In un paese civile, per quello che è successo ieri a casa Berlusconi, questo nano istituzionale andrebbe denunciato per offesa al senso del pudore. Colui che ha provato a silurare Santoro per la seconda volta (dopo l'editto bulgaro, quello aquilano?), proprietario come Sig. Silvio Berlusconi del 45% dell'etere, ha tracciato a casa sua (e non nelle sedi istituzionali) l'organigramma di massima di un altro 45%. Ma ormai sembra che Palazzo Grazioli sia diventata una "dépendance" di Palazzo Chigi. Pardon, è Palazzo Chigi che è diventata una dépendance di Palazzo Grazioli.
A Palazzo Chizioli c'era anche Berlusconi. Contrariamente a quanto sempre sostenuto, questa volta non è "uscito dalla porta girevole", visto che si trattavano argomenti che riguardavano anche le sue aziende. D'altra parte lui la porta girevole si era impegnato ad usarla a Palazzo Chigi, mica a Palazzo Grazioli... A Palazzo Grachigi c'era tutta l'Italia culturale che conta: oltre allo stesso Berlusconi, c'era il tastierista di Varese Maroni; il dentista Calderoli, orgoglioso autore della "legge porcata"; l'ex Pci, ex craxiano, ex piduista Fabrizio Cicchitto; Italo Bocchino (1), al quale dedicheremo una non piccola nota in calce, per delinearne la statura; Maurizio Gasparri in Marcoré; Quagliariello, radicale pentito e fulminato sulla via di Arcore; il ministro Andrea Ronchi (2), quello fotografato con Longhi Lavarini, fondatore del circolo nenonazista "Cuore Nero"; il sottosegretario alle comunicazioni Paolo Romani (3); Aldo Brancher (4), noto come "lo spretato", merita anche lui una nota in calce.
L'arroganza di questo nanerottolo pittato ha raggiunto un tale livello che, ad organigramma tracciato, si narra abbia detto: "Adesso andate da Franceschini e fatevi dare i loro candidati". Però neanche questa telefonata "presa per il culo" sembra sia mai arrivata.
Chi ha stomaco, troverà tutti i dettagli sull'esaustivo [articolo di Goffredo de Marchis] su Repubblica.
Noi ci limitiamo a trarre alcune disgustate, impotenti considerazioni di carattere etico e qualitativo - categorie che sembrano assolutamente sconosciute a Palazzo Grazioli (pardon... a palazzo Chigi). Con una conclusione ed una previsione.
La conclusione: se Garimberti possiede ancora un residuo di dignità professionale, e non vuole buttarla nel cesso, deve DIMETTERSI in 24 ore. Oppure si faccia smentire, UFFICIALMENTE, che questa indegna spartizione delle poltrone della RAI sia avvenuta, e sia avvenuta nel salotto di Palazzo Chigi-Grazioli, senza la minima consultazione dei rappresentanti dell'opposizione.
La previsione: Garimberti non si dimetterà. Dopo la sua breve direzione del TgDue, era desaparecido. Ora è ritornato, con la roboante carica (e relativo stipendio) da Presidente. Che in un CdA a maggioranza berlusconiana il Presidente non conta un cazzo lo sapeva quando ha accettato la carica (quella carica rifiutata dal dignitoso De Bortoli).
E veniamo al merito: se le voci che circolano, provenienti, come si dice, da "ambienti solitamente ben informati", saranno confermate, saremmo ad una occupazione, manu militari, di tutto l'occupabile. All'opposizione verrà lasciata qualche isoletta minore, priva di acqua e luce, nella solita enclave di Rete Tre. Inoltre, generosamente, Santoro & Vauro, dopo il bordello montato da questa destra becera, saranno "graziati", e questo consentirà ai fascisti di dire che ciò dimostra l'inesistenza del MicCulPop. Anzi, dimostra la grande generosità del Cavaliere e dei suoi scherani, che nobilmente hanno perdonato.
