Parole che avremmo voluto sentire dai nostri politici. Le ha dette, invece, Obama Barack, nuovo presidente Usa, all’inizio del suo mandato. Noi abbiamo smarrito il senso di nazione e il bene comune. Siamo una Paese incredibile, metà fiaba e metà incubo.
Nel giorno in cui Obama chiama gli americani a raccolta per affrontare la sfida colossale dell’economia e della povertà, il nostro presidente rincorre i sondaggi: quanti punti potrebbe perdere con la cessione di Kakà, allettato dalle sirene miliardarie dell’emiro? Preoccupato più di Fiorello che passa a Sky, che del calo di due punti del Pil, il prodotto interno lordo italiano. Ma se vince la sfida calcistico - miliardaria (chi è il presidente del Milan?), elude la crisi: "Due punti in meno di Pil non sono un dramma!". Eurostat smentisce a stretto giro di cifre: il tasso di disoccupazione in Italia salirà all’8,2 per cento, cioè 600 mila posti di lavoro in meno.
«Lo stato dell’economia», prosegue Obama, «richiede azioni coraggiose e rapide, e noi agiremo: non solo per creare nuovi lavori, ma per gettare le fondamenta della crescita». Da noi, questa urgenza non si sente. Siamo alle prese con la comica finale del caso Villari e della Commissione di vigilanza Rai: storie di poltrone e di spartizione di potere televisivo.
Ma che c’entrano i politici con la tivù? Abbiamo i Tg più brutti al mondo, a tutte le ore le solite frustre facce di politici a "sputacchiare" insulse dichiarazioni. Ma che tivù è questa? Dove sono le notizie, le inchieste? Che fanno i giornalisti, tengono solo il microfono? Eppure, il canone è stato ritoccato verso l’alto, a noi contribuenti costa di più.
In Germania, i partiti della Grosse koalition trovano l’intesa su un piano anticrisi da 50 miliardi di euro, con 9 miliardi di euro in sgravi fiscali per aziende, persone fisiche, aiuti alle famiglie. Le nostre emergenze? Le intercettazioni telefoniche e un federalismo fiscale dai contorni fumosi e inquietanti, l’ennesimo cavallo di Troia della fantasia padana, un contentino da propaganda, un "ossicino" per tenerli buoni. Sarà federalismo solidale, costerà? Tremonti non dà cifre né risposte.
Quel che è stato fatto contro la crisi è ben poco: più promesse che provvedimenti. Nell’attesa che passi la "nuttata". Ma come? L’84 per cento delle famiglie povere sono rimaste escluse dalla tanto decantata social card.
«In questo Paese, nasciamo e moriamo come una nazione, un popolo. Non cediamo alla tentazione di ricadere nella faziosità, nella chiusura mentale e nell’immaturità che ha avvelenato la nostra politica così a lungo»: sagge parole di Obama. Ma i nostri politici, come i polli di Renzo, continuano a "beccarsi" tra loro.
...mai avrei pensato che Famiglia Cristiana sarebbe diventato un giornale di riferimento per ciò che resta ancora della sinistra. Questo editoriale non firmato è da attribuire alla penna del Direttore, Don Sciortino. Uolter non lo troverà mica troppo ardito ed offensivo?... ma vai a kakà...
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