...facendo l'ennesima, inutile, superflua premessa che NON SONO RAZZISTA, cosa comprovata dai posts che Tafanus ha dedicato alla shoah, ribadisco, motivandolo, il pericolo che molte persone del mio tipo possano passare, a causa degli ultimi avvenimenti, da uno stato di latente ma crescente avversione verso le politiche israeliane, ad una viscerale generalizzazione razzista verso gli ebrei. Chi stamattina ha ascoltato le parole forsennate di Fiamma Nierenstein su RaiNews24, o le tesi di un Gasparri sempre più simile a Marcoré, che ripete "a pappagallo" le tesi dei falchi israeliani, capisce cosa voglio dire...
Ho passato l'ultima sera dell'anno a casa di un amico di sinistra, col quale ho "discusso animatamente" per tutta la sera, perchè sosteneva la tesi che Israele fa bene a fare ciò che sta facendo, NEI MODI in cui lo sta facendo, perchè hamas continua a rompere le palle coi tubi kassam. Vero: Israele ha il diritto di difendersi, ma nella civiltà occidentale (e nella mia morale personale), esiste un criterio ineludibile, che è quello della proporzionalità fra mezzi d'offesa, e mezzi di reazione. Se uno mi spara con un fucile ad aria compressa, io non posso rispondere con un fucile a pompa, o con un cannone..
Poi, esistono aspetti cronologici, che non possono essere ignorati: Hamas non ha "rotto la tregua": semplicemente, i termini di durata della tregua siglata nel 2006 sono scaduti. Nel frattempo, sono continuate le demolizioni delle case dei sospetti simpatizzanti di hamas, i razzi aria-terra sparati da elicotteri israeliani su cortei di nozze, perchè "forse" c'era un vice-sotto capo di hamas, la sordità di Israele a tutti gli appelli lanciati dal "mondo ragionevole", il mancato rispetto delle risoluzioni ONU, l'innalzamento di muri in calcestruzzo, ostacoli fisici e simbolici al ritrovamento non solo di una qualche normalità di rapporti, ma persino alla possibilità di riaprire un serio discorso sull'argomento. Difficile trattare con chi esercita solo la politica della sopraffazione.
Non è un caso che durante il periodo della tregua ci siano stati oltre 500 morti palestinesi, e 19 israeliani. Poi, da dieci giorni, i morti palestinesi sono diventati mille (di cui circa cento bambini), quelli israeliani sono diventati venticinque. Vogliamo ricordarlo? nel sud del Libano il rapporto fra morti ammazzati israeliani ed hezbollah è stato di uno a dieci (come alle Fosse Ardeatine); a Gaza, gli israeliani hanno migliorato le loro performances, portandosi alla ratio di uno a quaranta. Un esercito fra i più potenti del mondo, contro una colonia di straccioni.
Ho sentito da più parti dire che è colpa dei palestinesi di Gaza, che non tarpano, essi stessi, le ali di hamas. Facile a dirsi. Sfugge che i terroristi di hamas non sono TUTTA la popolazione che ha votato per Abu Mazen, ma una minoranza. Minoranza, però, armata, addestrata, nascosta, determinata. Chi dovrebbe combatterla, questa banda? i ragazzi che costituiscono la metà della popolazione di Gaza? le donne? gli sconfitti e minoritari seguaci di Al Fatah?
Ecco cosa scrive "La Stampa" [articolo "La Stampa] , giornale non classificabile come "sovversivo":
[...li esperti calcolano che l'ala militare, denominata brigate Izz-al-Din al Qassam disponga di circa 15.000 combattenti, anche se a questa cifra andrebbe aggiunto il sostegno di quasi tutta la popolazione della Striscia. Piuttosto, le tattiche usate negli ultimi tempi, il ricorso a gallerie sotterranee per i rifornimenti e l'occultamento dei missili nonché la perizia dimostrata dai militanti sul terreno paiono certificare che i guerriglieri hanno ricevuto un nuovo addestramento sull'esempio degli Hezbollah sciiti del Libano. In vent'anni, un movimento che fu registrato in Israele come costola dei Fratelli Musulmani e inizialmente il governo Begin tollerò, incoraggiò quasi in chiave anti-Fatah (allora a condurre i giochi era ancora Yasser Arafat), è cresciuto e si è «incistato» proprio in quei luoghi che sessant'anni di guerre hanno ridotto sempre più a sentine del mondo.
Adesso le organizzazioni islamiche insorgono da tutti gli angoli del globo in difesa di Hamas, nell'intero Occidente si moltiplicano i cortei di protesta, da Beirut risuona perfino l'anatema di Hassan Nasrallah, e gli stragisti rischiano di tramutarsi in campioni dell'Islam...]
