Porci senza ali
Il manganellatore Littorio non aveva perso tempo. Correva il 30 Aprile 2009. Si era appena sparsa la notizia della nuova, clamorosa rottura fra Veronica Lario e l'ometto al Viagra, che già Littorio, più realista del re, era partito, lancia in resta, in difesa di Silvio. Difendendo la scelta di Silvio di candidare al Parlamento Europeo puttagnole di vario genere e statura? Assolutamente no... troppo furbo Littorio, e troppo attaccabile la scelta di coatte con le tette a rappresentanti del Popolo Italiano in Europa. C'è un limite a tutto. Persino la "migliore", l'irrinunciabile Lara Comi, bocconiana, quindici lauree e tranta lingue, non sapeva chi fosse il Presidente Leone e non aveva mai sentito nominare Pietro Nenni. Ma che cazzo legge... "Novella 2000"?
Allora la scelta passa sull'altro fronte: se Littorio non può decentemente difendere la puttanopoli europea, allora alza il manganello verso il "velinismo" di Veronica. Velinismo??? Si, forse ad inizio carriera ha fatto qualche filmetto di serie B, ma non ci risulta che per far ciò l'abbia "data" al presidente del consiglio pro-tempore (al SUO presidente pro-tempore Littorio ha "dato" tutto se stesso). Poi è diventata una non disprezzabile attrice di teatro. Infine, una donna che ha imposto a se stessa un quasi totale black-out dalla vita pubblica del maritonzolo barzellettiere con toupé e tacchetto.
Littorio, si sa, è un moderato. Ne ha dato ampie prove quando, con "affittopoli, denunciò i privilegi di Veltroni e D'Alema, scordandosi di quelli di Tatarella e di Buttiglione. Poi continuò a dare prova di moderazione pubblicando nomi, indirizzi e numeri di telefono di inquisiti (non condannati), esponendoli alla gogna e mettendone a rischio l'incolumità personale. Pochi ricordano che Littorio è stato radiato dall'Ordine dei Giornalisti, e che non può firmare neanche il SUO "Libbbero", che deve far firmare da un prestanome...
Littorio, si sa, è uno tosto, coerente: è uno che ha fatto una durissima campagna a favore dell'innalzamento dell'età pensionabile a 147 anni, ma personalmente in pensione c'è andato a 53 anni. C'est la vie... Ed eccolo allora pronto, come un centometrista, a scendere per primo, con scatto felino, in soccorso del più forte, con un [articolo sulla velina Veronica Lario"], che non sappiamo se sia nato "su commissione", o semplicemente perchè Littorio è, come tutti sanno, un servo devoto, più realista del Re. Da non credere:
"...è la seconda volta che Veronica Lario consegna i propri sfoghi di sposa insoddisfatta a mezzi di comunicazione; e sia nel primo caso sia nel secondo ci siamo domandati cosa l’abbia spinta a rivolgersi ai giornalisti anziché agli avvocati, sicuramente più idonei a dirimere contenziosi coniugali. Non abbiamo saputo darci una risposta. Posso solo dire che nei panni della signora - e mi è difficile immaginarmi coi tacchi a spillo - avrei agito diversamente, anche solo per evitare il rischio di un ricovero coatto in struttura psichiatrica. Anche a me sono capitati dei litigi in famiglia, come a tutti, ma non mi è mai venuto in mente di raccontarli a un qualche cronista. Veronica invece, quando a suo giudizio il marito si comporta male, non se ne lagna con lui ma va in piazza a gridare la propria rabbia. Sarà una donna stravagante, forse eccentrica; sicuramente è pericolosa per Berlusconi, capo del più grande partito italiano, impegnato nella campagna elettorale europea, e presidente del Consiglio. Un uomo cioè chiamato a responsabilità da cui non può essere distratto dai capricci rumorosi della moglie..." (Littorio Feltri)
Attendiamo sviluppi. Siamo sicuri che, con un po' di buona volontà, Littorio riuscirà a scovare le prove che Veronica "si toccava" guardando una foto tessera di Cacciari, ed una foto in costume da bagno di Rasmussen. Per ora, per dimostrare il "velinismo" di Veronica, è riuscito a corredare il suo articolo con una fotina del paleozoico, che non sarebbe osée neanche per una orsolina.
