Qualche sera fa, guardando Tetris, ero rimasto spiacevolmente colpito vedendo il filmato di un'aggressione verbale, molto violenta, da parte di un noto blogger e paladino della democrazia, ai danni di Emilio Fede. Lungi da me l'idea di difendere Emilio Fede, ma non apprezzo i populisti di nessun genere, come ben sanno i lettori del Tafanus. E quindi non ho apprezzato questo energumeno che in un'occasione assolutamente incongrua (e cioè in TOTALE assenza di occasione), si è messo ad urlare "servo" ed altri gentili epiteti all'indirizzo di Emilio Fede - non senza essersi prima assicurato che le lucine rosse delle telecamere circostanti fossero accese.
Questo signore, fino al 2003 (e cioè fino all'età di 32 anni), non lo conosceva nessuno. Poi, improvvisa, la fama. Aveva osato gridare "buffone" a Silvio Berlusconi". Era stato "identificato" dai carabinieri per ordine del premier, e denunciato. Confesso che a quel tempo ho avuto un moto di simpatia per questo "ragazzo" che rischiava condanne, spese per legali e quant'altro. Però la libertà di chiamare buffone un buffone non può essere gratuita. Insomma, l'ho quasi ammirato.
Poi, col passar del tempo, la mia ammirazione è andata scemando, man mano che i fatti si sovrapponevano all'immagine dei fatti. Intanto la scoperta che non era un "poero cristo" qualsiasi, ma un ben munito e protetto figlio di mamma. Figlio di un magistrato (il che, a volte, qualche vantaggio può darlo), difeso - immagino "a gratis" - dal fratello avvocato, e da Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio Ambrosoli. Un nome che qualche simpatia riflessa, a Milano, può anche crearla.
Il nostro si difende dimostrando che l'appellativo "buffone" non è un insulto, ma una constatazione? Niente affatto! Nel più penoso stile berlusconiano, "ritratta". Dice di essere stato "frainteso". Lui non ha mai gridato "buffone"! Lui ha detto "puffone!, ma è stato "frainteso". Quando si dice il coraggio delle proprie idee... E quale dovrebbe essere il significato recondito dell'appellativo "puffone"? Grande Puffo? A Silvio, alto un metro e un cazzo? Andiamo... In primo grado, il nostro è condannato, dal Giudice di Pace, ad una pesantissima ammenda di 500 euri. Una rovina. Ricorre in appello, e viene assolto. Non conosco le motivazioni, ma immagino che sia stata accolta la versione del "puffone".
E veniamo a noi. E' dai primi mesi del 2006 - e cioè da quando Silvio ha detto che solo dei coglioni possono votare a sinistra, che io definisco Silvio "coglione". Per iscritto. Coglione. e se fossi trascinato in giudizio, mi guarderei bene dal dire, piagnucolando, di essere stato "frainteso". No: ho scritto coglione e non maglione, e volevo scrivere proprio coglione. Perchè non c'è scritto da nessuna parte che Silvio possa dare del coglione agli altri, senza che gli altri possano restituire il lusinghiero giudizio. Eppure non ho, fra i miei "accessori", un padre magistrato, e un fratello avvocato.
Sulla scia del successo di Beppe Grillo, il nostro dev'essersi convinto che fosse sufficiente aprire un blog, un account su youtube, comprare una telecamerina con la quale riprendere e mettere in rete insulti, provocazioni alla Paolini, e roba di questo genere, per diventare personaggi. Però persino nel populismo esistono delle scale di valori: ci sono populisti da quattro soldi, e populisti da due soldi. Ma torniamo all'inizio: incuriosito dalla sequela di insulti lanciati ad Emilio Fede (a telecamerina accesa), e dalle accuse di censura mosse al nostro da Paolo Guzzanti, sono andato a visitare il suo sito. Una vera sorpresa! Specialmente il disclaimer che apre le sezioni dei commenti, è un vero capolavoro. Aprendo la sezione "commenti" di qualsiasi post, troverete questo fantastico avvertimento:
"Ma prima di postare... Questo non è uno spazio dove riversare frustrazioni, e nemmeno un luogo dove promuovere con insistenza bufale plateali e teorie complottiste fantasiose. Non sono ammessi spam e battibecchi (flame). Non sono graditi off topic. I commenti sono soggetti ad approvazione, quindi è inutile che insistete (sic!) se non vedete pubblicato immediatamente il vostro commento. Attendete con pazienza l'approvazione. Postando il vostro commento, acconsentite implicitamente a queste regole"
Conosciamo la regola. Traduciamo? scrivete quello che volete, purchè sia di mio gradimento. Non me ne frega un cazzo se siete corretti, mettete una email controllabile e non insultate gli altri. Qui si parla solo di quello che dico io. Se faccio un post sulla Carfagna, si fanno commenti solo sulla Carfagna. Se nel frattempo scoppia la terza guerra mondiale, non parlatene, perchè "non sono graditi gli off topics". Ma la perla (sia concettuale che sintattica) è quel "...è inutile che insistete se non vedete pubblicato immediatamente il vostro commento. Attendete con pazienza l'approvazione..."
