Questo dossier sarà aperto col
servizio-inchiesta di oggi 14 maggio 2009 di Giuseppe D’Avanzo su Repubblica,
perché è il più completo ed aggiornato sui fatti, e il più ricco di links
video. Inseriremo anche altri articoli
(i più significativi, fra quelli usciti in questi giorni). Sull’inchiesta di
D’Avanzo, il TgUno delle 13,30 si è prodotto nella lettura di una dichiarazione
di papi, che suona più o meno così: “…tutta invidia… Repubblica non
sopporta il grande successo d’immagine di questo straordinario premier, e cerca
quindi di attaccare il suddetto con falsità del tutto destituite di
fondamento…”
Allora vediamole, queste menzogne “delle sinistre”. A cominciare da quelle di Repubblica, e da quelle di Furio Colombo, e da quelle che anche il modesto Tafanus si era posto subito dopo la notizia si questo rapporto alquanto strano. Tanto strano che neanche i più accaniti ed incurabili arcorizzati non potranno non vederne la stranezza.
Le incoerenze di un caso politico - Quella festa a Casoria e le parole di Veronica. Il padre di Noemi e
le candidature Pdl. Il Cavaliere non ha accettato di farsi intervistare da Repubblica.
Da oggi uno speciale multimediale alla ricerca della verità
(di Giuseppe
D’Avanzo – Repubblica)
Repubblica
ha chiesto, nei giorni scorsi, di rivolgere al presidente del Consiglio dieci
domande sulle incoerenze e le omissioni di una storia che molti definiscono “di
Veronica” o “di Noemi” e nessuno azzarda a definire per quel che è o appare: un
“caso Berlusconi”. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni
Letta, lunedì, ha chiesto due giorni per dare una risposta. Quella risposta non
è arrivata. Per non dissimulare, come vuole il nuovo conformismo
dell’informazione italiana, ciò che dovrebbe essere chiarito, pubblichiamo oggi
le domande che avremmo voluto rivolgere al premier e le contraddizioni che
abbiamo ritenuto di riscontrare tra le sue dichiarazioni e quelle degli altri
protagonisti della vicenda.
Silvio Berlusconi ha detto: «Credo che chi è incaricato di una funzione
pubblica, come il presidente del Consiglio, possa accettare la continuazione di
un rapporto [con la sua consorte, Veronica Lario] soltanto se si chiarisce chi
ha provocato questa situazione». (Porta
a Porta, 5 maggio 2009).
Repubblica concorda con Silvio Berlusconi. E’ evidente che, nonostante il
frastuono mediatico di queste ore, non si discute di un divorzio o di una
separazione, affare privato di due coniugi. Come ha chiaro il premier, la
questione interroga i comportamenti di «un incaricato di una funzione
pubblica». In quanto tali, quei comportamenti sono sempre di pubblico interesse
e non possono essere circoscritti a un ambito familiare. D’altronde, la signora
Veronica Lario, nelle sue dichiarazioni del 29
aprile e del 3
maggio, offre all’attenzione dell’opinione pubblica due certezze personali
e una domanda.
Le due certezze descrivono, tra il pubblico e il privato, i comportamenti
del presidente del Consiglio: «Mio marito frequenta minorenni»; «Mio marito non
sta bene».
La domanda, posta dalla signora all’opinione pubblica e a chi in vario modo la
rappresenta, è invece tutta politica e chiama in causa le pratiche del
«potere», il suo modo di essere, che si degrada e si avvilisce pericolosamente
quando a rappresentare la sovranità popolare vengono chiamate “veline” senza
altro merito che un bell’aspetto e la prossimità al premier.
Ha detto la signora Lario: «Quello che emerge oggi, attraverso il paravento
delle curve e della bellezza femminile, è la sfrontatezza e la mancanza
di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte le donne (...).
Qualcuno ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento
dell’imperatore. Condivido, quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza
pudore». (Ansa,
28 aprile, 22:31)
Silvio Berlusconi ha replicato, a caldo, evocando un complotto «della sinistra
e della sua stampa che non riescono ad accettare la mia popolarità al 75 per
cento (…) Tutto falso, nato dalla trappola in cui anche mia moglie purtroppo è
caduta. Le veline sono inesistenti. Un’assoluta falsità». (Porta
a porta, 5 maggio)
E’ il primo ingombro che bisogna verificare. Questa storia è soltanto una trappola bene organizzata? E' vero, se di complotto si tratta, che nasconde la mano della sinistra e della «sua stampa»?
