Fare oggi, a caldo, un'analisi della sconfitta, è operazione superiore alle mie capacità. Se non siamo riusciti a vincere ora, se non con Soru in Sardegna, opposto al cavallo di Caligola, quando? Ci sarà tempo (ahimé, molto tempo) per riflettere su questo risultato, ma a caldo alcune considerazioni si possono fare:
-1) la prima reazione che ho avuto, guardando i risultati, è stata quella di risvegliare in me un rancore sordo per ciò che NON abbiamo fatto nel 1996: una legge sul conflitto d'interessi, ed una legge che semplicemente VIETASSE ai concessionari di beni pubblici, quali le frequenze TV, di occupare cariche pubbliche. Una legge "vendicativa", come andava predicando il nano? No, semplicemente una legge "occidentale". In nessun paese esiste una vergogna simile.
-2) Noi questa legge non l'abbiamo fatto. Abbiamo preferito giocare al "Piccolo Padre Costituente". Alla fine della partita, non abbiamo avuto la riforma costituzionale, ma abbiamo avuto la legge sul conflitto d'interessi nota come quella sulla "mera proprietà", ed abbiamo avuto la legge Gasparri sull'assetto TV. La legge sul famigerato "SIC" (Sistema Integrato della Comunicazione), che prende a base del calcolo per il tetto della raccolta pubblicitaria TV non già la pubblicità TV, ma l'universo mondo (TV + Stampa + Radio + Affissioni + Banditori + Uomini-Sandwich). Non siamo riusciti a togliere al nano neanche Rete4, che fiumi di sentenze "passate in giudicato" toglievano al Cav. per consegnarle ai legittimi proprietari, cioè a Europa7.
-3) Poi non abbiamo più avuto i numeri per fare una legge seria su NULLA. E in Italia, paese di artisti, poeti, navigatori ed analfabeti di ritorno, se non hai le TV non comunichi. I quotidiani sono inchiodati da mille anni a 5 milioni di copie, inclusi la Gazzetta dello Sport, il Giornale di Merate e la Gazzetta della Martesana. I grandi giornali d'opinione non arrivano ad una diffusione complessiva di due milioni di copie, e dovrebbero misurarsi con la forza d'urto di TG proprietari o "embedded" al padrone d'Italia, uno solo dei quali, nella sola edizione serale, conta quattro volte due milioni?
-4) Il PD è nato male, e sta terminando peggio. Non è senno di poi. Detta da noi, che abbiamo appoggiato il PD senza entusiasmo, ma che una volta nato lo abbiamo appoggiato con grande (forse eccessivo) impegno, la cosa è particolarmente significativa. Qualcuno ricorderà le nostre perplessità a mettere nello stesso partito laici e cattolici integralisti alla Binetti, o teo-dem dell'ultima ora alla Rutelli. Saremmo andati a sbattere contro gli scogli, alla prima battaglia a contenuto ideologico. Così è stato su staminali e fecondazione assistita; così è stato sulla laicità della scuola; e così sarà sul testamento biologico. Problemi di questa portata non possono essere ogni volta nascosti sotto il tappeto. Prima o poi dovremo trovare la forza di tirar su il tappeto, scopar via lo sporco, e dare aria alle stanze.
-5) All'interno del PD sono già legioni quelli che hanno preannunciato voto favorevole al ddl della destra sul testamento biologico, che è una vera e propria truffa. Una marchetta a Ruini e Natzinger. Noi non possiamo e non dobbiamo lasciarci sodomizzare da chi vuole percorrere questa strada. Ora la Binetti si è rimessa il cilicio, ed ha minacciato di lasciare il PD se non passerà il ddl della destra sul testamento biologico. E' una minaccia o una promessa?
-6) Sono mesi che vado maturando la convinzione che il PD, come somma di "leggermente diversi", avrebbe avuto persino una sua ragione di esistere; come puro tentativo di sommare numeri di "opposti", diventa un tentativo velleitario di "far numero" sommando cose che non possono essere sommate. A destra il collante sono le TV e i "danée" del padrone della coalizione. Noi non abbiamo la fortuna di avere un collante così potente. Dobbiamo trovare le ragioni e le "technicalities" per stare insieme come "coalizione", foss'anche solo per battere il nano. Sento dire spesso, con aria disgustata, che questo sarebbe fare "politica contro": e allora? Dove è scritto che non si possa e non si debba fare "politica contro" (una volta si chiamava "Resistenza"), quando il nemico è il capo di un regime sempre più consolidato, che sta devastando ciò che resta, in Italia, di democrazia, legalità, pluralismo, stato sociale? A la guerre comme à la guerre.
-7) La sinistra deve ritrovare le ragioni della sinistra, che non sono quelle della Binetti o di Rutelli. Noi non potremo mai fare una politica di sinistra insieme a questa gente. Dobbiamo molto freddamente considerare l'ipotesi del "divorzio". I cattolici facciano i cattolici, i laici facciano i laici. Se non faremo così, cadremo nel più totale immobilismo, tutte le volte che ci saranno divergenze inconciliabili fra laici e cattolici.
