Gli appelli di Napolitano sono stati ascoltati. All'incontrario. Il governo Berlusconi sta ultimando la stesura del decreto legislativo con il quale si riscrive il Testo unico sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. Oltre 170 articoli, ora profondamente "integrati e corretti" dal pacchetto di misure che dovrebbe approdare al Consiglio dei ministri della prossima settimana. "Un testo, non ancora definitivo", secondo l'agenzia Apcom. Multe più leggere per le imprese, in alcuni casi più che dimezzate; eliminazione dell'ipotesi del solo arresto a favore di un sistema che privilegi l'applicazione di sanzioni [...] Non ci vuole molto a capire la "ratio" delle norme. Se questo impianto del nuovo Testo unico fosse confermato cambierebbe la qualità dell'apparato sanzionatorio, palesemente attenuato rispetto all'impostazione originaria voluta dal precedente governo.
Nella precedente legislatura il testo varato dal governo di centrosinistra, che introduceva un corposo ampliamento degli adempimenti e un sostanzioso inasprimento delle sanzioni, scatenò una reazione durissima da parte delle imprese. Il fuoco di sbarramento di Confindustria fu altissimo, alimentato in parte anche dalle altre associazioni di categoria. La sensazione è che il testo del governo di centrodestra abbia sostanzialmente ceduto a queste pressioni. Anche in questo caso Sacconi "smentisce, ma non nega" che il suo pacchetto punta esplicitamente a smantellare alcune "storture insensate" della legge precedente. [...]
Il principio teorico può non essere contestabile. Il problema è capire la sua applicazione pratica. Ma soprattutto, il problema è il messaggio complessivo che la politica vuole lanciare. Se l'obiettivo è quello di mantenere un sistema severo nella prevenzione e nella repressione, sia pure alleggerendo qualche onere burocratico per le aziende, è un conto. Se l'obiettivo è invece un regime di fattuale "deregulation" anche per la sicurezza del lavoro (sul modello della smobilitazione fiscale implicita nel piano Tremonti o della cementificazione selvaggia esplicita nel piano casa) allora è tutt'altro conto.
Sacconi respinge ogni sospetto: "Non permetterò a nessuno di dire che il governo abbassa la guardia su questo fronte. E vedrà, il testo che approveremo avrà il via libera della Cisl, della Uil, e di tutte le associazioni datoriali...". Non avrà quindi il disco verde della Cgil, che evidentemente ha già fatto pervenire al ministro il suo no, forte e chiaro. Aspettiamo di leggere il testo definitivo del decreto, ma già questo non è affatto un buon segnale. Qui non stiamo parlando di salari nel pubblico impiego o di riforma della contrattazione. Qui parliamo di un lavoro che non solo stanca. Ma che troppo spesso, purtroppo, uccide.
(da Repubblica.it)
Perfetto: il piano avrà l'appoggio dei "soliti noti", quei sindacalisti gialli che vanno a cena da Berlusconi come ladri, passando dalla porta posteriore, o che firmano "Patti per l'Italia" che finiscono sistematicamente nel cesso. Non avrà l'approvazione della CGIL ma, si sa, la CGIL ha la "mission" di mettersi sempre di traverso agli uomini del fare. Mica come quei bonaccioni di Angeletti e di Bonanni, che firmano tutto, tanto poi a crepare non sono loro, ma al massimo qualche muratore albanese o qualche operaio della Thyssen... Tafanus
Franceschini: "...poi il duro affondo contro Silvio Berlusconi: "Io sfiderò Berlusconi sulla serietà perchè il primo atto serio di un uomo politico è non imbrogliare gli elettori", attacca. Per questo, aggiunge, "non mi candiderò alle Europee come invece farà Berlusconi in tutte e cinque le circoscrizioni, da capolista..."
Nella precedente legislatura il testo varato dal governo di centrosinistra, che introduceva un corposo ampliamento degli adempimenti e un sostanzioso inasprimento delle sanzioni, scatenò una reazione durissima da parte delle imprese. Il fuoco di sbarramento di Confindustria fu altissimo, alimentato in parte anche dalle altre associazioni di categoria. La sensazione è che il testo del governo di centrodestra abbia sostanzialmente ceduto a queste pressioni. Anche in questo caso Sacconi "smentisce, ma non nega" che il suo pacchetto punta esplicitamente a smantellare alcune "storture insensate" della legge precedente. [...]
Il principio teorico può non essere contestabile. Il problema è capire la sua applicazione pratica. Ma soprattutto, il problema è il messaggio complessivo che la politica vuole lanciare. Se l'obiettivo è quello di mantenere un sistema severo nella prevenzione e nella repressione, sia pure alleggerendo qualche onere burocratico per le aziende, è un conto. Se l'obiettivo è invece un regime di fattuale "deregulation" anche per la sicurezza del lavoro (sul modello della smobilitazione fiscale implicita nel piano Tremonti o della cementificazione selvaggia esplicita nel piano casa) allora è tutt'altro conto.
Sacconi respinge ogni sospetto: "Non permetterò a nessuno di dire che il governo abbassa la guardia su questo fronte. E vedrà, il testo che approveremo avrà il via libera della Cisl, della Uil, e di tutte le associazioni datoriali...". Non avrà quindi il disco verde della Cgil, che evidentemente ha già fatto pervenire al ministro il suo no, forte e chiaro. Aspettiamo di leggere il testo definitivo del decreto, ma già questo non è affatto un buon segnale. Qui non stiamo parlando di salari nel pubblico impiego o di riforma della contrattazione. Qui parliamo di un lavoro che non solo stanca. Ma che troppo spesso, purtroppo, uccide.
(da Repubblica.it)
Perfetto: il piano avrà l'appoggio dei "soliti noti", quei sindacalisti gialli che vanno a cena da Berlusconi come ladri, passando dalla porta posteriore, o che firmano "Patti per l'Italia" che finiscono sistematicamente nel cesso. Non avrà l'approvazione della CGIL ma, si sa, la CGIL ha la "mission" di mettersi sempre di traverso agli uomini del fare. Mica come quei bonaccioni di Angeletti e di Bonanni, che firmano tutto, tanto poi a crepare non sono loro, ma al massimo qualche muratore albanese o qualche operaio della Thyssen... Tafanus
Franceschini: "...poi il duro affondo contro Silvio Berlusconi: "Io sfiderò Berlusconi sulla serietà perchè il primo atto serio di un uomo politico è non imbrogliare gli elettori", attacca. Per questo, aggiunge, "non mi candiderò alle Europee come invece farà Berlusconi in tutte e cinque le circoscrizioni, da capolista..."
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