Oggi, sabato, giorno tradizionalmente destinato alle attività meno politiche, ne approfitto per rispondere ad un'amica milanese del blog, che mi manda questa email con un'accorata richiesta di soccorso. Poichè ho ricevuto diverse domande più parziali su alcuni di questi argomenti, metto insieme il tutto in un'unica risposta.
Caro Antonio, DEVO approfittare di te perchè ti sei sempre vantato di essere un velista e quindi adesso mi aiuti. Avremmo una lontana intenzione di acquistare una barca a motore con 4 posti letto e siccome non siamo per niente esperti, e negli annunci si usa un linguaggio tecnico, ti chiedo aiuto, perchè devo capire cosa sia importante e cosa no. Ti ringrazio in anticipo e spero di non farti perdere troppo tempo. Puoi spiegarmi cosa sono queste cose, la loro utilità e importanza?
Risponderò supponendo arbitrariamente, da quello che ha scritto, che la mia amica abbia in mente una barca di dimensioni intorno agli 8/10 metri.
Acque nere: quelle del cesso, della doccia, del lavandino. Vanno a finire in un recipiente stagno (serbatoio per le acque nere), contenente prodotti tipo lisoformio, e possono in teoria essere scaricate solo nelle apposite strutture portuali. In pratica queste strutture di svuotamento non esistono. La prassi è che la gente le scarica in mare. I più educati, aspettano di essere ad almeno un paio di miglia dalla costa, e stanno attenti a scaricare quando c'è brezza di terra, che allontana il tutto dalla costa. In casi di emergenza lo fanno anche in porto, dove i c.d. "cefaloni mangia-merda" provvedono a far pulizia in un attimo della roba marron, ma non da shampoo, lisoformio e detersivi per i piatti.
Autopilota: l'accessorio più indispensabile che ci sia: è un motorino elettrico collegato alla timoneria della barca, e contenente all'interno una bussola. Impostando la rotta che si vuole tenere sull'autopilota, la bussola interna mette in moto la parte meccanica dell'autopilota ogni volta che si crea una differenza fra la rotta impostata e quella seguita dalla barca. Consente di non dover stare attaccati per ore al timone, di scendere nella toilette a fare pipì, di preparare un caffè. A patto di avere sempre un occhio "periscopico" che veda tutto ciò che succede intorno. L'autopilota ignora le regole per prevenire gli "abbordi in mare", altrimenti detti tozza-tozza.
Antenna satellitare: su barche di dimensioni medio-piccole, non serve a nulla. Inoltre, è un termine vago. E' "satellitare" l'antenna di un sistema di telefonia satellitare, ma anche quella di un sistema cartografico "Decca", l'antenna del GPS (vedi avanti), e persino un'antenna auto-puntante per vedere Sky.
Bimini: è un robusto tendalino parasole (o pioggia: dipende dal "culo") semi-rigido, montato su tubi in accio a compasso, che si richiude in un attimo come la capote dei moderni cabriolet. Utile rispetto ad un comune tendalino, ma non indispensabile.
Cappottina: tessuto+finestre di plastica trasparente che chiude completamente il pozzetto della barca. Indispensabile se si pensa di stare in barca spesso, anche d'inverno, magari solo in porto.
Dinette: è l'ambiente comune della barca, col tavolo da pranzo, i divani, il tavolo da carteggio, la cucina.
Dissalatore: aggeggi, costosissimi, che trasformano acqua di mare in acqua dolce, usando elettricità o energia solare. Inutile ed improponibile per una barca media da crociera.
Eco o ecoscandaglio: assolutamente indispensabile: è uno strumento che invia ultrasuoni verso il fondo, e dalla misurazione del tempo necessario per il "ritorno" dell'eco, ti dice la profondità del fondale. Indispensabile avere un ripetitore delle informazioni in pozzetto. Quasi tutti sono dotati di allarme acustico di bassi o di alti fondali. Se dormi in rada, su dieci metri di fondo, impostando i due allarmi, ad esempio, su 5 e 15 metri, sei quasi sicura che se disancori vieni avvertita in tempo. Non segnala gli scogli affioranti, perché non "guarda avanti", ma solo in basso.
