L'allarme è stato lanciato dal Movimento Campano per Rifiuti Zero che, insieme ad una delegazione dei comitati del fronte del no, lo scorso 8 aprile ha tenuto un presidio/conferenza stampa davanti alla Sede Rai di Napoli per denunciare “la farsa di un inceneritore già spento [...] (lanciare la campagna nazionale contro la truffa rappresentata dal CIP 6, tornare a chiedere un confronto pubblico sulle alternative e rilanciare la battaglia contro il genocidio in atto nel silenzio complice dei media”. Tutta una farsa mediatica?
L’impianto di Acerra, decantato come il primo dei cinque previsti in Campania dal decreto 90 del Governo Berlusconi per uscire dall’emergenza rifiuti, sarebbe già ko? Aperto derogando a tutte le normative a tutela della salute e dell’ambiente e senza rispettare le 27 prescrizioni previste, ammonisce il fronte del no, costruito da un’azienda sotto processo insieme ai vertici del Commissariato straordinario per truffa aggravata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture, attivato contro la volontà di un’intera popolazione di un territorio già pesantemente inquinato (come dimostra anche la recente sentenza del Tribunale di Nola che ha confermato la correlazione diretta tra l’inquinamento da rifiuti e la morte degli ovini che pascolavano sui terreni), sull’inceneritore di Acerra si spengono i riflettori.
Una vera e propria strategia per zittire i dissensi, assicurano i comitati: “Sordi alle richieste dei cittadini, ai pericoli per la salute e ai rischi per l’ambiente che rappresentano inceneritori e discariche di “tal quale” , contro ogni regola di partecipazione democratica, con l’ausilio dell’esercito e la previsione di Tribunali Speciali”. Non finirà così: il fronte del no promette battaglia e presto una delegazione della Rete Italiana Rifiuti Zero sarà ad Acerra per incontrare le Comunità e la popolazione.
(di annalisa aiardo - 23/04/2009)
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