Se l’Osservatore Romano e per esso il Vaticano possono dire che il nuovo vecchio partito di latta di Berlusconi «esprime i valori degli italiani e dei cattolici», noi possiamo dire che l’Osservatore Romano e il Vaticano non esprimono affatto i valori degli Italiani e dei cattolici? Io sono certo di sì. Se si voleva una prova provata dell’adulterio di questa gerarchia non più cattolica che pomicia con uno pseudo-partito che esiste solo per interessi che nulla hanno da spartire con l’ombra della dottrina sociale della Chiesa, eccoci accontentati.
Ora lo sappiamo: la gerarchia della Chiesa Cattolica, la Cei e addirittura uno Stato estero, il Vaticano, hanno fatto propria l’immoralità sociale, etica e politica di un pagano blasfemo che si paragona a Gesù Cristo, inviando i suoi discepoli come «missionari» della libertà, cioè la sua liberta dalla giustizia, dalla legge, dal conflitto d’interesse, dal reato di frode e di corruzione. Ora il Vaticano può nominare un suo protonotario apostolico come cappellano del nuovo partito missionario. A quanto l’obbligo d’iscrizione al partito di Berlusconi, prima di ricevere il battesimo? Ora sappiamo che la Chiesa è un’altra cosa che vive fuori le mura del sacro palazzo, mentre il Regno di Dio si spande sul mondo intero. Siamo sempre più consapevoli che «questa porzione di Chiesa» è finita e mentre festeggia ubriaca il successo mondano che le permette di dettare legge ad un parlamento sovrano, anzi servo e schiavo, noi alziamo lo guardo e guardiamo il Crocifisso. No, non saremo mai delusi e papi e cardinali e vescovi «venite ad oremus» non riusciranno mai a farci abiurare dal Vangelo che è il nostro principio e la nostra mèta.
Rileviamo solo che di fronte alla tragedia dei 300 immigrati dispersi nel mare di Sicilia, la Cei, così solerte nel rispondere a Fini per contestargli che la legge approvata sul testamento biologico sia una legge da Stato etico, non ha trovato ancora il tempo per dire una parola di condanna o anche di «picciol rilievo» alle normative di questo governo liberticida, xenofobo e immorale. Si sa, atei devoti e clericali atei sono gemelli monovulari, frutto di una fecondazione artificiale omologa.
Il processo a Gesù
I sommi sacerdoti e il Sinedrio, dopo un processo sommario e privo di garanzie, decidono che Gesù merita la pena di morte. Il sommo sacerdote, scandalizzato, si strappò il mantello e disse: «Ha bestemmiato! Non c’è più bisogno di testimoni, ormai! Adesso avete sentito le sue bestemmie. Qual è il vostro parere?». Gli altri risposero: «Deve essere condannato a morte» (Mt. 26,65). Essendo privi di potere di governo dopo l’occupazione romana, i sommi sacerdoti e il Sinedrio non possono dare esecuzione alla sentenza, pertanto mandano Gesù da Pilato, il quale riconosce che secondo la legge che è in vigore in quel territorio dell’impero non si riscontrano elementi di colpevolezza. Propone pertanto di rilasciare il detenuto, ma un gruppo di facinorosi vuole che sia crocifisso. Allora Pilato acconsente a far crocifiggere Gesù. Con questa soluzione Pilato, dopo essersi lavato le mani, intende evidentemente tenersi buoni gli ebrei, che potrebbero dargli dei fastidi o togliergli del consenso.
Il processo al testamento biologico
Nel parlamento italiano è in corso di approvazione una legge sul testamento biologico approvata su mandato della gerarchia cattolica che infatti ne chiede il varo definitivo nella forma approvata dal senato che mortifica fino a negarla la dignità del malato. Due processi che hanno tra loro intime analogie che vogliamo cogliere ed evidenziare
Analogie
In tutti e due i casi abbiamo un’autorità religiosa che in passato possedeva non solo autorità morale, ma anche di governo. Ora non ha più il potere di governare, ma ritiene di avere ancora la facoltà di pretendere dalla società civile il riconoscimento di proprie norme etiche, anche se non condivise da tutti (per inciso altre norme etiche, come quelle sui trapianti, hanno subito ripensamenti da parte della stessa autorità nel corso del tempo).
