Ad una settimana dalla scomparsa di Annamaria, oggi il suo compagno di una vita, Carlo, ha fatto quello che io non ho avuto il coraggio di fare in questi giorni: mi ha scritto. Si è sviluppato un breve, ma intenso scambio di lettere. Carlo è rimasto molto toccato dai numerosissimi messaggi di solidarietà che gli sono pervenuti attraverso il blog, da moltissimi amici. Gli ho detto che il modo migliore per ringraziare queste persone sarebbe stato quello di far conoscere loro, attraverso le ultime foto ed attraverso ciò che emerge dal nostro breve scambio di lettere, cosa abbia rappresentato Annamaria per tutte le persone che l'hanno conosciuta in vita.
Carlo ha lasciato a me la responsabilità della decisione, ed io mi sono assunto la responsabilità di "raccontare" Annamaria a chi non l'ha conosciuta, e a chi l'ha conosciuta superficialmente, anche attraverso queste lettere. Sono sicuro che, se avesse potuto decidere lei, avrebbe detto si, senza esitazioni, ed accompagnando quel si con un sorriso ed una delle sue battute fulminanti.
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Caro Antonio,
sto cercando con immensa fatica di ritrovare il senso della realtà dopo la scomparsa di Annamaria, ma vedo che non ci sto riuscendo molto bene. Mi mancano le forze fisiche e psicologiche e francamente non so dove cercarle. Tutti quelli che incontro mi danno la loro ricetta, mi dicono cosa fare e mi ripetono come un’ossessione quello che io già so. La strada più giusta, più corretta e anche la più sicura è quella di uscirne da solo con le mie forze. Presso l’Hospice ospedaliero di Garbagnate dove ho trascorso con Annamaria i 40 giorni più drammatici e più teneri della nostra vita in comune, mi hanno messo a disposizione degli psicologi per cercare di farmi superare quest’immensa crisi che mi sta distruggendo, ma dovrei lasciarmi condurre per mano rinunciando alla mia personalità che non concede niente a nessuno e che non permette interferenze anche se esercitate per farmi aiutare.
Il 21 Ottobre scorso ho avuto il permesso dai medici di portarla a casa, con tutte le precauzioni, per festeggiare il nostro 46° anniversario di matrimonio. Eravamo noi due soli, come abbiamo sempre fatto per tutta la vita. Era felicissima, ma io sapevo che era l’ultima volta che avrebbe visto la sua casa e messo mano a tutte le sue innumerevoli attività per aiutare le tante associazioni di volontariato a cui era legata.
Per mesi abbiamo peregrinato tra studi di medici specialisti, cliniche private, centri diagnostici e ospedali per capire l’origine del malessere che continuava a denunciare. Nessuno è riuscito a darci una risposta, nonostante si sia fatto ricorso alle tecniche d’accertamento più moderne. Solo alla fine di settembre mi hanno comunicato che il tumore primario, invisibile fino a quel momento, aveva fatto un danno devastante e irreversibile e che ci davano pochi giorni di vita.
In questi Hospice si è ricoverati per trascorrere in modo dignitoso e con le terapie del dolore più adatte, gli ultimi giorni della propria vita, ma lei non lo sapeva. Pensava di rimettersi in forze per iniziare, appena uscita, un ciclo di chemioterapia. Io invece sapevo tutto e ogni giorno dovevo recitare una parte che non mi era congeniale. Ho trascorso 24 h al giorno con lei perché volevo che mi vedesse appena sveglia e in ogni momento della giornata, ma ora ho il cuore gonfio di questi ricordi drammatici e meravigliosi.
Io ho voluto averti vicino durante la cerimonia funebre in chiesa perché avevo bisogno di te. Mi scuso se ho forzato un po’ la mano, ma sei l’amico di più lunga data che ho conosciuto con Annamaria e la tua presenza mi ricordava tutto l’arco della nostra vita.
Ti mando alcune fotografie d’Annamaria che ho ripreso durante gli ultimi due anni in diverse parti del mondo. Andrò poi a rivedere le foto del passato che ci vedranno tutti insieme.
Grazie a tutti coloro che hanno scritto al tuo Blog, e che pur non conoscendo Annamaria, hanno voluto testimoniare la loro presenza e solidarietà con parole bellissime e molto commoventi. Ho apprezzato il modo specifico la lettera di Paolo Farinella.
Un abbraccio molto forte a te e a Marisa. Grazie per la tua disponibilità e il tuo affetto.
Carlo
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Caro Carlo,
che tu ci creda o no, sono due giorni che cerco di scriverti. Poi, tutte le volte che mi sono messo davanti al PC, non ho trovato le parole. Neanche sotto tortura sarei riuscito a scrivere banalità del tipo "devi farti coraggio", o "la vita continua". No, Carlo, non ti darò ricette miracolose. So benissimo che la vita "non continua": la vita cambia, drasticamente. e una casa con Annamaria dentro non è la stessa casa, senza di lei. E questo fatto non c'è supporto psicologico che possa modificarlo. Quello che io e Marisa possiamo offrirti è solo la nostra vicinanza, sincera, e non "didattica". Una parmigiana di melanzane (Marisa è bravissima, lo sai!) nella quale piangere in tre, rievocando gli anni belli. Una sorta di "amarcord" terapeutico, con la scatola delle scarpe piena di foto sbiadite in bianco e nero...