Caspita! l'onore di vedere un proprio commento pubblicato su questo blog val bene una messa... se il liberista non lo pubblica, è inutile che "insistete". Mettevi comodi, ed aspettate con umiltà e pazienza il vostro turno. Se siete nati con la camicia, prima o poi, avrete il Grande Onore"... Ah coso... le posso dare del tu?...
Comunque, allettato dalla grande opportunità di vedere un mio commento pubblicato da tanto blogger, non ho resistito alla tentazione, ed ho postato un commento:
"Sig. XXYY, incuriosito dalle sue ultime performances ampiamente riprese da alcune TV, visito per la prima volta il suo sito. Lei è stupendo! Un nemico acerrimo della censura (altrui), che però si riserva - è un suo diritto - di censurare non semplicemente trolls ed anonimi, ma chiunque dovesse azzardarsi a scrivere cose non di suo gradimento, o a discutere di qualcosa che la sua agenda non prevede. Commenti moderati, come su tutti i blogs che vogliono controllare bene cosa pubblicare e cosa no. Ma la sua “coscienza di se” arriva a pregarci di “attendere con pazienza la Sua approvazione”. E chi è, la BBC, per credere che possiamo passare le giornate in trepida attesa che lei ci “approvi”?
Vede, signor XXYY, esistono blogs dove i commenti non sono moderati. Chi entra per insultare o per fare il troll, viene bannato. Chi vuole esprimere un pensiero su qualche argomento non previsto dal “padrone di casa”, trova una sezione apposita. E Lei, dopo aver imposto tutte queste regole da immenso-sito, si ritrova con (calcolo fatto sull’ultimo mese) 17 commenti al giorno di media? Con tutta la pubblicità che le riservano le TV, stimolate dalle sue comparsate in puro stile Paolini? Non è un risultato alquanto scarsino?
Ho sentito dire da Paolo Guzzanti (il che è quanto dire) che lei lo ha censurato. Ha detto qualcosa che non le piaceva? Io credo che sia preferibile lasciar giudicare ai lettori cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Un’ultima cosa: non si dice “è inutile che insistete”, ma “è inutile che insistiate”. Per una persona come lei, grande comunicatore, anche i congiuntivi hanno (o dovrebbero avere) la loro importanza.
Ed ora mi metterò pazientemente in attesa della sua benevola “approvazione”, pregando giorno e notte il Dio del Web che il “giudizio di Dio” sia positivo. Commento di Tafanus — 16 Maggio 2009 #
Come da disclaimer, mi aspettavo che il mio commento non comparisse subito. E invece... click!... ed ecco il commento apparire! Quindi la "moderazione" è una "scusa ex-ante" per poter cancellare DOPO i commenti non graditi, e non una moderazione vera, che rallenterebbe il flusso di commenti. Il mio commento non è stato cancellato, anche perchè, forse essendo io noto al "blogger democratico", sapeva benissimo che una cancellazione avrebbe ottenuto il solo scopo di farmi trasferire il mio commento sul mio blog, moltiplicandone a spanne per quattro la diffusione.
