Ligresti viene indagato per corruzione, ma alla fine se la cava con piccole condanne per abusi edilizi. Passata la bufera come sempre si rialza e sei anni dopo, nel '92, viene travolto da "tangentopoli".
Il 16 luglio '92 finì a San Vittore. Dopo quattro mesi mise a verbale una deposizione fiume che consentì al pool anti-corruzione di arrivare a Craxi. I guai seri arrivarono con l'inchiesta Eni-Sai, coimputati l'ex finanziere Sergio Cusani e lo stesso Craxi. Altre vicende giudiziarie le ha chiuse col patteggiamento: quelle per le tangenti per i piani edilizi di Pieve Emanuele e per l'ampliamento del palazzo di giustizia di Milano e il processo per la svendita del patrimonio immobiliare dell'Ipab.
Ed ora con questo curriculum alle spalle entra trionfante in via Solferino. Da finanziatore di Craxi a sostenitore di Berlusconi, il passo è stato breve.
21 luglio 2004 - (pmli.it)
...aggiungiamo solo che adesso, con questo formidabile curriculum alle spalle, entra nella cordata di "volontari del soccorso aereo". E ricordiamo all'estensore di queste note biografiche che Ligresti era anche molto amichetto di Formigoni, e che dalla regione Lombardia aveva avuto tante, belle convenzioni con le sue cliniche. In una delle quali (la clinica Galeazzi), se non ricordo male, bruciarono vive undici persone, perchè la fantastica camera iperbarica targata Ligresti aveva i serbatoi del liquido antincendio vuoti, con le ragnatele dentro. E l'obbligatoria "sorveglianza a vista" stava sorvegliando qualcosa d'altro. Che merda di paese!...
P.S.: GIOCHIAMO ALLA CACCIA ALL'ERRORE:
"...l'identità dei membri della cordata italiana rimane ancora avvolta nel mistero. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti ha fatto sapere che "tutti i nomi saranno resi noti a settembre". Ma niente Cdm sull'Alitalia a fine mese..."
"...martedì mattina, nelle commissioni riunite di Camera e Senato, il governo presenterà un'informativa sul caso Alitalia. Dopo le richeste avanzate dal gruppo Pd di palazzo Madama e dal gruppo Udc di Montecitorio, l'esecutivo "è pronto a fornire al Parlamento quanto prima ogni chiarimento", ha detto il ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito..."
Due dichiarazioni, entrambe di ieri, di due sedicenti "autorevoli membri del Governo". Uno che assicura che "i nomi saranno resi noti a fine settembre (la Finocchiaro chiede di quale anno); l'altra che assicura che TUTTI i chiarimenti (anche i nomi?) saranno "forniti quanto prima".
Quanto "quanto prima"? e fra TUTTI i chiarimenti cu saranno anche i nomi, quelli che invece Bonaiuti promette per fine settembre? Ma non avrebbero essere stati forniti "immediatamente dopo la chiusura delle urne"? O forse il nano di arcore alludeva alle urne funerarie contenenti le ceneri di Ali Taglia?
Scritto il 01 agosto 2008 alle 16:00 nella Economia, Politica | Permalink | Commenti (2)
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Municipio in bancarotta, senza più soldi per la luce. Cantieri incompiuti ovunque. Opere inaugurate e abbandonate. Vita di una città con l'acqua alla gola
Uno squarcio lungo 508 metri e largo 176, nel cuore della città. Terriccio sbancato cinquant'anni fa, palizzate cadenti, arbusti rinsecchiti, e in mezzo al buco le ultime tre baracche di rom rimaste dopo lo sgombero. Ora pare davvero che ci metteranno mano, alla ricostruzione di Corso Martiri della Libertà. Ma 'il cratere', come lo chiamano, è così da quando, 35 anni fa, il ricorso di un ingegnere bloccò a metà l'orrenda cementificazione con cui Istica, allora società di emanazione vaticana, aveva spianato e rifatto l'intero corso Sicilia. Desolante immagine di una città vitale ma inconcludente. Bellissima nel suo barocco settecentesco ma all'abbandono. Fiera della sua movida notturna e delle famiglie a spasso fino alle ore piccole a ingollare granite di mandorla, orgogliosamente indicate persino dalla ragazza del trenino per turisti; ma incapace di portare a termine alcunché. Lavori fermi, vite sospese, inaugurazioni fasulle, soldi al vento, questa è Catania. E casse vuote: il neosindaco Raffaele Stancanelli, di An ma legatissimo al presidente della Regione Raffaele Lombardo "fin dai tempi in cui eravamo compagni di banco ai Salesiani", si ritrova sulle spalle il mostruoso buco finanziario, specchio di quello fisico di corso Martiri, accumulato nei sei anni di gestione dell'ex-sindaco Umberto Scapagnini, il medico di Berlusconi ora senatore di Forza Italia. La fotografia che Stancanelli fa della sua città è impietosa: "Abbiamo debiti per novecento milioni di euro, mezza Catania è al buio perché dobbiamo 16 milioni alla società che gestisce l'erogazione, i fornitori aspettano 140 milioni, le cooperative che assistono anziani e malati non pagano gli stipendi da mesi. E i debiti fuori bilancio neanche sappiamo a quanto ammontano. Nel disastro c'è di buono che non mi si può ricattare: i soldi sono finiti, non ce n'è per nessuno!". Spera di salvarsi trattando con la Cassa depositi e prestiti l'allungamento della restituzione del debito, tagliando 18 milioni di rate all'anno: ci sarebbero due istituti di crediti pronti a rifinanziare, Hsh e Banca di Scozia. Sempre che Tremonti non gli faccia lo sgambetto. Sennò il Comune dovrà dichiarare il dissesto, i fornitori saranno pagati al 30 per cento, duecento aziende falliranno, le addizionali locali saliranno alle stelle. E Catania sprofonderà peggio che sotto l'eruzione del 1669.