Tre evidenze lo escludono
Il primo quotidiano che dà conto della candidatura di una “velina” alle
elezioni europee è il Giornale della famiglia Berlusconi. Il 31
marzo, a pagina 12, nella rubrica Indiscreto a Palazzo si
legge che «Barbara Matera punta a un seggio europeo». «Soubrette, già
“Letterata” del Chiambretti c’è, poi “Letteronza” della Gialappa’s, quindi
annunciatrice Rai e attrice della fiction Carabinieri», la Matera, scrive il
Giornale, «ha voluto smentire i luoghi comuni sui giovani che non si applicano
e non si impegnano. “Dicono che i ragazzi perdino tempo. Non è
vero: io per esempio studio molto”». «E si vede», commenta il giornale di casa
Berlusconi.
Il secondo giornale che svela «la carta segreta che il Cavaliere è pronto a
giocare» è Libero,
il 22 aprile. Notizia e foto di prima pagina con «Angela Sozio, la rossa
del Grande Fratello e le gemelle De Vivo dell’Isola dei famosi, possibili
candidate alle elezioni europee». A pagina 12, le rivelazioni: «Gesto da
Cavaliere. Le veline azzurre candidate in pectore» è il titolo. «Silvio porta a
Strasburgo una truppa di showgirl» è il sommario.
Per Libero le «showgirl», che dovranno superare un colloquio, sono 21 (in lista
i candidati a un seggio di Bruxelles, come si sa, sono 72). I nomi che si
leggono nella cronaca sono: Angela Sozio, Elisa Alloro, Emanuela Romano,
Rachele Restivo, Eleonora Gaggioli, Camilla Ferranti, Barbara Matera, Ginevra
Crescenzi, Antonia Ruggiero, Lara Comi, Adriana Verdirosi, Cristina Ravot,
Giovanna Del Giudice, Chiara Sgarbossa, Silvia Travaini, Assunta Petron,
Letizia Cioffi, Albertina Carraro. Eleonora e Imma De Vivo e «una misteriosa
signorina» lituana, Giada Martirosianaite.
Difficile sostenere che Il Giornale e Libero siano fogli di sinistra.
Come è arduo credere che la Fondazione
farefuturo, presieduta da Gianfranco Fini, sia un pensatoio vicino al
partito democratico. Il think tank, diretto dal professor Alessandro
Campi, vuole
«far emergere una nuova classe dirigente adeguata a governare le sfide della
modernità e della globalizzazione». Coerentemente critica l’uso di «uno
stereotipo femminile mortificante» e con un’analisi
della politologa Sofia Ventura avverte che «il “velinismo” non serve».
Nell’articolo si legge: «Assistiamo a una dirigenza di partito che fa uso dei
bei volti e dei bei corpi di persone che con la politica non hanno molto da
fare, allo scopo di proiettare una (falsa) immagine di freschezza e
rinnovamento. Questo uso strumentale del corpo femminile, al quale naturalmente
le protagoniste si prestano con disinvoltura, denota uno scarso rispetto, da un
lato, per quanti, uomini e donne, hanno conquistato uno spazio con le proprie
capacità e il proprio lavoro; dall’altro, per le istituzioni e per la sovranità
popolare che le legittima».
Sofia Ventura conclude: «Le donne non sono gingilli da utilizzare come
specchietti per le allodole, non sono nemmeno fragili esserini bisognosi di
protezione e promozione da parte di generosi e paterni signori maschi. Le donne
sono, banalmente, persone. Vorremmo che chi ha importanti responsabilità
politiche qualche volta lo ricordasse».
Quando la signora Lario prende (buonultima) la parola per censurare il
“velinismo” - e «il ciarpame senza pudore» del potere - non si muove nel vuoto,
ma su un terreno già smosso dalle rivelazioni dei giornali vicini al premier e
dalle analisi critiche di intellettuali prossimi alla maggioranza di governo.
Questo “caso” non ha inizio con un intrigo, come protesta Berlusconi, ma trova
la sua trasparente ragione nella preoccupazione di ambienti della destra per un
«impoverimento della qualità democratica di un paese» (ancora la Ventura).
Rimosso il presunto «complotto», resta il “caso” politico, dunque. Un “caso”
che diventa anche familiare, quando Veronica Lario scopre che Silvio Berlusconi
ha partecipato a Napoli alla festa di compleanno di una diciottenne (Repubblica,
28 aprile). E ancora una volta politico quando la signora, annunciando la
sua volontà di divorziare, denuncia pubblicamente i comportamenti di un marito
che, «incaricato di una pubblica funzione», «frequenta minorenni»,
prigioniero com’è di un disagio che minaccia il suo equilibrio psicofisico.