Vogliamo ricordarlo? Hamas nasce anche col favore degli USA (non lo dimentichi neanche Obama). Nasce per contrastare il terrorista Yasser Arafat. Qualcuno ricorda ancora l'assedio ad Arafat, condotto da Israele con la piena approvazione di USA e Gran Bretagna? Non ricordo questo per elogiare Hamas. Lo ricordo per sottolineare il fatto che ad Israele non piace NULLA che possa anche lontanamente ostacolare il suo disegno di crescente egemonia nell'area. Non piaceva Arafat, non piacevano e non piacciono le risoluzioni dell'ONU, non piacevano i kamikaze (è giusto e logico), ma non piacevano neanche i ragazzini con le fionde, ai quali spezzavano le braccia, con un grosso sasso, dopo averle poggiate su un ceppo. Ormai, a difesa di questa politica-bidone, che non porta da nessuna parte, sono rimasti solo un gruppo di "giapponesi nella giungla": i governanti israeliani (of course), Fiamma Nierenstein, gli epìgoni di Oriana Fallaci, Berlusconi, Bush, Frattini lo Sciatore, Gasparri il Pappagallo, il neo-ebreo Fini con kippa in testa, e pochi altri.
I cosiddetti arabi moderati (a cominciare dalla Giordania) si stanno rivoltando contro. Le manifestazioni anti-israele in occidente si moltiplicano. Gordon Brown prende le distanze. L'Iran attende fiducioso gli sviluppi. Ogni bambino ammazzato, porta migliaia di moderati occidentali a schierarsi a favore dei palestinesi (si sa, i figli "sò piezze 'e core"). I risultati in termini di politica estera e di immagine internazionale che Israele sta ottenendo sono disastrosi. Quelli militari, se è vero che hanno ammazzato 250 "soldati" di hamas su 15.000, e se è vero che non hanno trovato un solo deposito di razzi kassam, sono nulli. Se riusciranno a far fuori Abu Mazen, consegneranno la protesta palestinese a ben cinque gruppi, a sinistra di Hamas, ben più estremisti (ad iniziare dalla famigerata "jihād islamica"). Ecco, viene il feroce sospetto che, a due mesi dalle elezioni, Israele abbia scatenato questa battaglia "a chi ce l'ha più duro" per fini quasi esclusivamente di politica interna. Cosa fare "dopo" si vedrà. Per ora, sfugge non il senso dell'attacco a hamas, ma i modi,
Che senso ha bombardare una moschea? Gli israeliani sanno benissimo che i razzi kassam sono sottoterra, dove nessuna bomba israeliana può arrivare. Che senso ha prendere a cannonate un'auto con una famiglia dentro? Che senso ha sparare su qualunque cosa si muova, incluse le ambulanze che cercano di trasporare migliaia di feriti da Gaza Nord (dove non c'è più un letto in ospedale, una confezione di antibiotici, una garza) verso gli ospedali del Sud? Se il comportamento dell'esercito israeliano dovesse essere passato al setaccio della convenzione di Ginevra, credo che dovremmo arrivare a delle conclusioni alle quali, per il momento, non vogliamo arrivare. Qualcuno li fermi, prima che la critica diventi razzismo diffuso.
Prima di sparare su Abu Mazen, proviamo a ricordare come si sia comportata la Repubblica Democratica di Israele?
Di seguito si riportano le principali risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che esprimono condanna dell'operato di Israele. Le risoluzioni sono citate per numero e data; se ne indicano inoltre degli estratti che ne illustrano il contenuto.
Risoluzione n. 93 (18 maggio 1951)
Il CS decide che ai civili arabi che sono stati trasferiti dalla zona smilitarizzata dal governo di Israele deve essere consentito di tornare immediatamente nelle loro case e che la Mixed Armistice Commission deve supervisionare il loro ritorno e la loro reintegrazione nelle modalità decise dalla Commissione stessa.
Risoluzione n. 101 (24 novembre 1953)
Il CS ritiene che l'azione delle forze armate israeliane a Qibya del 14-15 ottobre 1953 e tutte le azioni simili costituiscano una violazione del cessate-il-fuoco (risoluzione 54 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU); esprime la piu' forte censura per questa azione, che puo' pregiudicare le possibilita' di soluzione pacifica; chiama Israele a prendere misure effettive per prevenire tali azioni.
