Ripartiamo dal quorum, per capire se c'è qualche possibilità che questo venga raggiunto, perchè se dovessimo stabilire che non esiste nella maniera più assoluta questa possibilità, staremmo facendo una discussione sul nulla. Se invece il quorum è in bilico, ognuno di noi dovrà decidere in primo luogo se lavorare pro o contro il suo raggiungimento. Chi deciderà di favorire il raggiungimento del quorum, a sua volta dovrà chiarirsi le idee sul voto "si, no, bianca", ed anche darsi e dare delle motivazioni. Ripartiamo quindi dal grafico già postato, che riguarda l'andamento dell'affluenza al voto nei:
Da questo grafico, e dal sito [agensir.it] si deducono alcune cosine:
-1) L'ultima volta che si è raggiunto il quorum in un referendum, correva l'anno 1995. Sono trascorsi 14 anni.
-2) La gente non conosce, non capisce, e comunque non usa lo strumento di rifiutare alcune schede nei referenda multipli. Nel 1995 hanno raggiunto il quorum, sia pure con piccole differenze, TUTTI i 12 quesiti. Eppure almeno 9 su 12 erano assolutamente privi di appeal, e/o di comprensibilità. Evito quindi, personalmente, di vagheggiare atteggiamenti "disgiunti" sui tre quesiti.
-3) Nel 2003 (ultimo referendum effettuato, si raggiunge il minimo storico di affluenza (meno del 26%); eppure era in ballo un argomento molto caldo, come l'abrogazione dell'art. 18.
Sulla base di queste considerazioni, e dell'andamento del grafico di tendenza, dovrei scommettere sul non-raggiungimento del quorum. Non lo faccio, perchè questa volta gli schieramenti che spingono per il voto e per il si, come vedremo, sono consistenti. Vediamo il grafico del sondaggio più aggiornato:
...cui prodest?...
-1) L'ultima volta che si è raggiunto il quorum in un referendum, correva l'anno 1995. Sono trascorsi 14 anni.
-2) La gente non conosce, non capisce, e comunque non usa lo strumento di rifiutare alcune schede nei referenda multipli. Nel 1995 hanno raggiunto il quorum, sia pure con piccole differenze, TUTTI i 12 quesiti. Eppure almeno 9 su 12 erano assolutamente privi di appeal, e/o di comprensibilità. Evito quindi, personalmente, di vagheggiare atteggiamenti "disgiunti" sui tre quesiti.
-3) Nel 2003 (ultimo referendum effettuato, si raggiunge il minimo storico di affluenza (meno del 26%); eppure era in ballo un argomento molto caldo, come l'abrogazione dell'art. 18.
Sulla base di queste considerazioni, e dell'andamento del grafico di tendenza, dovrei scommettere sul non-raggiungimento del quorum. Non lo faccio, perchè questa volta gli schieramenti che spingono per il voto e per il si, come vedremo, sono consistenti. Vediamo il grafico del sondaggio più aggiornato:
...cui prodest?...
Una vittoria del SI converrebbe, e molto, ad un solo partito: il PdL. Ma attenzione... come vedremo, la legge super-maggioritaria, con premio di maggioranza non già alla coalizione vincente, ma al partito di maggioranza relativa, non sarebbe immediatamente esecutiva. E' noto che i referenda sono abrogativi, e non possono essere "manipolativi". Quindi la vittoria del SI impegnerebbe - ma solo "moralmente", il Parlamento, a legiferare in direzione del risultato referendario. Però sappiamo tutti che questo "impegno morale", per la classe politica italiana, è poco più che un optional. Basti vedere l'uso che è stato fatto, o che si tenta di fare, dei risultati referendari sul nucleare, sull'aborto, sul finanziamento pubblico ai partiti...
Ma vediamoli, questi schieramenti:
Il PdL "sogna e trema": sogna, perchè sa che sarebbe il quasi certissimo beneficiario unico di questa legge-truffa fortemente voluta da Fini e Di Pietro; trema, perchè dovrebbe sapere altrettanto bene che una vittoria del SI porterebbe, in tempi molto brevi, alla rottura con la Lega, Per un PdL col 55% dei parlamentari il rozzo razzista di Cassano Magnago diventerebbe immediatamente irrilevante, e quindi piacevolmente scaricabile. Però una cosa sono i sogni, e altra cosa è la realtà. Nella realtà, se vincesse il SI, si aprirebbero due scenari:
-1) Il sogno del Cavaliere sarebbe quello di fare subito una legge come moralmente dettata dal risultato referendario, e poi andare al voto, e tornare al potere da Imperatore. Non succederà, perchè mai Bossi si condannerà da solo all'irrilevanza. In qualsiasi tentativo di farsi in casa la nomina ad Imperatore, Silvio potrà schierare il suo esercito di 271 deputati (quelli del PdL), contro 359 (il resto del mondo, Lega inclusa).