Elica di poppa: è la normale elica che serve a spingere la barca in avanti (o in retromarcia, con efficienza molto minore). Esistono tantissimi tipi di eliche (a passo fisso, variabile, eliche di superficie, eliche di profondità, a due, tre, quattro pale...) Ma qui non c'è lo spazio per scrivere un trattato sulle eliche. Risposta ad una domanda che non mi hai fatto: due motori gemelli sono un must. Per la sicurezza, ma anche perchè una barca a motore a carena piatta, planante, con un motore solo, in porto non manovra. In porto si manovra giocando sui due motori (uno in avanti e l'altro fermo, oppure indietro), perchè i timoni delle barche a motore sono molto piccoli, e in manovra la barca è quasi ferma.
Elica di prua: piccola elica alloggiata a prua, in un foro passante, sommerso dello scafo. Lavora non longitudinalmente, ma trasversalmente, e serve a spostare, in manovra, la prua della barca a sinistra o a destra, evitando "intraversamenti" dovuti al vento. Utile su barche a vela medio-grandi, poco o niente su barche medie con due motori.
Fuoribordo: il motorino che serve a far muovere il gommoncino, o tender. Il più piccolo, leggero e affidabile che si riesca a trovare. Ottimo l'Honda a benzina (quattro tempi) con raffreddamento ad aria, e frizione automatica come quella dei motorini stradali.
Generatore: piccolo motore, in genere diesel, acusticamente ben coibentato. Portatile o fisso, in "sala macchine". Quando è in funzione, genera corrente alternata a 220 volts,che puoi utilizzare come tale, o mandare al raddrizzatore, trasformare in continua a 12 o 24 volts, ed alimentare tutte le utenze di bordo (strumenti, frigo, cesso elettrico, luci e quant'altro).
Inverter: è un aggeggio che prende corrente continua a 12 o 24 volts dalla barca, e la trasforma in corrente alternata a 220 volts. Può servire se hai bisogno di questo tipo di corrente per far andare un TV, o un forno a microonde. Scarsamente consigliabile, perchè le utenze di tipo domestico in banchina le usi prendendo il 220 dalla banchina, in navigazione non le usi.
Log: strumento in via d'estinzione. E' una piccola elichetta sommersa, che viene mossa dallo scorrimento dell'acqua rispetto alla barca, e dal suo numero di giri uno strumento di bordo deduce la velocità della barca in nodi, e la distanza percorsa in miglia. Impreciso, perchè dipende dalle condizioni di pulizia; perchè ti da la velocità della barca rispetto all'acqua, e non rispetto al fondo (se c'è corrente marina, le due cose non coincidono); si incrosta e si blocca facilmente. Infine, oggi tutti i plotters+gps ti danno, con molta maggiore accuratezza, la stessa informazione.
Passerella: è un "passaggio" in alluminio, o in teak, che consente di tenere la barca a "ragionevole" distanza dal cemento della banchina, e di salire e scendere in barca. Quelle manuali possono essere regolate in altezza con delle cime e delle carrucole. In navigazione si lasciano "pendere" dietro, o si ritirano a bordo (ma sono pesanti ed ingombranti. Quelle idrauliche vanno avanti e indiesro, in alto e in basso con dei comandi idraulici, azionati da un telecomando. Utilissime e costosissime. Scompaiono, in genere, in appositi alloggiamenti ricavati nello scafo.
Plotter + gps: hai presente il navigatore dell'auto? stessa cosa: è un navigatore che anzichè contenere le carte dell'ACI o della Michelin, contiene il memoria le carte dell'Istituto Idrografico della Marina. Il GPS è lo stesso delle auto. "Global Positioning System", ti dà la posizione della barca sul tuo plotter cartografico (sullo schermo) con un margine d'errore ridottissimo. Puoi impostare il prossimo punto al quale sei diretta, o anche un'intera rotta "spezzata", fatta da più segmenti. Quasi tutti hanno una porta NMEA che consente di interfacciare il plotter col timone automatico. Non lo usa quasi nessuno, questo automatismo, perchè è una sicura fonte di guai.
Radar: invia onde radio di una certa frequenza a 360° intorno alla barca, e queste onde, riflesse da navi, alberi di barche a vela, "ritornano e lasciano una traccia su uno schermo con dei cerchi concentrici. Sai dov'è il nemico, a che distanza, e se vi state andando addosso oppure no. Assolutamente inutile su barche che non prevedano di fare frequenti navigazioni notturne. Utilissimi in caso di nebbia fitta, ma in trent'anni di navigazione io la nebbia fitta in mare l'ho trovata solo due volte...