Il presidente del Consiglio ha replicato ai rilievi della signora Lario con due
interviste alla carta stampata (Corriere
della Sera e la Stampa,
4 maggio) e con un lungo monologo a Porta
a Porta (5 maggio).
In queste tre sortite pubbliche, la ricostruzione degli avvenimenti di cui si
discute (la candidatura di giovani donne selezionate per la loro bellezza e
amicizia con il premier; il suo affetto per Noemi Letizia, maggiorenne il 26 aprile;
la partecipazione alla festa di compleanno; il lungo sodalizio amicale con la
famiglia Letizia) ha avuto, da parte di Berlusconi, una parola definitiva, ma o
contraddittoria o omissiva.
Berlusconi nega di aver mai avuto intenzione di candidare «soubrette».
«Non avevamo messo in lista nessuna “velina”» (Corriere,
4 maggio) Noemi lo chiama «papi». Perché? A chi glielo chiede, replica: «E’
uno scherzo, mi volevano dare del nonno, meglio mi chiamino papi. Non crede?» (Corriere,
4 maggio). Berlusconi è più preciso con la Stampa (4
maggio): «Io frequenterei, come ha detto la Signora [Lario], delle
diciassettenni. E’ una cosa che non posso sopportare. Io sono amico del padre
punto e basta. Lo giuro!»
E’ la stessa versione offerta a France2 (6maggio).
Quando il presidente del Consiglio spiega le circostanze della frequentazione
con Noemi Letizia – si tratta di un’antica amicizia di natura politica
con il padre, dice – il giornalista lo interrompe per chiedere: «…dunque
[Noemi] non è una ragazza che lei conosceva personalmente?». Berlusconi risponde:
«No, ho avuto l’occasione di conoscerla con i suoi genitori. Questo è tutto».
La versione di Berlusconi è contraddetta in tutti i suoi elementi dalle
interviste che Noemi Letizia concede. Noemi così ricostruisce il suo legame
affettivo con il presidente del Consiglio: «Mi vuole bene come a un figlia. E
anch’io, noi tutti gli siamo molto legati». (Repubblica,
29 aprile)
Al Corriere
del Mezzogiorno, il 28 aprile, consegna dettagli chiave. «[Berlusconi, papi]
mi ha allevata (…) E’ un amico di famiglia. Dei miei genitori (…) non mi ha
fatto mai mancare le sue attenzioni. Un anno [per il mio compleanno], ricordo,
mi ha regalato un diamantino. Un’altra volta, una collanina. Insomma, ogni
volta mi riempie di attenzioni. (…) Lo adoro. Gli faccio compagnia. Lui mi
chiama, mi dice che ha qualche momento libero e io lo raggiungo. Resto ad
ascoltarlo. Ed è questo che desidera da me. Poi, cantiamo assieme. (…) Quando
vado da lui ha sempre la scrivania sommersa dalle carte. Dice che vorrebbe
mettersi su una barca e dedicarsi alla lettura. Talvolta è deluso dal fatto che
viene giudicato male, gli spiego che chi lo giudica male non guarda al di là
del proprio naso. Nessuno può immaginare quanto papi sia sensibile. Pensi
che gli sono stata vicinissima quando è morta, di recente, la sorella Maria
Antonietta. Gli dicevo che soltanto io potevo capire il suo dolore. (…) [Da
grande vorrò fare] la showgirl. Mi interessa anche la politica. Sono pronta a
cogliere qualunque opportunità. (…) Preferisco candidarmi alla Camera, al
parlamento. Ci penserà papi Silvio».
Nel racconto di Noemi c’è la narrazione di un rapporto diretto, intenso con il
presidente del Consiglio. Che le fa tre regali per il 16°, 17° e 18°
compleanno. Quindi, si può concludere, Berlusconi ha conosciuto Noemi
quindicenne. Nel loro rapporto non c’è alcun ruolo o presenza dei genitori.
Noemi non vi fa alcun riferimento e non è corretta dalla madre, presente al
colloquio con Angelo Agrippa del Corriere del Mezzogiorno. Berlusconi ha
tentato di ridimensionare il legame con la minorenne: «Ho incontrato la ragazza
due o tre volte, non ricordo, e sempre alla presenza dei genitori». I genitori
non hanno ancora confermato le parole del premier.