Di fatto, incredibile ma vero, mi hanno risposto! Ma avvertendomi contestualmente che una mia eventuale replica sarebbe stata "censurata" (parole loro). Sono stati di parola. Io ho replicato solo con un laconico "non avevo il minimo dubbio", che non è apparso; ma ecco la risposta che il "blogger democratico, liberista e libertario, ha dato al mio primo commento:
"@ Tafanus - No, Tafanus, da Lei non me l’aspettavo! E io che L’ho letta spesso e con profitto! Non mi cada in ’ste cazzate, per cortesia. Le pare che si stia qui a contare i commenti? Crede non lo si sappia che a non moderare c’è più fermento? La gente torna più volte, battibecca, e il blog aumenta di volume. Per cortesia Tafanus, una persona che m’è sempre parsa seria come Lei! Ah, è proprio vero… la madre dei tafani è sempre incinta. Mi stia bene, e si crucci di cose più serie. Le preannuncio che CENSURERO’ sue eventuali risposte. Sa perché? Perché mi va così. Perché non le dobbiamo nulla. Perché non è consenso quello che cerchiamo, se mai qualcosa stessimo ‘cercando’. Perché di brontoloni da tastiera ce n’è già tanti, e lei non è il più originale. Perché è un mondo difficile. E perché ho sentito dire da Guzzanti che lei, caro Tafanus, quando lavorava al tg4 era il servo più disteso di Fede. Bella la vita, eh?! ciao Tafanus Franz Baraggino - Commento di francesco — 16 Maggio 2009 #
Ecco, questa è la risposta. Ora voi penserete: ma allora il blogger è questo tale Franz Baraggino detto francesco... Sbagliato. No, il blogger non è lui. Non so che funzione abbia questo Franz: "Direttore Responsabile" del blog? Editorialista? Redattore Capo? Si sa, tutte le grandi testate hanno bisogno di personale... Come potrebbe andare avanti, un blog da 500 commenti AL MESE, senza uno staff adeguato?
No... il Blogger-Capo è super-impegnato a creare shooting-opportunities... E poi è così impegnato con la compagnia di giro del Maestro Populista.. Travaglio, Di Pietro, Grillo... si, Grillo. "Collaborava" al blog di Grillo. Ora non più. Questioni ideologiche? No. Questioni di "dané". Non lo dico io. Lo dice lui, nell'articolo che segue:
"...La mia collaborazione giornalistica con il Blog di Beppe Grillo è terminata, per cause non dipendenti dalla mia volontà. I fatti sono questi: per circa un anno ho concesso la pubblicazione gratuita di miei contributi al Blog di Grillo. A dicembre 2006 mi telefona G.C. gestore del Blog: vuole affidarmi una rubrica di interviste. Ci diamo appuntamento, gli presento dieci proposte di interviste, le approva. Mi propone un compenso di cento euro a intervista. Gli rispondo che la soglia minima di dignità è di duecento, netti. Accetta, e mi promette di studiare a breve la modalità di pagamento più adeguata. Intanto inizio il lavoro, le interviste trattano di bombe atomiche ad Aviano, Aids, Tav, Acqua, Conflitto di interessi… G.C. è soddisfatto. Grillo mi esprime più volte stima, arrivando a dichiarare: “siamo tutti orgogliosi di lavorare con te!”. Devo però chiedere tre volte di essere pagato secondo quanto (verbalmente) stabilito. Il ventilato contratto non riesce a prender corpo. [segue nell'articolo]
Ma non è tutto: questi disinteressati "bloggers per passione", nonchè strenui combattenti della casta, poi cercano di entrarci (almeno nella "castina"), magari accontentandosi della porta di servizio di uno strapuntino da Consigliere Comunale. E magari fallendo anche questo obiettivo minimo. In effetti, nel maggio del 2006 il nostro si candida alle elezioni comunali di Milano come indipendente nella lista dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro (...toh... sempre la compagnia di giro che riemerge...). Ottiene ben 139 preferenze, risultando quindi il secondo della propria lista che però, avendo ottenuto una percentuale di poco superiore all'1%, non ottiene alcun seggio in consiglio comunale...
