Annamaria a vent'anni: "...one penny for your thoughts..."
Esattamente un mese fa, il Tafanus chiudeva "per lutto", per la scomparsa di Annamaria. Oggi voglio ricordare non quella triste data in stile "trigesimo". Non sarei neanche stilisticamente "attrezzato" per farlo. Voglio piuttosto raccontare Annamaria da viva, come si siano intrecciate la sua vita con quella di Marisa, di Carlo, con la mia.
In molti non hanno capito le ragioni che mi hanno fatto avvertire in maniera così dolorosa questa perdita, ma TUTTI i miei amici mi sono stati vicini, e, quel che più mi ha fatto piacere, sono stati vicini a Carlo, pur non avendolo mai conosciuto.
Annamaria era coetanea di Marisa. Cugine di primo grado (figlie di due fratelli). Mentre Marisa completava le scuole secondarie in quel di Barletta, Annamaria le completava a Napoli, dov'era cresciuta. Alla fine delle secondarie, Marisa aveva deciso di fare la Scuola Interpreti, che a quell'epoca c'era solo a Napoli, Roma e Milano.
La scelta di Napoli è stata obbligata. Marisa è andata a vivere a casa di Annamaria. Stessa stanza, condivisa per tre anni. Due persone diverse e uguali. Entrambe dotate di grande senso dell'umorismo. Grande, reciproco, inossidabile affetto. Posso solo immaginare le loro ciacole serali, nel chiuso di quella cameretta, prima di decidersi a spegnere la luce...
Che strani, i metri di giudizio dei genitori, in quel periodo... Marisa, figlia di un padre ossessivamente premuroso e protettivo, a 19, 20 anni poteva passare da sola tutti i mesi estivi a Londra, a Parigi... ma uscire di sera, dopo cena, era un dramma. All'ora di cena scattava il coprifuoco.
Così Annamaria... come hostess dell'Alitalia, poteva salire su qualsiasi aereo, pagando solo il 10% della tariffa, e girare il mondo, ma anche per lei, dopo cena c'era il coprifuoco. Così spesso ci ritrovavamo a casa di Annamaria, dopo cena. Lunghe partite a scala a 40,.. A volte ascoltavamo affascinati le avventure del fratello maggiore di Annamaria, medico, che aveva trovato il modo di "divertirsi lavorando": faceva il medico di bordo sulle navi-crociera della Achille Lauro, girava il mondo, cenava tutte le sere alla tavola del Capitano, che a turno invitava "le più belle del reame" alla sua tavola, faceva le "acchiappanze", finchè non fù "acchiappato" lui, e quella volta in maniera definitiva, da Elyzabeth, una bella australiana di origini austriache.
Ora Elyzabeth parla italiano con un perfetto accento... pugliese, prepara delle ottime orecchiette con le cime di rapa, e forse non rimpiange nè il pudding, nè la wienerschnitz...
Carlo, Antonio, Marisa, Annamaria: Festa Scuola Interpreti 1961
Annamaria ha iniziato a lavorare quasi subito dopo il diploma, come hostess all'Alitalia. Hostess di terra, perchè è sempre stata miope come una talpa. Miopia che "indossava" con molta eleganza e disinvoltura. Anzichè cercare di nasconderla sotto lenti a contatto o altri marchingegni del genere, ne faceva sfoggio portando occhiali con lenti di diametro enorme.
Quando strizzava gli occhi per metterti a fuoco, sembrava quasi volesse farti la radiografia del carattere. Forse anche per questo riusciva a dare a tutti l'impressione di essere il centro di gravità del suo universo.
Buffa, la vita... ho conosciuto Marisa ed Annamaria esattamente nello stesso minuto. Ad una festa di amici comuni. Correva l'anno 1958. E' passato esattamente mezzo secolo... Poi io ho iniziato a fare il filo a Marisa, Carlo è arrivato "nel meridione" per il servizio militare", ha conosciuto Annamaria, di cui si è immediatamente e perdutamente innamorato, ed è così che è iniziato un sodalizio che, con separazioni anche lunghe, dovute a ragioni di lavoro, è andato avanti per mezzo secolo.
Annamaria non riusciva mai a prendere nulla eccessivamente sul serio per più di cinque minuti. In qualche raro momento di "scazzo", con chiunque, era sempre lei quella pronta a sfoggiare per prima il suo sorriso e la sua miopia, e tutto si appianava, di colpo.
Forse questo affascinava non solo Carlo, ma chiunque l'abbia conosciuta. Carlo era l'esatto contrario. Prendeva tutto terribilmente sul serio, tanto che noi "terroni" lo prendevamo un po in giro: così "settentrionale", così serioso...