Durante l’incontro con il giornalista, la signora Anna Palumbo - madre di Noemi
- interviene soltanto per specificare le circostanze in cui Berlusconi ha
conosciuto suo marito, Benedetto “Elio” Letizia. Dice: «[Berlusconi] ha
conosciuto mio marito ai tempi del partito socialista. Ma non possiamo dire di
più».
Noemi non è così evasiva quando affronta una delle questioni decisive per
questa storia. E’ addirittura esplicita. Ella ritiene di poter ottenere da
Berlusconi l’opportunità di fare spettacolo o, in alternativa, di essere eletta
in parlamento. Televisione o scranno a Montecitorio. Le aspettative di Noemi,
sollecitate dalle attenzioni (o promesse) di Berlusconi, sono in linea con le
riflessioni critiche di farefuturo, il think tank di Gianfranco Fini
(«Le donne non sono gingilli») e della signora Lario («Ciarpame senza pudore»).
Quando e dove e come si sono conosciuti Berlusconi e
Benedetto Letizia è un altro enigma di questa storia che raccoglie versioni
successive e contraddittorie.
A Varsavia Berlusconi dice: «[Benedetto] lo conosco da anni, è un vecchio
socialista ed era l’autista di Craxi». (Ansa,
29 aprile, 16:34) Quando la circostanza è subito negata da Bobo Craxi
(«Cado dalle nuvole. L’autista di mio padre si chiamava Nicola, era veneto, ed
è morto da qualche anno», Ansa,
29 aprile, 16:57), Palazzo Chigi con un imbarazzato ritardo di venti ore,
smentisce a sua volta: «Si rileva che il presidente Berlusconi non ha mai detto
che il signor Letizia fosse autista dell’on. Bettino Craxi» (Ansa,
30 aprile, 12:30).
Dal suo canto, Letizia non vuole ricordare in pubblico come e dove e quando
ha conosciuto Berlusconi. Chi lo interroga raccoglie soltanto parole vuote.
«Volete sapere come ho conosciuto Berlusconi? Va bene, ve lo dico, però allora
vi racconto anche come ho conosciuto tutte le persone che conosco…». (Corriere,
10 maggio)
In qualche altra occasione, il rifiuto di Letizia a raccontare il primo
incontro con il futuro premier è ancora più categorico: «Non ho alcuna
intenzione di farlo» (Oggi,
in edicola il 6 maggio) Anche Noemi non ha voglia di offrire rievocazioni:
«Non ricordo i particolari [di come è nato il contatto familiare], queste cose
ai miei genitori non le ho chieste. Non è che si siano incrociati sul lavoro:
mio padre è un dipendente comunale...». (Repubblica,
29 aprile)
Un ricordo vivo del primo incontro tra Berlusconi e Letizia sembra averlo
Arcangelo Martino, un ex assessore socialista al comune di Napoli, oggi vicino
al partito del presidente del Consiglio. «Fra il 1987 e il 1993 sono stato
grande amico di Bettino Craxi. Tutti i mercoledì andavo a trovarlo a Roma
all’hotel Raphael, una consuetudine. Mi accompagnava sempre qualcuno del mio
staff e quel qualcuno era quasi sempre Elio Letizia (…) Parecchie volte è
capitato che al Raphael ci fosse Silvio Berlusconi. E’ lì che ho presentato i
due che poi hanno fatto amicizia». (Corriere
della sera, 10 maggio). Il ricordo di Arcangelo Martino è sconfessato
con nettezza ancora una volta da Bobo Craxi. «Escludo categoricamente che il
signor Letizia fosse un habitué dell’hotel Raphael (…) Lo stesso Martino
credo che sia passato qualche volta a salutare mio padre». (Repubblica,
11 maggio)
Chiara anche la smentita di uomini che furono accanto al leader socialista:
Gianni De Michelis («Mai sentito nominare Letizia»); Gennaro Acquaviva («Mai
sentito nominare Letizia, neanche dai napoletani»); Giulio Di Donato («Questo
signor Letizia, nel panorama napoletano e campano dei socialisti, non
esisteva, a mia memoria»). Ancora più efficace la contestazione di
Stefano Caldoro: «Proprio nei primi anni novanta, abitavo al Raphael tutte le
volte che mi fermavo a Roma. Si scherzava sulla intraprendenza di Martino (…)
ma escludo categoricamente di aver mai visto e sentito che questo Letizia
venisse presentato a Craxi. Perché mai l’avrebbero dovuto presentare? Non era
un dirigente, non era un esponente del sociale, non era un militante» (Ancora Repubblica,
11 maggio 2009).