Ecco... questi sono i democratici, pluralisti, liberali, disinteressati rappresentanti del web, che a mio avviso rischiano di ammazzare la rete ancora in fasce. P.S.: Il Nostro, nella testata del suo blog (dove il Tafanus mette in chiaro le regole del gioco, e un utile banner con le ultime agenzie), mette delle fotine che rinviano (ancora!) a quel "gesto eroico" di ben sei anni fa. A quel "Buffone!" che, strada facendo, divenne un timido, incomprensibile, tremebondo "Puffone". Tafanus
Questo signore, fino al 2003 (e cioè fino all'età di 32 anni), non lo conosceva nessuno. Poi, improvvisa, la fama. Aveva osato gridare "buffone" a Silvio Berlusconi". Era stato "identificato" dai carabinieri per ordine del premier, e denunciato. Confesso che a quel tempo ho avuto un moto di simpatia per questo "ragazzo" che rischiava condanne, spese per legali e quant'altro. Però la libertà di chiamare buffone un buffone non può essere gratuita. Insomma, l'ho quasi ammirato.
Poi, col passar del tempo, la mia ammirazione è andata scemando, man mano che i fatti si sovrapponevano all'immagine dei fatti. Intanto la scoperta che non era un "poero cristo" qualsiasi, ma un ben munito e protetto figlio di mamma. Figlio di un magistrato (il che, a volte, qualche vantaggio può darlo), difeso - immagino "a gratis" - dal fratello avvocato, e da Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio Ambrosoli. Un nome che qualche simpatia riflessa, a Milano, può anche crearla.
Il nostro si difende dimostrando che l'appellativo "buffone" non è un insulto, ma una constatazione? Niente affatto! Nel più penoso stile berlusconiano, "ritratta". Dice di essere stato "frainteso". Lui non ha mai gridato "buffone"! Lui ha detto "puffone!, ma è stato "frainteso". Quando si dice il coraggio delle proprie idee... E quale dovrebbe essere il significato recondito dell'appellativo "puffone"? Grande Puffo? A Silvio, alto un metro e un cazzo? Andiamo... In primo grado, il nostro è condannato, dal Giudice di Pace, ad una pesantissima ammenda di 500 euri. Una rovina. Ricorre in appello, e viene assolto. Non conosco le motivazioni, ma immagino che sia stata accolta la versione del "puffone".
E veniamo a noi. E' dai primi mesi del 2006 - e cioè da quando Silvio ha detto che solo dei coglioni possono votare a sinistra, che io definisco Silvio "coglione". Per iscritto. Coglione. e se fossi trascinato in giudizio, mi guarderei bene dal dire, piagnucolando, di essere stato "frainteso". No: ho scritto coglione e non maglione, e volevo scrivere proprio coglione. Perchè non c'è scritto da nessuna parte che Silvio possa dare del coglione agli altri, senza che gli altri possano restituire il lusinghiero giudizio. Eppure non ho, fra i miei "accessori", un padre magistrato, e un fratello avvocato.
Sulla scia del successo di Beppe Grillo, il nostro dev'essersi convinto che fosse sufficiente aprire un blog, un account su youtube, comprare una telecamerina con la quale riprendere e mettere in rete insulti, provocazioni alla Paolini, e roba di questo genere, per diventare personaggi. Però persino nel populismo esistono delle scale di valori: ci sono populisti da quattro soldi, e populisti da due soldi. Ma torniamo all'inizio: incuriosito dalla sequela di insulti lanciati ad Emilio Fede (a telecamerina accesa), e dalle accuse di censura mosse al nostro da Paolo Guzzanti, sono andato a visitare il suo sito. Una vera sorpresa! Specialmente il disclaimer che apre le sezioni dei commenti, è un vero capolavoro. Aprendo la sezione "commenti" di qualsiasi post, troverete questo fantastico avvertimento:
"Ma prima di postare... Questo non è uno spazio dove riversare frustrazioni, e nemmeno un luogo dove promuovere con insistenza bufale plateali e teorie complottiste fantasiose. Non sono ammessi spam e battibecchi (flame). Non sono graditi off topic. I commenti sono soggetti ad approvazione, quindi è inutile che insistete (sic!) se non vedete pubblicato immediatamente il vostro commento. Attendete con pazienza l'approvazione. Postando il vostro commento, acconsentite implicitamente a queste regole"
Conosciamo la regola. Traduciamo? scrivete quello che volete, purchè sia di mio gradimento. Non me ne frega un cazzo se siete corretti, mettete una email controllabile e non insultate gli altri. Qui si parla solo di quello che dico io. Se faccio un post sulla Carfagna, si fanno commenti solo sulla Carfagna. Se nel frattempo scoppia la terza guerra mondiale, non parlatene, perchè "non sono graditi gli off topics". Ma la perla (sia concettuale che sintattica) è quel "...è inutile che insistete se non vedete pubblicato immediatamente il vostro commento. Attendete con pazienza l'approvazione..."