Raddrizzatore (o, più familiarmente ed impropriamente, "caricabatterie"): è il contrario dell'invertitore. Prende dalla banchina del poro corrente di tipo domestico (alternata, 220 volts) e la trasforma in continua, a 12 o 24 volts. Utile per far andare in barca tutto l'armamentario a 12 o 24 volts usando la corrente dell'enel, e nopn le batterie della barca. Sul raddrizzatore non si deve risparmiare (nè sulla capacità, né sulla qualità della "marinizzazione).
Riscaldamento: in porto una bella stufa da casa (non ad aria: sono rumorose), ma con radiatori ad olio. Più lenta, ma assolutamente silenziosa, ed alimentata attraversdo la corrente della banchina. In navigazione, scordarsene: niente alcool, niente gas, niente benzina, Ce ne sono a gasolio, ma sono costosissime. Coprirsi bene, e via andare.
Tendalino: un pezzo di tela dimensionato per essere teso fra punti rigidi della barca con qualche elastico o cordino, e creara un pò d'ombra (o un precario riparo dalla pioggia. Assolutamente vietato (dal buonsenso) in navigazione. Fa vela, e si spacca in 5 minuti.
Vento: le "stazioni del vento" misurano sostanzialmente velocità e direzione dell vento, ed hanno un elaboratore che fornisce la velocità apparente del vento e quella reale; direzione apparente e reale. Su una barca a motore basta uno strumento che ti dia la velocità reale del vento, per capire se cresce o se diminuisce. Non servono sofisticazioni costose.
Vhf: radio ricetrasmittente (Very High Frequency) con potenza di trasmissione limitata per legge a 25 watt (sufficiente, perchè le onde del vhh lavorano esclusivamente a portata ottica o poco più. Insomma, non seguono la curvatura della terra. Non superano ostacoli come promontori o isole. Hanno in genere 55 frequenze pre-installate, ognuna delle quali serve univocamente a qualcosa (ad es. il ca. 5 per le comunicazioni fra barche, il 9 per chiamare le capitanerie di porto, il 16 come canale d'emergenza, il 25 per le telefonate via pomte radio, altri canali vari per la ricezione degli avvisi di pericolo, dei bollettini meteo, eccetera). Non risparmiare sul vhf.
Spero che per il momento queste informazioni siano utili per un primo orientamento. Tafanus
Caro Antonio, DEVO approfittare di te perchè ti sei sempre vantato di essere un velista e quindi adesso mi aiuti. Avremmo una lontana intenzione di acquistare una barca a motore con 4 posti letto e siccome non siamo per niente esperti, e negli annunci si usa un linguaggio tecnico, ti chiedo aiuto, perchè devo capire cosa sia importante e cosa no. Ti ringrazio in anticipo e spero di non farti perdere troppo tempo. Puoi spiegarmi cosa sono queste cose, la loro utilità e importanza?
Risponderò supponendo arbitrariamente, da quello che ha scritto, che la mia amica abbia in mente una barca di dimensioni intorno agli 8/10 metri.
Acque nere: quelle del cesso, della doccia, del lavandino. Vanno a finire in un recipiente stagno (serbatoio per le acque nere), contenente prodotti tipo lisoformio, e possono in teoria essere scaricate solo nelle apposite strutture portuali. In pratica queste strutture di svuotamento non esistono. La prassi è che la gente le scarica in mare. I più educati, aspettano di essere ad almeno un paio di miglia dalla costa, e stanno attenti a scaricare quando c'è brezza di terra, che allontana il tutto dalla costa. In casi di emergenza lo fanno anche in porto, dove i c.d. "cefaloni mangia-merda" provvedono a far pulizia in un attimo della roba marron, ma non da shampoo, lisoformio e detersivi per i piatti.
Autopilota: l'accessorio più indispensabile che ci sia: è un motorino elettrico collegato alla timoneria della barca, e contenente all'interno una bussola. Impostando la rotta che si vuole tenere sull'autopilota, la bussola interna mette in moto la parte meccanica dell'autopilota ogni volta che si crea una differenza fra la rotta impostata e quella seguita dalla barca. Consente di non dover stare attaccati per ore al timone, di scendere nella toilette a fare pipì, di preparare un caffè. A patto di avere sempre un occhio "periscopico" che veda tutto ciò che succede intorno. L'autopilota ignora le regole per prevenire gli "abbordi in mare", altrimenti detti tozza-tozza.