Risoluzione n. 106 (29 marzo 1955)
Il CS osserva che un attacco premeditato e pianificato ordinato dalle autorità israeliane e' stato commesso dalle forze armate israeliane contro le forze armate egiziane nella Striscia di Gaza il 28 febbraio 1955 e condanna questo attacco come una violazione del cessate-il-fuoco disposto dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
Risoluzione n. 111 (19 gennaio 1956)
Il CS ricorda al governo israeliano che il Consiglio ha già condannato le azioni militari che hanno rotto i Trattati dell'Armistizio Generale e ha chiamato Israele a prendere misure effettive per prevenire simili azioni; condanna l'attacco dell'11 dicembre 1955 sul territorio siriano come una flagrante violazione dei provvedimenti di cessate-il-fuoco della risoluzione 54 (1948) e degli obblighi di Israele rispetto alla Carta delle Nazioni Unite; esprime grave preoccupazione per il venire meno ai propri obblighi da parte del governo israeliano.
Risoluzione n. 162 (11 aprile 1961)
Il CS chiede urgentemente ad Israele di rispettare le decisioni delle Nazioni Unite.
Risoluzione n. 171 (9 aprile 1962)
Il CS riscontra le flagranti violazioni operate da Israele nel suo attacco alla Siria.
Risoluzione n. 228 (25 novembre 1966)
Il CS censura Israele per il suo attacco a Samu, in Cisgiordania, sotto il controllo giordano.
Risoluzione n. 237 (14 giugno 1967)
Il CS chiede urgentemente a Israele di consentire il ritorno dei nuovi profughi palestinesi del 1967.
Risoluzione n. 248 (24 marzo 1968)
Il CS condanna Israele per il suo attacco massiccio contro Karameh, in Giordania.
Risoluzione n. 250 (27 aprile 1968)
Il CS ingiunge a Israele di astenersi dal tenere una parata militare a Gerusalemme.
Risoluzione n. 251 (2 maggio 1968)
Il CS deplora profondamente la parata militare israeliana a Gerusalemme, in spregio alla risoluzione 250.
Risoluzione n. 252 (21 maggio 1968)
Il CS dichiara non valido l'atto di Israele di unificazione di Gerusalemme come capitale ebraica.
Risoluzione n. 256 (16 agosto 1968)
Il CS condanna gli attacchi israeliani contro la Giordania come flagranti violazioni.
Risoluzione n. 259 (27 settembre 1968)
Il CS deplora il rifiuto israeliano di accettare una missione dell'ONU che verifichi lo stato di occupazione.
Risoluzione n. 262 (31 dicembre 1968)
Il CS condanna Israele per l'attacco all'aeroporto di Beirut.
Risoluzione n. 265 (1 aprile 1969)
Il CS condanna Israele per gli attacchi aerei su Salt in Giordania.
Risoluzione n. 267 (3 luglio 1969)
Il CS censura Israele per gli atti amministrativi tesi a cambiare lo status di Gerusalemme.
Risoluzione n. 270 (26 agosto 1969)
Il CS condanna Israele per gli attacchi aerei sui villaggi del Sud del Libano.
Risoluzione n. 271 (15 settembre 1969)
Il CS condanna Israele per non aver obbedito alle risoluzioni dell'ONU su Gerusalemme.
Risoluzione n. 279 (12 maggio 1969)
Il CS chiede il ritiro delle forze israeliane dal Libano.
Risoluzione n. 280 (19 maggio 1969)
Il CS condanna gli attacchi israeliani contro il Libano.
Risoluzione n. 285 (5 settembre 1970)
Il Cs chiede l'immediato ritiro israeliano dal Libano.
Risoluzione n. 298 (25 settembre 1971)
Il CS deplora che Israele abbia cambiato lo status di Gerusalemme.
Risoluzione n. 313 (28 febbraio 1972)
Il CS chiede che Israele ponga fine agli attacchi contro il Libano.
Risoluzione n. 316 (26 giugno 1972)
Il CS condanna Israele per i ripetuti attacchi sul Libano.
Risoluzione n. 317 (21 luglio 1972)
Il CS deplora il rifiuto di Israele di rilasciare gli Arabi rapiti in Libano.
Risoluzione n. 332 (21 aprile 1973)
Il CS condanna i ripetuti attacchi israeliani contro il Libano.
Risoluzione n. 337 (15 agosto 1973)
Il CS condanna Israele per aver violato la sovranità del Libano.
Risoluzione n. 347 (24 aprile 1974)
Il CS condanna gli attacchi israeliani sul Libano.
Risoluzione n. 425 (19 marzo 1978)
Il CS ingiunge a Israele di ritirare le sue forze dal Libano.
Risoluzione n. 427 (3 maggio 1979)
Il CS chiama Israele al completo ritiro delle proprie forze dal Libano.