Il governo civile, nell’un caso e nell’altro, potrebbe, anzi dovrebbe, procedere autonomamente nelle proprie decisioni. Invece entrambi assecondano il volere dell’autorità religiosa, Pilato semplicemente cedendo più ad una minaccia che ad un violenza vera e propria, il governo italiano facendo propri farisaicamente i principi etici esposti dalla gerarchia della Chiesa cattolica.
Conclusione
Pilato aveva paura di perdere il posto e di essere confinato; il governo italiano ha bisogno della struttura ecclesiastica e del 5% di voti che essa controlla. L’uno e l’altro, Pilato e Berlusconi, anche se si lavano le mani, restano sporchi di bieco interesse, mentre la gerarchia cattolica pecca di mercimonio simoniaco.
«L’acqua è un diritto, non un bisogno. Nessuno può derubarci della vita»
Il 22 marzo, giornata mondiale dell’acqua, a Istanbul in Turchia si è chiuso il V Forum Mondiale sull’acqua. Il documento finale si chiude prendendo per i fondelli l’umanità intera perché definisce l’acqua come «bisogno» non come «diritto». La differenza è abissale. Che sia un bisogno lo sanno anche i dementi «crociati» che portavano acqua davanti alla clinica di Eluana Englaro perché pensavano che la povera ragazza potesse bere a garganella. Eppure è vero che il nostro organismo per il 75% è acqua. Che l’acqua sia un diritto è la conseguenza logica e organica di tutte le carte (e le chiese) che parlano di «diritto alla vita». Già oggi un miliardo di persone non ha l’acqua minima per la sopravvivenza. I difensori distratti della vita in ogni forma e ad ogni costo non pensano che la mancata «idratazione necessaria» sia già una strage preventiva annunciata? Da un punto di vista ecclesiale cattolico, non dovrebbe esserci la scomunica immediata per chi procura la morte certa di uomini, donne e bambini appena nati?
Il Forum si limita ad esortare ad un uso più razionale dell’acqua e a lottare contro l’inquinamento delle falde acquifere. A riguardo Paolo Rumiz ( la Repubblica del 22-03-2009, p. 19) ci informa da par suo che l’alta velocità tra Firenze a Bologna per recuperare 22 minuti di tempo si è mangiata 81 torrenti, 37 sorgenti, 30 pozzi 5 acquedotti per un totale di km 100 di corsi di acqua. A questa seguirà anche l’alta velocità della Val di Susa che dovrebbe scavare sotto le montagne per 50 km e in Liguria siamo alle prese con la gronda in almeno 5 varianti, segno che anche il comune naviga a vista. Ci domandiamo: a quale prezzo di sistema e di civiltà? Vale la pena risparmiare 22 minuti di tempo e spegnere km 100 di corsi d’acqua? Il comune di Genova ha calcolato le conseguenze idriche della gronda? Dice un proverbio antico che coloro che Dio vuole perdere prima li fa impazzire e siamo certi che attualmente a livello mondiale e giù giù fino al più basso gradino del potere siamo governati da pazzi furiosi, incapaci di cogliere le esigenze di oggi e contemperarle con le necessità di domani. Ciechi che guidano altri ciechi.
Lo stesso giorno, il 22 marzo, come marziani venuti sulla terra una sessantina di persone si sono trovate, di domenica pomeriggio, in San Torpete per parlare dell’acqua «bene comune»: organizzatori e partecipanti hanno ragionato e riflettuto sulla necessità che i governanti proteggano la propria gente, i più deboli e i più vulnerabili che non riescono nemmeno a pagare il minimo consumo. I comuni dovrebbero garantire un minimo vitale/igienico di acqua gratis per ciascuno e far pagare il restante in base al consumo. Così non è e non sarà. In forza della legge Galli 36/1994 che riunifica acquedotti, fognature e depurazioni per una politica omogenea, il comune di Genova già nel 1996 ha pensato bene di considerare l’acqua non come «bene comune primario/essenziale», ma come «merce» quotando in borsa Amga spa ed esponendo quindi il «bene comune» alle follie del mercato e quindi alla speculazione finanziaria. Il gruppo «Iride» si sta fondendo con Enìa con sede a Reggio Emilia per gestire il servizio idrico integrato di tutto il nord Italia, secondo un accordo raggiunto nell’ottobre 2008 tra i sindaci di Torino, Genova, Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Attualmente l’Iride ricava solo il 6% degli utili dall’acqua che quindi verrà messa in un calderone finanziario che avrà tutto l’interesse a sviluppare l’energia, i rigassificatori e le nuove centrali nucleari che un governo miope vuole reintrodurre (anche in Liguria), mentre l’acqua sarà tassata per distribuire utili ai soci a spese dell’eterno Pantalone che paga muto e rassegnato. Fino a quando sopporteremo pazientemente soprusi e furti senza nemmeno indignarci per essere derubati anche della vita?
