“Per quanto ancora potremo accettare questa ignobile situazione di mancanza di libertà di espressione in Italia? Senz'altro l'esibizione di dubbio gusto del nostro attuale ministro della difesa ha dimostrato in maniera ineccepibile quanto l'orgia di potere influisca non solo sull'educazione (del resto, come ben noto, “cumannari iè mejo che futtiri”) ma anche sull'opportunità di lasciare campo libero a chi ha evidenti turbe psichiche.
Del resto le espressioni di dubbio gusto dell'avvocato siciliano, figlio di gerarca fascista e ministro, dimostrano che in questa Italia la logica democratica venga sostanzialmente dimenticata dall’istante immediatamente successivo a quello in cui si rivesta una carica istituzionale.
La logica è quella di "Dio me l’ha data, guai a alta a chi la tocca"... Direte voi, è chiaro che dei personaggi che hanno sempre ritenuto la costituzione un optional non siano certo disponibili a discutere su un piano dialettico paritario punti di vista differenti.
Per essere precisi l'esistenza di diversi punti di vista risulta poco comprensibile da chi nella vita ha sempre considerato l'altrui opinione un fastidio da dover eliminare al più presto: comprendiamo bene quanto questo approccio sia tristemente già balzato alle cronache durante il ventennio in cui la costante risultava la presenza di incompetenti alle cariche più alte dello stato.
Da quegli anni pare che poco sia cambiato: ricordate Galeazzo Ciano ? La sua unica competenza derivava direttamente dalla parentela con il pelatone… fra l’altro, il duce era noto internazionalmente per la sostanziale incapacità di mantenere gli impegni, tanto è vero che lo stesso Adolf Hitler ebbe a dire del buffone fascista "...È assolutamente incapace di mantenere una sia pur minima promessa... qualunque impegno preso da Mussolini o dai suoi accoliti vale meno di nulla ".
Si ricordi però che il Ciano, da buon fascista ligio al dovere, non appena Mussolini perse un briciolo del suo potere, lo impallinò con la nota fronda del 25 luglio del 1943. Il ringraziamento del “grande statista” al tradimento del genero fa senz’altro pensare alcuni grandi “pensatori” del governo Berlusconi: l’11 gennaio 1944 il Ciano venne giustiziato su ordine del gran consiglio…
Capite bene che in una Italia come quella odierna il significato della frase " a volte ritornano " risulta essere pienamente giustificata dall'allegra banda bassotti che tiene le redini del potere. Del resto, che dire di un presidente del consiglio che dopo aver fermato decreti legge contro pornografia e pedofilia si ritrova invischiato in una sordida storia di regali a minorenni?
Vogliamo parlare invece di un ministro delle pari opportunità che tuona contro l’immoralità della prostituzione arringando la folla da un calendario dove compare in vesti succinte o totalmente mancanti? E di chi, spinto da poteri forti pubblica le foto della (Ex) moglie del nanetto in topless sottintendendo gravi inaffidabilità mentre nello stesso illeggibile libello troviamo parole di apprezzamento per la blow-job girl appena salita al soglio di un ministero bocciato da una consultazione popolare?
Vogliamo parlare di un secessionista militante che riveste la funzione di ministro degli interni, che ignora quale sia la struttura legislativa relativa ai rifugiati? (ivi compresa la legislazione vigente europea nonché l'applicazione degli accordi internazionali (per esempio relativi alla gestione dei rifugiati politici che chiedano asilo politico secondo determinate convenzioni quali quelle stipulate nel 1951 dalle Nazioni Unite, di cui incidentalmente l’Italia fa parte).
Ora, domandiamoci come un ministro degli interni italiano, rappresentante la nazione che negli anni '50 del secolo scorso ha rappresentato la fenomenologia più evidente dell'emigrazione volontaria verso Stati Uniti, Svizzera, Francia, Germania, Belgio e Inghilterra possa impunemente rappresentare la faccia più becera del razzismo omofobo per motivi meramente elettorali.