Risoluzione n. 444 (19 gennaio 1979)
Il CS deplora la mancanza di cooperazione di Israele con il contingente di peacekeeping dell'ONU.
Risoluzione n. 446 (22 marzo 1979)
Il CS determina che gli insediamenti israeliani sono un grave ostacolo alla pace e chiama Israele al rispetto della Quarta Convenzione di Ginevra.
Risoluzione n. 450 (14 giugno 1979)
Il CS ingiunge a Israele di porre fine agli attacchi contro il Libano.
Risoluzione n. 452 (20 luglio 1979)
Il CS ingiunge a Israele di smettere di costruire insediamenti nei territori occupati.
Risoluzione n. 465 (1 marzo 1980)
Il CS deplora gli insediamenti israeliani e chiede a tutti gli stati membri di non sostenere il programma di insediamenti di Israele.
Risoluzione n. 467 (24 aprile 1980)
Il CS deplora con forza l'intervento militare israeliano in Libano.
Risoluzione n. 468 (8 maggio 1980)
Il CS ingiunge a Israele di annullare le espulsioni illegali di due sindaci e un giudice palestinesi, e di facilitare il loro ritorno.
Risoluzione n. 469 (20 maggio 1980)
Il CS deplora con forza la non osservanza da parte di Israele dell'ordine di non deportare Palestinesi.
Risoluzione n. 471 (5 giugno 1980)
Il CS esprime grave preoccupazione per il non rispetto da parte di Israele della Quarta Convenzione di Ginevra.
Risoluzione n. 476 (30 giugno 1980)
Il CS ribadisce che le rivendicazioni israeliane su Gerusalemme sono nulle.
Risoluzione n. 478 (20 agosto 1980)
Il CS censura con la massima forza Israele per le rivendicazioni su Gerusalemme contenute nella sua "Legge Fondamentale".
Risoluzione n. 484 (19 dicembre 1980)
Il CS formula l'imperativo che Israele riammetta i due sindaci palestinesi deportati.
Risoluzione n. 487 (19 giugno 1981)
Il CS condanna con forza Israele per l'attacco alle strutture nucleari dell'Iraq.
Risoluzione n. 497 (17 dicembre 1981)
Il CS dichiara nulla l'annessione israeliana delle Alture del Golan e chiede ad Israele di annullare immediatamente la propria decisione.
Risoluzione n. 498 (18 dicembre 1981)
Il CS ingiunge a Israele di ritirarsi dal Libano.
Risoluzione n. 501 (25 febbraio 1982)
Il CS ingiunge a Israele di interrompere gli attacchi contro il Libano e di ritirare le sue truppe.
Risoluzione n. 509 (6 giugno 1982)
Il CS chiede che Israele ritiri immediatamente e incondizionatamente le sue forze dal Libano.
Risoluzione n. 515 (19 giugno 1982)
Il CS chiede che Israele tolga l'assedio a Beirut e consenta l'entrata di rifornimenti alimentari.
Risoluzione n. 517 (4 agosto 1982)
Il CS censura Israele per non aver ubbidito alle risoluzioni dell'ONU e chiede ad Israele di ritirare le sue forze dal Libano.
Risoluzione n. 518 (12 agosto 1982)
Il CS chiede ad Israele piena cooperazione con le forze dell'ONU in Libano.
Risoluzione n. 520 (17 settembre 1982)
Il CS condanna l'attacco israeliano a Beirut Ovest.
Risoluzione n. 573 (4 ottobre 1985)
Il Cs condanna vigorosamente Israele per i bombardamenti su Tunisi durante l'attacco al quartier generale dell'OLP.
Risoluzione n. 587 (23 settembre 1986)
Il CS ricorda le precedenti richieste affinchè Israele ritirasse le sue forze dal Libano e chiede con urgenza a tutte le parti di ritirarsi.
Risoluzione n. 592 (8 dicembre 1986)
Il CS deplora con forza l'uccisione di studenti palestinesi dell'Università di Birzeit ad opera delle truppe israeliane.
Risoluzione n. 605 (22 dicembre 1987)
Il CS deplora con forza le politiche e le pratiche israeliane che negano il diritti umani dei Palestinesi.
Risoluzione n. 607 (5 gennaio 1988)
Il CS ingiunge a Israele di non deportare i Palestinesi e gli chiede con forza di rispettare la Quarta Convenzione di Ginevra.
Risoluzione n. 608 (14 gennaio 1988)
Il CS si rammarica profondamente che Israele abbia sfidato l'ONU e deportato civili palestinesi.