Paolo Farinella, prete
Ora lo sappiamo: la gerarchia della Chiesa Cattolica, la Cei e addirittura uno Stato estero, il Vaticano, hanno fatto propria l’immoralità sociale, etica e politica di un pagano blasfemo che si paragona a Gesù Cristo, inviando i suoi discepoli come «missionari» della libertà, cioè la sua liberta dalla giustizia, dalla legge, dal conflitto d’interesse, dal reato di frode e di corruzione. Ora il Vaticano può nominare un suo protonotario apostolico come cappellano del nuovo partito missionario. A quanto l’obbligo d’iscrizione al partito di Berlusconi, prima di ricevere il battesimo? Ora sappiamo che la Chiesa è un’altra cosa che vive fuori le mura del sacro palazzo, mentre il Regno di Dio si spande sul mondo intero. Siamo sempre più consapevoli che «questa porzione di Chiesa» è finita e mentre festeggia ubriaca il successo mondano che le permette di dettare legge ad un parlamento sovrano, anzi servo e schiavo, noi alziamo lo guardo e guardiamo il Crocifisso. No, non saremo mai delusi e papi e cardinali e vescovi «venite ad oremus» non riusciranno mai a farci abiurare dal Vangelo che è il nostro principio e la nostra mèta.
Rileviamo solo che di fronte alla tragedia dei 300 immigrati dispersi nel mare di Sicilia, la Cei, così solerte nel rispondere a Fini per contestargli che la legge approvata sul testamento biologico sia una legge da Stato etico, non ha trovato ancora il tempo per dire una parola di condanna o anche di «picciol rilievo» alle normative di questo governo liberticida, xenofobo e immorale. Si sa, atei devoti e clericali atei sono gemelli monovulari, frutto di una fecondazione artificiale omologa.
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Ricevo dal mio amico Carlo Ferraris una breve riflessione che trova analogie tra il processo di Gesù e il testamento biologico, dal punto di vista delle relazioni tra i due poteri, ecclesiastico e politico. Ve l’allego per la vostra riflessione.Analogia tra il processo a Gesù e la legge sul testamento biologico
di Carlo Maria Ferraris (31 marzo 2009)
Il processo a Gesù
I sommi sacerdoti e il Sinedrio, dopo un processo sommario e privo di garanzie, decidono che Gesù merita la pena di morte. Il sommo sacerdote, scandalizzato, si strappò il mantello e disse: «Ha bestemmiato! Non c’è più bisogno di testimoni, ormai! Adesso avete sentito le sue bestemmie. Qual è il vostro parere?». Gli altri risposero: «Deve essere condannato a morte» (Mt. 26,65). Essendo privi di potere di governo dopo l’occupazione romana, i sommi sacerdoti e il Sinedrio non possono dare esecuzione alla sentenza, pertanto mandano Gesù da Pilato, il quale riconosce che secondo la legge che è in vigore in quel territorio dell’impero non si riscontrano elementi di colpevolezza. Propone pertanto di rilasciare il detenuto, ma un gruppo di facinorosi vuole che sia crocifisso. Allora Pilato acconsente a far crocifiggere Gesù. Con questa soluzione Pilato, dopo essersi lavato le mani, intende evidentemente tenersi buoni gli ebrei, che potrebbero dargli dei fastidi o togliergli del consenso.
