C’è qualcosa che cambia e che
sostanzialmente è già sensibilmente cambiata da qualche tempo. Senza correre il
rischio di passare per illusi ottimisti, vediamo alcuni fatti concreti che
potrebbero concederci il diritto di considerare realisticamente il
berlusconismo in una fase di tramonto tropicale.
Oggi, il regime di una nazione, per
tradizione civile, non può considerarsi disgiunto dall’appoggio internazionale.
L’autarchia è un triste ricordo del passato e chi non se ne rende conto è solo
perché la sua panoramica culturale, non riesce ad oltrepassare il campanile del
proprio villaggio. Non solo l’economia, ma anche i concetti di etica
democratica e di globalizzazione etnica, a cominciare dagli Stati Uniti,
convergono sempre più strettamente verso un unico destino: quello che coinvolge
un'unica umanità su un pianeta le cui sorti sono, senza distinzione di razza,
di classe o di casta, quelle di tutto un genere umano, con annessi ecologici di
cui tutti noi siamo gli unici gestori e responsabili del buon funzionamento.
Un opaco tentativo di rendere un Paese
civile l’orticello da cui un creso maniaco e demenziale cerca disperatamente di
attingere la propria incolumità giuridica e una fonte di extraprofitto può,
nell’ottica di un vertiginoso evolversi dell’attuale contesto internazione,
avere da oggi in poi un vita molto breve.
I fatti: nella precedente legislatura
(2001-2006) l’atteggiamento pacato e limitatamente accondiscendente del
megalomane era comprensibilmente connesso con la sua amicizia con l’allora
Presedente USA Bush, con il franchista Aznar, l’ex capo della KGB Putin, la
tiepida amicizia in bandana con Blair e di uno Chirac con un piede nella fossa
comune dei politici cerchiobottisti. In questa bella compagnia il mega-megalomane
poteva vantarsi di appoggi internazionali di tutto rispetto. Oggi, lo sappiamo,
si ritrova con un Obama, che preferisce rivolgersi a Veltroni, per una intensa
collaborazione con il nostro Paese, con uno Zapatero che se potesse lo
servirebbe in salsa verde ai suoi ospiti, con un Brown che a dire che manco se
lo caga, sarebbe solo un eufemismo. Sarkozy, che sebbene sia un “bonvivant” e un
cultore della mussa di marca, come il nostro, non si farebbe scrupolo di
proporlo come additivo al carburante per un termovalorizzatore. Non
dimentichiamo Putin, ieri un grande amico e oggi uno scomodo comunista, la cui
interessata amicizia gli sta costando l’appoggio e l’ irosa inimicizia dei suoi
più devoti leccaculo.
A seguito della carenza di amicizie ed alleanze più altolocate, ci si deve accontentare di
ciò che passa il convento. Ed il convento non offre che quattro tonache
ingiallite, in tutto un sepolcro imbiancato, che altro non ha da offrire che
preghiere al vento, stucchevoli crociate, maledizioni infernali e i voti di un
dozzina di beghine condite col cilicio e
a tre passi dal cimitero.
Ma non è tutto: ci sono ancora gli zombi del dio Po. Una
bella collezione su un carroccio sgangherato, tirato a stento da quattro
maiali, insigniti dall’alto incarico di
pisciare sui terreni designati a costruirci una Moschea. Ovviamente vanno
accontentati. I costi dopotutto sono di trascurabile entità: un manipolo
gratuito di “ciulandari” in camicia verde, armati di torcia elettrica, in giro
per le periferie del varesotto in cerca di tutto quello che, illuminato dalla
torcia, non risplende di color rosa pallido.
Questa è la bella Italia che il
nostro”bonaparte nazionale” (definizione assegnatagli da Ezio Mauro ed
avallata da Scalfari) è riuscito in quindici anni di sacrifici messianici
a far brillare di opacità propria ed
esclusiva.: un giorno si renderà conto, spero e credo presto, che un merdaio
così anno 2009, non esiste nemmeno nel Burkina Faso.
(Charly Brown)
P.S.: La foto "Bananas' Republic" è stata da me rubata ad una consenziente Linda Holden, e ben illustra l'elevata immagine di cui gode l'Italia nel mondo. (Rockefeller Centre, NY) Tafanus
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