Ora siamo certi che su tutti i fronti sul suolo italiota garrisce la bandiera bianca e gialla dell’Avvenire prospero e incinto di progetti radiosi che sono:
1. L’Italia, orgoglio sardo compreso (per la Sicilia non vi è mai stata speranza), è mutata geneticamente e il berlusconismo ormai è una infezione con la quale bisogna convivere a lungo. Nonostante lo sfascio del governo su ogni fronte, gli Italiani lo vogliono e la Sardegna rinuncia alla sua sovranità e diventa una colonia. Il tribunale di Milano ha condannato l’avvocato inglese Mills perché corrotto da Berlusconi per testimoniare il falso in giudizio e gli Italiani ne sono felici e lo premiano. Ora aspettiamo la sentenza della Suprema Corte che deve giudicare sul “lodo Alfano” quello che gli permette, per ora, di non essere «còrreo» di Mills perché si è messo da solo al riparo. Comincio a dubitare seriamente. Questo presidente del consiglio è quello che vuole la «certezza del carcere e della pena» per gli stupratori, per gli immigrati, per i rubagalline e per chi ruba nelle ville: lui si è garantito la certezza dell’impunità che tanto piace agli Italiani. Ne prendiamo atto. Nessuno può impormi di gioire e di condividere. A costo di restare da solo in un’Italia berlusconizzata, io resisto e resisterò fino a tre giorni dopo la mia morte (per essere sicuro).
2. Vetroni se né andato. W Wolter! Senza rimpianti! Viene voglia dal profondo del cuore di dire «Finalmente!». Doveva lasciare il giorno dopo che aveva iniziata la campagna elettorale, da Spello, quando cominciò la cretinata «il maggior esponente della parte a noi avversa!» ... ma mi faccia il piacere – direbbe Totò! Ora Walter e Massimo saranno soddisfatti: continuano a segare il ramo su cui sono seduti, continuano ad essere divisi su tutto; il PD è un melassa impazzita dove ogni scheggia va per conto suo su ogni argomento, su ogni tema, su ogni respiro. Tutti contro tutti e la sinistra, pagata da Berlusconi sotto banco, continua a portare acqua al mulino dell’Italia allo sfascio e non se ne rendono conto. Ovvero: se ne rendono conto, ma persistono perché gli interessi di botteguccia di questo o quello, di Massimo, di Walter, di Rutelli (questo poi!!!!), del nipote del cognato di Letta, della suocera di Pietro nonostante la febbre … della Cei e del Vaticano, del sacrista del santuario della Madonna del Tunnel Lacrimoso, del figlio di San Giuseppe che non sa mai lo hanno messo di mezzo … nessuno interesse converge verso un minimo di interesse comune, ma tutti sono armati di forbici per ritagliarsi uno scampolo di strapuntino. Hanno addirittura votato l’immunità alla Katia Belillo (ex PDS, poi PD, detta «la rossa») contro la Ferilli che l’aveva denunciata per calunnia: non per avere espresso delle idee, ma per calunnia! La sinistra (si fa per dire) ha votato compatta e come un sol uomo o una sola donna l’immunità salva Belillo. Onore al merito e alla moralizzazione del Paese. Per il PD che ormai deve rassegnarsi a fare da comparsa, vale solo la parola del vangelo: «Gesù conosciuti i pensieri dei dirigenti e affini del PD disse: “Ogni regno diviso in se stesso cade in rovina e nessuna città o famiglia divisa in se stessa potrà restare in piedi”» (Mt 12,25). Dell’estrema sinistra (anche qui si fa per dire!) è meglio tacere perché continuano a dividersi ancora come cellule feconde pronte per abortire. Anche per loro una parola evangelica: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti» (Mt 8,22).
3. Il papa, contravvenendo alle norme canoniche che comprendono anche la prassi tradizionale, ha nominato vescovo di Linz in Austria un prete ipertradizionalista, Gerhard Maria Wagner. La prassi vuole che il papa faccia alcune consultazioni in loco tramite il nunzio e poi su una rosa di nomi scelga il vescovo. Egli, come ha già fatto altre volte, ha provveduto alla nomina, senza tenere conto delle consultazioni. I vescovi austriaci non ci sono stati, i fedeli anche ed è montata una protesta che ha costretto lo stesso vescovo eletto a dimettersi lo stesso giorno della nomina. I vescovi austriaci hanno scritto una lettera i fedeli, in cui, con buone maniere, gioiscono di questo esito, accusano il Vaticano di autoritarismo e avanzano critiche per la revoca della scomunica ai lefebvriani senza avere chiesto un’accettazione incondizionata e senza riserve di tutto il concilio Vaticano II. Il Vaticano non è imbrocca una che sia una. Anche per la presidenza della Cei, il papa fece svolgere una consultazione e da questa venne fuori il nome di Tettamanzi di Milano, ma il papa, su istigazione di Ruini, elesse Angelo Bagnasco, forse perché esecutore più affidabile. In Italia comunque non successe nulla, anzi nessuno se ne accorse. Dalle informazioni che ho dal mondo, a volte ho la sensazione che il papato operi prevalentemente quasi solo per l’Italia e in vista dell’Italia.