Dovremmo ricordare al tastierista ministro degli interni che risulta di gran lunga preferibile un immigrato, per esempio indiano, rispetto ad uno pseudo legalista beccato con le mani nella marmellata ad incassare 200 milioni di vecchie lire frutto di una tangente pagata alla Lega.
Poco importa se nel frattempo un parlamento composto da funzionari di partito, spesso inquisiti, ha cambiato una legge sul finanziamento pubblico ai partiti in maniera tale per cui questo comportamento risulta non più penalmente rilevante: resta indubitabilmente il fatto che l'autorevolezza di questo personaggio non solo viene a decadere, ma getta un'ombra di inaffidabilità su tutta la classe dirigente di questo paese.
Classe dirigente, peraltro, non solo proveniente dal cosiddetto polo delle libertà e associati, ma anche da una sinistra che indubitabilmente premia maggiormente l'appartenenza a logiche partitiche piuttosto che una corretta applicazione del principio di utilità alla società civile.
Chi ci garantirà dalla invasione continua dell'ambito pubblico da questi pseudo politicanti attenti esclusivamente all'interesse privato piuttosto che pubblico? Riteniamo che una garanzia possa venire da ciò che sta avvenendo in questi giorni nella perfida albione, dove un rimborso spese richiesto da cialtroni sta per creare una crisi di governo...
Volesse Dio che un presidente della Repubblica italiana decidesse di prendere atto del disastro politico che si sta per creare e si rendesse conto che una responsabile presa di posizione da parte della più alta carica dello stato sarebbe in grado di dare origine al necessario movimento popolare che da molte parti si auspica.
Lo stringersi del paese alla carica più alta dello stato (non alla persona, badate bene) auspichiamo permetta un vero cambio della dirigenza, che stimoli il rispetto della costituzione che volenti o nolenti rappresenta l’insieme delle logiche che permettono una accettabile convivenza civile. In primis il rispetto che un qualunque ministro dello stato italiano deve obbligatoriamente portare al quarto potere.
Per questo motivo dobbiamo domandarci se e per quanto potremo ancora accettare una stampa asservita al potere quale quella che vediamo e leggiamo ogni giorno da alcuni anni a questa parte. Magari una stampa e dei media che possano pronunciare la parola che oggi vorremmo tutti sentire: Dimissioni.
Axel
Del resto le espressioni di dubbio gusto dell'avvocato siciliano, figlio di gerarca fascista e ministro, dimostrano che in questa Italia la logica democratica venga sostanzialmente dimenticata dall’istante immediatamente successivo a quello in cui si rivesta una carica istituzionale.
La logica è quella di "Dio me l’ha data, guai a alta a chi la tocca"... Direte voi, è chiaro che dei personaggi che hanno sempre ritenuto la costituzione un optional non siano certo disponibili a discutere su un piano dialettico paritario punti di vista differenti.
Per essere precisi l'esistenza di diversi punti di vista risulta poco comprensibile da chi nella vita ha sempre considerato l'altrui opinione un fastidio da dover eliminare al più presto: comprendiamo bene quanto questo approccio sia tristemente già balzato alle cronache durante il ventennio in cui la costante risultava la presenza di incompetenti alle cariche più alte dello stato.
Da quegli anni pare che poco sia cambiato: ricordate Galeazzo Ciano ? La sua unica competenza derivava direttamente dalla parentela con il pelatone… fra l’altro, il duce era noto internazionalmente per la sostanziale incapacità di mantenere gli impegni, tanto è vero che lo stesso Adolf Hitler ebbe a dire del buffone fascista "...È assolutamente incapace di mantenere una sia pur minima promessa... qualunque impegno preso da Mussolini o dai suoi accoliti vale meno di nulla ".
