Lasciare Napoli: lunedì si riparte per Roma. O, almeno, si tenta di ripartire. Il percorso da Posillipo alla Stazione Centrale è un tormento (sapremo poi che c'erano delle dimostrazioni di lavoratori Alitalia). Arriviamo in stazione pochi minuti prima della partenza del treno per Roma. Il treno non è segnato sul tabellone. Solo per caso Marisa riuscirà ad interpretare un muggito proveniente dagli altoparlanti per un avviso che riguarda il nostro treno: "Il treno partirà non più da Centrale ma da Campi Flegrei".
Cazzo! e ce lo dite 5 minuti prima? Un gentile ferroviere ci rassicura: "Signurì, non vi preoccupate... prendete la metropolitana per Campi Flegrei. Chillu 'u treno v'ascpetta!" Così è. Con 45 minuti di ritardo, già stanchi, trafelati e incazzati, saliamo su un IC le cui condizioni ci fanno pensare con nostalgia ai treni per Nairobi. Cessi rotti e già sporchi, vetri del finestrino dai quali si intuisce che a sinistra del treno c'è il mare, porte dei cessi che o non si chiudono dall'interno, o si chiudono ma poi si deve sfondare la porta per riaprire, puzzo di fogna in tutto il vagone, foderine dei poggiatesta che è prudente non sfiorare neanche con una canna da pesca. Basta così? Ci sarebbe dell'altro, ma lasciamo perdere...
In tutto questo Napoli non c'entra nulla. Trenitalia non è un'azienda napoletana. E' un'azienda gestita dagli "uomini del fare" di nomina romano-brianzola. Avvicinandoci a Napoli, ci calmiamo. Siamo riusciti ad avvertire del nostro ritardo, e ci sentiamo più tranquilli. E poi stiamo andando a Roma, la città più bella del mondo!
Roma inizia prima di Termini. Pezzi di acquedotto romano iniziano ad intravedersi prima dell'ingresso in stazione, e ci seguono in pratica fino in città. E' uno spettacolo che ho visto mille volte, ma al quale non farò mai l'abitudine.
Ieri erano già arrivati Rosana, Claudio r., Silvano. Ci ritroviamo tutti. La giornata è di quelle impagabili: sole splendente, aria fresca, Roma come te la immagini. Provo a sentire le mie ossa percorse da brividi alenaneschi di pericolo incombente. Colpa mia, certamente, ma non ci riesco.
Ancora questo nano fisico e politico non è riuscito ad instaurare il Terrore nella città. Oppure non c'è mai stato, e lui si accampa il merito di averlo fatto sparire? I suoi manifesti autopromozionali direbbero questo. Poche settimane di sindacatura, ed Alenano ha già cambiato la città. I nani sono uguali a qualsiasi latitudine. Berlusconi in poche settimane aveva ridotto l'immigrazione dall'Albania del 138% (???). Alenano, in 90 giorni, ha ridotto i "crimini" di ben 5.000! Cosa intende per "crimini"? Anche i divieti di sosta? e chi, oltre lui, certifica queste cifre? Mistero. E con quali strumenti li ha ridotti? coi vigili urbani? con le trittuglie di La Rutta, che peraltro non vuole in città? Altro mistero!
Roma, nonostante la grande criminalità lasciata dal governo Prodi, da Innocenzo X e da Romolo e Remolo, è città godibilissima, dove andrei a zonzo per ore, respirando la città e la gente. Sull'autobus mi viene da ridere, perchè mentre cerco con garbo di liberarmi da una "pippa" che mi ha attaccato una signora, mi accorgo che un gentile signore ha attaccato una "pippa" di analoga intensità a Marisa...
Non vi descriverò la passeggiata romana. Potete immaginarla. O Alenano ha compiuto il miracolo di farne una città bella in 90 giorni, oppure ci dev'essere lo zampino di qualche sindaco komunista.
Tiriamo il tardo pomeriggio, e poi rientriamo, per prepararci all'incontro "alimentare" serale col resto dei tafani. Roma è proprio la città dell'insicurezza. Pensate: alla Garbatella (o "a" Garbatella, come dice ), non piove. A Termini, dove sono accampati Silvano, Rosana e Claudio, diluvia.
Ci diamo una rinfrescata, prima di avviarci verso il ristorante, dove è fissato l'incontro con tafani noti ed ignoti. Il traffico è quello che è... mi dicono le ragazze romane che l'alelano, in meno di 100 giorni, è riuscito a compiere un miracolo: basta vie chiuse al traffico, più parcheggi per tutti. Con quattro euri si compra il diritto di incasinare Roma per tutto il giorno. I bottegai di riferimento di alenano sono soddisfatti, gli altri romani un po meno... Chissà quanto ci metteranno, questi bottegai, ad accorgersi, dal registratore di cassa, che, come succede in tutto il mondo civilizzato, i negozi che "tirano" sono quelli in aree pedonali...
Al ristorante ci saranno persone che conosco da "alquanto", e new-entries che io non ho mai avuto il piacere di conoscere. Sono molto curioso. Arriva Anto. Che pazza... è venuta a Roma in ufficio coi mezzi pubblici, perchè non sapeva dove parcheggiare: Dopo l'ufficio è tornata a casa sua, ha preso la macchina, ed è tornata a Roma. El_Nino non c'è ancora. Lo aspetteremo all'interno, visto che "l'altra volta" ha fatto, mi dicono, un ritardo di una paio d'ore. Questa volta arriverà con un'ora e mezza di anticipo, cioè solo con mezz'oretta di ritardo.
Che dire? i veterani li conosciamo da Firenze. I nuovi? Anto è più luminosa e bella di quanto ce la immaginavamo. El_Nino, che pure mi era stato descritto come un vulcanico casinista, è più vulcanico e casinista delle peggiori previsioni. Forse un giorno cambierà pusher... Peccato per Roberto il Partigiano, che non ce l'ha fatta. I nostri giovani lo avrebbero incontrato volentieri. Peccato per Mietta: neanche questa volta riuscirò a conoscerla. Speriamo alla prossima...
La cucina è ottima, e le pause fra una portata e l'altra abbastanza lunghe da permetterci di chiacchierare. Il tempo scorre veloce. Ogni tanto il mio pensiero corre al "come" ci siamo conosciuti... ma allora la "rete" non è solo un fatto solo virtuale...
Che nostalgia di "quelli che non ci sono"! Il gruppo storico detto del "Cesso di Desenzano", il gruppo "Venessia", i milanesi, i genovesi... il gruppo toscano, Paolo Farinella... Dobbiamo ancora iniziare questo incontro romano, è già vorrei pensare al prossimo... chissà se un giorno riusciremo ad imboscarci quasi tutti, per qualche giorno, in una "beauty-farm" dell'anima...
Ci si lascia con un certo rammarico, ma domattina qualcuno lavora. Quante cose non dette... Domani ultimi incontri, turismo, qualche momento di commozione, e poi gli "arrivederci", perchè questi incontri stanno diventando una specie di benefica droga, che crea dipendenza... (continua)
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