L'ARRIVO Dovrò pur cominciare l'improbo lavoro di rendere pubblico ciò che ho fatto, visto, e più o meno apprezzato in questa settimana d'assenza. Iniziamo da Napoli, dall'arrivo nel bellissimo Bed&Breakfast di via Caracciolo. Camere molto grandi e belle, vista sul porticciolo di Mergellina e su profilo di Capri, ma quarto piano di quelli antichi (da 5 metri ciascuno) con l'ascensore nuovo non ancora attivo... Connessione a banda larga in tutte le camere. Peccato che non funzioni neanche alla velocità del vecchio analogico. Pazienza, vuol dire che "staccherò la spina", almeno parzialmente.
Meno male che nel mio albergo c'è anche Patrizia, cugina di Marisa, primario a Bari... Almeno se finirò stroncato al terzo piano e mezzo, il tutto avverrà con la migliore assistenza medica possibile...
E meno male che ci sono anche Marianna e suo marito Riccardo, che mi attenderanno a livello strada, per aiutarmi ad issare due valige per 20 metri...
IL MATRIMONIO Il giorno dopo, matrimonio della mia penultima nipotina libera, Maria Sole. Matrimonio misto. Una terrona di Napoli, con un terrone di Roma. Chiesetta, deliziosa, si Santa Maria del Faro, a Marechiaro. C'è vento forte, tanto sole, cielo limpido. La penisola sorrentina sembra quasi di poterla toccare.
Tanta gente, da Napoli, da Milano, da Bari, da Roma (città dello sposo, e prossima residenza di Maria Sole), dall'Honduras (Gaetano con Lidia e Mae)... tanto casino, tanti giovani, molta allegria. Incontro tanti vecchi amici dei tempi che furono (Università, qualche anno di lavoro). Potrebbe essere una città meravigliosa... Lo è stata, e sono certo che prima o poi tornerà ad esserlo. La monnezza dalle strade "bene" è sparita, ma nessuno sa dire o si chiede dove sia finita. Lo sanno gli addetti ai lavori: le stesse discariche di sempre, ora coperte, come centrali nucleari, da segreto e protezione militare.
Dove sono finite le donne piangenti, che bloccavano le strade verso le discariche giurando che tutti i loro figlioli erano affetti da gravi malattie (da tumori in su?) Nessuno sa dirlo... Qui, comunque, nella stradina di Marechiaro, sembra di essere in un'altro mondo.
La cerimonia non è lunga, per fortuna, ed io la seguo dall'esterno, guardando Capri, le regate, e chiacchierando con chi viene fuori a fumare una sigaretta. La chiesa è piccolina, e ci fornisce un alibi perfetto per restarne fuori.
Il "dopo" è perfetto. Nessuno sembra aver voglia di lasciare quel pezzetto di paradiso che è Marechiaro. Si ciacola, si scattano foto, si guarda con una certa invidia la bellissima gioventù che accompagna on questa giornata Maria Sole, ed il gruppo delle cugine e cugini storici (fra cui le mie Marzia e Marianna).
Marianna, amica del cuore di Maria Sole, è alquanto commossa. Marisa e Marzia meno. Lasciamo il sagrato di Santa Maria del Faro senza fretta. Sembra che nessuno abbia voglia di andarsi a rinchiudere il un ristorante, per quanto bello. Però è giunta l'ora... tutti in macchina, destinazione Villa Belvedere, al Vomero. Altri panorami, altra carrellata su questa città alla quale sembra mancare sempre qualcosa per essere meravigliosa. Il trasferimento al ristorante non è traumatico. E' sabato, poco traffico, e stiamo trasferendoci da un posto bello in un altro posto bello: Villa Belvedere, al Vomero. Vecchia villotta nobiliare, vista stupenda sul Golfo, Su Castel dell'Ovo, ora adibita a celebrazioni di vario genere.
Per fortuna il tutto si svolge come dovrebbe essere sempre... meno di 47 portate, piatti raffinati ma non pantagruelici, musica "etnica" (cioè napoletana). Non sono riusciti ad ingaggiare Apicella. Pazienza... ci accontentiamo di due posteggiatori forniti di mandolino e di una discreta voce.
Maria Sole non ha l'aria distrutta. Il tutto si svolge con grande allegria. Il lavoro grosso lo ha "sbrigato", con grande aiuto da parte dei suoi, nei giorni precedenti. Al pranzo ci arriva distesa. Io un po meno... Quando si tratta di cerimonie, non vedo l'ora che finiscano. Non sono più abituato a giacche, cravatte e scarpe di cuoio.
Per fortuna il pranzo è leggero: antipasti ed assaggini in quantità, ma tutti molto delicati, e poi pranzo leggero, che include una favolosa spigola portata per l'occasione da un elicottero della Guardia di Finanza
Nel tardo pomeriggio, ritorno in albergo (20 metri di scalata con le scarpe in mano), per goderci il tramonto sul golfo. Poi una ripulita, e quindi a casa della sorella di Marisa, a Posillipo, a godere di un'altra vista stupenda. Prima tramonto, poi notturna, sul golfo. Dopo il gran vento, le luci della penisola sorrentina e di Capri sembra di poterle toccare.
Peccato... riusciremo mai a recuperarla, questa città? Domani è un altro giorno. Ci attende una pranzo leggero, spero una passeggiata per Napoli semideserta per la giornata domenicale, e poi a sera una pizza informale fra amici che non abbiamo incontrato. Marisa ed io, Pupetta ed il suo zito, Marco...
Sono molto curioso di incontrarli. Peccato non averlo deciso prima ed in maniera più formale. Avremmo potuto allargare la cosa ad altri Tafani. In fondo, però, è meglio così... Trenta persone mettono allegria. In cinque o sei si riesce a conversare insieme dello stesso argomento. Ma questa è storia di domani... (Continua)
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