La storia della civiltà e’una storia di lotte di classe, diranno subito i miei stimati lettori…e invece no. La storia e’ una strenna di previsioni ceffate e di solenni topiche. Nel 1883 Friedrisch Engels scisse:
“Il Manifesto rende piena giustizia all'azione rivoluzionaria che il capitalismo ebbe nel passato. La prima nazione capitalista è stata l'Italia. Il chiudersi del medioevo feudale, l'aprirsi dell'èra capitalista moderna sono contrassegnati da una figura colossale; è quella di un italiano, il Dante, al tempo stesso l'ultimo poeta del medioevo e il primo poeta moderno. Oggidì, come nel 1300, una nuova èra storica si affaccia. L'Italia ci darà essa il nuovo Dante, che segni l'ora della nascita di questa nuova èra proletaria?”
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…e invece no, potremo dire: l’Italia, oltre al favoloso primato di essere la prima nazione capitalista è anche quella a vantare il primato, dopo 125 anni, di annoverare il capitalismo più retrogrado e sgangherato di tutte le nazioni civili. Invece di darci un nuovo Dante, ci ha dato le televisioni del fascionano. Primato che contende ad un incollatura la più progredita Tailandia, che a furor di popolo riuscì in qualche modo – ci sta provando ancora a suon di sganassoni con i degni successori – a liberarsi dai quotidiani lavaggi del cervello, che il popolame italiota invece tutt’ora ingurgita scodinzolando.
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Nel suo editoriale di domenica 7/9, Eugenio Scalfari ha intravisto nella persona di Veltroni, il “principe” di machiavellica ispirazione a cui spetta l’incarico di scuotere l’alternativa politica, riaccendendo la luce in un opposizione stanca e lacerata. Mi si permetta, per una volta di contraddirlo: il “principe” a cui Machiavelli si ritiene essersi ispirato, come liberatore dal giogo straniero, soffriva, forse ad insaputa di chi lo lodava, di problemini venerei e finì infatti distrutto dalla sifilide (sempre nell’ottica delle previsioni ceffate). Veltroni ovviamente è uomo al di sopra di ogni sospetto, tranne quello di opporsi con la consistenza di un purè di patate, alla galoppante sindrome neo-fascista. Veltroni, tra le altre amnesie, dimentica anche l’esistenza di un articolo della nostra Costituzione che vieta categoricamente e senza mezze parole, l’apologia e la ricostruzione del partito fascista. Ma tant’è: i signorotti del governo feudale dicono che sono tutte belinate, che i fascisti, infondo, erano brava gente, Tutto sommato a Salò, per passare il tempo mangiavano la merda e in fondo non c’è da stupirsi che oggi cerchino di farla mangiare anche a quelli che credono che il fascismo sia proprio quello che mangiavano a Salò. Buon appetito anche a Veltroni.
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Se non mi sbaglio, in Italia esiste ancora una maggioranza di elettori che, per dirla in termini generici, stanno a sinistra. Stare a sinistra, nel gergo odierno, significa stare dalla parte che sostiene i principi basilari della democrazia e del dialogo, dell’internazionalismo e della laicità. Se ho dimenticato qualcosa, me lo si aggiunga. E’una forza che il fascionano ha saputo spezzare e sistematicamente polverizzare, sacrificando in olocausto tutti i valori fondamentali del vivere civile, che l’Italia era riuscita a mettere insieme col sangue, il sudore ed il sacrificio di piccoli e grandi uomini. Per cosa? Per mettere a riparo la sua roba e le sue chiappe, braccate dai molossi del giudizio. Ed ora? Ecco: mi ricorda un romanzo di Buzzati, che narra la vicenda di un 49enne scapolo che spende le sue energie economiche e vitali per conquistare una puttana d’alto bordo. La ottiene ed infine si rende conto che tutto questo era solo per tenere lontano il fantasma della morte.
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Non faccio previsioni, per pura coerenza con le mie premesse. Ma per sotterrare definitivamente questo capitolo occorre veramente una forza nuova, non una forza solo d’opposizione, ma una forza di unità così come ho descritto nel mio precedente articolo. Non basta più e non è mai bastato, come si evince dall’odierna situazione, condannare, ridicolizzare, snobbare, ironizzare, starnazzare, scandalizzarsi : gli imbecilli godono della ribalta, anche mostrando la loro pochezza, le chiappe sbragate ed il nulla che v’è dietro. Il successo mediatico dei clown, ne è la controprova.
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Il PD vanta ancora il 34% dell’elettorato italiano. Assieme allo sbriciolamento massimalista, per autocondanna e mancanza di elasticità, un unione sociale, senza bandiere di alcun riferimento, tranne quella che sventolasse per una civiltà laica, realmente antifascista e progressista, avrebbe oggi la maggioranza.
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