E' inutile, questa gente porta sfiga. E la cosa peggiore è che non se ne rende conto. L'altro ieri quella che dovrebbe essere l'icona sacra della Confindustria, attingendo probabilmente allo studio delle viscere di un uccello, ci ha informati che l'emergenza economica stava per finire. Di più... era già finita. Neanche il tempo che si asciugasse l'inchiostro col quale era scritta questa minchiata, che già il FMI infornava la signora proprietaria di 500 conti esteri che il peggio deve ancora arrivare; rivedeva al ribasso tutte le tragiche previsioni del mese scorso; ci informava che in Europa le cose erano ancora peggiori che negli USA, e che in Italia l'anno 2010 sarà quello in cui affonderanno definitivamente i conti pubblici, col rapporto debito/PIL che risalirà al 121%. Solo il pagamento degli interessi sul debito pubblico ingoeirà 35 miliardi di euro all'anno, Per chi vuole ragionare in termini "antichi", siamo a 70.000 miliardi di lire, cioè quasi alla funanziaria "monstre" di Giuliano Amato del '92.
Tre lustri (dal 1992 al 2007) per portare il debito dal 125% al 104%, e due anni per distruggere il lavoro di 15 anni, e tornare sopra il 120%. Tutta colpa della crisi planetaria? Niente affatto. I conti hanno iniziato a peggiorare subito, col ritorno al governo di questi mentecattio; coi provvedimenti demagogici della abolizione dell'ICI anche per i redditi alti, e coi chiari messaggi di ritorno al "tana libera tutti", per quanto concerne l'evasione fiscale. Tremonti non era ancora arrivato a sedersi, ancora una volta, alla scrivania di Quintino Sella, che già aveva abolito tutte le norme del precedente governo sulla "tracciabilità" dei pagamenti. Più chiaro di così...
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Ma a sparare cazzate improvvide aveva iniziato già il Cav. Cazzuola, tre/quattro giorni dopo il terremoto, parlando di "emergenza finita", quando ancora c'erano le squadre di cinofili al lavoro per disseppellire mprti e vivi. Ora domani andrà a rompere i coglioni, facendo inutilmente il CdM a l'Aquila, nella c.d. "Cittadella delle Istituzioni" (che poi sarebbe un pezzetto della caserma della GdF). Parlare di "Cittadella delle Istituzioni" per questa "cosa", in una città che ha visto sfarinarsi TUTTI i palazzi delle "istituzioni" (dalla Prefettura, all'Ospedale, al Municipio, all'Università, alla Casa dello studente, suonerebbe buffo, se non suonasse invece macabro. In un paese normale, all'arrivo di questa compagnia di giro, il popolo scioglierebbe i cani. Ho il sospetto che i bravi abruzzesi, passati attraverso anni di "zioremogasparismo", si spelleranno le mani per applaudire.
Però io una richiesta per il Cav. Cazzuola e per i suoi ricevitori d'ordini l'avrei: non si riuniscano nella "Cittadella delle Istituzioni"; si riuniscano nelle tende nelle quali "l'emergenza è finita". Ecco com'è descritta, su Repubblica, la situazione, in questo [articolo di Jenner Meletti]
[...Siamo allagati. Siamo affogati. Siamo depressi". Rita, la mamma di Cristina, è dentro la tenda 16, fila 2, nell'"accampamento blu" di piazza d'Armi. "Anche la passerella che porta verso la mensa è piena d'acqua. Mio marito Claudio è fuori, cerca di scavare una piccola canaletta per fare girare l'acqua attorno alla tenda ed evitare che qui ci sia una mezza alluvione". E' arrivata la pioggia pesante, sulle tendopoli. Cade da lunedì e non si sa quando finirà.
"Vivere nel fango - dice Fabiana, la sorella di Cristina - non fa bene. Ti fa venire in testa i pensieri più cupi. Già ieri, lunedì, era stato un giorno terribile. Mio papà si è sentito male quando gli ingegneri giapponesi gli hanno detto che la sua casa era da buttare giù, e poi anch'io ho saputo che il mio negozio - faccio la parrucchiera - non ha retto al terremoto. Per fortuna la casa dove abito, a Scoppito, sembra agibile. Mi manca solo l'ok dei vigili del fuoco, poi potrò rientrare".
Un comunicato annuncia che venerdì 24 saranno aperte due scuole. I bimbi nati fra il 1998 e il 2005 potranno frequentare la scuola elementare o quella materna. "L'importante - dice la signora Rita - è che questa pioggia finisca al più presto. Ci sono tensioni, nelle tende. Almeno noi facciamo parte della stessa famiglia ma in altre tende ci sono persone che fino a due settimane fa nemmeno si conoscevano. Si sentono urla, ci sono litigi... Non si può vivere in 30 metri quadri e per di più bagnati come pulcini...]
