...desidero parteciparvi, come si usa tra amici, quanto avvenuto ieri sera da me...
Abbiamo celebrato la Messa alle ore 21,00. La chiesa che contiene 140 posti a sedere era strapiena in ogni dove. Non entrava nemmeno uno spillo. Avevo preparato 100 copie del materiale liturgico ed è bastato solo per metà. Il mio altare è incuneato in mezzo all’assemblea per cui l’altare maggiore e il coro erano colmi, zeppi di persone e bambini, che si sono seduti sui gradini della balaustra: ho fatto portare tutti i cuscini disponibili, così i bambini potevano stare un poco comodi e non prendere freddo sul freddo marmo. La maggior parte dei presenti partecipava per la prima volta. E’ venuto anche l’assessore alla cultura della Provincia di Genova con fascia presidenziale: ha contribuito a sostenere la Cappella Musicale nostra che ha eseguito la Messa sopra l’aria della Monica di Girolamo Frescobaldi, messa austera, senza fronzoli, che invitava ad una partecipazione diretta.
Ho chiesto all’assessore, Giorgio Devoto, di dire due parole ed è stato perfetto. Abbiamo anche pubblicamente dato la nostra solidarietà alla parrocchia della Provvidenza che ha fatto il presepe mettendoci anche una moschea che è stata contestata dalla lega di Bossi & C. Abbiamo affermato il diritto di ogni credente di esprimere la propria fede senza limiti e senza condizioni. Noi non abbiamo fatto presepio, ma il crocifisso dominava accanto al bambino illuminandolo di senso e di pasqua. Nessun cedimento al sentimentalismo e alle banalità. Nessuna nenia e “tu scendi dalle stelle”.
La Messa è durata quasi due ore e la partecipazione è stata totale, intima, vissuta. Anche dai bambini. All’omelia ho letto l’omelia di don Tonino Bello e dopo la comunione il racconto reale accaduto a Berna, inviatomi da Erika: il minestrone della vecchia signora che vi allego di seguito in calce.
Alla fine della Messa, sono andato alla porta a salutare tutti, uno per uno e molti mi hanno detto commenti e suggestioni che posso solo serbare nel mio cuore come Maria, perché mi hanno affinato ancora di più il senso di responsabilità che ho nel presiedere l’Eucaristia. Ho visto persone commosse che erano grate per essere venute alla liturgia di Natale, nel contesto pasquale.
Insomma voglio dirvi, che è stata una grazia e un momento di Chiesa vera e profonda. Non c’era nemmeno lo spazio per fare la comunione come siamo soliti fare noi: per intinzione all’altare; abbiamo risolto, chiamando un uomo (Angelo) e una donna (Cristina) in rappresentanza di tutto l’universo umano, maschile e femminile a portare il Pane distribuendolo a chi volevano.
Abbiamo vissuto una liturgia vera, per cui alla fine ho potuto dire coerentemente: Finisce l’Eucaristia come rito, inizia ora l’Eucaristia sacramento della vita nella vita. A tutte e a tutti, un abbraccio di amicizia.
Paolo Farinella, prete
Lettura dopo la comunione: dall’amica Erika, riceviamo questo fatto accaduto nell’opulenta Berna, in Svizzera.
A Berna, un' anziana signora ultra-ottantenne, essendo rimasta sola e non avendo voglia di cucinare solo per se stessa, si reca tutti i giorni a pranzare alla Migros, una catena di ristoranti self-service. Quel giorno decide di mangiare un bel minestrone di verdura. Prende un vassoio, riempie il piatto di minestrone, va alla cassa a pagare e prende posto ad un tavolo vuoto. Si siede, ma al momento di mangiare si accorge di non aver preso un cucchiaio per mangiare il minestrone.
Si alza, va alla cassa dove ci sono le posate, prende un cucchiaio e ritorna al suo tavolo, ma...lì seduto c'è un ragazzo africano che sta mangiando il suo minestrone! Sul momento la signora s’indigna e vorrebbe andare dal ragazzo a dirgli di tutto, ma poi pensa che, certamente, quell'emigrato l'ha fatto per fame e, passata la rabbia, decide di sedersi davanti al ragazzo e, senza dirgli nulla, incomincia a mangiare anche lei il minestrone. Il ragazzo africano la guarda stupito, ma lei gli sorride, lui le sorride e continuano a mangiare il minestrone: un cucchiaio lei, un cucchiaio lui … Finito il minestrone il ragazzo si alza, va al banco dei primi piatti, prende un piatto di fettuccine alla bolognese, prende due forchette e torna al tavolo.
Dà una forchetta alla vecchia signora, si siede davanti a lei e incominciano a mangiare le fettuccine, sorridendo; una forchettata lei, una forchettata lui ... Terminate le fettuccine il ragazzo africano si alza, fa un sorriso alla signora e se ne va. La signora, contenta per aver fatto un’opera buona, si gira sorridendo, per salutarlo e .... ad un tavolo vicino, dietro di lei, vede un vassoio con sopra un piatto di minestrone!!! Il suo piatto!!!
Caro Paolo,
grazie, a nome, spero, di tutti i lettori del Tafanus, sia per il tuo racconto (mi hai strappato un sorriso quando ho pensato all'assessore Devoto - omen nomen?) - e quando ho pensato alla faccia dei leghisti trovatisi a fronteggiare un presepe con una moschea! Ma grazie anche per il bell'episodio bernese, magistralmente raccontato da Erika, alla quale vanno i nostri auguri.
Un grande abbraccio da me e da tutti i tanti amici tuoi che frequentano casa mia. Tafanus
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