«Il 22 aprile Rita Levi Montalcini, grande donna e grande scienziato, ha compiuto ben 100 anni, cento anni in splendida forma intellettuale e morale. Alla richiesta se credesse o no in un dio, la Montalcini ha risposto: “Invidio chi ha la fede. Io non credo in Dio. Non posso credere in un dio che ci premia e ci punisce”.
Le faceva quasi eco, una settimana dopo su Repubblica, nella sua tanto breve quanto interessante Amaca, Michele Serra, il quale prendendo spunto da quei fondamentalisti religiosi, sia cristiani che islamici, per i quali l’influenza suina era un castigo di Dio, scriveva che: “Una delle prove dell’inesistenza di Dio, perlomeno del Dio pedante e cattivo invocato in questi casi, sta nel fatto che alcuni dei suoi seguaci in terra non vengano folgorati all’istante ogni volta che dicono una cazzata” (Michele Serra, La Repubblica, L’amaca, 29 aprile 2009).
Immediatamente ho pensato a Padre Livio, il famigerato conduttore di Radio Maria il quale nel suo farneticante commento quotidiano ha affermato che, con il terremoto in Abruzzo, il Signore ha voluto associare gli uomini alle sue sofferenze (si era durante la settimana santa). Affermazione di fronte alla quale viene spontaneo chiedere al Signore che, già che c’è, associ alle sue sofferenze anche Padre Livio e tutta Radio Maria…»
E' solo l'incipit di una splendida relazione del teologo biblista Alberto Maggi presso il circolo dell'Unione degli atei e degli gnostici razionalisti ad Ancona. Nulla di nuovo, mi scrive l'amico Gianni di Milano che mi inoltra il documento. Niente di nuovo per noi che siamo cresciuti dentro certe problematiche, ma per la gente comune, per quanti sono ancora nel bozzolo della comune mentalità e della comune "credenza"?
Ricordo la bellissima espressione di Epicuro: "Non è irreligioso chi rinnega gli dei del volgo, ma chi le opinioni del volgo applica agli dei"!
Ed a questa, come eco, a due millenni di distanza, non posso non affiancare le parole del grande Balducci: "Ogni autentica fede è atea [...] La fede è sempre in se stessa negazione di Dio e di tutte le qualità che gli si attribuiscono in quanto esse appartengono al sistema culturale conosciuto" (In nome dell'uomo; p.40).
E infine, permettetemi le parole di fuoco (domenica prossima per noi cristiani ricorre la celebrazione della Pentecoste!) di Davide Maria Turoldo:
"Fratello ateo, nobilmente pensoso, alla ricerca di un Dio che non so darti, attraversiamo insieme il deserto. Di deserto in deserto, andiamo oltre la foresta delle fedi, liberi e nudi verso il nudo Essere, e lì dove la Parola muore abbia fine il nostro cammino".
Un abbraccio a tutte e tutti. Aldo
Le faceva quasi eco, una settimana dopo su Repubblica, nella sua tanto breve quanto interessante Amaca, Michele Serra, il quale prendendo spunto da quei fondamentalisti religiosi, sia cristiani che islamici, per i quali l’influenza suina era un castigo di Dio, scriveva che: “Una delle prove dell’inesistenza di Dio, perlomeno del Dio pedante e cattivo invocato in questi casi, sta nel fatto che alcuni dei suoi seguaci in terra non vengano folgorati all’istante ogni volta che dicono una cazzata” (Michele Serra, La Repubblica, L’amaca, 29 aprile 2009).
Immediatamente ho pensato a Padre Livio, il famigerato conduttore di Radio Maria il quale nel suo farneticante commento quotidiano ha affermato che, con il terremoto in Abruzzo, il Signore ha voluto associare gli uomini alle sue sofferenze (si era durante la settimana santa). Affermazione di fronte alla quale viene spontaneo chiedere al Signore che, già che c’è, associ alle sue sofferenze anche Padre Livio e tutta Radio Maria…»
E' solo l'incipit di una splendida relazione del teologo biblista Alberto Maggi presso il circolo dell'Unione degli atei e degli gnostici razionalisti ad Ancona. Nulla di nuovo, mi scrive l'amico Gianni di Milano che mi inoltra il documento. Niente di nuovo per noi che siamo cresciuti dentro certe problematiche, ma per la gente comune, per quanti sono ancora nel bozzolo della comune mentalità e della comune "credenza"?
Ricordo la bellissima espressione di Epicuro: "Non è irreligioso chi rinnega gli dei del volgo, ma chi le opinioni del volgo applica agli dei"!
Ed a questa, come eco, a due millenni di distanza, non posso non affiancare le parole del grande Balducci: "Ogni autentica fede è atea [...] La fede è sempre in se stessa negazione di Dio e di tutte le qualità che gli si attribuiscono in quanto esse appartengono al sistema culturale conosciuto" (In nome dell'uomo; p.40).
E infine, permettetemi le parole di fuoco (domenica prossima per noi cristiani ricorre la celebrazione della Pentecoste!) di Davide Maria Turoldo:
"Fratello ateo, nobilmente pensoso, alla ricerca di un Dio che non so darti, attraversiamo insieme il deserto. Di deserto in deserto, andiamo oltre la foresta delle fedi, liberi e nudi verso il nudo Essere, e lì dove la Parola muore abbia fine il nostro cammino".
Un abbraccio a tutte e tutti. Aldo
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