Il leccatore Giuliano, invece, non ha trovato di meglio che tacere per giorni, aspettando di capire chi avrebbe vinto la guerra. Non essendo ancora chiaro se questa storia nuocerà di più al suo pigmalione politico o alla sua editora (quella che "esce i soldi" per il Foglietto), se l'è cavata, da vero Panzo Pilato, evitando di parlare dell'affaire, e limitandosi a dare mandato ad una sua giornalista (tale Marina Valensise), di scovare qualcosa che parlasse bene di Berlusconi. Ci riesce? No. Non ci riesce. Sotto il titolo, misleading, [Berlusconi? OK. Anche l'Economist si rassegna] Vero, falso? Falsissimo! L'Economist non resuscita l'immagine del nano. Si limita a dire che "la popolarità di Berlusconi è senza precedenti, così come la sua forza politica".
Lo sapevamo, egregi Valenzise e Ferrara... bastava guardare i numeri in Parlemento, e l'ultima ricerca Ipr Marketing. Ma, per piacere, non prendete per il culo la "casalinga di Voghera"... L'Economist non ha scritto "ci siamo sbagliati nel dire che Berlusconi fosse "unfit to lead Italy" (inadatto a guidare l'Italia)". L'Economist, molto più banalmente, prende atto della inadeguatezza degli italiani a "trarre delle conclusioni", e invita Berlusconi, che continua a definire populista, a fare almeno un buon uso del consenso e della forza parlamentare di cui gode. Punto.
Inoltre, dall'incipit dell'articolo (chiamiamolo così) della Valenzise, si deduce chiaramente che la nostra "opinionista" non si è presa neanche la briga di leggere l'articolo dell'Economist (conoscerò l'inglese?), ma si è accontentata del riassuntino che ne ha fatto Marta Dassù sulla rassegna stampa di Radio24, che giornale komunista certamente non è...
Bravo, Giuliano. Ecco perchè il suo giornaletto è condannato a restare, vita natural durante, un "Foglietto" di assoluta irrilevanza. Un consiglio: lo stampi almeno su carta crespata fine; potremmo almeno farne qualcosa.
P.S.: Cara Valenzise, lei ci informa che "...l'Economist, la bibbia settimanale dell'elite internazionale, è sempre stato durissimo con Silvio Berlusconi...". Ora faccia uno sforzo ulteriore, e si chieda anche PERCHE'...
Berlusconi? OK. Anche l'Economist si rassegna: Riassunto di Marta Dassù, stamattina su Radio 24: "L'Economist, la bibbia settimanale dell'elite internazionale, è sempre stato durissimo con Silvio Berlusconi. Nel 1994, aveva invitato il premier italiano a dimettersi. Nel 2001, prima delle elezioni, il settimanale inglese aveva scritto che Berlusconi, dato il conflitto di interessi, era non "fit", non era adatto, a governare. E ancora nel 2006, con una copertina polemica, aveva alzato pollice verso. Data un'eredità come questa, è abbastanza sorprendente leggere l'editoriale in edicola. Ok, scrive rassegnato l'Economist, va ammesso che la popolarità di Berlusconi è senza precedenti, così come la sua forza politica. Ma allora che berlusconi il populista – questo l'invito del gionrlae – la usi sino in fondo la sua forza politica, per fare le riforme dicui l'Italia ha bisogno...(di Marina Valensise)
La guerra degli zeloti è aperta. Saranno giorni terribili. Tafanus
P.S.: Più tardi pubblicherò integralmente l'articolo dell'Economist, onde far capire quanto truffaldino sia l'uso che ne è stato fatto dal "Foglio". Altro che "resa" dell'Economist...
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