Il primo sodalizio è durato poco. Io frequentavo l'ultimo anno di Università, e di li a poco sarei partito prima per Berlino, poi per circa due anni in Belgio, presso l'Euratom. Ma abbiamo comunque avuto il tempo di conoscerci, di fare le nostre zingarate, e di imparare a rispettarci e volerci bene, pur nella nostra enorme diversità, o forse proprio a causa di questa. Carlo e Annamaria si sono sposati quasi subito, e sono andati a vivere a Milano. Io sono approdato a Milano un paio d'anni dopo, ed abbiamo "ricostituito il quartetto" per qualche tempo. Poi nuove separazioni per lavoro, la vita che negli anni sessanta e settanta ti spostava come una trottola da un quartiere all'altro, da un lavoro all'altro, da una città all'altra, ma nelle occasioni importanti ci siamo sempre ritrovati.
Annamaria ha rappresentato, nella vita di Carlo, che non è mai stata "semplice", una specie di toccasana. Era quella che con la sua risata schietta, con la sua fulminante battuta, riportava sempre le cose alla loro giusta dimensione.
E' stata Annamaria che, quando io stavo per arrendermi nel mio "corteggiamento" a Marisa", ha creato le condizioni affinchè tutto ripartisse. No... non sarà facile, per Carlo, "farne a meno"... Eppure dovrà provarci, col nostro piccolo aiuto, con l'aiuto dei suo cari, dei suoi amici.
Quando due persone sono state unite per tutta la vita con la forza che ha avuto il loro legame, è quasi ingiusto che uno dei due sia condannato alla pena del ricordo. E' questo che rende invece terribilmente necessario, anche se terribilmente difficile, il riuscire a farlo. I ricordi belli vanno coccolati, accarezzati, preservati con cura. Devono rappresentare non uno strazio, ma una ragione di vita per chi rimane.
In questi giorni, prima che Carlo partisse per il Canada, in visita al figlio Lorenzo, ci siamo scambiati via internet alcune foto d'antan, tirate fuori dalla scatola delle scarpe. Ne pubblicherò alcune, per ricordare come eravamo, e per non dimenticare mai cosa abbiamo rappresentato gli uni per gli altri.
...Annamaria a vent'anni, noi ad una festa della Scuola Interpreti, Annamaria, Antonietta (sorella di Marisa) e Marisa in posa "Tre Grazie", noi, sempre noi, Marisa ed Annamaria a fine 69 a casa mia, noi, alla festa per gli splendidi 50 anni di Annamaria... si, c'è tanto noi in questo post, ma è esattamente quello che volevo: ricordare Annamaria in un contesto di "wi-ness", di vicinanza che ha potuto subire pause "logistiche", anche lunghe. Pause affettive, mai.
Voglio qui anche ringraziare, sperando di non dimenticare nessuno, tutti quei miei amici che mi sono stati vicini un mese fa, e che sono stati vicini a Carlo, per il modesto tramite di questo blog. In particolare, Carlo è stato molto toccato da questa manifestazione d'affetto, e abbraccia tutti con gratitudine, così come fanno il fratello Marco, e i figli Stefano e Lorenzo.
Grazie ad Angelo, Angil, Anna, Anna Azzari, Annarosa, Anto, Anton, Augusto Loi, Axel, Bleck, Brainless, Caitli, Carla M., Carlo, Carlo Asili, Charly Brown, Chat, Chiara, Ciro De Colle, Claudio r., Compagno Pasquale, Cristiana, Daria, Diabolik, Diego, Donatella, Don Aldo Antonelli, emore, EnjoyAndrea, Finazio, Franca, Franky, Gabriella, Gerlinde Sauerman, GF, Giancarlo, Gianluca, jack_ryan, Jacque Poissenot, Juicy, Irnerio, Lameduck, Lina, Lorenzo, Luciano Idefix, Lucio Sorge, Luigino, Macchia, Marco56, Marco Esposito, Marina, Massimo Gillone, Nicola M., nonnaMana, Paolo, Paolo Farinella prete, Patrizia T., ES, Ornella Coorradini, Paola, Pasionaria, Pinuccio, Pupetta, Red Passion, Rita, Roberto il Partigiano, Rosana, SidneyBue120, Silvana, Silvano, Silvia, Stella, Triestino, Vincenzo Carollo, Wanda, Walter Dimatteo, Zdenek.
Avendo ricevuto anche tanti messaggi sulla casella di posta, spero proprio di non aver dimenticato nessuno. In tal caso, faccio ammenda.
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