Il processo al testamento biologico
Nel parlamento italiano è in corso di approvazione una legge sul testamento biologico approvata su mandato della gerarchia cattolica che infatti ne chiede il varo definitivo nella forma approvata dal senato che mortifica fino a negarla la dignità del malato. Due processi che hanno tra loro intime analogie che vogliamo cogliere ed evidenziare
Analogie
In tutti e due i casi abbiamo un’autorità religiosa che in passato possedeva non solo autorità morale, ma anche di governo. Ora non ha più il potere di governare, ma ritiene di avere ancora la facoltà di pretendere dalla società civile il riconoscimento di proprie norme etiche, anche se non condivise da tutti (per inciso altre norme etiche, come quelle sui trapianti, hanno subito ripensamenti da parte della stessa autorità nel corso del tempo).
Il governo civile, nell’un caso e nell’altro, potrebbe, anzi dovrebbe, procedere autonomamente nelle proprie decisioni. Invece entrambi assecondano il volere dell’autorità religiosa, Pilato semplicemente cedendo più ad una minaccia che ad un violenza vera e propria, il governo italiano facendo propri farisaicamente i principi etici esposti dalla gerarchia della Chiesa cattolica.
Conclusione
Pilato aveva paura di perdere il posto e di essere confinato; il governo italiano ha bisogno della struttura ecclesiastica e del 5% di voti che essa controlla. L’uno e l’altro, Pilato e Berlusconi, anche se si lavano le mani, restano sporchi di bieco interesse, mentre la gerarchia cattolica pecca di mercimonio simoniaco.
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Di seguito, il mio articolo apparso su Repubblica/Il Lavoro - 29/03/2009Chiare, fresche, dolci acque amare
(di don Paolo Farinella)
(di don Paolo Farinella)
«L’acqua è un diritto, non un bisogno. Nessuno può derubarci della vita»
Il 22 marzo, giornata mondiale dell’acqua, a Istanbul in Turchia si è chiuso il V Forum Mondiale sull’acqua. Il documento finale si chiude prendendo per i fondelli l’umanità intera perché definisce l’acqua come «bisogno» non come «diritto». La differenza è abissale. Che sia un bisogno lo sanno anche i dementi «crociati» che portavano acqua davanti alla clinica di Eluana Englaro perché pensavano che la povera ragazza potesse bere a garganella. Eppure è vero che il nostro organismo per il 75% è acqua. Che l’acqua sia un diritto è la conseguenza logica e organica di tutte le carte (e le chiese) che parlano di «diritto alla vita». Già oggi un miliardo di persone non ha l’acqua minima per la sopravvivenza. I difensori distratti della vita in ogni forma e ad ogni costo non pensano che la mancata «idratazione necessaria» sia già una strage preventiva annunciata? Da un punto di vista ecclesiale cattolico, non dovrebbe esserci la scomunica immediata per chi procura la morte certa di uomini, donne e bambini appena nati?
Il Forum si limita ad esortare ad un uso più razionale dell’acqua e a lottare contro l’inquinamento delle falde acquifere. A riguardo Paolo Rumiz ( la Repubblica del 22-03-2009, p. 19) ci informa da par suo che l’alta velocità tra Firenze a Bologna per recuperare 22 minuti di tempo si è mangiata 81 torrenti, 37 sorgenti, 30 pozzi 5 acquedotti per un totale di km 100 di corsi di acqua. A questa seguirà anche l’alta velocità della Val di Susa che dovrebbe scavare sotto le montagne per 50 km e in Liguria siamo alle prese con la gronda in almeno 5 varianti, segno che anche il comune naviga a vista. Ci domandiamo: a quale prezzo di sistema e di civiltà? Vale la pena risparmiare 22 minuti di tempo e spegnere km 100 di corsi d’acqua? Il comune di Genova ha calcolato le conseguenze idriche della gronda? Dice un proverbio antico che coloro che Dio vuole perdere prima li fa impazzire e siamo certi che attualmente a livello mondiale e giù giù fino al più basso gradino del potere siamo governati da pazzi furiosi, incapaci di cogliere le esigenze di oggi e contemperarle con le necessità di domani. Ciechi che guidano altri ciechi.