Da senatore non s'è dimesso, Stancanelli: "Ma se appena insediato mi hanno iscritto nel registro degli indagati per occupazione abusiva di suolo demaniale!". Vero. Alla prima uscita pubblica aveva inaugurato il solarium, grande piattaforma in legno sul lungomare, fatta perché i catanesi si godessero i bagni, senza ingolfarsi in un traffico infernale per arrivare fino a Plaja. Per una settimana ci si sono stipate duemila persone al giorno, incuranti, come l'amministrazione che li ha messi, dei due cartelli a lato che recitano uno 'divieto di balneazione' e l'altro 'attenzione, non ci sono bagnini'. Poi è arrivata la Guardia costiera che ha chiuso e sequestrato il solarium fuorilegge: e adesso se appena t'azzardi a oltrepassare il nastro che lo circonda ti blocca uno dei 540 vigili in forza al Comune: per la cronaca, 5 semplici e 535 ispettori. Così si campa, in una città con l'acqua alla gola.
È il regno dell'una tantum. Nel senso che, come il solarium, le cose si usano una volta e via. È penoso ficcare il naso nel teatro di viale Moncada al quartiere Librino: struttura modernissima, la inaugurarono dieci anni fa, ci fecero una rappresentazione il primo Natale, poi fine dei giochi e delle recite. Ora lì dentro, in quelli che erano i camerini ormai senza infissi, ci smantellano i motorini rubati, e un puzzo ti prende alla gola perché ci bruciano i fili elettrici per liberarli dalla plastica e vendersi il rame. Ma il muraglione di palazzi del Librino è così, quasi una incontrollabile deformazione umana dell'algido piano architettonico disegnato da Kenzo Tange nei primi anni settanta: come Secondigliano a Napoli, come lo Zen a Palermo. "Lo vede? Venti milioni di euro sono costati quel palasport e quella villa coi campi di calcio. Crede che mio figlio ci abbia mai potuto mettere piede?", indica Armando Battaglia, lavoratore sull'autostrada e sindacalista. All'altro lato della strada, sul marciapiede del famigerato Palazzo di cemento, stazionano spacciatori in passamontagna, e sono le 11 di mattina. Ma quando con un minimo di circospezione chiedi ai ragazzi del posto qualche dritta per aggiornare lo schemino delle cosche, i Santapaola e i Laudani, i sottoclan, le spartizioni, le guerre e le tregue, il ventiquattrenne Totò ti guarda col sopracciglio all'insù e ti dice: "Scusa, ma perché dovrei mettermi a spacciare quando posso aiutare un politico e poi candidarmi alle prossime elezioni per la circoscrizione, che se mi va dritta arrivo in Comune, e se mi va storta un posto comunque quelli prima o poi me lo danno?"
Ecco la politica, l'amministrazione, a Catania. Del tutto assente quanto ai servizi che dà a cittadini abituati a farne a meno. Onnipresente e pervasiva come rete di sottolavori, mance, piccoli scambi preelettorali, luccichìo di ipotetiche chance personali, imbuto obbligato di aspirazioni e speranze. Tutto dipende da quello che il politico ti lascia o non ti lascia fare: come le centinaia di bancarelle abusive che ogni martedì circondano la caserma dei vigili e la sede della municipalità del Librino, dove Scapagnini lo acclamavano perché non mandava mai un controllo e non lasciava aprire neanche un piccolo supermercato. [...]
Dai tempi del "rinascimento" di Bianco, del centro di eccellenza dell'informatica, della STM, di Pistorio, sembrano passati mille anni. Non ne sono pasati dieci. Catania rientra nella norma: ridiventa Catania, quella dei Costanzo, dei Lombardo, dei Cavalieri del Lavoro. Altrui.
Scritto il 01 agosto 2008 alle 12:00 nella Economia, Politica | Permalink | Commenti (6)
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Scritto il 01 agosto 2008 alle 08:00 | Permalink | Commenti (16)
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