Antenna satellitare: su barche di dimensioni medio-piccole, non serve a nulla. Inoltre, è un termine vago. E' "satellitare" l'antenna di un sistema di telefonia satellitare, ma anche quella di un sistema cartografico "Decca", l'antenna del GPS (vedi avanti), e persino un'antenna auto-puntante per vedere Sky.
Bimini: è un robusto tendalino parasole (o pioggia: dipende dal "culo") semi-rigido, montato su tubi in accio a compasso, che si richiude in un attimo come la capote dei moderni cabriolet. Utile rispetto ad un comune tendalino, ma non indispensabile.
Cappottina: tessuto+finestre di plastica trasparente che chiude completamente il pozzetto della barca. Indispensabile se si pensa di stare in barca spesso, anche d'inverno, magari solo in porto.
Dinette: è l'ambiente comune della barca, col tavolo da pranzo, i divani, il tavolo da carteggio, la cucina.
Dissalatore: aggeggi, costosissimi, che trasformano acqua di mare in acqua dolce, usando elettricità o energia solare. Inutile ed improponibile per una barca media da crociera.
Eco o ecoscandaglio: assolutamente indispensabile: è uno strumento che invia ultrasuoni verso il fondo, e dalla misurazione del tempo necessario per il "ritorno" dell'eco, ti dice la profondità del fondale. Indispensabile avere un ripetitore delle informazioni in pozzetto. Quasi tutti sono dotati di allarme acustico di bassi o di alti fondali. Se dormi in rada, su dieci metri di fondo, impostando i due allarmi, ad esempio, su 5 e 15 metri, sei quasi sicura che se disancori vieni avvertita in tempo. Non segnala gli scogli affioranti, perché non "guarda avanti", ma solo in basso.
Elica di poppa: è la normale elica che serve a spingere la barca in avanti (o in retromarcia, con efficienza molto minore). Esistono tantissimi tipi di eliche (a passo fisso, variabile, eliche di superficie, eliche di profondità, a due, tre, quattro pale...) Ma qui non c'è lo spazio per scrivere un trattato sulle eliche. Risposta ad una domanda che non mi hai fatto: due motori gemelli sono un must. Per la sicurezza, ma anche perchè una barca a motore a carena piatta, planante, con un motore solo, in porto non manovra. In porto si manovra giocando sui due motori (uno in avanti e l'altro fermo, oppure indietro), perchè i timoni delle barche a motore sono molto piccoli, e in manovra la barca è quasi ferma.
Elica di prua: piccola elica alloggiata a prua, in un foro passante, sommerso dello scafo. Lavora non longitudinalmente, ma trasversalmente, e serve a spostare, in manovra, la prua della barca a sinistra o a destra, evitando "intraversamenti" dovuti al vento. Utile su barche a vela medio-grandi, poco o niente su barche medie con due motori.
Fuoribordo: il motorino che serve a far muovere il gommoncino, o tender. Il più piccolo, leggero e affidabile che si riesca a trovare. Ottimo l'Honda a benzina (quattro tempi) con raffreddamento ad aria, e frizione automatica come quella dei motorini stradali.
Generatore: piccolo motore, in genere diesel, acusticamente ben coibentato. Portatile o fisso, in "sala macchine". Quando è in funzione, genera corrente alternata a 220 volts,che puoi utilizzare come tale, o mandare al raddrizzatore, trasformare in continua a 12 o 24 volts, ed alimentare tutte le utenze di bordo (strumenti, frigo, cesso elettrico, luci e quant'altro).
Inverter: è un aggeggio che prende corrente continua a 12 o 24 volts dalla barca, e la trasforma in corrente alternata a 220 volts. Può servire se hai bisogno di questo tipo di corrente per far andare un TV, o un forno a microonde. Scarsamente consigliabile, perchè le utenze di tipo domestico in banchina le usi prendendo il 220 dalla banchina, in navigazione non le usi.
Log: strumento in via d'estinzione. E' una piccola elichetta sommersa, che viene mossa dallo scorrimento dell'acqua rispetto alla barca, e dal suo numero di giri uno strumento di bordo deduce la velocità della barca in nodi, e la distanza percorsa in miglia. Impreciso, perchè dipende dalle condizioni di pulizia; perchè ti da la velocità della barca rispetto all'acqua, e non rispetto al fondo (se c'è corrente marina, le due cose non coincidono); si incrosta e si blocca facilmente. Infine, oggi tutti i plotters+gps ti danno, con molta maggiore accuratezza, la stessa informazione.