Lo stesso giorno, il 22 marzo, come marziani venuti sulla terra una sessantina di persone si sono trovate, di domenica pomeriggio, in San Torpete per parlare dell’acqua «bene comune»: organizzatori e partecipanti hanno ragionato e riflettuto sulla necessità che i governanti proteggano la propria gente, i più deboli e i più vulnerabili che non riescono nemmeno a pagare il minimo consumo. I comuni dovrebbero garantire un minimo vitale/igienico di acqua gratis per ciascuno e far pagare il restante in base al consumo. Così non è e non sarà. In forza della legge Galli 36/1994 che riunifica acquedotti, fognature e depurazioni per una politica omogenea, il comune di Genova già nel 1996 ha pensato bene di considerare l’acqua non come «bene comune primario/essenziale», ma come «merce» quotando in borsa Amga spa ed esponendo quindi il «bene comune» alle follie del mercato e quindi alla speculazione finanziaria. Il gruppo «Iride» si sta fondendo con Enìa con sede a Reggio Emilia per gestire il servizio idrico integrato di tutto il nord Italia, secondo un accordo raggiunto nell’ottobre 2008 tra i sindaci di Torino, Genova, Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Attualmente l’Iride ricava solo il 6% degli utili dall’acqua che quindi verrà messa in un calderone finanziario che avrà tutto l’interesse a sviluppare l’energia, i rigassificatori e le nuove centrali nucleari che un governo miope vuole reintrodurre (anche in Liguria), mentre l’acqua sarà tassata per distribuire utili ai soci a spese dell’eterno Pantalone che paga muto e rassegnato. Fino a quando sopporteremo pazientemente soprusi e furti senza nemmeno indignarci per essere derubati anche della vita?
Paolo Farinella, prete
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A titolo strettamente personale: ci sono dei momenti in cui mi pento fortemente di aver avuto l'idea, un giorno, di aprire questo blog. Non tanto perchè mi abbia procurato tanti simpatici nemici, dei quali, tutto sommato, vado orgoglioso; quanto perchè mi ha messo in contatto con tanti amici, conosciuti personalmente o meno, che sentono di potermi trattare come una spalla alla quale appoggiarsi. Cosa della quale sono loro grato, ovviamente, ma che al tempo stesso mi espone a diventare destinatario impotente di esperienze dolorose. E più vivo queste esperienze con sincera partecipazione, più sono ferito dal senso della mia impotenza e della mia inadeguatezza.
Pubblico, col solo nome di battesimo, l'ultima lettera che ho ricevuto, dopo l'invio dell'ultima newsletter. La pubblico perchè Luciano (questo il suo nome) possa sentire, da cattolico - quale credo che sia - la vicinanza dei cattolici che frequentano il Tafanus, ma anche quella di tutti coloro che cattolici non sono.
Caro Tafanus, GRAZIE. Naturalmente ho letto la TUA newsletter, e ne sono molto soddisfatto. Devo dirti che Io purtroppo sono ammalato tanto, ma mi ritengo fortunato perchè non vedrò la "catastrofe" che la destra sta preparando a questa Italietta di ignoranti. Grazie ancora Tafanus, e ringrazio DIO che ci siano UOMINI (pochi) come TE.
Luciano
A Luciano non posso far altro che dire: "spero che tu abbia una visione sbagliata delle tue condizioni, così come ce l'hai circa il sottoscritto. La serenità che traspare dalle tue parole ti è d'aiuto, e ci è d'aiuto e di lezione. Spero che tu possa rinunciare a questo viaggio. Noi siamo qui, a tifare per te. A volte funziona... Antonio
Pubblico, col solo nome di battesimo, l'ultima lettera che ho ricevuto, dopo l'invio dell'ultima newsletter. La pubblico perchè Luciano (questo il suo nome) possa sentire, da cattolico - quale credo che sia - la vicinanza dei cattolici che frequentano il Tafanus, ma anche quella di tutti coloro che cattolici non sono.
Caro Tafanus, GRAZIE. Naturalmente ho letto la TUA newsletter, e ne sono molto soddisfatto. Devo dirti che Io purtroppo sono ammalato tanto, ma mi ritengo fortunato perchè non vedrò la "catastrofe" che la destra sta preparando a questa Italietta di ignoranti. Grazie ancora Tafanus, e ringrazio DIO che ci siano UOMINI (pochi) come TE.
Luciano
A Luciano non posso far altro che dire: "spero che tu abbia una visione sbagliata delle tue condizioni, così come ce l'hai circa il sottoscritto. La serenità che traspare dalle tue parole ti è d'aiuto, e ci è d'aiuto e di lezione. Spero che tu possa rinunciare a questo viaggio. Noi siamo qui, a tifare per te. A volte funziona... Antonio
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