4. I Lefebvriani fremono per cominciare i «colloqui» da cui si aspettano chiarimenti sul concilio. Tradotto in volgare significa: vogliamo essere dispensati dall’ossequio e dall’accettazione del concilio, tutt’al più possiamo dire pubblicamente di accettarlo purché, anche segretamente ci venga garantito che è un concilio “pastorale” e quindi non vincolante, per cui possiamo continuare … avanti tutta all’indietro … tutti a Trento. La mio opinione è che la prossima mossa sarà un motu proprio del papa con cui la liturgia riformata del concilio Vaticano II viene dichiarata «forma straordinaria» e quella tridentina «forma ordinaria», per giungere infine a permettere la Messa riformata solo su richiesta scritta al papa in persona. Anche a costo di restare l’unico nella Chiesa, resisterò, resisterò, almeno fino a sette giorni la mia morte.
5. Sempre molta più gente lascia la Chiesa cattolica o per lo meno si disinteressa di quello che dicono o scrivono i vescovi e il papa. Incontro sempre più persone che sintetizzano: Preso atto di quello che dicono e fanno papa e vescovi, passiamo all’ordine del giorno. Aumenta la divisone nella Chiesa e il papa che voleva sanare una frattura con i tradizionalisti, ora si trova con una Chiesa sempre più frammentata e pronta a non rassegnarsi: siamo ormai alle Chiese autocefale, fai da te. Grazie, papa! Se Dio c’è, il papa deve rendere conto del danno che sta operando, se anche i vescovi stanno uscendo dal letargo e prendono posizione; se anche teologi di fama internazionale chiedono sempre più spesso le dimissioni dello stesso papa (Germania, Olanda, Inghilterra, ecc.). A proposito dell’Inghilterra, sono in arrivo gli Anglicani tradizionalisti che formeranno una specie di diocesi a parte, tipo Opus Dei. Essi celebrano con una Messa simile a quella di Trento per cui andranno d’accordo con i lefebvriani, Ratzinger e compagnia. Allegria!
A noi resta la fiducia che lo Spirito Santo ormai canta e suona «fuori del campo» e, stabili sulla roccia della Parola di Dio, guardiamo con fiducia in avanti, lavorando per un prossimo concilio che porti a compimento il Vaticano II, concilio dimezzato e incompleto. Ne siamo certi: dopo la notte, viene il mattino e noi saremo pronti per svegliare l’aurora (Sal 108/107,3).
Paolo Farinella, prete di Genova e cattolico.
1. L’Italia, orgoglio sardo compreso (per la Sicilia non vi è mai stata speranza), è mutata geneticamente e il berlusconismo ormai è una infezione con la quale bisogna convivere a lungo. Nonostante lo sfascio del governo su ogni fronte, gli Italiani lo vogliono e la Sardegna rinuncia alla sua sovranità e diventa una colonia. Il tribunale di Milano ha condannato l’avvocato inglese Mills perché corrotto da Berlusconi per testimoniare il falso in giudizio e gli Italiani ne sono felici e lo premiano. Ora aspettiamo la sentenza della Suprema Corte che deve giudicare sul “lodo Alfano” quello che gli permette, per ora, di non essere «còrreo» di Mills perché si è messo da solo al riparo. Comincio a dubitare seriamente. Questo presidente del consiglio è quello che vuole la «certezza del carcere e della pena» per gli stupratori, per gli immigrati, per i rubagalline e per chi ruba nelle ville: lui si è garantito la certezza dell’impunità che tanto piace agli Italiani. Ne prendiamo atto. Nessuno può impormi di gioire e di condividere. A costo di restare da solo in un’Italia berlusconizzata, io resisto e resisterò fino a tre giorni dopo la mia morte (per essere sicuro).
2. Vetroni se né andato. W Wolter! Senza rimpianti! Viene voglia dal profondo del cuore di dire «Finalmente!». Doveva lasciare il giorno dopo che aveva iniziata la campagna elettorale, da Spello, quando cominciò la cretinata «il maggior esponente della parte a noi avversa!» ... ma mi faccia il piacere – direbbe Totò! Ora Walter e Massimo saranno soddisfatti: continuano a segare il ramo su cui sono seduti, continuano ad essere divisi su tutto; il PD è un melassa impazzita dove ogni scheggia va per conto suo su ogni argomento, su ogni tema, su ogni respiro. Tutti contro tutti e la sinistra, pagata da Berlusconi sotto banco, continua a portare acqua al mulino dell’Italia allo sfascio e non se ne rendono conto. Ovvero: se ne rendono conto, ma persistono perché gli interessi di botteguccia di questo o quello, di Massimo, di Walter, di Rutelli (questo poi!!!!), del nipote del cognato di Letta, della suocera di Pietro nonostante la febbre … della Cei e del Vaticano, del sacrista del santuario della Madonna del Tunnel Lacrimoso, del figlio di San Giuseppe che non sa mai lo hanno messo di mezzo … nessuno interesse converge verso un minimo di interesse comune, ma tutti sono armati di forbici per ritagliarsi uno scampolo di strapuntino. Hanno addirittura votato l’immunità alla Katia Belillo (ex PDS, poi PD, detta «la rossa») contro la Ferilli che l’aveva denunciata per calunnia: non per avere espresso delle idee, ma per calunnia! La sinistra (si fa per dire) ha votato compatta e come un sol uomo o una sola donna l’immunità salva Belillo. Onore al merito e alla moralizzazione del Paese. Per il PD che ormai deve rassegnarsi a fare da comparsa, vale solo la parola del vangelo: «Gesù conosciuti i pensieri dei dirigenti e affini del PD disse: “Ogni regno diviso in se stesso cade in rovina e nessuna città o famiglia divisa in se stessa potrà restare in piedi”» (Mt 12,25). Dell’estrema sinistra (anche qui si fa per dire!) è meglio tacere perché continuano a dividersi ancora come cellule feconde pronte per abortire. Anche per loro una parola evangelica: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti» (Mt 8,22).