Passerella: è un "passaggio" in alluminio, o in teak, che consente di tenere la barca a "ragionevole" distanza dal cemento della banchina, e di salire e scendere in barca. Quelle manuali possono essere regolate in altezza con delle cime e delle carrucole. In navigazione si lasciano "pendere" dietro, o si ritirano a bordo (ma sono pesanti ed ingombranti. Quelle idrauliche vanno avanti e indiesro, in alto e in basso con dei comandi idraulici, azionati da un telecomando. Utilissime e costosissime. Scompaiono, in genere, in appositi alloggiamenti ricavati nello scafo.
Plotter + gps: hai presente il navigatore dell'auto? stessa cosa: è un navigatore che anzichè contenere le carte dell'ACI o della Michelin, contiene il memoria le carte dell'Istituto Idrografico della Marina. Il GPS è lo stesso delle auto. "Global Positioning System", ti dà la posizione della barca sul tuo plotter cartografico (sullo schermo) con un margine d'errore ridottissimo. Puoi impostare il prossimo punto al quale sei diretta, o anche un'intera rotta "spezzata", fatta da più segmenti. Quasi tutti hanno una porta NMEA che consente di interfacciare il plotter col timone automatico. Non lo usa quasi nessuno, questo automatismo, perchè è una sicura fonte di guai.
Radar: invia onde radio di una certa frequenza a 360° intorno alla barca, e queste onde, riflesse da navi, alberi di barche a vela, "ritornano e lasciano una traccia su uno schermo con dei cerchi concentrici. Sai dov'è il nemico, a che distanza, e se vi state andando addosso oppure no. Assolutamente inutile su barche che non prevedano di fare frequenti navigazioni notturne. Utilissimi in caso di nebbia fitta, ma in trent'anni di navigazione io la nebbia fitta in mare l'ho trovata solo due volte...
Raddrizzatore (o, più familiarmente ed impropriamente, "caricabatterie"): è il contrario dell'invertitore. Prende dalla banchina del poro corrente di tipo domestico (alternata, 220 volts) e la trasforma in continua, a 12 o 24 volts. Utile per far andare in barca tutto l'armamentario a 12 o 24 volts usando la corrente dell'enel, e nopn le batterie della barca. Sul raddrizzatore non si deve risparmiare (nè sulla capacità, né sulla qualità della "marinizzazione).
Riscaldamento: in porto una bella stufa da casa (non ad aria: sono rumorose), ma con radiatori ad olio. Più lenta, ma assolutamente silenziosa, ed alimentata attraversdo la corrente della banchina. In navigazione, scordarsene: niente alcool, niente gas, niente benzina, Ce ne sono a gasolio, ma sono costosissime. Coprirsi bene, e via andare.
Tendalino: un pezzo di tela dimensionato per essere teso fra punti rigidi della barca con qualche elastico o cordino, e creara un pò d'ombra (o un precario riparo dalla pioggia. Assolutamente vietato (dal buonsenso) in navigazione. Fa vela, e si spacca in 5 minuti.
Vento: le "stazioni del vento" misurano sostanzialmente velocità e direzione dell vento, ed hanno un elaboratore che fornisce la velocità apparente del vento e quella reale; direzione apparente e reale. Su una barca a motore basta uno strumento che ti dia la velocità reale del vento, per capire se cresce o se diminuisce. Non servono sofisticazioni costose.
Vhf: radio ricetrasmittente (Very High Frequency) con potenza di trasmissione limitata per legge a 25 watt (sufficiente, perchè le onde del vhh lavorano esclusivamente a portata ottica o poco più. Insomma, non seguono la curvatura della terra. Non superano ostacoli come promontori o isole. Hanno in genere 55 frequenze pre-installate, ognuna delle quali serve univocamente a qualcosa (ad es. il ca. 5 per le comunicazioni fra barche, il 9 per chiamare le capitanerie di porto, il 16 come canale d'emergenza, il 25 per le telefonate via pomte radio, altri canali vari per la ricezione degli avvisi di pericolo, dei bollettini meteo, eccetera). Non risparmiare sul vhf.
Spero che per il momento queste informazioni siano utili per un primo orientamento. Tafanus
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