Si, Carlo, di Annamaria ricordo ogni singolo momento trascorso insieme... sai che l'ho conosciuta esattamente nello stesso momento in cui ho conosciuto Marisa, ad una festicciola di amici... a distanza di anni, posso anche confessartelo (tanto a Marisa l'ho già detto un sacco di volte): per tutta la serata sono stato incerto se "fare il filo" a Marisa o ad Annamaria. E poi è andata come è andata... l'incontro con te, la formazione di questo fantastico quartetto... Marisa, così "saggia", che finisce con un pazzo pericoloso come me. Annamaria, così "napoletana", che finisce con uno come te, che più "milanese" non si può... absit iniuria verbis...
Poi i primi stipendi, le prime utilitarie, i primi appartamentini, i figli, le diverse carriere che portano anche fisicamente lontani. E i decenni trascorsi senza mai uno scazzo. Ogni tanto la vita ci faceva perdere di vista, ma poi finivamo sempre col ritrovarci, nei momenti importanti. Si, fino a quest'ultimo momento importante.
Tutto si è consumato così in fretta... Marisa ed io abbiamo rispettato la tua volontà di non incoraggiare la processione di volti preoccupati al capezzale di Annamaria, ed abbiamo condiviso la tua scelta di lasciarla nell'illusione che sarebbe tornata a casa, dopo qualche cura. E' bello sapere che se n'è andata senza sapere che era giunta l'ora... E tuttavia siamo sempre stati vicini ed informati, attraverso suo fratello.
E' vero, in chiesa "hai forzato un pò la mano", ma ti sono estremamente grato di averlo fatto. Conoscendomi, avrei voluto essere lontano mille miglia dal tuo dolore, che ha acuito il mio. Poi, quando mi hai inviato come ambasciatore tuo figlio, a chiedermi di stare al tuo fianco durante la funzione, mi sono sentito mancare, ed ho pregato il "Dio degli Atei" di darmi la forza di starti vicino riuscendo a conservare, grazie a dei robusti occhiali da sole, una minima parvenza di dignità.
Poi, stamattina, ho aperto la posta, ed ho trovato questa tua, ho aperto le prime foto, e... si sono riaperte le cataratte... Ho dovuto "temporaneamente" interrompere la visione quando ho aperto le foto fatte in Australia quest'anno, in febbraio. Cristo... era solo nove mesi fa... e lei era sempre la stessa di sempre, una iniezione di ottimismo e di allegria. Perchè, perchè è toccato a lei? Mandami le altre, ti prego, anche quelle di quando questa lunga storia è cominciata.
Per quanto concerne gli amici del blog, ho già provveduto a ringraziare, uno per uno, quelli hanno voluto rendere un omaggio ad Annamaria, a te, e persino a me (in fondo, molti, dal fatto che io abbia chiuso il blog per alcuni giorni - cosa assolutamente inusuale - hanno capito quale sia stato il rapporto d'affetto che ci legava).
Antonio
P.S.: Credo che dovresti seriamente riflettere se non sia il caso di pubblicare, eventualmente depurate da qualche frase, e corredate da alcune foto di Annamaria, queste nostre lettere, che credo diano esattamente la misura di ciò che è stata Annamaria, e di ciò che è stata la nostra amicizia. Un omaggio postumo ad Annamaria, che di questa amicizia è stata, in fondo, il collante. Fammi sapere, e nel frattempo vedi se riesci a recuperare qualche foto dei vecchi tempi...
Un grande abbraccio.
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Caro Antonio,
Sto vivendo le mie giornate e soprattutto le nottate in compagnia di una disperata malinconia senza tregua. Ogni tanto non vedo più ciò che scrivo al PC e mi devo strofinare gli occhi. Poi faccio un respiro profondo e riesco a tirare avanti.
Nel leggere la tua risposta ho cercato di pulirmi gli occhi diverse volte per vedere meglio. L’ultima foto che ti ho inviato è del 16 giugno di questo anno scattata in Istria.
Antonio, io non sono in grado di giudicare se le nostre lettere vanno pubblicate con le correzioni opportune. In fondo anche la corrispondenza privata può diventare pubblica se riesce a suscitare in chi legge emozioni e sentimenti che non si trovano facilmente in questo mondo egoista, ipocrita e corrotto.
Se Annamaria si fosse trovata al mio posto l’avrebbe fatto? Ti lascio tutto l’onere della risposta e della decisione finale. Senza riserve.
Quando avrò trovato quello che cercavo verrò da te e Marisa, con la scatola delle scarpe, a mangiare la parmigiana di melanzane. Che Marisa sia bravissima lo so, perché vengono entrambe dalla stessa scuola.
Un abbraccio. Carlo.
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