Risoluzione n. 636 (14 giugno 1989)
Il CS si rammarica profondamente della deportazione di civili palestinesi da parte di Israele.
Risoluzione n. 641 (30 agosto 1989)
Il CS deplora che Israele continui nelle deportazioni di Palestinesi.
Risoluzione n. 672 (12 ottobre 1990)
Il CS condanna Israele per violenza contro i Palestinesi a Haram al-Sharif/Tempio della Montagna.
Risoluzione n. 673 (24 ottobre 1990)
Il CS deplora il rifiuto israeliano di cooperare con l'Onu.
Risoluzione n. 681 (20 dicembre 1990)
Il CS deplora che Israele abbia ripreso le deportazioni di Palestinesi.
Risoluzione n. 694 (24 maggio 1991)
Il CS deplora la deportazione di Palestinesi ad opera di Israele e ingiunge ad Israele di assicurare loro un sicuro e immediato ritorno.
Risoluzione n. 726 (6 gennaio 1992)
Il CS condanna con forza la deportazione di Palestinesi ad opera di Israele.
Risoluzione n. 799 (18 dicembre 1992)
Il CS condanna con forza la deportazione di 413 Palestinesi da parte di Israele e chiede il loro immediato ritorno.
Risoluzione n. 904(18 marzo 1994)
Il CS: sconcertato dallo spaventoso massacro commesso contro fedeli palestinesi nella Moschea Ibrahim di Hebron il 25 febbraio 1994, durante il Ramadan; gravemente preoccupato dai conseguenti incidenti nei territori palestinesi occupati come risultato del massacro, che evidenzia la necessita' di assicurare protezione e sicurezza al popolo palestinese; prendendo atto della condanna di questo massacro da parte della comunita' internazionale; riaffermando le importanti risoluzioni sulla applicabilita' della Quarta Convenzione di Ginevra ai territori occupati da Israele nel giugno 1967, compresa Gerusalemme, e le conseguenti responsabilita' israeliane. Condanna con forza il massacro di Hebron e le sue conseguenze, che hanno causato la morte di oltre 50 civili palestinesi e il ferimento di altre centinaia e ingiunge ad Israele, la potenza occupante, di applicare misure che prevengano atti illegali di violenza da parte di coloni israeliani, come tra gli altri la confisca delle armi.
Risoluzione n. 1402 (30 marzo 2002)
Il CS alle truppe israeliane di ritirarsi dalle città palestinesi, compresa Ramallah.
Risoluzione n. 1403 (4 aprile 2002)
Il CS chiede che la risoluzione 1402 (2002) sia applicata senza ulteriori ritardi.
Risoluzione n. 1405 (19 aprile 2002)
Il CS chiede che siano tolte le restrizioni imposte, soprattutto a Jenin, alle operazioni delle organizzazioni umanitarie, compreso il Comitato Internazionale della Croce Rossa e l'Agenzia dell'ONU per l'Assistenza e il Lavoro per i Profughi Palestinesi in Medio Oriente (Unwra).
Risoluzione n. 1435 (24 settembre 2002)
Il CS chiede che Israele ponga immediatamente fine alle misure prese nella città di Ramallah e nei dintorni, che comprendono la distruzione delle infrastrutture civili e di sicurezza palestinesi; chiede anche il rapido ritiro delle forze di occupazione israeliane dalle citta' palestinesi e il loro ritorno alle posizioni tenute prima di settembre 2000.
Fonti:
1. Paul Findley, Deliberate Deceptions: Facing the Facts about the US/Israeli Relationship (Chicago: Lawrence Hill, 1993)
2. http://www.un.org/documents/scres.html
A cura del Comitato contro la Guerra dell'Universita' di Roma "Tor Vergata"
[Forum Palestina]
Il commento di Vittorio Zucconi
C’è poi un’altra domanda da porsi di fronte all’eterna tentazione della risposta militare forte al tormento del terrorismo, con gli “effetti collateriali” che bombardamenti e cannoneggiamenti inevitabilmente producono, per quanto nobili siano le intenzioni, come questo atroce ragazzino palestinese con la mano contratta dal dolore o dalle lesioni cerebrali subite: non è che per caso, storia alla mano, le bombe producano sempre più nemici di quanti ne eliminino? Tutti gli studi condotti dagli Alleati dopo la Seconda Guerra Mondiale, come mi disse l’economista John Kenneth Galbraith che li aveva condotti per conto della US Air Force, hanno concluso che i bombardamenti a tappeto delle città non avevano affatto piegato, ma al contrario indurito, il morale degli abitanti di città vittimizzate come Berlino, Dresda o Londra.
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