Non sparate sulla rete! Una norma passata al Senato rischia di oscurare molti siti. 'L'espresso' ha messo a confronto politici e blogger
(di Alessandro Gilioli - l'Espresso)
Entro un mesetto alla Camera si dovrebbe votare sul decreto sicurezza già approvato al Senato: per intenderci, quello che legalizza le ronde e chiede ai medici di denunciare i clandestini. Ma nel pacchetto che si discuterà a Montecitorio c'è anche una norma che sta facendo molto discutere in Rete: un emendamento scritto da Gianpiero D'Alia (Udc) che prevede l'oscuramento completo di tutti i siti in cui ci sono apologie di reato o istigazioni a delinquere.
Infilato all'ultimo minuto, l'emendamento D'Alia avrebbe un effetto esplosivo perché consentirebbe alla Polizia postale di chiudere in Italia non solo siti come Facebook e YouTube - i cui contenuti sono prodotti dagli utenti e che quindi non mancano di componenti scorrette - ma anche migliaia di blog dove basterebbe un commento 'sbagliato' inserito da un lettore per far abbassare la serranda all'intero sito.
'L'espresso' ha dato il via a una campagna on line e sul settimanale cartaceo per portare a conoscenza dei politici e dell'opinione pubblica le conseguenze dell'emendamento D'Alia in termini di limitazione della libertà d'espressione. Tra le iniziative, ora c'è anche un confronto tra politici, giornalisti e blogger che si è tenuto nei giorni scorsi in redazione per discutere se e come si può migliorare l'emendamento 'birmano' approvato al Senato. Al dibattito era stato invitato lo stesso D'Alia, che tuttavia si è rifiutato di partecipare. Sono invece venuti i deputati Antonio Palmieri (l'esponente del Pdl più attento ai problemi della Rete) e Roberto Cassinelli (sempre del Pdl, autore di un controemendamento sulla proposta D'Alia), oltre al leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro; c'erano poi Guido Scorza (docente di Diritto delle nuove tecnologie) e alcuni tra i blogger italiani più impegnati su questi temi: Alessio Jacona, Nicola Mattina, Antonella Napolitano, Lorenza Parisi e Antonio Sofi, oltre al giornalista di 'Repubblica' e blogger Vittorio Zambardino.
Si è trattato di uno dei primi incontri tra due sfere che si guardano abbastanza in cagnesco, politici e blogger. A rendere più distesa l'atmosfera, il fatto che nessuno dei presenti abbia difeso il bavaglio D'Alia: anzi, pur facendo parte della maggioranza che in Senato ha approvato il decreto sicurezza, Cassinelli ha spiegato come la sua idea vada in tutt'altra direzione ed escluda l'oscuramento di interi siti. E lo stesso Cassinelli ha fatto una proposta di legge più ampia sulla regolamentazione del Web, che si discuterà alla Camera entro l'estate.
Di Pietro ha rintracciato le origini dell'emendamento D'Alia nell'ignoranza dei parlamentari sul tema di Internet:"E conoscendo poco o per nulla il Web, hanno approvato una legge che probabilmente non hanno neppure capito". Secondo Di Pietro, prima di legiferare il Parlamento dovrebbe alfabetizzarsi e ascoltare chi la Rete la fa e la studia da tempo. In ogni caso, Di Pietro ha escluso di votare una legge che preveda l'oscuramento di contenuti in Rete senza una sentenza della magistratura.
I blogger hanno lamentato una tendenza repressiva della politica, citando anche le recenti proposte di Barbareschi e Carlucci; i politici hanno respinto l'accusa sostenendo che però la Rete non è un porto franco al di fuori della legge. E per Palmieri con le reazioni indignate dei blog a ogni proposta di regolamentazione non si va lontano, "bisogna confrontarsi senza posizioni ideologiche e di pancia".
Dal dibattito de 'L'espresso' è nata, grazie a Guido Scorza, una pagina wiki (cioè modificabile con le idee degli internauti) per migliorare collettivamente Il [controemendamento Cassinelli] è nella sezione Wikiproposte del sito Internet www.politicheinnovazione.eu.
(di Alessandro Gilioli - l'Espresso)
Infilato all'ultimo minuto, l'emendamento D'Alia avrebbe un effetto esplosivo perché consentirebbe alla Polizia postale di chiudere in Italia non solo siti come Facebook e YouTube - i cui contenuti sono prodotti dagli utenti e che quindi non mancano di componenti scorrette - ma anche migliaia di blog dove basterebbe un commento 'sbagliato' inserito da un lettore per far abbassare la serranda all'intero sito.
'L'espresso' ha dato il via a una campagna on line e sul settimanale cartaceo per portare a conoscenza dei politici e dell'opinione pubblica le conseguenze dell'emendamento D'Alia in termini di limitazione della libertà d'espressione. Tra le iniziative, ora c'è anche un confronto tra politici, giornalisti e blogger che si è tenuto nei giorni scorsi in redazione per discutere se e come si può migliorare l'emendamento 'birmano' approvato al Senato. Al dibattito era stato invitato lo stesso D'Alia, che tuttavia si è rifiutato di partecipare. Sono invece venuti i deputati Antonio Palmieri (l'esponente del Pdl più attento ai problemi della Rete) e Roberto Cassinelli (sempre del Pdl, autore di un controemendamento sulla proposta D'Alia), oltre al leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro; c'erano poi Guido Scorza (docente di Diritto delle nuove tecnologie) e alcuni tra i blogger italiani più impegnati su questi temi: Alessio Jacona, Nicola Mattina, Antonella Napolitano, Lorenza Parisi e Antonio Sofi, oltre al giornalista di 'Repubblica' e blogger Vittorio Zambardino.
Si è trattato di uno dei primi incontri tra due sfere che si guardano abbastanza in cagnesco, politici e blogger. A rendere più distesa l'atmosfera, il fatto che nessuno dei presenti abbia difeso il bavaglio D'Alia: anzi, pur facendo parte della maggioranza che in Senato ha approvato il decreto sicurezza, Cassinelli ha spiegato come la sua idea vada in tutt'altra direzione ed escluda l'oscuramento di interi siti. E lo stesso Cassinelli ha fatto una proposta di legge più ampia sulla regolamentazione del Web, che si discuterà alla Camera entro l'estate.
Di Pietro ha rintracciato le origini dell'emendamento D'Alia nell'ignoranza dei parlamentari sul tema di Internet:"E conoscendo poco o per nulla il Web, hanno approvato una legge che probabilmente non hanno neppure capito". Secondo Di Pietro, prima di legiferare il Parlamento dovrebbe alfabetizzarsi e ascoltare chi la Rete la fa e la studia da tempo. In ogni caso, Di Pietro ha escluso di votare una legge che preveda l'oscuramento di contenuti in Rete senza una sentenza della magistratura.
I blogger hanno lamentato una tendenza repressiva della politica, citando anche le recenti proposte di Barbareschi e Carlucci; i politici hanno respinto l'accusa sostenendo che però la Rete non è un porto franco al di fuori della legge. E per Palmieri con le reazioni indignate dei blog a ogni proposta di regolamentazione non si va lontano, "bisogna confrontarsi senza posizioni ideologiche e di pancia".
Dal dibattito de 'L'espresso' è nata, grazie a Guido Scorza, una pagina wiki (cioè modificabile con le idee degli internauti) per migliorare collettivamente Il [controemendamento Cassinelli] è nella sezione Wikiproposte del sito Internet www.politicheinnovazione.eu.
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