L'organigramma prevede una fascistizzazione ulteriore sia di Mediaset che della RAI. Cose che non si erano verificate MAI, non solo nel mondo occidentale, ma neanche nella Thailandia di Thaksin Shinawatra
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TgUno: Clemente Mimun, impiegato fedele di Berlusconi. Per la seconda volta si trasferisce da Mediaset alla RAI. Un uomo che non sa dire di no. Inventore e teorizzatore del famoso "panino", quando era direttore di RaiDue. Il panino consisteva nello schiacciare una fettina di dichiarazione dell'opposizione fra due fettone (di apertura e chiusura) dei "fedelissimi" di Silvio. Esempio: si apre con una dichiarazione di Gasparri; segue una frase smozzicata e troncata a metà di Prodi, ripreso col grandangolo dal basso; conclude una "lucida" sintesi di Sandro Bondi.
RaiUno: il post-fascista Mauro Mazza promosso da direttore del TgDue a Direttore della Rete. La nomina è il premio al completatamento della raccolta dei punti-fedeltà.
Tg5: non si arresta la corsa verso il basso: dopo la cacciata di Mentana è arrivata la voce da gallina-coccodé di Giordano. Adesso hanno scavato ancora verso il basso, ed arriva Maurizio Belpietro, l'uomo caratterizzato da un grande pluralismo e da uno splendido sorriso. Ma non si esclude un trasferimento di Maurizio Belpietro al TgDue, dove però la "griglia" è piena di possibili occupanti: a cominciare da due "prediletti" da "Porta a Porta": il Direttore del Messaggero del suocero di Pierferdi (Roberto Napoletano), e il direttore del Mattino Mario Orfeo, altro apprezzato fustigatore del centro-sinistra.
Panorama: andrebbe Augusto Minzolini (quello che faceva finta di essere di sinistra), ad occupare la poltrona lasciata libera da Belpietro.
Giornale Radio: andrebbe a tale Antonio Preziosi, "vicino" a Paolo Bonaiuti. Ma deve resistere alla concorrenza di tale Andrea Buonocore, "vicino" a Gianni Letta.
RaiTre: quasi certe le riconferme di Ruffini alla direzione di rete, e di Di Bella alla direzione del TgTre. Insomma, "au moins la décence"...
Tg Regionali di Rai Tre: qui invece, bando alla decenza: ci sono le regioni, la Lega da sfamare, 600 giornalisti... è previsto il ritorno trionfale del mitico Piero Vigorelli, meglio noto come Vigor Mortis, per la sua espressività, e per la sua predilezione per le storie da obitorio. La "prima volta", dopo la vittoria del '94 del suo padrone, fresco di nomina, fece il suo trionfale ingresso in via Teulada avvolto nella bandiera di Forza Italia. Un vero professionista dell'informazione "british style".
Poi si profila la grandinata di nuove direzioni e vicedirezioni di tutti i tipi: il lassico contentone a chi è rimasto fuori dalle poltrone a più elevata visibilità; compenso: un elevato carico di stipendio dirigenziale, col pregio della non precarietà. Nel senso che sono una garanzia di una lunga vita, magari oscura, ma certamente agiata.
Verso la Direzione di RaiDue corre Susanna Petruni; verso la condirezione corre Ida Colucci. Carneade, chi era costui? Le due damigelle hanno il grande merito, che dev'essere ricompensato, di essere state adoranti "inviate speciali" al seguito del Cav. Cazzuola; la prima, Susanna Petrini, scodinzolava per il TgUno di Riotta (al quale non è bastato, per salvare le chiappe, fare il TgUno della qualità che sappiamo); la seconda, Ida Colucci, scodinzolava per il TgDue di Mauro Mazza. Passata dalla legenda al mito quando, in una conduzione del TG2 del Gennaio 2008, riuscì a togliere l'audio ad una imbarazzante dichiarazione del Premier che propugnava scambi incestuosi fra riforme istituzionali e assetto TV. Per il resto, sotto il nome nulla (o quasi). Ida Colucci è una creatura di Bonaiuti - Casini. Susanna Petruni, invece, è una famosa: innanzitutto per la marchetta fatta al Cav. Cazzuola in Abruzzo (quando ha censurato l'audio del Cav. nel momento in cui andavano in onda le dichiarazioni più imbarazzanti sull'election-day). Comunque, grande curriculum, che la candida ad una Direzione. Se è stato Dirigente Rai Mazzotti, può esserlo chiunque. Fra gli exploit professionali che la candidano autorevolmente ad una poltrona da Direttora, apprendiamo che "già dai i primi anni ottanta comincia a collaborare con il quotidiano economico "ORE 12". Negli anni successivi inizia la sua collaborazione con la Rai per trasmissioni del calibro di Radio Anch'io, Onda Verde e Notturno dall'Italia. Ha collaborato anche con RaiUno ad alcune trasmissioni condotte da Bruno Vespa: Chiaro e Tondo (1994) e la serata elettorale organizzata dal Tg1 (1996). Dall'agosto del '94 è, assieme ad Emilio Ravel, la telecronista del Palio di Siena. Petruni e Colucci sarebbero comunque promosse vice dei rispettivi tg.
