Domenica prossima inizia l’Avvento dell’anno B e nell’introduzione rilevo brevemente e sommariamente la storia di come nasce questo tempo che purtroppo si è trasformato in preparazione al Natale, divenuto a sua volta una festa civile e pagana, festa di consumi e di scialo, giorno di falsi sentimenti, finito il quale si tira un sospiro di sollievo.
Credo che i cristiani dovrebbero inorridire di questa festa, ma i tempi non ancora maturi.
Come sicuramente sapete, infatti, il papa ha scritto una lettera prefazione ad un saggio del sen. Marcello Pera, in cui dichiara che il liberismo e il cristianesimo sono intrinsecamente coerenti e il primo senza il secondo crolla. Nella lettera il papa declama il De profundis per ogni forma di dialogo tra religioni (e/o fedi), dicendo che il dialogo a questo livello è negazione della propria fede, mentre approva il dialogo tra le culture. Detto in estrema sintesi, vi consiglio però di leggere la lettera pubblicata dal Corriere della Sera di domenica 23 novembre in pagina “cultura”, il papa sposa le tesi del Pera e mettendosi in contraddizione con il Vaticano II (non è una novità), con Giovanni Paolo II e con se stesso perché in altre occasioni ha fatto affermazioni diverse.
Resto scandalizzato dal fatto che un papa si presti al gioco dell’instaurare una religione civile dal vestito cristiano e non si rende conto che è caduto in una trappola, smentendo anche molti esimi vescovi e cardinali impegnati sul fronte del dialogo interreligioso, come i cardinali Martini, Tettamanzi, Scola, il vescovo Paglia, ecc. ecc. ecc. insieme alle centinaia e migliaia di migliaia di operatori pastorali che sparsi nel mondo operano in diuturno e proficuo dialogo di rispetto e di ricerca con tutte le donne e gli uomini di buona volontà. E’ la prima volta che un papa si presta a scrivere una prefazione ad un ateo devote, avallandone le tesi e quindi dandogli il peso dell’appoggio papale. Chi fermerà più l’orda dei lanzichenecchi che assaltano il cristianesimo per risucchiargli l’anima e svuotarlo del suo contenuto originario che è la Persona di Gesù Cristo? Il papa che si scaglia contro il relativismo, con questa lettera prefazione ha fatto del cristianesimo l’evento più relativo che più relativo non si può.
A questo proposito ho preparato un documento di una pagina che oggi ho inviato al Corriere della Sera, nella speranza che vogliano pubblicarlo, dicendo che attendo un giorno, cioè domani giovedì 27, e dopo lo metto in internet invitando chi vuole a firmarlo: viene un tempo in cui non si può tacere e chi inorridisce della situazione che è davanti a noi, può firmare come testimonianza. Non intendo inviare le eventuali firme raccolte a questo o a quello. Desidero solo porre un segno di distanza anche dal papa, perché verrà un giorno in cui si dovrà distinguere tra chi è rimasto fedele al Vangelo e chi «ha sfriculiato» col potere e con i finti religiosi che usano la religione e la fede per idolatrare un sistema liberista che è il padre e la madre del capitalismo di mercato che ha generato e sta generando nel mondo la strage degli innocenti: i poveri la cui povertà è il sostegno più sicuro della ricchezza dei pochi.
Se consideriamo la forma del testo della lettera, si evince che il papa ha scritto da solo la lettera senza nemmeno la mediazione della segreteria di Stato, segno che è un atto strettamente personale e poiché su questa materia, secondo la teologia tradizionale della Chiesa, il papa esprime sue opinioni personali opinabili, io le contesto, le rifiuto e le ripudio come estranee al mio patrimonio culturale e religioso di credente cattolico.
Nella chiesa cattolica vige l’uso, di stampo sovietico, del culto della personalità che riguardo al papa raggiunge vertici parossistici: anche chi dissente radicalmente non critica mai, non si espone mai, ma sottovoce fa scorrere lamentele e dissapori. Non così impone il vangelo che esige un parlare chiaro del tipo «sì, sì; no, no». Già la sala stampa vaticana oggi si è arrampicata sugli specchi per fare coincidere il cerchio col quadrato, ma quando le uova sono rotte, solo una cosa può venire buona: la frittata.
Spero e prego che il papa si renda conto di quello che ha scritto, si converta e chieda scusa.
Paolo Farinella, prete
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