Scontro tra Di Pietro e il Quirinale - L'ex magistrato: "Il silenzio è mafioso" - "Non è arbitro". La replica: "Offensivo" - Dopo la bufera il politico precisa: "Frainteso, quelle parole non erano riferite a lui"
ROMA - Parole dure contro il presidente della Repubblica a una manifestazione dell'Italia dei Valori. Antonio Di Pietro ha accusato Napolitano di non essere un "arbitro imparziale" e di tacere su alcuni temi come la giustizia e il Lodo Alfano. Le critiche hanno provocato subito la reazione del mondo politico. Da Montecitorio è stata espressa solidarietà al presidente e anche il Quirinale ha replicato giudicando "offensivo" contestare presunti "silenzi" [...]
I motivi della protesta. Al centro della protesta la sospensione, decisa dal Csm, del procuratore capo di Salerno Luigi Apicella, un provvedimento che, secondo un volantino diffuso dai promotori, sarebbe segnale di "grave ingerenza del potere politico nei confronti dell'autonomia della magistratura". Tra i protagonisti della giornata, che si alternano sul palco allestito di fronte al palazzo dell'ambasciata francese, Salvatore Borsellino, Beppe Grillo, Marco Travaglio e Antonio Di Pietro.
La replica del Quirinale: La Presidenza della Repubblica è totalmente estranea alla vicenda dello striscione nella manifestazione svoltasi oggi in piazza Farnese a cui fa riferimento l'onerevole Di Pietro. Del tutto pretestuose sono comunque da considerare le offensive espressioni usate per contestare presunti "silenzi" del capo dello Stato, le cui prese di posizione avvengono nella scrupolosa osservanza delle prerogative che la Costituzione gli attribuisce [...]
Di Pietro: "Frainteso, non ho offeso nessuno". Dopo la bufera arriva una precisazione del leader dell'Italia dei Valori, che si dice "amareggiato" per la disinformazione che contiene il comunicato del Quirinale. "Mi mette in bocca ciò che non ho detto - ha affermato Di Pietro - Ribadisco che, a mio avviso, è stato ingiusto e ingiustificato non avere permesso ad alcuni manifestanti di tenere esposto uno striscione non offensivo, ma di critica politica".
"In democrazia - ha proseguito - deve essere permesso a tutti di avanzare critiche e dissensi. Non ho mai detto che a far togliere lo striscione fosse stata la presidenza della Repubblica, e non ho mai offeso, né inteso offendere, il capo dello Stato quando ho ricordato pubblicamente che il silenzio uccide come la mafia, giacché non è a lui che mi riferivo, ma a chi vuole mettere la museruola ai magistrati che indagano sui potenti di Stato".
Come volevasi dimostrare. Il contadino di Montenero di Bisaccia, il moralizzatore che ha qualche suo peccatuccio da far dimenticare, e che non è riuscito a "moralizzare" in pieno il figliolo, non si lascia distrarre dal compito di fare la morale agli altri (ad iniziare da Napolitano). Poi, quando scoppia la bufera, si rifugia, né più né meno che come un qualsiasi nano di Arcore, sotto la tonaca del "Frà Inteso". Non si rivolgeva a Napolitano. Abbiamo preso tutti un abbaglio collettivo.
Oggi, alla "compagnia di giro" che solitamente si ricompone in queste manifestazioni, mancava qualche adepto della prima ora (De Magistris, Flores d'Arcais), ma c'erano i più fedeli habituès (Travaglio, e soprattutto l'imbarazzante Ragionier Grillo, che ha fatto il solito intervento da Alzheimer). C'era la new-entry Salvatore Borsellino - che vive dell'immagine riflessa del fratello Paolo, e c'erano un certo numero di comprimari. Al mio amico Luca Schiavoni, coordinatore del sito di Travaglio, rivolgo per l'ennesima volta la stessa domanda: "Perchè dal settembre 2007 a Marco non scappa neanche per sbaglio di scrivere un "carta canta" su Di Pietro? Manca il materiale? Non credo: Tonino offre copioso materiale ogni 5 minuti. Distrazione? Non credo, visto che noi, in maniera petulante, gli ricordiamo questa amnesia a giorni alterni. C'è dell'altro, Marco? perchè non favelli?
Comunque, chi se lo fosse perso, si guardi il video dell'intervento del Rag. Grillo, linkato in calce. Sarebbe un buon capitolo in qualsiasi testo di psichiatria. Un ottimo esempio della sintomatologia che precede, di poco, l'Alzheimer che il Ragionier attribuisce tanto spesso ad altri.
