Duro attacco del quotidiano dei vescovi: "Il sospetto può essere persino peggiore della verità più scomoda. Prima o poi arriva il momento del conto"
ROMA - "La politica e lo spettacolo, in un abbraccio mortifero, hanno dato nell'occasione il peggio di se". E' durissimo l'editoriale di prima pagina di 'Avvenire' dedicato alla vicenda Lario-Berlusconi. Il quotidiano dei vescovi fa sentire la sua voce e non sono parole che faranno piacere al premier. "Ci ha inquietato lo spargersi, tra alzatine di spalle e sorrisetti irridenti o ammiccanti, di un'altra manciata di sospetti sulle gesta del presidente del Consiglio. Il sospetto per chi gestisce la cosa pubblica può essere persino peggiore della verità più scomoda. E comunque, prima o poi arriva il momento del conto", si legge nell'editoriale. Un esplicito richiamo ad un redde rationem che getta un'ombra sui rapporti, fino ad oggi più che cordiali, tra il Vaticano e il governo del Cavaliere.
Poi l'editoriale chiama direttamente in causa Berlusconi. Tracciando l'identikit di quelle che dovrebbero essere le caratteristiche di un capo di governo: "La stoffa umana di un leader, il suo stile e i valori di cui riempie concretamente la sua vita non sono indifferenti: non possono esserlo. Per questo noi continuiamo a coltivare la richiesta di un presidente che con sobrietà sappia essere specchio, il meno deforme, all'anima del Paese".
...:surprise... su Silvio, avevano ragione Paolo Farinella, Aldo Antonelli, Giorgio De Capitani e tanti altri preti da battaglia, e avevano torto tanti cardinaloni vestiti come madonne in processione, carichi di vestiti carnascialeschi e di ex-voto? Sarebbe un grande achievement se persino i Ruini, i Bagnasco, i Bertome, i Fisichella, i Natzinger si accorgessero che c'è, non può non esserci una differenza semantica fra "Partito della Libertà" e "Partito del Libertino". Ora persino i preti, forse, saranno costretti ad interrogarsi sul significato delle parole "ciarpame" e "politica". Tafanus
ROMA - "La politica e lo spettacolo, in un abbraccio mortifero, hanno dato nell'occasione il peggio di se". E' durissimo l'editoriale di prima pagina di 'Avvenire' dedicato alla vicenda Lario-Berlusconi. Il quotidiano dei vescovi fa sentire la sua voce e non sono parole che faranno piacere al premier. "Ci ha inquietato lo spargersi, tra alzatine di spalle e sorrisetti irridenti o ammiccanti, di un'altra manciata di sospetti sulle gesta del presidente del Consiglio. Il sospetto per chi gestisce la cosa pubblica può essere persino peggiore della verità più scomoda. E comunque, prima o poi arriva il momento del conto", si legge nell'editoriale. Un esplicito richiamo ad un redde rationem che getta un'ombra sui rapporti, fino ad oggi più che cordiali, tra il Vaticano e il governo del Cavaliere.
Poi l'editoriale chiama direttamente in causa Berlusconi. Tracciando l'identikit di quelle che dovrebbero essere le caratteristiche di un capo di governo: "La stoffa umana di un leader, il suo stile e i valori di cui riempie concretamente la sua vita non sono indifferenti: non possono esserlo. Per questo noi continuiamo a coltivare la richiesta di un presidente che con sobrietà sappia essere specchio, il meno deforme, all'anima del Paese".
...:surprise... su Silvio, avevano ragione Paolo Farinella, Aldo Antonelli, Giorgio De Capitani e tanti altri preti da battaglia, e avevano torto tanti cardinaloni vestiti come madonne in processione, carichi di vestiti carnascialeschi e di ex-voto? Sarebbe un grande achievement se persino i Ruini, i Bagnasco, i Bertome, i Fisichella, i Natzinger si accorgessero che c'è, non può non esserci una differenza semantica fra "Partito della Libertà" e "Partito del Libertino". Ora persino i preti, forse, saranno costretti ad interrogarsi sul significato delle parole "ciarpame" e "politica". Tafanus
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