Forse è giunto il momento, di questa pericolosa minchiata, di occuparcene sul serio, sempre nella classica filosofia del "separare i fatti dalle pugnette". Non ci è chiaro se i risultati del referendum siano ancora validi, per quanto tempo lo siano, se per ribaltarli serva un nuovo referendum (ma di che tipo, visto che in Italia gli unici referenda ammessi sono di tipo abrogativo, e non legislativo?). Saremo grati a chi riuscirà a chiarirci le idee su questo problema. Nel frattempo ci occuperemo degli altri argomenti, più vicini alle nostre esperienze.E per iniziare, consentiteci di autocitarci: è interessante rileggere, oggi, un nostro post del maggio 2008, che iniziava così:
Nucleare alla Scajola: al Prof. Carboni di Tor Vergata piace
Quale onore! come reazione ai nostri scritti sul nucleare di Scajola, ci scrive nientepopodimeno che il Professor Giovanni Carboni, Docente presso il Dipartimento di Fisica dell'Università "Tor Vergata" di Roma, e con un indirizzo email (e suppongo quindi anche con un incarico) presso il CERN di Ginevra (quel CERN dove il Prof. Carlo Rubbia è stato Direttore, e dove non sappiamo quali mansioni svolga il Professor Carboni).
Con la tipica arroganza dei baroni noti solo ad una ristretta cerchia di amici, ed abituati a trattare prevalentemente con tremebondi ragazzini di 19/20 anni al primo o secondo esame, il Dott. Prof. Carboni ci invia queste poche righe, che trasudano buona educazione e modestia da ogni byte:
"Propaganda e' quello che scrivete voi sul nucleare. E, nel caso non lo sapeste, il metano bruciando produce CO2. Il metano non e' certo la soluzione al problema del gas serra. Che il nucleare non sia conveniente e' un'altra fandonia: un anno fa pagavo l'elettricita' a casa in Francia la meta' che in Italia. Ora il divario e' ancora cresciuto. Saluti"
G. Carboni
Non possiamo trascriverlo tutto: per chi fosse interessato, riportiamo il link a questo post, che è molto istruttivo:
Fatto? ...bene... ora osservate quella bella linea continua di centrali che inizia presso Marsiglia, con Marcoule, e prosegue con la mitica Tricastin (scassatasi tre volte solo negli ultimi 12 mesi), e poi con Cruas, Phenix, Saint-Alban, Bugery, Super-Phenix...
Vi dice niente la disposizione di queste centrali? No??? Ve lo diciamo noi; sono tutte "sopravvento" all'Italia, rispetto ai venti dominanti, che in quell'area sono prevalentemente da ovest (faux-mistral) o da nord-ovest (mistral). Lasciatevelo dire da chi in quell'area, inclusa fra il Golfo del Leone ed il Golfo Ligure, ha fatto 25 anni di vela...
In altri termini, se docesse succedere qualcosa di grave in quell'area, la Francia sarebbe toccata ben poco (solo un pezzetto di Provenza e di Costa Azzurra), ma la maggior parte della merda sarebbe trascinata verso le ricche regioni del nord-ovest italiano. Sarebbe un caso? No. Una semplice previsione. Trascurando infatti le brezze termiche, che per loro natura sono deboli, e si invertono due volte al giorno (quindi a fine giornata, fra avanti e indré, avranno lasciato la merda esattamente nello stesso posto), i venti "sinottici" viaggiano prevalentemente in direzione dell'Italia, e i meteorologi lo sanno benissimo, dai tempi della navigazione commerciale a vela.
"...e già... questi comunisti... tutti contro il nucleare, ma poi comprano un sacco di energia di origine nucleare dalla Francia..."
Niente di più falso. Lo dicono i dati di fonte MSE. Sigla misteriosa? La Spectre? Niente di più falso!!! il MSE non è altro che il Ministero per lo Sviluppo Economico, cioè Scajola, cioè uno dei più accaniti rappresentanti della tifoseria nucleare, cioè l'inventore delle "centrali di terza generazione e mezza", che forse esistono solo ad Imperia e dintorni. Quale fonte più affidabile? Dunque, vediamola, questa dipendenza italiana dal "nucleare altrui":
Osservato bene il grafico del Ministero di Scajola? Bene, nel 2005 il TOTALE dell'energia importata dall'Italia era esattamente del 5% (cinque per cento), INCLUSO il nucleare; perchè importiamo anche energia di origine NON nucleare. Dati del 2005? Certo. Ma cosa credete che sia cambiato, dal 2005 ad oggi, visto che in Europa NESSUNO, tranne la Slovenia e la Finlandia, ha messo in costruzione una centrale nucleare da 39 anni ad oggi?
Ma andiamo avanti: vediamo cosa succederebbe in Italia, in caso di disastro nucleare, o anche di semplice fuga radioattiva importante (da centrali, o da siti di stoccaggio delle scorie.) Sempre guardando alle carte dei venti dominanti, in Italia la situazione è, se possibile, ancora più chiara e drammatica che in Francia.