ROMA - Parole dure contro il presidente della Repubblica a una manifestazione dell'Italia dei Valori. Antonio Di Pietro ha accusato Napolitano di non essere un "arbitro imparziale" e di tacere su alcuni temi come la giustizia e il Lodo Alfano. Le critiche hanno provocato subito la reazione del mondo politico. Da Montecitorio è stata espressa solidarietà al presidente e anche il Quirinale ha replicato giudicando "offensivo" contestare presunti "silenzi" [...]
I motivi della protesta. Al centro della protesta la sospensione, decisa dal Csm, del procuratore capo di Salerno Luigi Apicella, un provvedimento che, secondo un volantino diffuso dai promotori, sarebbe segnale di "grave ingerenza del potere politico nei confronti dell'autonomia della magistratura". Tra i protagonisti della giornata, che si alternano sul palco allestito di fronte al palazzo dell'ambasciata francese, Salvatore Borsellino, Beppe Grillo, Marco Travaglio e Antonio Di Pietro.
La replica del Quirinale: La Presidenza della Repubblica è totalmente estranea alla vicenda dello striscione nella manifestazione svoltasi oggi in piazza Farnese a cui fa riferimento l'onerevole Di Pietro. Del tutto pretestuose sono comunque da considerare le offensive espressioni usate per contestare presunti "silenzi" del capo dello Stato, le cui prese di posizione avvengono nella scrupolosa osservanza delle prerogative che la Costituzione gli attribuisce [...]
Di Pietro: "Frainteso, non ho offeso nessuno". Dopo la bufera arriva una precisazione del leader dell'Italia dei Valori, che si dice "amareggiato" per la disinformazione che contiene il comunicato del Quirinale. "Mi mette in bocca ciò che non ho detto - ha affermato Di Pietro - Ribadisco che, a mio avviso, è stato ingiusto e ingiustificato non avere permesso ad alcuni manifestanti di tenere esposto uno striscione non offensivo, ma di critica politica".
"In democrazia - ha proseguito - deve essere permesso a tutti di avanzare critiche e dissensi. Non ho mai detto che a far togliere lo striscione fosse stata la presidenza della Repubblica, e non ho mai offeso, né inteso offendere, il capo dello Stato quando ho ricordato pubblicamente che il silenzio uccide come la mafia, giacché non è a lui che mi riferivo, ma a chi vuole mettere la museruola ai magistrati che indagano sui potenti di Stato".
Come volevasi dimostrare. Il contadino di Montenero di Bisaccia, il moralizzatore che ha qualche suo peccatuccio da far dimenticare, e che non è riuscito a "moralizzare" in pieno il figliolo, non si lascia distrarre dal compito di fare la morale agli altri (ad iniziare da Napolitano). Poi, quando scoppia la bufera, si rifugia, né più né meno che come un qualsiasi nano di Arcore, sotto la tonaca del "Frà Inteso". Non si rivolgeva a Napolitano. Abbiamo preso tutti un abbaglio collettivo.
Oggi, alla "compagnia di giro" che solitamente si ricompone in queste manifestazioni, mancava qualche adepto della prima ora (De Magistris, Flores d'Arcais), ma c'erano i più fedeli habituès (Travaglio, e soprattutto l'imbarazzante Ragionier Grillo, che ha fatto il solito intervento da Alzheimer). C'era la new-entry Salvatore Borsellino - che vive dell'immagine riflessa del fratello Paolo, e c'erano un certo numero di comprimari. Al mio amico Luca Schiavoni, coordinatore del sito di Travaglio, rivolgo per l'ennesima volta la stessa domanda: "Perchè dal settembre 2007 a Marco non scappa neanche per sbaglio di scrivere un "carta canta" su Di Pietro? Manca il materiale? Non credo: Tonino offre copioso materiale ogni 5 minuti. Distrazione? Non credo, visto che noi, in maniera petulante, gli ricordiamo questa amnesia a giorni alterni. C'è dell'altro, Marco? perchè non favelli?
Comunque, chi se lo fosse perso, si guardi il video dell'intervento del Rag. Grillo, linkato in calce. Sarebbe un buon capitolo in qualsiasi testo di psichiatria. Un ottimo esempio della sintomatologia che precede, di poco, l'Alzheimer che il Ragionier attribuisce tanto spesso ad altri.
Se poi a qualche grillista della prima ora (o a qualche dipietrista della seconda ora) dovesse crescere del tempo, si interroghi, ed interroghi i due-due, sulla Costituzione Italiana, che non prevede che il Presidente della Repubblica esterni da sedi improprie su risse politiche da pollaio. La Costituzione non prevede neppure che Napolitano possa mandare qualcuno in piazza a rimuovere degli striscioni. Tanto è vero che non lo ha fatto.
E se questi cambiassero pusher? Si dice che a Roma, in questi giorni, circolino partite di "roba" tagliata male. Prestare attenzione
SOCIAL
Follow @Tafanus