La Lega strapperebbe una vicedirezione vicaria (di più non si può...) per Simonetta Faverio. Chi era costei? la ex portavoce di Umberto Bossi, che si è sempre "portato da se" la sua voce. Ma che importa... un bel posto a vita da dirigente, e futuro roseo e tranquillo.
All'altro leghista da sistemare, Antonio Marano, una vicedirezione. Non importa di cosa. Chi è Marano? è uno che inizia ad occuparsi di TV come Direttore Esecutivo di Rete 55 (nientemeno!), poi passa al gruppo Peruzzo dove diventa direttore commerciale di Rete A (quella delle televendite per 24 ore al giorno. Negli anni '90 è consulente della Cecchi Gori Communication (quella che è fallita) e prende parte alla nascita della rete televisiva Italia 9 Network (Caspita!). Insomma, un curriculum di tutto rispetto. Poi, il successo: alle elezioni politiche del 1994 viene eletto deputato nelle file della Lega Nord e viene nominato sottosegretario alle Telecomunicazioni. Nel 2002 viene nominato direttore di Rai2 al posto di Carlo Freccero. Un marano per un Freccero. OK, il prezzo è giusto.
Poi c'è da trovare una poltrona per l'eterno Giovanni Comanducci, (area Forza Italia); Giancarlo Leone (figlio di) e Guido Paglia: un passato fascista di tutto rispetto. Ecco cona scrive indymedia: "Guido Paglia, a lungo dirigente di Avanguardia Nazionale - si legge in un documentato rapporto dei Democratici di Sinistra sullo stragismo come strumento di lotta politica - Paglia era stato definito dall'autorità giudiziaria di Milano e di Bologna, a seguito di risultanze processuali, informatore del Sid con il nome di copertura "Parodi". A differenza di altri avanguardisti, Paglia sarebbe riuscito a riciclarsi nel mondo del giornalismo: dal 2002, era di Saccà e del presidente Antonio Baldassarre, Guido Paglia é l'uomo-immagine della Rai"... azz.....!!!
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(1) Chi è Italo Bocchino? Lo racconta il libro di Travaglio e Gomez "Se li conosci li eviti" (ma ne ha parlato anche Report sul finanziamento ai giornali). [dal sito "unoenessuno]
Parlamentare membro della commissione Telekom Serbia, che doveva dimostrare come Prodi Fassino e Dini avessero preso tangenti dal regime di Milosevic per la privatizzazione della Telekom serba. Poi la commissione (che calunniò i vertici dell'opposizione con i giornali del padrone) scoprì che l'unico politico che aveva preso dei soldi da questa partita era proprio quell'Italo Bocchino che accusava Prodi. Per la precisione 4,2 milioni di euro provenienti dalla mediazione del conte Vitali (facilitatore della trattativa tra Stet e Belgrado) e confluiti nella società Finbroker di San Marino finirono a Bocchino e alla di lui moglie per rimpinguare le casse esangui del suo giornale "Il Roma".