Caspita! l'onore di vedere un proprio commento pubblicato su questo blog val bene una messa... se il liberista non lo pubblica, è inutile che "insistete". Mettevi comodi, ed aspettate con umiltà e pazienza il vostro turno. Se siete nati con la camicia, prima o poi, avrete il Grande Onore"... Ah coso... le posso dare del tu?...
Comunque, allettato dalla grande opportunità di vedere un mio commento pubblicato da tanto blogger, non ho resistito alla tentazione, ed ho postato un commento:
"Sig. XXYY, incuriosito dalle sue ultime performances ampiamente riprese da alcune TV, visito per la prima volta il suo sito. Lei è stupendo! Un nemico acerrimo della censura (altrui), che però si riserva - è un suo diritto - di censurare non semplicemente trolls ed anonimi, ma chiunque dovesse azzardarsi a scrivere cose non di suo gradimento, o a discutere di qualcosa che la sua agenda non prevede. Commenti moderati, come su tutti i blogs che vogliono controllare bene cosa pubblicare e cosa no. Ma la sua “coscienza di se” arriva a pregarci di “attendere con pazienza la Sua approvazione”. E chi è, la BBC, per credere che possiamo passare le giornate in trepida attesa che lei ci “approvi”?
Vede, signor XXYY, esistono blogs dove i commenti non sono moderati. Chi entra per insultare o per fare il troll, viene bannato. Chi vuole esprimere un pensiero su qualche argomento non previsto dal “padrone di casa”, trova una sezione apposita. E Lei, dopo aver imposto tutte queste regole da immenso-sito, si ritrova con (calcolo fatto sull’ultimo mese) 17 commenti al giorno di media? Con tutta la pubblicità che le riservano le TV, stimolate dalle sue comparsate in puro stile Paolini? Non è un risultato alquanto scarsino?
Ho sentito dire da Paolo Guzzanti (il che è quanto dire) che lei lo ha censurato. Ha detto qualcosa che non le piaceva? Io credo che sia preferibile lasciar giudicare ai lettori cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Un’ultima cosa: non si dice “è inutile che insistete”, ma “è inutile che insistiate”. Per una persona come lei, grande comunicatore, anche i congiuntivi hanno (o dovrebbero avere) la loro importanza.
Ed ora mi metterò pazientemente in attesa della sua benevola “approvazione”, pregando giorno e notte il Dio del Web che il “giudizio di Dio” sia positivo. Commento di Tafanus — 16 Maggio 2009 #
Come da disclaimer, mi aspettavo che il mio commento non comparisse subito. E invece... click!... ed ecco il commento apparire! Quindi la "moderazione" è una "scusa ex-ante" per poter cancellare DOPO i commenti non graditi, e non una moderazione vera, che rallenterebbe il flusso di commenti. Il mio commento non è stato cancellato, anche perchè, forse essendo io noto al "blogger democratico", sapeva benissimo che una cancellazione avrebbe ottenuto il solo scopo di farmi trasferire il mio commento sul mio blog, moltiplicandone a spanne per quattro la diffusione.
