Pubblico volentieri la domanda di una amica, e la risposta di Aldo, sul "caso" Eluana. E' una domanda che in molti ci siamo posti, nel tempo. Alcuni ci siamo dati una risposta nello spazio di 5 minuti. Presuntuosa la brevità dei termini, ma giustificata dal fatto che per molti di noi, impregnati di ateismo, un corpo è un corpo, ed appartiene in toto alla legittima proprietaria, e non all'onorevole Roccella o a Mons. Fisichella. Ma noi vogliamo pubblicare lo stesso questa lettera, a beneficio della parte più acriticamente dogmatica (se esiste, sul Tafanus) dei lettori-credenti, affinché questi possano capire che la posizione della Roccella e/o di Fisichella su questo tema non è acquisita, una volta e per tutte, neanche fra gli uomini di Chiesa, se don Aldo Antonelli, religioso quanto e più di loro, affronta il tema con ben altra capacità di interlocuzione.
Che quindi, prima di andare a sparare in TV dogmi che non sono scritti da nessuna parte, pensino al male che possono arrecare a coloro che vivono un dramma vero, già lacerati dal dubbio per conto loro, senza sentire il bisogno di ulteriori dèmoni sparpagliati in giro da questi teorici del dolore altrui. Già mi ripugna chiamare "caso", fin dal titolo, questa triste storia di ordinaria disumanità. Abbassiamo tutti il "volume", e permettiamo che Eluana, morendo definitivamente, faccia finalmente dono della vita vera a se stessa ed ai suoi cari Tafanus
"...scusami, don Aldo, non è curiosità. Vorrei sapere che cosa pensi del caso Eluana in coma irreversibile da 16 anni. Il problema mi angoscia. La tecnologia ha fatto grandi passi in campo medico ma ha creato anche molti problemi. Continuare a far vivere con le macchine persone ridotte allo stato vegetativo non è accanimento terapeutico? La Chiesa potrebbe essere più tollerante? Un fraterno saluto..." Franca
[...] anzitutto permetti che esprima tutta la mia rabbia e la mia indignazione per questa protervia miopistica e per l'ottusa caparbietà con la quale, ancora una volta, la gerarchia ecclesiastica (che si continua a voler spacciare semplicisticamente e arrogantemente come "La Chiesa"), affronta il problema.
Innanzitutto, a monte di questa sua posizione trovo una "immagina di Dio" alquanto blasfema e lontana da come Dio si propone nella Storia dell'Allenza con Abramo e nella persona di Gesù di Nazareth. Un Dio che mi da la vita e che continua e tenermi in costante ricatto e il cui dono sembra essere un dono a rendere mi fa pensare alla pusillanimità dei ragazzini cha si scambiano doni e che quando litigano ne esigono la restituzione. Con questo Dio non ho niente a che fare: non mi appartiene e non gli appartengo. Dio è colui che dà, dà una volta per sempre, disinteressatamente e senza interessi di ritorno. Questo è il Dio della mia fede.
Un punto centrale del messaggio biblico è che Dio ha dato la vita all'uomo e l'ha data in abbondanza. Nel terzo discorso di Mosè, Deuteronomio 30,15, leggiamo: "Io pongo oggi davanti a te la vita e la morte", così come in Geremia 21,8 leggiamo: "Ecco, io vi metto davanti la via della vita e la via della morte". Quindi la vita è nelle mani dell'uomo ed è dell'uomo la responsabilità piena di scegliere, sia di vivere che di morire. Si trattasse anche, ma non è questo il caso di Eluana, di dover scegliere tra la vita e la morte, l'uomo ha la libertà di scelta! Non è condannato a dover scegliere la vita!
Nel caso di Eluana, poi, si pongono due problemi che possiamo esporre con due interrogativi:
- Un vita semplicemente biologica è vita umana o no?
- Ci troviamo di fronte ad interventi di cura o a quello che comunemente viene chiamato "accanimento terapeutico"?
Io ritengo che quanto al primo interrogativo si possa tranquillamente affermare che la vita vegetativa non è vita umana e che, in riferimento al secondo, ci troviamo di fronte ad un vero e proprio "accanimento terapeutico".
E allora, se così è, si puo dire o è scandaloso gridare: "lasciatela morire in pace"! LASCIATELA MORIRE IN PACE!?
Come corollari, in questo bailamme osceno nel quale politici e chierici, mestatori e sanguisughe, si tuffano come corvi su carogne putrescenti (carogne sarebbero le discussioni, sia chiaro, non le vittime!) è necessario ricordare che:
1. Il compito della chiesa non è quello di fare leggi ma di testimoniare i valori che professa
2. Uno stato laico, nei suoi ordinamenti, non può far riferimento alla morale della religione dei suoi cittadini, fossero anche maggioranza, ma al senso comune del retto sentire come minimo comune denominatore.
3. A certi livelli, come in questo caso, va comunque rispettata la coscienza delle persone coinvolte nel dramma, soprattutto quando un'azione non interferisce nella vita di altri o nella società nel suo complesso.
Aldo Antonelli
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