...fantastico... ma era, come accertato attraverso quelle intercettazioni che la destra odia, amico del cuore di Alfredo Romeo (si, proprio lui... quello della "Globa Service...) Leggiamo su [notiziegay.com]:
Ci sono anche due parlamentari in carica, Renzo Lusetti (Pd) e Italo Bocchino (An), tra le persone coinvolte nell’inchiesta sulla delibera Global Service, approvata dal comune di Napoli, che ha portato stamani all’esecuzione di 13 misure cautelari nei confronti anche di alcuni assessori ed ex assessori della giunta Iervolino e all’arresto dell’imprenditore Alfredo Romeo. Associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, abuso d’ufficio e corruzione. Queste le accuse contestate all’entourage di uomini d’affari e del Comune di Napoli che avrebbero favorito l’assegnazione di un super-appalto da 400 milioni di euro per la realizzazione di lavori pubblici e manutenzioni alla società sotto inchiesta.
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(2) Andrea Ronchi - In data 17 febbraio 2009 viene pubblicato dal quotidiano [La Repubblica] un articolo dal titolo "Neofascisti e destra di governo a braccetto con nostalgia" contenente una foto dello stesso Ministro Ronchi insieme ad uno dei fondatori del circolo nazifascista Cuore Nero, Longhi Lavarini.
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(3) Paolo Romani: Prima di occuparsi di politica aveva svolto il ruolo di editore di televisioni locali:
Nel 1974 installa TVL Radiotelevisione Libera. Dal 1976 al 1985 è stato Direttore generale dell’emittente televisiva “Rete A”. Dal 1986 al 1990 ha ricoperto l’incarico di Amministratore delegato di “Telelombardia”. E’ stato editore di riviste specializzate di elettronica, informatica e comunicazione. Insomma, anche lui ha un curriculum di tutto rispetto...
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(4) Aldo Brancher, prima di intraprendere la carriera politica, è stato prete paolino e braccio destro di Don Emilio Mammana. La carriera politica è iniziata nel 1999 dopo una collaborazione come dirigente del gruppo Fininvest a partire dal 1982. Venne eletto alla Camera nel maggio 2001. Ha qualche piccolo procedimenti giudiziario: arrestato per 3 mesi nel carcere di San Vittore, è stato condannato in primo grado e in appello per falso in bilancio e finanziamento illecito al Partito Socialista Italiano. Brancher si salva in Cassazione grazie alla prescrizione per il secondo reato e alla depenalizzazione del primo da parte del governo Berlusconi, del quale faceva parte.
Viene indagato a Milano per ricettazione nell’indagine sulla scalata di Fiorani all’Antonveneta: la Procura trova un conto alla Banca Popolare di Lodi intestato alla moglie di Brancher con un affidamento e una plusvalenza sicura di 300mila euro in due anni.
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Somiglianze pericolose - Silvio Berlusconi e Thaksin Shinavatra
Thaksin fu coinvolto in un conflitto di interessi tra il suo ruolo di Primo ministro e i suoi vari interessi finanziari. Nel 2001 fu molto vicino agli arresti, ma poi riuscì a venirne fuori corrompendo la corte [...] Thaksin fu rieletto nelle elezioni legislative del febbraio 2005 con una vittoria schiacciante del suo partito.
La pubblicità sfrenata che Thaksin fece al suo Thai Rak Thai nelle televisioni statali subito dopo lo Tsunami, gli portò i voti della maggioranza della popolazione nelle aree nord e nord-orientali. Anche a Bangkok la classe media fu molto colpita dalla sua pubblicità ininterrotta nei mass media e sorprendentemente il suo partito si aggiudicò anche qui 32 dei 37 collegi elettorali.
Nel settembre 2006 il premier è stato deposto da un colpo di stato mentre si recava in visita a New York. Dopo il golpe, Thaksin ha dichiarato il suo ritiro dalla politica[. Nell'agosto 2008 la corte suprema thailandese spicca un mandato d'arresto per Shinawatra, accusato di frode ed evasione fiscale. In risposta a ciò Shinawatra ha annunciato di chiedere asilo politico al governo britannico.
Il 15 aprile 2009, il suo passaporto è stato revocato dal Ministero degli Esteri Thailandese perchè, secondo le affermazioni di un portavoce, "il suo ritorno potrebbe nuocere al Paese" [informazioni tratte da Wikipedia]
...che culo, questi thailandesi!...
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