...papi alla festa di Noemi: quante strane "contraddizioni"...
L’occasione dell’incontro tra Berlusconi e Letizia è ancora da chiarire. Come
i tempi della decisione del presidente del Consiglio di partecipare alla festa
di compleanno di Noemi. Al Corriere della sera, 4
maggio, così Berlusconi ha spiegato la sua presenza a Napoli: «Racconto
come è andata veramente. Quel giorno mi telefona il padre, un mio amico da
tanti anni. E quando sa che in serata sarei stato a Napoli, per controllare lo
stato di avanzamento del progetto per il termovalorizzatore, insiste perché
passi almeno un attimo al compleanno della figlia. La casa è vicina
all’aeroporto. Non molla. Io non so dir di no. Eravamo in anticipo di un’ora e
ci sono andato. Nulla di strano, è accaduto altre volte per compleanni e
matrimoni».
Berlusconi, dunque, partecipa alla festa per un atto di affetto nei confronti
di Elio Letizia. Non si parla di Noemi né di altra necessità politica o urgenza
di altra natura. Diversa la versione offerta, lo stesso giorno (4
maggio) alla Stampa: «Suo padre, che conoscevo da tempo, mi ha telefonato
per chiedermi se lasciavo fuori Martusciello (Flavio, consigliere regionale del
PdL) dalle liste per le Europee, io gli ho spiegato che avrei cercato di
mettere sia l’ex-questore Malvano (Franco, già candidato a sindaco di Napoli)
sia Martusciello e che stavo arrivando a Napoli per dare una spinta ai
contratti per i nuovi termovalorizzatori che sono frenati dalla burocrazia. A
quel punto lui mi ha interrotto e mi ha detto: “Stavi venendo a Napoli? Io
stasera festeggio il diciottesimo compleanno di Noemi, perché non vieni con un
brindisi, lo facciamo in un locale poco distante dall’aeroporto. Ti prego vieni
sarebbe il più bel regalo della mia vita”. Così ci sono andato…».
Berlusconi aggiunge qualche dettaglio in più nel solco di questa versione, il 5
maggio, durante Porta a Porta: «Ero al salone del Mobile della Fiera di
Rho, imbarazzato per i cori “Meno male che Silvio c’e”, “Magico” e il
capitano dell’elicottero mi ha detto che era in arrivo entro mezz’ora un
temporale che ci avrebbe costretto ad andare in macchina a Linate. Per
questo siamo partiti in anticipo e [visto il tempo a disposizione, prima di]
una riunione politica che avevo in serata [con il ristorante a soli tre minuti
dall’aeroporto] sono entrato…»
Anche questa ricostruzione trova delle evidenze che la contraddicono.
Berlusconi giunge a Napoli con un regalo per Noemi, «cerchi concentrici in oro
rosa arricchiti da una cascata di diamanti bianchi montati su oro bianco, 6mila
euro, il ciondolo è anche nella collezione di Sophia Loren» (Gente, 19 maggio).
Si è molto discusso di questa circostanza che, al contrario, non pare molto
significativa: il presidente potrebbe aver a bordo del suo aereo dei cadeaux
da distribuire secondo necessità.
Più interessante è che l’aereo di Berlusconi giunga a Napoli con un’ora di
anticipo rispetto all’inizio della festa e il presidente attenda
nell’aeromobile per un’ora prima di muoversi ed entrare «cinque minuti dopo
l’arrivo in sala di Noemi» (Annozero,
7 maggio). Secondo la testimonianza di un fotografo, ingaggiato dal patron
del ristorante “Villa Santa Chiara”, si sapeva da sabato 25 aprile
dell’arrivo del premier e, in ogni caso, la “bonifica” della sala da parte
della polizia è stata predisposta già nella mattinata, «alle 15», per alcune
fonti del Dipartimento di sicurezza. (Repubblica,
9 maggio).
Sembra di poter dire che non c’è stato alcun cambio di programma a Rho nel
tardo pomeriggio di domenica 26 aprile. La partecipazione alla festa di Noemi
era già nell’agenda del presidente da giorni, come dimostrano la “bonifica”,
l’attesa in aereo, l’arrivo nel ristorante subito quasi contestualmente
all’ingresso della diciottenne come per un copione precedentemente preparato.
