Il nostro amico e collaboratore ES mi invia questo scritto. Su molte delle cose che dice non concordo, ma, in linea con la filosofia di pluralismo del Tafanus, pubblico volentieri. Per concludere questa breve nota, vorrei linkare l'articolo segnalato da Rita di [Forum Palestina] Tafanus
Premetto che personalmente non sono interessato più di tanto alla sessantennale guerra Arabo-Israeliana, non per egoismo, quanto perché sfortunatamente al mio paese vedo problemi più seri ed immediati che assorbono le mie limitate energie. Però vorrei chiarire la mia opinione, sia per non avallare con un silenzio idee alle quali non credo, sia per non passare per avvocato difensore di nessuno.
In tutti I commenti che ho letto (e che rispetto) noto che si é perso il senso dell'origine del problema, che a mio avviso é la sola chiave maestra per assumere una linea di condotta, seria, produttiva e se possibile portatrice di una soluzione.
La materia del contendere é semplicissima: da un lato gli ebrei, che dopo essere sopravvissuti alle divertenti avventure loro occorse dal 1931 al 1945 - rappresentando una vergogna vivente, un colossale imbarazzo, non solo per gli emuli di Heydrich, ma anche e soprattutto per I civilissimi popoli usciti vincitori dalla guerra mondiale – si riteneva meglio trattarli, guarda caso, esattamente come auspicato dai nazisti “moderati”, ovvero levarseli di torno e confinarli in un luogo circoscritto di loro esclusiva pertinenza e responsabilità, magari impervio e circondato da nemici naturali. Niente di meglio della Palestina, turbolenta ed indesiderata colonia Britannica, che già era appetita dagli ebrei ante guerra, in forza della Dichiarazione Balfour a Chaim Weizmann nel lontano 1917, che in sintesi stabiliva (a parole chiaramente) un generico diritto del popolo ebraico a rioccupare la “terra promessa”. Quindi una soluzione che prendeva molti piccioni con una sola fava: dava pace alle coscienze dei vincitori, suonava come adeguato e desiderato risarcimento agli scampati ai forni, levava di torno personaggi in fondo indesiderati (anche perchè seri concorrenti economici ed accademici), era perfettamente in sintonia con la religione e la storia dei risarcendi stessi ed infine suonava come giusta punizione agli arabi che durante la guerra mondiale – benchè in gran parte sudditi britannici “forzati” – avevano tenuto un comportamento molto vicino alla collusione col nemico, vedi lo shah Reza, l`iracheno Mossadeq e il mai dimenticato mufti di Gerusalemme, gradito ospite di Hitler ed Eichmann a Berlino nonchè zio e mentore del caro Arafat.
Ma questa mirabile quadratura del cerchio non era tale perchè non teneva conto nè del fatto che gli arabi (tra l`altro detentori del vitale petrolio) fossero in tutt`altra attitudine che quella di subire punizioni e lesioni di sovranità (nota per “arabi” intendo I leaders perchè il popolo come tale in quei luoghi fa testo solo come carne da cannone), né del fatto che la Palestina fosse abitata sì da ebrei a suo tempo ammessi col contagocce dai turchi e poi dagli inglesi, ma anche in maggioranza appunto da arabi palestinesi. Gente questa in sè abbastanza tranquilla, non solo perchè ben sperimentata al bastone ed al palo turco ed alla più civile forca britannica, ma anche perchè nomade e dedita a commercio e pastorizia (ed a quache azione di predonaggio), dunque poco interessata da sempre alle vicende dei vari conquistatori che nei secoli avevano occupato la loro terra. Incluse quelle religiose, essendo storicamente provato che fu la santa scimitarra del Profeta e dei di lui successori a causarne la conversione alla vera religione.
