Non ci resta che chiederci cosa sia infine la dottrina cattolica e di quali particolari attrattive si vesta, per restarne attaccati con unghie e con denti, anche quando si arrivi a paragonarla ad una meretrice del più basso rango.
Cristo ci ha lasciato un Nuovo Testamento, che è, senza entrare nei dettagli fin troppo ben conosciuti da tutti i cristiani, un lunga strenna di antitesi nei confronti della dottrina cattolica. Basterebbe soffermarsi sui principi basilari del cristianesimo, descritti nei quattro Vangeli e confrontarli con le conclusioni dogmatiche e inappellabili, uscite di secolo in secolo dalla teologia dei Padri della Chiesa, per chiederci a buon diritto, cosa sia rimasto del cristianesimo.
Solo un punto di critica abbastanza inedito: la dottrina cristiana parte da una concezione essenzialmente monoteista della divinità. La dottrina cattolica, comincia a paganizzarne il contenuto suddividendola in tre. E’ uno ma, sono in tre.. Poi, non contenti di questa suddivisione, peraltro arbitraria nei confronti del’Antico Testamento, si è venuta a creare una folta schiera di sottodivinità, alla stessa stregua dell’induismo (professato da 1 miliardo di – anche loro - anime di Dio) che conta ben 35 milioni tra divinità e semidivinità (non è una barzelletta né un esagerazione sarcastica). Il cattolicesimo non è ancora arrivato a tanto, ma è riuscito in una quindicina di secoli a riempirne un calendario (quelli che non ci stavano dentro si hanno dimenticati)
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Il paganesimo concepiva un Dio capo e una ventina di addetti ai lavori, con mansioni specifiche: chi si curava del mare, chi del vino, chi dell’amore e chi faceva da postino. Nella struttura del cattolicesimo non abbiamo dei, ma protettori: c’è chi ci preserva dal mal di gola, chi ci aggiusta la lavatrice, chi ci conserva la vista ecc.. Per non parlare della moltiplicazione delle Vergini: quella turchina, quella di Lourdes, quella col velo azzurro, quella assunta, immacolata, lacrimosa e per tutti i gusti. Insomma anche del fiero monoteismo di Abramo e di Mosè, il cattolicesimo è riuscito a farne una farsa pagana da vitello d’oro.
La domanda che mi pongo, non tanto da ateo, quanto da laico agnostico è : cosa spinge chi crede in Cristo a lottare acerbamente contro un istituto a cui si appartiene, che crocefigge Cristo e la sua dottrina un giorno si e l’altro pure? Non sarebbe più semplice rifiutare nelle radici un credo pagano, retrogrado e fitto di eretiche superstizioni e ricordare ai parrocchiani che Gesu’ si è sacrificato per gli umili e per i semplici e non per le ricche vesti degl’usurpatori del trono di Pietro? Ricordare loro che Egli fu crocefisso per volontà di scribi e farisei, quegli stessi che oggi infestano senza titolo alcuno il tempio dei mercanti in Vaticano. Ricordare loro che Cristo ci insegnò a rivolgerci a Dio nelle preghiere con la parola “Padre”e non “padrone”?
Lo so: non è così semplice. E’ difficile liberarsi più che da una fede, dalle tradizioni e dai simboli che ne sono connessi. Ma se la parola del Cristo conta ancora qualcosa, ricordiamoci, che oltre alle nostre tradizioni, siamo figli di uno stesso Padre. Ricordiamoci che siamo stati forniti di libero arbitrio e di una coscienza, per farne buon uso.
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