C’è un’ultima contraddizione da sciogliere. La scelta o indicazione delle
“veline” da candidare è stata opera di Berlusconi? A Porta a Porta, 5
maggio, il presidente del Consiglio sostiene di non aver messo becco nella
candidature europee: «Le candidature per le Europee non sono state gestite
direttamente dal premier. Ad occuparsene sono stati i tre coordinatori del PdL
Bondi, La Russa e Verdini che “da migliaia di segnalazioni sono giunti a 500
schede” per individuare i 72 candidati si sono orientati secondo le indicazioni
del congresso, spazio ai giovani e alla donne. Tra questi candidati nessuna è
qualificabile come velina» (resoconto delle parole del premier a Porta a porta,
5
maggio, tratto dal Giornale,
6 maggio). Berlusconi ammette però di avere discusso con Elio Letizia (non
è un dirigente del PdL né, che si sappia, un iscritto al partito) le
candidature di Malvano e Martusciello e per farlo lo raggiunge addirittura a
Napoli alla festa di sua figlia. La circostanza appare contraddittoria e,
senza altre spiegazioni, inverosimile.
Il rosario di incoerenze che si incardina sulla questione
politica posta da farefuturo e dalla signora Lario (come Berlusconi seleziona
le classi dirigenti) sollecita a rivolgere a Berlusconi dieci domande:
1. Quando e come Berlusconi ha conosciuto il padre di Noemi Letizia, Elio?
2. Nel corso di questa amicizia, che il premier dice «lunga», quante volte si sono incontrati e dove e in quale occasioni?
3. Ogni amicizia ha una sua ragione, che matura soprattutto nel tempo e in questo caso – come ammette anche Berlusconi – il tempo non è mancato. Come il capo del governo descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Benedetto Letizia?
4. Naturalmente il presidente del Consiglio discute le candidature del suo partito con chi vuole e quando vuole. Ma è stato lo stesso Berlusconi a dire che non si è occupato direttamente della selezione dei candidati, perché farlo allora con Letizia, peraltro non iscritto né militante né dirigente del suo partito né cittadino particolarmente influente nella società meridionale?
5. Quando Berlusconi ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?
6. Quante volte Berlusconi ha avuto modo di incontrare Noemi e dove?
7. Berlusconi si occupa dell’istruzione, della vita e del futuro di Noemi. Sostiene finanziariamente la sua famiglia?
8. E’ vero, come sostiene Noemi, che Berlusconi ha promesso o le ha lasciato credere di poter favorire la sua carriera nello spettacolo o, in alternativa, l’accesso alla scena politica e questo «uso strumentale del corpo femminile», per il premier, non «impoverisce la qualità democratica di un paese» come gli rimproverano personalità e istituzioni culturali vicine al suo partito?
9. Veronica Lario ha detto che il marito «frequenta minorenni». Al di là di Noemi, ci sono altre minorenni che il premier incontra o «alleva», per usare senza ironia un’espressione della ragazza di Napoli?
10. Veronica Lario ha detto: «Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. E’ stato tutto inutile». Geriatri (come il professor Gianfranco Salvioli, dell’Università di Modena) ritengono che i comportamenti ossessivi nei confronti del sesso, censurati da Veronica Lario, potrebbero essere l’esito di «una degenerazione psicopatologica di tratti narcisistici della personalità». Quali sono le condizioni di salute del presidente del Consiglio?
Video Repubblica.TV - Le domande senza risposte
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L’articolo che segue è tratto dal blog di Furio Colombo, al quale ho ovviamente chiesto il permesso di condividerlo, visto che ne sottoscrivo ogni parola, ogni virgola, ogni domanda, ogni sospetto. Alcune di queste domande il Tafanus le aveva formulate nei giorni scorsi, per conto suo. Ma messe in fila dalla penna di Furio Colombo, acquistano altro peso, altro sapore. Devo anche fornire a Furio Colombo la “liberatoria” per il titolo del post, e per la scelta delle foto a corredo, la cui responsabilità è solo mia. Tafanus
Che cosa sappiamo del “Festival di Casoria” (7 maggio) in cui il presidente del Consiglio Berlusconi si è materializzato all’improvviso in una festa di 100 (cento) ragazzine diciottenni o più giovani (definite coraggiosamente dall’unica voce di Veronica Lario “minorenni”)?. Le fonti ufficiali ci dicono:
1. E’ stata una improvvisata. Nessuno sapeva niente. E’ stata una grande sorpresa il fatto che il primo ministro italiano si sia presentato nel villone in affitto di aloria dove le ragazzine erano riunite per festeggiare una di loro, sotto la guida di papà, mamma, nonna e altro personale di famiglia.