-8) Dobbiamo tornare alle cose che già hanno dato prova di potere, se non vincere, almeno competere. Chiamatele come volete. Ulivo, Unione, Minollo, Pippo... Chiamate questa alleanza come volete, ma cercate di non cambiare il "trade-mark" ad ogni primavera. Un partito di cattolici di sinistra, una sinistra moderata, una sinistra-sinistra che obblighi se stessa a ritrovarsi, a rimettere insieme i "9 partitini 9" che, finchè saranno così spappolati, non andranno da nessuna parte. O facciamo questo, o siamo condannati ad essere governati da Berlusconi fino alla sua morte. Dopo di lui, potrà iniziare l'era di Pier Silvio, o di Confalonieri.
-9) La battaglia per la leadership si sta spostando finalmente in campo aperto. Veltroni l'ho appoggiato, "faute de mieux", ma non mi ha mai convinto la sua vagotonicità nell'imporre le regole: perchè si è scelto di concedere a Di Pietro - che ha tradito il patto appena superate le soglie di sbarramento a rimorchio del PD - ciò che non si è voluto concedere alla Bonino (disciplinatissima alleata), e a pezzi della sinistra? Le politiche sbagliate e perdenti si cambiano, così come, in democrazia, si cambiano i fautori e leaders di politiche perdenti. Nessuna accusa, nessu rancore. Però oggi dobbiamo fare i conti col fatto che questa politica è stata fallimentare.
-10) La luna di miele non solo non accenna a finire ma, pur a fronte di innumerevoli porcate fatte dal nano (dall'Alitalia, al fallimento di tutte le politiche su sicurezza ed immigrazione clandestina, all'economia, all'Expò, al caso Eluana, a Matrix, alla giustizia, alle "grandi opere", alla scuola, al gossip pompinaro, alle politiche enrgetiche, e chi più ne ha più ne metta) non solo non mostra alcun segno di cedimento, ma ad ogni tornata elettorale, anche parziale, dimostra una forza di controllo totale sui suoi servi.
Ora, fra un attimo, ci saranno le europee. Non possiamo, non dobbiamo arrivare all'appuntamento con le stesse stanche truppe che si trascinano senza un'idea, senza un progetto, senza un accenno all'autocritica. Ho riportato in calce i "numeri" della Sardegna. Forniscono un quadro impietoso. Così si muore. Dobbiamo provare, almeno PROVARE, a ritrovare l'orgoglio di essere di sinistra. Poi magari moriremo lo stesso, perchè le forze del nemico sono soverchianti. Però almeno moriremo combattendo, e non per una lenta, vergognosa consunzione da immobilismo. Tafanus
-1) la prima reazione che ho avuto, guardando i risultati, è stata quella di risvegliare in me un rancore sordo per ciò che NON abbiamo fatto nel 1996: una legge sul conflitto d'interessi, ed una legge che semplicemente VIETASSE ai concessionari di beni pubblici, quali le frequenze TV, di occupare cariche pubbliche. Una legge "vendicativa", come andava predicando il nano? No, semplicemente una legge "occidentale". In nessun paese esiste una vergogna simile.
-2) Noi questa legge non l'abbiamo fatto. Abbiamo preferito giocare al "Piccolo Padre Costituente". Alla fine della partita, non abbiamo avuto la riforma costituzionale, ma abbiamo avuto la legge sul conflitto d'interessi nota come quella sulla "mera proprietà", ed abbiamo avuto la legge Gasparri sull'assetto TV. La legge sul famigerato "SIC" (Sistema Integrato della Comunicazione), che prende a base del calcolo per il tetto della raccolta pubblicitaria TV non già la pubblicità TV, ma l'universo mondo (TV + Stampa + Radio + Affissioni + Banditori + Uomini-Sandwich). Non siamo riusciti a togliere al nano neanche Rete4, che fiumi di sentenze "passate in giudicato" toglievano al Cav. per consegnarle ai legittimi proprietari, cioè a Europa7.
-3) Poi non abbiamo più avuto i numeri per fare una legge seria su NULLA. E in Italia, paese di artisti, poeti, navigatori ed analfabeti di ritorno, se non hai le TV non comunichi. I quotidiani sono inchiodati da mille anni a 5 milioni di copie, inclusi la Gazzetta dello Sport, il Giornale di Merate e la Gazzetta della Martesana. I grandi giornali d'opinione non arrivano ad una diffusione complessiva di due milioni di copie, e dovrebbero misurarsi con la forza d'urto di TG proprietari o "embedded" al padrone d'Italia, uno solo dei quali, nella sola edizione serale, conta quattro volte due milioni?