Peccato che l'articolo sia vecchio di un giorno... l'avesse scritto oggi, Meletti, avrebbe potuto inserire anche la notizia che non solo manca il gas (come dappertutto, e almeno per un mese); ma in un campo adesso manca l'acqua; che l'acquedotto è ad alto rischio, perchè si spacca ad ogni scossa; che adesso comincia a spaccarsi anche senza scosse, per il semplice, lento smottamento del terreno. E in questo contesto, il Cav. Cazzuola non ha ancora ritenuto di ritrattare la minchiata sparata alle 16,15 del 18 Aprile, e cioè che entro il 18 Maggio il 75 delle case dell'Aquila sarà restituito alla completa agibilità.
Si dia da fare, Cav. Cazzuola, perchè "tempus fugit": all'appuntamento fatidico con la (a)normalità ormai mancano solo 627 ore.
Tre lustri (dal 1992 al 2007) per portare il debito dal 125% al 104%, e due anni per distruggere il lavoro di 15 anni, e tornare sopra il 120%. Tutta colpa della crisi planetaria? Niente affatto. I conti hanno iniziato a peggiorare subito, col ritorno al governo di questi mentecattio; coi provvedimenti demagogici della abolizione dell'ICI anche per i redditi alti, e coi chiari messaggi di ritorno al "tana libera tutti", per quanto concerne l'evasione fiscale. Tremonti non era ancora arrivato a sedersi, ancora una volta, alla scrivania di Quintino Sella, che già aveva abolito tutte le norme del precedente governo sulla "tracciabilità" dei pagamenti. Più chiaro di così...
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Ma a sparare cazzate improvvide aveva iniziato già il Cav. Cazzuola, tre/quattro giorni dopo il terremoto, parlando di "emergenza finita", quando ancora c'erano le squadre di cinofili al lavoro per disseppellire mprti e vivi. Ora domani andrà a rompere i coglioni, facendo inutilmente il CdM a l'Aquila, nella c.d. "Cittadella delle Istituzioni" (che poi sarebbe un pezzetto della caserma della GdF). Parlare di "Cittadella delle Istituzioni" per questa "cosa", in una città che ha visto sfarinarsi TUTTI i palazzi delle "istituzioni" (dalla Prefettura, all'Ospedale, al Municipio, all'Università, alla Casa dello studente, suonerebbe buffo, se non suonasse invece macabro. In un paese normale, all'arrivo di questa compagnia di giro, il popolo scioglierebbe i cani. Ho il sospetto che i bravi abruzzesi, passati attraverso anni di "zioremogasparismo", si spelleranno le mani per applaudire.
Però io una richiesta per il Cav. Cazzuola e per i suoi ricevitori d'ordini l'avrei: non si riuniscano nella "Cittadella delle Istituzioni"; si riuniscano nelle tende nelle quali "l'emergenza è finita". Ecco com'è descritta, su Repubblica, la situazione, in questo [articolo di Jenner Meletti]
[...Siamo allagati. Siamo affogati. Siamo depressi". Rita, la mamma di Cristina, è dentro la tenda 16, fila 2, nell'"accampamento blu" di piazza d'Armi. "Anche la passerella che porta verso la mensa è piena d'acqua. Mio marito Claudio è fuori, cerca di scavare una piccola canaletta per fare girare l'acqua attorno alla tenda ed evitare che qui ci sia una mezza alluvione". E' arrivata la pioggia pesante, sulle tendopoli. Cade da lunedì e non si sa quando finirà.
"Vivere nel fango - dice Fabiana, la sorella di Cristina - non fa bene. Ti fa venire in testa i pensieri più cupi. Già ieri, lunedì, era stato un giorno terribile. Mio papà si è sentito male quando gli ingegneri giapponesi gli hanno detto che la sua casa era da buttare giù, e poi anch'io ho saputo che il mio negozio - faccio la parrucchiera - non ha retto al terremoto. Per fortuna la casa dove abito, a Scoppito, sembra agibile. Mi manca solo l'ok dei vigili del fuoco, poi potrò rientrare".
Un comunicato annuncia che venerdì 24 saranno aperte due scuole. I bimbi nati fra il 1998 e il 2005 potranno frequentare la scuola elementare o quella materna. "L'importante - dice la signora Rita - è che questa pioggia finisca al più presto. Ci sono tensioni, nelle tende. Almeno noi facciamo parte della stessa famiglia ma in altre tende ci sono persone che fino a due settimane fa nemmeno si conoscevano. Si sentono urla, ci sono litigi... Non si può vivere in 30 metri quadri e per di più bagnati come pulcini...]
Peccato che l'articolo sia vecchio di un giorno... l'avesse scritto oggi, Meletti, avrebbe potuto inserire anche la notizia che non solo manca il gas (come dappertutto, e almeno per un mese); ma in un campo adesso manca l'acqua; che l'acquedotto è ad alto rischio, perchè si spacca ad ogni scossa; che adesso comincia a spaccarsi anche senza scosse, per il semplice, lento smottamento del terreno. E in questo contesto, il Cav. Cazzuola non ha ancora ritenuto di ritrattare la minchiata sparata alle 16,15 del 18 Aprile, e cioè che entro il 18 Maggio il 75 delle case dell'Aquila sarà restituito alla completa agibilità.
Si dia da fare, Cav. Cazzuola, perchè "tempus fugit": all'appuntamento fatidico con la (a)normalità ormai mancano solo 627 ore.
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