2. L’improvvisata è stata possibile, anzi
addirittura provocata da un temporale che ha richiesto all’ultimo
momento e senza preavviso al primo ministro di partire in anticipo per poter
usare l’elicottero prima della tempesta. Ma l’arrivo in anticipo offriva un
inaspettato tempo libero allo statista, presente per caso nei pressi di
Napoli. La circostanza fortunata chiama un’altra circostanza
fortunata. Si da il caso che il villone di aloria affittato per caso dalla
famiglia Letizia per festeggiare i 18 anni della figliola Noemi si trovi
dislocata a soli tre minuti (“Tre minuti, la polizia ha confermato quando sono
arrivato a Capodichino”, ha giurato il capo del governo nel corso delle due ore
messe a sua disposizione dalla libera trasmissione “Porta a Porta”). A
soli tre minuti, dicevamo, dall’aeroporto. Dunque perché NON FARE UN SALTO?
4. Ma il caso chiama il caso. Sul posto c’era un team fotografico esclusivo del settimanale “Chi” (proprietà Berlusconi) che ha provveduto ad una scrupolosa copertura e documentazione giornalistica dell’evento.
Che cosa non sappiamo del “Festival di Casoria” così
drammaticamente dominato dalle coincidenze e dal caso?
-a) Possono gli spostamenti, aerei e terrestri, e
le soste prolungate, particolarmente pericolose, di un capo di governo essere improvvisate?
I servizi segreti e le scorte da dodici consentono simili improvvisate?
-b) E’ vero o non è vero che il villone di aloria, affittato per caso
presso l’aeroporto (e non, per esempio, con vista sul mare) è stato
“bonificato” dai servizi segreti sin dal giorno prima?
-c) In quale documento meteorologico risulta il temporale che ha
imposto partenza anticipata e tempo utile per la festa?
-d) Perché, maleducatamente e con sconsiderato
puntiglio di concorrente, il settimanale “Gente”, (11 maggio, n.20) fa notare
con fastidiosa precisione che le foto del team giornalistico specializzato di
“Chi” (proprietà Berlusconi) sono state taroccate, al punto da “ritoccare il volto del premier
come lui desidera, secondo le indicazioni del fotografo personale”, al
punto da aggiungere, in una delle foto, babbo Letizia che brinda? (E’ anche
l’unica foto in cui babbo Letizia compare con Papi).
-e) E’ vero, e si può trovare qualcuno che lo conferma ( “Sì, lo diceva
anche a me”) che la piccola Noemi Letizia “chiamava tutti Papi”
(dall’intervista a “Repubblica” e “Gente”, 11 maggio)? Uno o due aneddoti
chiarirebbero meglio le avventurose circostanze. Qualcuno conosce qualcuna che
chiama ”Papi” un conoscente in presenza del suo vero padre? (“E’ mia
figlia e sottolineo mia figlia” ha detto babbo Letizia al quotidiano “The
Times”, Londra, 10 maggio).
-f) Chi è Elio Letizia e quando è diventato intimo del quattordicesimo
uomo più ricco del mondo, del più potente in Italia, al quale, su cellulare che
sa solo lui, consiglia decisioni politiche riservate? La risposta a questa sola domanda
darà risposta a tutte le altre.
…e molto altro ancora…
Veronica:
addio a Berlusconi. Divorzio
Eugenio
Scalfari - Le trame e i segreti della corte imperiale
D'Avanzo:
bugie e domande senza risposte
Curzio
Maltese - Lo specchio infranto
Francesco
Merlo: Il Cav. ed il letto al potere
Natalia
Aspesi - Veronica e le donne al tempo del Cavaliere
Conchita
Sannino: Noemi e il "book" a 15 anni
L'Avvenire:
vogliamo un premier più sobrio
Economist:
Silvio Berlusconi's Divorce
Corriere:
e arriva il film: figlia di un politico pedofilo
El
Mundo: ...e il 72enne Berlusconi va in discoteca...
El Pais:
oro rosa y brillantes de "papi" Berlusconi
Il
"lusinghiero" giudizio dell'Observer
La Libre Belgique: Divorce à l'italienne
Liberation:
Berlusconi sogna delle soubrettes al Parlamento
Tafanus:
Noemi, Silvio e la "pomp art"
Il
Dilemma del Secolo: il "Lato B" di Noemi è ritoccato con Photoshop?
L'Espresso:
Noemi nel paese delle meraviglie
Giornali
stranieri: Momenti di Gloria (home-pages)
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Noemi nel paese delle meraviglie
(di Claudio Pappaianni – l’Espresso)
Gli studi. La danza. I ritocchi estetici.