I governatori militari inglesi, dopo il 1945, sempre tali in pensieri ed opere, ma abbelliti dal mandato delle risorte Nazioni Unite, avevano capito benissimo l`errore madornale insito in questo disegno, ma dovendo obbedire e salvare le loro prebende, io credo con il placet dei governi Attlee ed Eden (pigmei davanti al più cattivo, ma certamente infinitamente più abile Churchill), fecero una temeraria scommessa. Ovvero – detto fuor dai denti una volta per tutte – pensarono che le nazioni arabe limitrofe ed I beduini palestinesi, opportunamente istruiti ed armati sottobanco proprio da loro, potessero completare quello che non era riuscito ad Himmler e compagni. Così si sarebbe risolto il problema, raccogliendo in mare I superstiti (pochi) e dimostrando al mondo che nonostante la buona volontà dei vincitori, non era possibile dar una terra agli ebrei, irrimediabilmente condannati alla maledizione della diaspora iniziata da Vespasiano. Ciò sarebbe servito di ammonimento anche a quelli rimasti altrove ed avrebbe eliminato per mano altrui gli elementi più turbolenti e pericolosi. Gli anglosassoni son pragmatici ed I numeri davano loro ampiamente ragione sia per truppa che per equipaggiamenti. Ma anche loro dimenticarono Machiavelli e Kutuzov che pure avevano studiato alla scuola militare: ovvero chi non ha nulla da perdere ed in più ha avuto un durissimo addestramento (Auschwitz & Dintorni) diventa pericolossimo se messo con le spalle al muro. Particolare comico: il capo degli ebrei Ben Gurion era figlio di un vetturino di Küstrin e da bambino portava le valige ai viaggiatori dai treni al calesse del padre. La stazione di Küstrin (oggi Kostrzin) é su due piani e la scala di comunicazione é restata la stessa: io l`ho vista e credetemi oggi dopo tre giorni di quel lavoro spezzerebbe le gambe ad un culturista pluripalestrato.
E così nel maggio del 1948 soprendentemente gli ebrei non solo restarono, ma le suonarono pure sode a quelli che 20 contro uno, volevano ributtarli in mare. Naturalmente il sangue chiama sangue, l`ingiustizia genera altra ingiustizia, é destino; e da lì é iniziata quella spirale di odio, di vana rivincita, di rivincita per rinverdire il dittatore di turno, e di violenza di cui stiamo vedendo l`ultimo atto in ordine di tempo e non certamente di successione.
Ma questa breve e sommaria rievocazione ci fa capire due i punti fermi ineluttabili: gli ebrei non sono disposti a farsi ributtare in mare, né a sottostare ad accordi stipulati con farabutti dichiarati, per altro puntualmente disattesi. Come pure non sono disposti a trattative umilianti del tipo di quella abbastanza recente dove Hezbollah voleva il rilascio di centinaia di strani soggetti in cambio di un unico militare ebreo prigioniero, che al dunque venne reso cadavere in cambio di vivi. Ovvio che tali comportamenti generano una profonda diffidenza, che unitamente ai ricordi pirotecnici su bus e ristoranti, azioni provocate da quei certi personaggi di controparte, causano reazioni decise e radicali, certamente nei fatti esagerate. Ma umanamente io non posso biasimare chi da 60 anni lotta contro 4 nazioni di centinaia di migliaia di kmq, per 23000 kmq. di quello che per secoli era deserto ed ora é stato dagli ebrei stessi trasformato (lavorando con una mano sola perchè l`altra reggeva il mitra) in luogo vivibile.
L`altro punto fermo é che I palestinesi, non accettando per loro ragioni (che io non mi permetto di sindacare) quella convivenza con altri popoli che hanno di buon grado vissuto per secoli, debbano avere anche loro una patria ed un giusto governo. Cosa che evidentemente va di pari passo e temo mai si realizzerà fino a quando vedremo in televisione, dopo madri piangenti, funerali in drappi verdi, cadaveri straziati, I bambini con mitra (prodotto da noi) in una mano ed il corano (che non sanno leggere) nell`altra. Fino a quando vedremo le loro risorse usate per metà per armi e per l`altra depositata sui conti esteri dei loro capi, fino a quando un lavoro onesto sarà impedito dal desiderio di vendetta, dalla folle dottrina di certi furfanti, dalle leggi di guerra delle due parti, mai vi sarà pace in quei luoghi.
A me é lampante che entrambe le parti siano da compiangere come vittime di un`oscura maledizione che le condanna ad una guerra senza senso dove quasi tutti sono perdenti. Dico quasi perchè appunto tutto si regge e si perpetua sul potere maledetto di quei pochi di entrambe le parti, e di certi loro alleati, che dalla guerra e dal sangue degli innocenti traggono profitto, vivendo ed accumulando fortune da nababbi.
Mi sembra di assistere agli spettacoli gladiatori dei nostri antenati romani, dove per far audience, per soddisfare e distrarre una plebe ignava, tanti poveracci erano condannati a sbudellarsi tra di loro. Io con la mia mentalità, magari un po`superata se dovessi prender posizione lo faccio non a favore o contro un disgraziato dell`arena, ma contro I lanisti che traggono profitto e contro quel potere che permette, foraggia e si impingua di tale spettacolo. Omaggi,
e.s.
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