Il tour de force del Presidente Obama: faccia a faccia con tutti... o quasi! e Berlusconi si esibisce nel ruolo di accattone.
PRAGA - "La marcia dei bilaterali continua", così i giornalisti americani che seguono il viaggio di Barack Obama hanno ribattezzato la nuova ondata di incontri che ha caratterizzato il sesto giorno di visita in Europa del presidente americano. In meno di una settimana Obama ha visto tutti i leader dei Paesi del G8, poi cinesi, indiani, sauditi e sud-coreani, cui ha aggiunto i turchi e per par condicio i greci, i cechi e per non far dispiacere a nessuno pure i polacchi. Ha sanato la ferita degli anni di Bush e ha voluto riservare un faccia a faccia allo spagnolo Zapatero, messo al bando dalla Casa Bianca repubblicana, gratificandolo con il migliore complimento della settimana: "E' un mio amico e un leader che comprende non solo la straordinaria influenza della Spagna nel mondo, ma che prende questa responsabilità molto seriamente".
Tra un vertice e l'altro, tra un discorso e una conferenza stampa è riuscito ad incontrare ex presidenti come Havel e possibili futuri primi ministri come il britannico David Cameron, solo per Silvio Berlusconi non è riuscito a trovare un attimo di tempo. Ma il Cavaliere, rendendosi conto che ormai la situazione si faceva pesante, ha rotto gli indugi alla fine del vertice di Praga e si è fatto invitare a Washington: "I giornalisti italiani - ha detto a Obama - attribuiscono molta importanza al fatto che non c'è stato questo incontro bilaterale, ma se me lo chiedi, io te lo concedo...". A quel punto il presidente americano gli ha detto che lo aspetta alla Casa Bianca prima dell'estate. Il tormentone è finalmente finito, non solo per i giornalisti ma anche per la diplomazia italiana, che le aveva inutilmente provate tutte per trovare un buco nell'agenda di Obama [...]
(da Mario Calabresi - Repubblica - 5 aprile 2009))
Tra un vertice e l'altro, tra un discorso e una conferenza stampa è riuscito ad incontrare ex presidenti come Havel e possibili futuri primi ministri come il britannico David Cameron, solo per Silvio Berlusconi non è riuscito a trovare un attimo di tempo. Ma il Cavaliere, rendendosi conto che ormai la situazione si faceva pesante, ha rotto gli indugi alla fine del vertice di Praga e si è fatto invitare a Washington: "I giornalisti italiani - ha detto a Obama - attribuiscono molta importanza al fatto che non c'è stato questo incontro bilaterale, ma se me lo chiedi, io te lo concedo...". A quel punto il presidente americano gli ha detto che lo aspetta alla Casa Bianca prima dell'estate. Il tormentone è finalmente finito, non solo per i giornalisti ma anche per la diplomazia italiana, che le aveva inutilmente provate tutte per trovare un buco nell'agenda di Obama [...]
(da Mario Calabresi - Repubblica - 5 aprile 2009))
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