ROMA - La Cai non presenta più l'offerta vincolante per Alitalia. La compagnia di bandiera corre verso il fallimento. Dopo l'accordo di settembre che sembrava aver chiuso positivamente la questione e dopo un mese di infrtuttose trattative di merito, l'ultimo tentativo di arrivare a un'intesa, si è svolto questa mattina a Palazzo Chigi. Davanti al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta in vesti di mediatore-notaio, si sono trovati i rappresentanti di otto sigle sindacali, il presidente e l'amministratore delegato di Cai Roberto Colaninno e Rocco Sabelli e il commissario Alitalia, Augusto Fantozzi.
Risultato a metà negativo: Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno firmato il protocollo d'intesa che Letta ha presentato come ultima spiaggia non più mediabile, ma i rappresentanti autonomi dei piloti (Anpac, Up) e degli assistenti di volo (Avia e Sdl) hanno detto di "no". "No" deciso e non modificabile, nonostante gli avvertimenti di Letta e Fantozzi ("siamo sull'orlo del baratro") e della minaccia di Colaninno di ritirare l'offerta di Cai. Metà negativo ma comunque insufficiente. Colaninno era stato chiaro: senza le firme dei sindacati (tutti i sindacati) l'offerta di Cai (l'unica sul tavolo) sarebbe sparita per sempre.
Detto e fatto: incassate quattro firme su otto (le quattro mancanti rappresentano però la maggioranza dei dipendenti Alitalia) Colaninno e Sabelli hanno raggiunto la sede di Intesa-San Paolo per il consiglio di amministrazioine Cai. La risposta è arrivata dopo neanche due ore: "Cai non presenterà l'offerta vincolante per Alitalia". Salvo miracoli è il fallimento.
Il fallimento comporta la messa a terra degli aerei, il licenziamento di tutto il personale e i libri in tribunale. Dal fallimento, ovviamente, un altro soggetto (Air France-Klm o Lufthansa) potrà rilevare la compagnia a prezzo stracciato e potrà decidere in piena autonomia, quanto dell'attuale personale riassumere e a quali condizioni.
(31 ottobre 2008 - Repubblica.it)
Potrebbe concludersi così, con un altro clamoroso flop del nano, il "salvataggio" dell'Alitalia, e la conservazione in mano all'Italia della compagnia di bandiera.
Se dovesse finire così, sarà la fine tragicomica dell'ennesima commedia all'italiana.
Ricordate marzo? "C'è già la cordata italiana, ma io sono uno statista, e non dirò i nomi, neanche sotto tortura, perchè ci sono le elezioni, e ne trarrei un indebito vantaggio"...
Ricordate la farsa di aprile? la cordata ci sarà... c'è la fila, a Palazzo Chigi, di gente che vuole entrare...
Ricordate la farsa del prestito-ponte? prima 150 milioni, poi 300, poi i swoldi che finiscono nel capitale, e la UE che adesso dice: "dev'essere restituito"...
Ricordate la farsa del "mai ai francesi", l'Alitalia resterà italiana?
Qualcuno si ricorda ancora dell'Aeroflot?
Ricordate la cordata "già pronta in marzo" che prende forma solo mesi e mesi dopo, piena di gente in conflitto d'interessi (Benetton, Tronchetti, Marcegaglia, Ligresti), obbligati ad entrare?
Ricordate la farsa dei "consulenti"? Prima Bruno Ermolli della Fininvest, poi Banca Intesa...
Ricordate i "Capitani Coraggiosi", che alla resa dei conti vorrebero tirar fuori quei quattro soldi a rate", e che vorrebbero non farsi carico del prestito ponte?
Ricordate la manfrina "una Alitalietta, due hubs?"
Vi ricordate del film "Salvate il Soldato Toto"?
Ricordate della "cordata Alemanno", dieci imprenditori romani sconosciuti, che tutti insieme avrebbero voluto entrare con 20 milioni in totale?
Vi ricordate dei 2000 esuberi di Air France, che adesso possono diventare qualsiasi cosa, a scelta del compratore dal fallimento?
Vi ricordate... beh, ognuno provi a ricordarsi ciò di cui non mi sono ricordato io. Tafanus
CONTRORDINE, CAMERATI! la CAI, convocata dal nano, ci ripensa e presenta l'offerta. Vuoi vedere che il nano li ha minacciati di non concedere più gli aumenti delle tariffe autostradali, o di non dare più le licenze edilizie a Ligresti? Insomma, quello della CAI non era un ultimatum, e nemmeno un penultimatum. Era un terzultimatum.
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