Si ricordi però che il Ciano, da buon fascista ligio al dovere, non appena Mussolini perse un briciolo del suo potere, lo impallinò con la nota fronda del 25 luglio del 1943. Il ringraziamento del “grande statista” al tradimento del genero fa senz’altro pensare alcuni grandi “pensatori” del governo Berlusconi: l’11 gennaio 1944 il Ciano venne giustiziato su ordine del gran consiglio…
Capite bene che in una Italia come quella odierna il significato della frase " a volte ritornano " risulta essere pienamente giustificata dall'allegra banda bassotti che tiene le redini del potere. Del resto, che dire di un presidente del consiglio che dopo aver fermato decreti legge contro pornografia e pedofilia si ritrova invischiato in una sordida storia di regali a minorenni?
Vogliamo parlare invece di un ministro delle pari opportunità che tuona contro l’immoralità della prostituzione arringando la folla da un calendario dove compare in vesti succinte o totalmente mancanti? E di chi, spinto da poteri forti pubblica le foto della (Ex) moglie del nanetto in topless sottintendendo gravi inaffidabilità mentre nello stesso illeggibile libello troviamo parole di apprezzamento per la blow-job girl appena salita al soglio di un ministero bocciato da una consultazione popolare?
Vogliamo parlare di un secessionista militante che riveste la funzione di ministro degli interni, che ignora quale sia la struttura legislativa relativa ai rifugiati? (ivi compresa la legislazione vigente europea nonché l'applicazione degli accordi internazionali (per esempio relativi alla gestione dei rifugiati politici che chiedano asilo politico secondo determinate convenzioni quali quelle stipulate nel 1951 dalle Nazioni Unite, di cui incidentalmente l’Italia fa parte).
Ora, domandiamoci come un ministro degli interni italiano, rappresentante la nazione che negli anni '50 del secolo scorso ha rappresentato la fenomenologia più evidente dell'emigrazione volontaria verso Stati Uniti, Svizzera, Francia, Germania, Belgio e Inghilterra possa impunemente rappresentare la faccia più becera del razzismo omofobo per motivi meramente elettorali.
Dovremmo ricordare al tastierista ministro degli interni che risulta di gran lunga preferibile un immigrato, per esempio indiano, rispetto ad uno pseudo legalista beccato con le mani nella marmellata ad incassare 200 milioni di vecchie lire frutto di una tangente pagata alla Lega.
Poco importa se nel frattempo un parlamento composto da funzionari di partito, spesso inquisiti, ha cambiato una legge sul finanziamento pubblico ai partiti in maniera tale per cui questo comportamento risulta non più penalmente rilevante: resta indubitabilmente il fatto che l'autorevolezza di questo personaggio non solo viene a decadere, ma getta un'ombra di inaffidabilità su tutta la classe dirigente di questo paese.
Classe dirigente, peraltro, non solo proveniente dal cosiddetto polo delle libertà e associati, ma anche da una sinistra che indubitabilmente premia maggiormente l'appartenenza a logiche partitiche piuttosto che una corretta applicazione del principio di utilità alla società civile.
Chi ci garantirà dalla invasione continua dell'ambito pubblico da questi pseudo politicanti attenti esclusivamente all'interesse privato piuttosto che pubblico? Riteniamo che una garanzia possa venire da ciò che sta avvenendo in questi giorni nella perfida albione, dove un rimborso spese richiesto da cialtroni sta per creare una crisi di governo...
Volesse Dio che un presidente della Repubblica italiana decidesse di prendere atto del disastro politico che si sta per creare e si rendesse conto che una responsabile presa di posizione da parte della più alta carica dello stato sarebbe in grado di dare origine al necessario movimento popolare che da molte parti si auspica.
Lo stringersi del paese alla carica più alta dello stato (non alla persona, badate bene) auspichiamo permetta un vero cambio della dirigenza, che stimoli il rispetto della costituzione che volenti o nolenti rappresenta l’insieme delle logiche che permettono una accettabile convivenza civile. In primis il rispetto che un qualunque ministro dello stato italiano deve obbligatoriamente portare al quarto potere.
Per questo motivo dobbiamo domandarci se e per quanto potremo ancora accettare una stampa asservita al potere quale quella che vediamo e leggiamo ogni giorno da alcuni anni a questa parte. Magari una stampa e dei media che possano pronunciare la parola che oggi vorremmo tutti sentire: Dimissioni.
Axel
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