Osservate la cartina dei venti dominanti allegata (direzione ed intensità prevalenti). I venti dominanti, in Italia, sono in assoluto quelli da maestrale, cioè da Nord-Ovest. Al secondo posto in classifica (prendeteci in parola), si piazza il vento esattamente opposto: lo scirocco, che soffia da Sud-Est.
C'è una ragione? Certo! I venti più frequenti e più forti, e cioè quelli che arrivano da Nord-Ovest, se per caso provassero a deviare verso est (direzione normale delle perturbazioni atlantiche) vanno a "sbattere" contro la barriera appenninica, e si acconciano a rimettersi in direzione da N-W verso W-E.
Ancora più facile il discorso per il versante adriatico: eventuali venti da Est non solo troverebbero, dall'altra parte, la dorsale appenninica, ma troverebbero anche l'Adriatico, cioè un fantastico tubo Venturi che incanala e costringe i venti sempre lungo l'asse della penisola italiana. Insomma, il giorno in cui dovesse succedere qualche cosa in Italia, le polluzioni radioattive si comporterebbero come la "Freccia del Sud" di buona memoria. Su e gù per l'Italia, con poche vie di fuga laterali. Non è fantastico? P.S.: è ovvio che le ragioni per le quali anche i venti dai quadranti meridionali tendono ad assumere la direzione dell'asse dell'Italia sono le stesse per le quali ciò avviene per i venti dai quadranti settentrionali, e cioè l'esistenza della dorsale appenninica - che fa da "barriera spartitraffico" - e di quel "tubo Venturi che è il Mare Afriatico.
Ricordate Chernobyl? quel poco di radioattività che è arrivata in Italia, si è messo a viaggiare da Nord-Ovest verso Sud-Est, anzichè "scavallare" l'Italia ed andare verso la penisola Iberica. Fantastico!
E allora? forse l'uranio è conveniente! Ma guardate il grafico! Dal '92 al 2007 i minerali d'uranio sono passati da 10$ scarsi, a 130$ abbondanti, per poi crollare (si fa per dire...) a 70$, che sono sempre i prezzi del... 2007.
Forse il forte rialzo di prezzi è dovuto ad un eccesso di domanda? No, perchè come è stato detto, da 39 anni non entra in funzione una sola centrale,
Allora è una crisi da riduzione di produzione, in stile OPEC? Neanche per sogno. L'offerta, a numero di centrali invariate, è aumentata, sia pure in misura non clamorosa, da 85 milioni di once nel 1995 a 102 milioni nel 2006. E allora? Un economista potrebbe spiegarvi che, poichè le centrali non è facile fermarle, ed i paesi produttori sono ancor meno dei paesi dell'OPEC, i minerali d'uranio sono un bene fortemente "anelastico". Un paio di paesi si mettono d'accordo, e ricattano l'universo mondo.
Questo è il porcaio nel quale si accingono a cacciarci Berlù, Sarkò e Scajola: un allegro cammino verso l'inferno.
Ed ora parliamo di scorie e prezzi: notizie molto interessanti sono state riportate da [Ecoblog]:
SCORIE:
"...il 30 gennaio il presidente francese ha comunicato ai francesi che prossimamente verrà costruito un secondo reattore nucleare EPR a Penly. Il giorno successivo Greenpeace Francia ha risposto a Sarkozy affermando che questo nuovo tipo di reattore produrrà scorie sette volte più pericolose di quelle delle centrali di seconda generazione.
Secondo Areva - l’impresa francese che sta costruendo i reattori EPR - queste centrali saranno più potenti di quelle attuali, useranno il 15% in meno di uranio, e produrranno il 30% in meno di scorie. Peccato che nessuno precisi che il funzionamento dell’EPR prevede che il combustibile nucleare resti molto più tempo nel reattore, e questo implica un’usura - “burn up” - e dunque una radiotossicità molto più importante che nei reattori attuali.
Visto che non c’è ancora un reattore EPR funzionante, tutti i calcoli sulla quantità di scorie e sulla loro radioattività sono delle stime, ma è comunque interessante rilevare che anche una portavoce di Areva, Patricia Marie, ha ammesso che le scorie saranno più radioattive - ma “solo” del 15%.,,"
COSTI DELLE CENTRALI:
"...un’ultima annotazione. Il prezzo dell’impianto finlandese sta raggiungendo ormai i 5,5 miliardi di euro - la previsione iniziale era di 3 miliardi. Il cantiere ha accumulato un ritardo di 38 mesi, e l’operatore elettrico finlandese ha fatto una richiesta di danni per 2,47 miliardi di euro. Quanto al cantiere francese di Flamanville sta seguendo la stessa strada, il budget è già stato sforato del 20%. Ogni giorno di ritardo implica un costo supplementare di un milione di euro al giorno..."
SOCIAL
Follow @Tafanus