L'autista. Il fidanzato spuntato dal nulla. Stile da star per la pupilla di
Berlusconi. E gli amici raccontano: a Capodanno era alla festa del premier in
Sardegna
Ora aspetta la chiamata per un reality show. Si sente pronta. Ma ogni
giorno vissuto da Noemi Letizia, la diciottenne prediletta del presidente del
Consiglio, è già una puntata del "Grande Fratello" in salsa
berlusconiana che si sta girando all'ombra del Vesuvio. Un programma che sta
facendo vendere come il pane i settimanali di gossip e i più seri quotidiani politici.
Con gli italiani impazziti per i protagonisti, tutti a recitare compiti la loro
parte sul set naturale che va da via Libertà a Portici a Secondigliano, fino ad
Arcore e Villa Certosa. Tutti famosi all'improvviso: i genitori Anna e
Benedetto detto Elio, il fidanzato spuntato dal nulla, i nonni e i vicini di
casa, gli amici e gli amici degli amici. Tutti hanno il loro copione da
seguire, non sono più ammesse sbavature, troppi errori sono stati commessi
nelle prime ore del gioco. Chi non se la sente viene eliminato: molti attori
della prima ora da qualche giorno non rispondono più al telefono, evitano
contatti su Internet, escono il meno possibile per non dover rispondere alle
domande scomode sulle verità nascoste.
Perché Berlusconi, Silvio, papi, comunque lo si chiami, resta per ora
solo "l'amico di famiglia". Il mistero è gelosamente custodito.
Noemi, intanto, va per la sua strada, e vive la vita di tutti i giorni tra la
scuola di grafica, la danza e gli appuntamenti. Sempre accompagnata da Roberto,
un ragazzo moro con capello zebrato che la va a prendere in Mercedes.
L'autista, dicono. Domenico Cozzolino, il suo fidanzato, invece, non si era mai
appalesato fino alle foto del weekend a Rimini. Nessuno lo conosceva, neppure
le confidenti più strette di Noemi che tuttora non lo annoverano neanche tra i
contatti di Facebook, il social network termometro delle amicizie tra i
teenager. Pochi di loro, di sicuro, sanno che Noemi è proprietaria di
quattro immobili: tre case (una a Portici, un'altra a via dell'Ortigaria e una
terza a Calata Capodichino) e di un negozio a Corso Secondigliano. Prima
era dei nonni paterni, che per decenni hanno gestito una libreria. Nel 2002 il
passaggio di proprietà a favore di Noemi appena undicenne, e la decisione di
affittare il locale: oggi la ditta titolare vende scarpe e accessori.
Dietro un bancone Noemi non si è mai immaginata. L'attrazione fatale per
le luci della ribalta l'ha travolta fin da piccola. Ragazza fine, garbata e
riservata, come racconta il preside della sua scuola, nasconde ambizioni
sfrenate per il mondo dello spettacolo. Come molte sue coetanee. Passa da
minorenne per le mani di un chirurgo plastico e dichiara di volerci tornare per
rifarsi il seno. Vuole una terza, abbondante, perché "ora ho solo una seconda
scarsa". A 16 anni entra in un'agenzia per modelle e si fa il book (il
presunto fidanzato ammette che le foto sono ritoccate, e che la Noemi reale è
meno sexy di quella delle foto), e inizia a lavorare. Qualche sfilata, una
particina in una fiction, qualche concorso di bellezza, un programma in una tv
locale. Balla e canta, intanto studia con profitto. È una delle prime della
classe. Dopo il blitz di Berlusconi alla festa dei suoi 18 anni le offerte
arrivano da tutte le parti: i registi sanno che con lei nel cast la
pubblicità al film è assicurata. Nel Noemi's Word l'aspetto fisico è decisivo:
al settimanale del Cavaliere, "Chi", prima sottolinea di rispettare
da sempre il valore della verginità, poi spiega di amare lo shopping, lisciarsi
i capelli biondi, curarsi le unghie. I partiti? Le piace il centrodestra,
naturalmente. "Gomorra" di Roberto Saviano? Bocciato: ha fatto a
pezzi l'immagine di Napoli. Nel futuro immediato forse un calendario, tra
qualche anno la politica.
N.B.: questo dossier sarà linkato e scaricabile in "word" sulla colonna laterale del blog, ed aggiornato in corso d'opera, ad imperituro ricordo di questa pagina fondamentale della Storia della Repubblica delle Banane. Tafanus
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