3. Il papa, contravvenendo alle norme canoniche che comprendono anche la prassi tradizionale, ha nominato vescovo di Linz in Austria un prete ipertradizionalista, Gerhard Maria Wagner. La prassi vuole che il papa faccia alcune consultazioni in loco tramite il nunzio e poi su una rosa di nomi scelga il vescovo. Egli, come ha già fatto altre volte, ha provveduto alla nomina, senza tenere conto delle consultazioni. I vescovi austriaci non ci sono stati, i fedeli anche ed è montata una protesta che ha costretto lo stesso vescovo eletto a dimettersi lo stesso giorno della nomina. I vescovi austriaci hanno scritto una lettera i fedeli, in cui, con buone maniere, gioiscono di questo esito, accusano il Vaticano di autoritarismo e avanzano critiche per la revoca della scomunica ai lefebvriani senza avere chiesto un’accettazione incondizionata e senza riserve di tutto il concilio Vaticano II. Il Vaticano non è imbrocca una che sia una. Anche per la presidenza della Cei, il papa fece svolgere una consultazione e da questa venne fuori il nome di Tettamanzi di Milano, ma il papa, su istigazione di Ruini, elesse Angelo Bagnasco, forse perché esecutore più affidabile. In Italia comunque non successe nulla, anzi nessuno se ne accorse. Dalle informazioni che ho dal mondo, a volte ho la sensazione che il papato operi prevalentemente quasi solo per l’Italia e in vista dell’Italia.
4. I Lefebvriani fremono per cominciare i «colloqui» da cui si aspettano chiarimenti sul concilio. Tradotto in volgare significa: vogliamo essere dispensati dall’ossequio e dall’accettazione del concilio, tutt’al più possiamo dire pubblicamente di accettarlo purché, anche segretamente ci venga garantito che è un concilio “pastorale” e quindi non vincolante, per cui possiamo continuare … avanti tutta all’indietro … tutti a Trento. La mio opinione è che la prossima mossa sarà un motu proprio del papa con cui la liturgia riformata del concilio Vaticano II viene dichiarata «forma straordinaria» e quella tridentina «forma ordinaria», per giungere infine a permettere la Messa riformata solo su richiesta scritta al papa in persona. Anche a costo di restare l’unico nella Chiesa, resisterò, resisterò, almeno fino a sette giorni la mia morte.
5. Sempre molta più gente lascia la Chiesa cattolica o per lo meno si disinteressa di quello che dicono o scrivono i vescovi e il papa. Incontro sempre più persone che sintetizzano: Preso atto di quello che dicono e fanno papa e vescovi, passiamo all’ordine del giorno. Aumenta la divisone nella Chiesa e il papa che voleva sanare una frattura con i tradizionalisti, ora si trova con una Chiesa sempre più frammentata e pronta a non rassegnarsi: siamo ormai alle Chiese autocefale, fai da te. Grazie, papa! Se Dio c’è, il papa deve rendere conto del danno che sta operando, se anche i vescovi stanno uscendo dal letargo e prendono posizione; se anche teologi di fama internazionale chiedono sempre più spesso le dimissioni dello stesso papa (Germania, Olanda, Inghilterra, ecc.). A proposito dell’Inghilterra, sono in arrivo gli Anglicani tradizionalisti che formeranno una specie di diocesi a parte, tipo Opus Dei. Essi celebrano con una Messa simile a quella di Trento per cui andranno d’accordo con i lefebvriani, Ratzinger e compagnia. Allegria!
A noi resta la fiducia che lo Spirito Santo ormai canta e suona «fuori del campo» e, stabili sulla roccia della Parola di Dio, guardiamo con fiducia in avanti, lavorando per un prossimo concilio che porti a compimento il Vaticano II, concilio dimezzato e incompleto. Ne siamo certi: dopo la notte, viene il mattino e noi saremo pronti per svegliare l’aurora (Sal 108/107,3).
Paolo Farinella, prete di Genova e cattolico.
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