Di fatto, incredibile ma vero, mi hanno risposto! Ma avvertendomi contestualmente che una mia eventuale replica sarebbe stata "censurata" (parole loro). Sono stati di parola. Io ho replicato solo con un laconico "non avevo il minimo dubbio", che non è apparso; ma ecco la risposta che il "blogger democratico, liberista e libertario, ha dato al mio primo commento:
"@ Tafanus - No, Tafanus, da Lei non me l’aspettavo! E io che L’ho letta spesso e con profitto! Non mi cada in ’ste cazzate, per cortesia. Le pare che si stia qui a contare i commenti? Crede non lo si sappia che a non moderare c’è più fermento? La gente torna più volte, battibecca, e il blog aumenta di volume. Per cortesia Tafanus, una persona che m’è sempre parsa seria come Lei! Ah, è proprio vero… la madre dei tafani è sempre incinta. Mi stia bene, e si crucci di cose più serie. Le preannuncio che CENSURERO’ sue eventuali risposte. Sa perché? Perché mi va così. Perché non le dobbiamo nulla. Perché non è consenso quello che cerchiamo, se mai qualcosa stessimo ‘cercando’. Perché di brontoloni da tastiera ce n’è già tanti, e lei non è il più originale. Perché è un mondo difficile. E perché ho sentito dire da Guzzanti che lei, caro Tafanus, quando lavorava al tg4 era il servo più disteso di Fede. Bella la vita, eh?! ciao Tafanus Franz Baraggino - Commento di francesco — 16 Maggio 2009 #
Ecco, questa è la risposta. Ora voi penserete: ma allora il blogger è questo tale Franz Baraggino detto francesco... Sbagliato. No, il blogger non è lui. Non so che funzione abbia questo Franz: "Direttore Responsabile" del blog? Editorialista? Redattore Capo? Si sa, tutte le grandi testate hanno bisogno di personale... Come potrebbe andare avanti, un blog da 500 commenti AL MESE, senza uno staff adeguato?
No... il Blogger-Capo è super-impegnato a creare shooting-opportunities... E poi è così impegnato con la compagnia di giro del Maestro Populista.. Travaglio, Di Pietro, Grillo... si, Grillo. "Collaborava" al blog di Grillo. Ora non più. Questioni ideologiche? No. Questioni di "dané". Non lo dico io. Lo dice lui, nell'articolo che segue:
"...La mia collaborazione giornalistica con il Blog di Beppe Grillo è terminata, per cause non dipendenti dalla mia volontà. I fatti sono questi: per circa un anno ho concesso la pubblicazione gratuita di miei contributi al Blog di Grillo. A dicembre 2006 mi telefona G.C. gestore del Blog: vuole affidarmi una rubrica di interviste. Ci diamo appuntamento, gli presento dieci proposte di interviste, le approva. Mi propone un compenso di cento euro a intervista. Gli rispondo che la soglia minima di dignità è di duecento, netti. Accetta, e mi promette di studiare a breve la modalità di pagamento più adeguata. Intanto inizio il lavoro, le interviste trattano di bombe atomiche ad Aviano, Aids, Tav, Acqua, Conflitto di interessi… G.C. è soddisfatto. Grillo mi esprime più volte stima, arrivando a dichiarare: “siamo tutti orgogliosi di lavorare con te!”. Devo però chiedere tre volte di essere pagato secondo quanto (verbalmente) stabilito. Il ventilato contratto non riesce a prender corpo. [segue nell'articolo]
Ma non è tutto: questi disinteressati "bloggers per passione", nonchè strenui combattenti della casta, poi cercano di entrarci (almeno nella "castina"), magari accontentandosi della porta di servizio di uno strapuntino da Consigliere Comunale. E magari fallendo anche questo obiettivo minimo. In effetti, nel maggio del 2006 il nostro si candida alle elezioni comunali di Milano come indipendente nella lista dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro (...toh... sempre la compagnia di giro che riemerge...). Ottiene ben 139 preferenze, risultando quindi il secondo della propria lista che però, avendo ottenuto una percentuale di poco superiore all'1%, non ottiene alcun seggio in consiglio comunale...
Ecco... questi sono i democratici, pluralisti, liberali, disinteressati rappresentanti del web, che a mio avviso rischiano di ammazzare la rete ancora in fasce. P.S.: Il Nostro, nella testata del suo blog (dove il Tafanus mette in chiaro le regole del gioco, e un utile banner con le ultime agenzie), mette delle fotine che rinviano (ancora!) a quel "gesto eroico" di ben sei anni fa. A quel "Buffone!" che, strada facendo, divenne un timido, incomprensibile, tremebondo "Puffone". Tafanus
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