(Fronte del video di Maria Novella Oppo)
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato una lettera al governo, spiegando le motivazioni per cui ritiene ancora non attuabile la strada del decreto legge sulla vicenda di Eluana Englaro. iI premier Silvio Berlusconi ancora questa mattina avrebbe manifestato l'intenzione di intervenire con un decreto. La nuova bozza - riformulata dal ministero del Welfare e contenente i rilievi del costituzionalista Onida - sarebbe stata sottoposta al vaglio del Colle. La Presidenza della Repubblica avrebbe chiesto tempo per verificare il contenuto del decreto invitando l'esecutivo a discutere della vicenda soltanto nella parte finale del Consiglio dei Ministri. Poi la missiva e quindi il parere negativo. (...questa notizia la dedico a quanti, nei giorni scorsi, si erano affrettati ad unirsi al coro di coloro che denigravano, attraverso articoli, post, sondaggi one-way ed altro, il "Napolitano-Morfeo"...)

Il Consiglio dei ministri emana il decreto (...il CdM vara ugualmente il decreto, fottendosene, CVD, del parere del Presidente della Repubblica, e dimostrando la tesi, da noi sostenuta, della irrilevanza del parere della Presidenza della Repubblica, quando abbia a che fare con delle braccia rubate all'agricoltura e alle sacrestie, come i membri di questo governo di merda. Possono farlo, e lo hanno fatto. A costo di aprire un gravissimo conflitto istituzionale, di cui non fotte loro un cazzo. Ora speriamo che la clinica acceleri la "procedura", prima che il decreto diventi esecutivo, con la pubblicazione sulla G.U.; e che Napolitano decida di bocciarlo, accompagnando la bocciatura con una esternazione pubblica. In tutta questa squallida vicenda, c'è la sconfitta di Eluana, del Padre, della "carità cristiana" di questi banditi, e di questi baciapile, pronti a prostrarsi per baciare la pantofola rossa di Prada di questo papa filonazista in ermellino. Viva l'Italia...)
Il decreto legge approvato dal Cdm, per entrare in vigore, deve essere controfirmato dal Capo dello Stato e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Il Parlamento dovrà poi convertirlo entro 60 giorni (...considerazione personale, ma forse sbagliata; non sono un costituzionalista: in attesa della firma di Napolitano - che ha 60 giorni di tempo - il decreto non entra in vigore. Se i medici avranno le palle, potranno quindi andare avanti nella procedura, attenendosi alla sentenza della Corte d'Appello. Spero ardentemente che sia così...
Vaticano: "Governo coraggioso, ci hanno ascoltato" (...come volevasi dimostrare...)
[...] In sostanza i magistrati non fanno alcun accenno a voler intervenire sulla questione della sospensione delle terapie. Anzi. C'è un aggettivo da non sottovalutare:"Doverosa". E l'intero comunicato della Procura di Trieste assicura: "La magistratura del distretto non attuerà alcuna iniziativa che possa eludere o ritardare la doverosa attuazione di quanto disposto dalla corte di Cassazione" [...]
Berlusconi ha detto: "Se il presidente della Repubblica non firmasse il decreto, noi inviteremmo immediatamente il Parlamento a riunirsi ad horas ed approvare in pochissimo tempo, due o tre giorni, una legge che anticipasse quella legge che è già nell'iter legislativo, e cioè quella che contiene questa norma" (...quest'uomo è decisamente impazzito...)
Berlusconi ha detto: "Se non ci fosse la possibilità di ricorrere ai decreti tornerei dal popolo a chiedere il cambiamento della Costituzione e del governo" (...quest'uomo è impazzito/2...)
Berlusconi ha detto: "Il decreto legge è ispirato al lavoro di molti costituzionalisti e in particolare all'intervento del presidente emerito della Consulta Onida"
Dopo le parole del premier (""Decreto ispirato dalle parole del costituzionalista Onida"), il presidente emerito della Corte Costituzionale precisa: "Hanno strumentalizzato le mie parole, disconosco nella maniera più assoluta qualunque mia partecipazione alla stesura del testo di un decreto legge che non ritengo nemmeno di commentare" (...il pagliaccio di Arcore smentito esattamente in tre minuti...)
Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, ha detto: "Rispetto le considerazioni del Capo dello Stato, ma condivido pienamente la scelta del Governo" (...Casini, il Coniglio Mannaro, dà ragione agli uni, e agli altri. Così non sbaglia...)
Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha detto: "Nessuno ha dichiarato che il professor Onida ha collaborato direttamente alla redazione del decreto legge" (...infatti...non lo ha detto lui: lo ha detto il suo Padrone...)

Vittorio Angiolini, legale della famiglia Englaro, ha detto: "E' fuori di ogni discussione: si andrà avanti"

Gianfranco Fini, presidente della Camera, si dice "preoccupato che il Consiglio dei ministri non abbia accolto l'invito del capo dello Stato, ampiamente motivato sotto il profilo costituzionale e giuridico"
Emma Bonino, senatrice del Pd, ha detto: "Vorrei che ci fosse una grandissima manifestazione di laici e liberali in questo Paese, spero se ne ricordi Veltroni"
Il presidente emerito della Corte Costituzionale Giuliano Vassalli ha detto: "Il capo dello Stato ha esercitato una sua attribuzione costituzionale"
Il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro ha detto: "Il presidente della Repubblica non poteva fare altro rispetto alla forzatura e alla strumentalizzazione della vicenda Englaro da parte di Berlusconi" (...e adesso? Beppe Grillo approverà il fatto che Di Pietro abbia lodato Napolitano?)
Convocato stasera alle 20 un nuovo Consiglio dei ministri per varare un disegno di legge
Aumentano i partecipanti alla manifestazione contro il decreto organizzata sotto le finestre di Palazzo Chigi. Oltre ai radicali, ci sono ora bandiere di Pd, Cgil, Fiom, Sd, Prc, Pdci e Ps. I manifestanti sono ora circa 500 ed il traffico su via del Corso sta subendo rallentamenti
Massimo D'Alema elogia il comportamento del presidente della Repubblica "a presidio della Costituzione" e critica "la guerra meschina dell'integralismo cattolico che spacca la coscienza del Paese"
Domani, presidi a favore del rispetto della volontà della famiglia Englaro, sono stati annunciati in diverse città tra cui Milano, Pescara, Palermo, Genova, Venezia e Bologna
Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Luca Palamara non entra "nel merito delle scelte che fa la politica", ma si dice "sorpreso che tutto ciò accada durante l'esecuzione di un provvedimento giurisdizionale. I provvedimenti devono essere rispettati"
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