-4) Il PD è nato male, e sta terminando peggio. Non è senno di poi. Detta da noi, che abbiamo appoggiato il PD senza entusiasmo, ma che una volta nato lo abbiamo appoggiato con grande (forse eccessivo) impegno, la cosa è particolarmente significativa. Qualcuno ricorderà le nostre perplessità a mettere nello stesso partito laici e cattolici integralisti alla Binetti, o teo-dem dell'ultima ora alla Rutelli. Saremmo andati a sbattere contro gli scogli, alla prima battaglia a contenuto ideologico. Così è stato su staminali e fecondazione assistita; così è stato sulla laicità della scuola; e così sarà sul testamento biologico. Problemi di questa portata non possono essere ogni volta nascosti sotto il tappeto. Prima o poi dovremo trovare la forza di tirar su il tappeto, scopar via lo sporco, e dare aria alle stanze.
-5) All'interno del PD sono già legioni quelli che hanno preannunciato voto favorevole al ddl della destra sul testamento biologico, che è una vera e propria truffa. Una marchetta a Ruini e Natzinger. Noi non possiamo e non dobbiamo lasciarci sodomizzare da chi vuole percorrere questa strada. Ora la Binetti si è rimessa il cilicio, ed ha minacciato di lasciare il PD se non passerà il ddl della destra sul testamento biologico. E' una minaccia o una promessa?
-6) Sono mesi che vado maturando la convinzione che il PD, come somma di "leggermente diversi", avrebbe avuto persino una sua ragione di esistere; come puro tentativo di sommare numeri di "opposti", diventa un tentativo velleitario di "far numero" sommando cose che non possono essere sommate. A destra il collante sono le TV e i "danée" del padrone della coalizione. Noi non abbiamo la fortuna di avere un collante così potente. Dobbiamo trovare le ragioni e le "technicalities" per stare insieme come "coalizione", foss'anche solo per battere il nano. Sento dire spesso, con aria disgustata, che questo sarebbe fare "politica contro": e allora? Dove è scritto che non si possa e non si debba fare "politica contro" (una volta si chiamava "Resistenza"), quando il nemico è il capo di un regime sempre più consolidato, che sta devastando ciò che resta, in Italia, di democrazia, legalità, pluralismo, stato sociale? A la guerre comme à la guerre.
-7) La sinistra deve ritrovare le ragioni della sinistra, che non sono quelle della Binetti o di Rutelli. Noi non potremo mai fare una politica di sinistra insieme a questa gente. Dobbiamo molto freddamente considerare l'ipotesi del "divorzio". I cattolici facciano i cattolici, i laici facciano i laici. Se non faremo così, cadremo nel più totale immobilismo, tutte le volte che ci saranno divergenze inconciliabili fra laici e cattolici.
-8) Dobbiamo tornare alle cose che già hanno dato prova di potere, se non vincere, almeno competere. Chiamatele come volete. Ulivo, Unione, Minollo, Pippo... Chiamate questa alleanza come volete, ma cercate di non cambiare il "trade-mark" ad ogni primavera. Un partito di cattolici di sinistra, una sinistra moderata, una sinistra-sinistra che obblighi se stessa a ritrovarsi, a rimettere insieme i "9 partitini 9" che, finchè saranno così spappolati, non andranno da nessuna parte. O facciamo questo, o siamo condannati ad essere governati da Berlusconi fino alla sua morte. Dopo di lui, potrà iniziare l'era di Pier Silvio, o di Confalonieri.
-9) La battaglia per la leadership si sta spostando finalmente in campo aperto. Veltroni l'ho appoggiato, "faute de mieux", ma non mi ha mai convinto la sua vagotonicità nell'imporre le regole: perchè si è scelto di concedere a Di Pietro - che ha tradito il patto appena superate le soglie di sbarramento a rimorchio del PD - ciò che non si è voluto concedere alla Bonino (disciplinatissima alleata), e a pezzi della sinistra? Le politiche sbagliate e perdenti si cambiano, così come, in democrazia, si cambiano i fautori e leaders di politiche perdenti. Nessuna accusa, nessu rancore. Però oggi dobbiamo fare i conti col fatto che questa politica è stata fallimentare.
-10) La luna di miele non solo non accenna a finire ma, pur a fronte di innumerevoli porcate fatte dal nano (dall'Alitalia, al fallimento di tutte le politiche su sicurezza ed immigrazione clandestina, all'economia, all'Expò, al caso Eluana, a Matrix, alla giustizia, alle "grandi opere", alla scuola, al gossip pompinaro, alle politiche enrgetiche, e chi più ne ha più ne metta) non solo non mostra alcun segno di cedimento, ma ad ogni tornata elettorale, anche parziale, dimostra una forza di controllo totale sui suoi servi.
Ora, fra un attimo, ci saranno le europee. Non possiamo, non dobbiamo arrivare all'appuntamento con le stesse stanche truppe che si trascinano senza un'idea, senza un progetto, senza un accenno all'autocritica. Ho riportato in calce i "numeri" della Sardegna. Forniscono un quadro impietoso. Così si muore. Dobbiamo provare, almeno PROVARE, a ritrovare l'orgoglio di essere di sinistra. Poi magari moriremo lo stesso, perchè le forze del nemico sono soverchianti. Però almeno moriremo combattendo, e non per una lenta, vergognosa consunzione da immobilismo. Tafanus
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