Come ho già detto altrove scrivere di quanto sta accadendo sui mercati é rubare il mestiere ai superuomini dell’economia ed ai maghi. Quindi é facilissimo esser smentito, nonché, in buona fede dare consigli errati. Ciò premesso mi prenderete per matto ma io al momento non sono preoccupato più di tanto dal crollo dei mercati, né sono in affanno per I risparmi delle famiglie. È molto semplice: la garanzia pubblica limitata o illimitata sui depositi bancari (c/c, libretti e certificati di deposito ecc..) é un proclama tautologico. Difatti o tutto si risolve in un certo lasso di tempo e le banche, sia pure con danni, restrizioni, tagli riescono a riprendere la loro attività normale e ad onorare sia pure con fatica e dilazioni I loro impegni, oppure la crisi si avvita ed avviene il “run” cioè la corsa agli sportelli, e la svendita totale delle attività finanziarie, non avendo la gente più nessuna fiducia. In tal caso é evidente che o lo stato ( e qualsiasi altro operatore) non ha materialmente I mezzi per pagare, oppure deve ricorrere al finanziamento monetario, ovvero stampar fisicamente moneta o suoi surrogati , e quindi pagare sì ma in carta straccia.
Strano che tutti I Soloni parlino della crisi del `29, del crollo dell`87, ma nessuno citi la catastrofe della Germania di Weimar del 21/23. Anche allora si é partiti da una situazione di stallo dell’economia reale, dovuta alla mancanza di liquidità dei consumatori spogliati dalla guerra (non dimentichiamo infatti che nel nostro mondo globalizzato I mercati di immobili, beni e servizi é circa un anno che ovunque avvertono gravi segni di crisi latenti che solo oggi vengono chiaramente esplicitati), a cui é seguito un “ripensamento” dei banchieri e detentori di denaro che ha bloccato il mercato del credito ed alimentato la speculazione selvaggia e l’accaparramento di beni reali. Conseguenza: crisi generale del sistema industriale, crisi del sistema del credito che poi era anche il detentore del capitale delle industrie, intervento dello stato mediante nazionalizzazioni (= assunzione dei debiti), ulteriore panico perché molti
capivano che la nuova repubblica in preda al caos politico, reduce dalla sconfitta militare, oberata dai danni di guerra, non avrebbe mai potuto reggere l’impegno assunto e quindi mano al finanziamento monetario per arginare la catastrofe ed in fine crollo totale del sistema con conseguenze gravide di sciagure future. Tranquilli, allora la Germania era sola ed umiliata, oggi il fenomeno é mondiale, per questo io credo che col giusto tempo verranno messe in gioco tali e tante risorse che certamente tamponeranno prima e raddrizzeranno poi questo disastro.
Dunque come in tutti I casi simili (dopo l’11/9 non pochi paventavano la III guerra mondiale o al minimo uno scontro militare con l’Islam) bisogna avere nel nostro piccolo I nervi saldi che poi tutto tornerà a funzionare. Come diceva Bertoldo: mal comune mezzo gaudio.
Ma la mia grande preoccupazione é appunto il dopo, ovvero quanto ci accadrà dopo che l’emergenza sui mercati sarà stata fatta rientrare e tutto sarà tornato all’apparente normalità. Innanzitutto saranno certamente cambiati gli equilibri di potere nell’economia, con un fortissimo ridimensionamento del ruolo guida degli USA, senza che però questo sia sostituito da un’altro regolatore. L’Europa che già da 20 anni sta gradualmente perdendo importanza,
accentuerà il proprio declino a beneficio di nuove forze emergenti. Difatti saranno I nuovi ricchi (sia pure anche loro colpiti) a mettere la parte determinante di risorse per stabilizzare I mercati e quindi certamente vorranno dir poi la loro. Infine tutta la fantastiliardica ricchezza bruciata si concretizzerà in minori beni sui mercati, minori risorse a disposizione dei consumatori, minore crescita economica e soprattutto attentissima prezzatura del rischio del
credito, che sarà accessibile a pochi ben garantiti ed a prezzi elevati. Quindi una generalizzata fase di recessione mondiale, di durata incerta, ma chiaramente non breve, con un forte impatto sulla vita di tutti I giorni delle persone comuni.
A questo scuro scenario si aggiunge la palese inadeguatezza della nostra classe politica e delle tanto decantate istituzioni comunitarie, che – per il momento – alla prova dei fatti hanno miseramente fallito, come ampiamente testimoniato dal disappunto dei mercati mobiliari espresso a suon di -8% a seduta davanti ai roboanti pigolii di banchieri centrali e ministri.
Anche la moneta unica é un’arma a doppio taglio perché se da un lato rappresenta un salvagente per il singolo paese, dall’altro lo obbliga anche ad accollarsi I costi del salvataggio dei parteners più vulnerabili senza poter chiedere nulla in cambio, anche rischiando di esser coinvolti in un loro eventuale dissesto.
Infine vi é la realtà tutta italiana che vede – per somma iattura – nella stanza dei bottoni personaggi non solo di capacità piuttosto dubbia, ma anche legati a certi ambienti ed interessi o innominabili, oppure che non necessariamente (anzi raramente) coincidono col nostro vero bene comune.
Che fare dunque al nostro modesto livello? Innanzitutto non far cambiamenti violenti nei nostri investimenti ed aspettare di vedere la piega degli eventi. Tanto oramai si é in ballo e bisogna ballare. Poi tenersi stretto il proprio posto di lavoro, perché andiamo verso una fase di scarsità di impiego. Infine, se é possibile (scusate se mi permetto) anche a costo di abbassare il nostro già non faraonico tenore di vita, ridurre il nostro indebitamento perché I nostri finanziatori diventeranno più severi e più esigenti. Difatti vedete che a causa del riprezzamento del rischio sul credito, nonostante le banche centrali abbassino I tassi di riferimento, l’euribor a cui sono per esempio legati I nostri mutui immobiliari continua a salire con le ovvie conseguenze sulle nostre rate. Andiamo a mio avviso incontro ad un periodo sia pur difficile, ma dove la sostanza comincerà a contare più dell’apparenza. Inoltre se vi può consolare si cominciano già a vedere segni di calo notevole della boria dei nostri capi, perché temo che diventi sempre più fortemente impolitico contare balle pacchiane ed ostentare ricchezze davanti al disagio altrui. Ne é un piccolo esempio la fretta con cui si é ritirata quella meschina leggina che – preparata ante disastro – sarebbe servita a toglier di galera Tanzi & Compagni di Merende. E poi, come dice l’Antonio, Dio esiste e chissà mai che anche il
castello berlusconiano, che molto si regge sull’apparenza, sull’altrui dabbenaggine e sulla carta igienica, non subisca qualche inattesa scossa…..
E.S.
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