-2) Nella realtà, una volta vinto il referendum, sia che si tenti di fare una nuova legge elettorale in questa legislatura, sia che si faccia una crisi, il Cav. Cazzuola sarebbe solo, col suo servo Fini. Avrebbe contro TUTTI: la Lega, il PD, tutti i partiti minori, e, paradosso dei paradossi, colui che fortemente ha voluto questo referendum. L'ineffabile Tonino. Il PdL potrebbe contare sul 38% dei voti, in caso di elezioni anticipate fatte per rifare la "legge Acerbo"; quindi io non temo la "legge dell'Imperatore", che nessuno gli lascerà mai fare.
Temo invece, la confusione massima. La Lega farà una crisi "a dispetto"? può darsi. Ma per far cosa? Dare una lezione al nano e poi rimettersi insieme in coalizione col porcarellum? Oppure concordare con le opposizioni una legge elettorale che vanifichi il referendum? Improbabile, dati i tempi, e dato il fatto che i partiti diversi dal PdL sono d'accordo solo nel non volere la legge dell'Imperatore, ma in disaccordo su tutto il resto? Ricordate gli esilaranti dibattiti sul sistema elettorale? C'erano almeno tre proposte per ogni partito. Davvero si pensa che sia possibile trovare "la quadra" in qualche giorno?
A questo punto, se la Lega rinsavisse, e trovasse l'accordo con l'opposizione, su una legge elettorale che togliesse per sempre dalla testa del nano l'idea di avere da solo il 55% del Parlamento, avrebbe una sola via: legge elettorale subito, fatta d'accordo con l'opposizione. Conseguente crisi di governo, e voto con una legge che non sia né quella dell'Imperatore, né il Porcellum. Si può fare? Difficile. Ci vorrebbe una classe politica nella quale la Lega, il PD, e tutti i partiti minori, fossero in grado di rinunciare ognuno a qualcosa, per il bene collettivo. Ma l'Italia non è la Svezia...
A questo punto, una classe politica si inventerebbe qualcosa, QUALSIASI COSA, pur di non fare questo referendum che non porterà da nessuno parte, se non ad un'enorme spreco di danaro pubblico, e che è un referendum praticamente senza sbocco. Sia che non raggiunga il quorum, sia che lo raggiunga.
ALLORA? E se avesse ragione chi, come Franceschini, spinge per il voto e per il SI? magari avendo già trattato con la Lega come evitare l'incoronazione di Berlusconi a Imperatore e Duce? Confesso di essere molto confuso, a questo punto. Ma intanto il quorum si raggiungerà?
Vediamo: in teoria dovrebbero votare, e votare si, se non altro coloro che lo hanno già dichiarato (il PdL e il PD), e coloro che questo referendum hanno stupidamente promosso e voluto, IN QUESTI TERMINI. Vero, Tonino? Quindi: dovrebbero volere il referendum il 37% degli elettori PdL, più il 25% del PD, esclusa la componente Bonino, più l'8% dei promotori dell'IdV. Totale, il 70% dell'elettorato. Se, come è possibile, anche fra costoro ci sarà il solito astensionismo fisiologico del 30%, siamo al filo del quorum, perchè andrebbe a votare il 70% del 70%, cioè saremmo al 49%, al pelo del quorum. Però credo che il quorum non si raggiungerà, perchè una buona parte del PD è dichiaratamente contraria (vedi Vannino Chiti), e nell'IdV comincia a prendere piede una strana retromarcia: "noi siamo per votare si solo a patto che il risultato spinga a fare una legge elettorale nuova subito".
Bravo, Tonino! e chi dovrebbe dartela, questa garanzia? Silvio? quello che ha approvato in bicamerale D'Alema le riforme costituzionali, salvo poi rinnegarle in aula, non essendo riuscito a barattarle con la riforma della Giustizia? E, just in case, chi farà la nuova legge, non dovrebbe attenersi alla domanda costituzionale, che spinge al maggioritario di partito, e all'innalzamenrto delle soglie di sbarramento al Senato fino all'8%?. Attendiamo chiarimenti da chi può e vuole darne. Tafanus
-1) Il sogno del Cavaliere sarebbe quello di fare subito una legge come moralmente dettata dal risultato referendario, e poi andare al voto, e tornare al potere da Imperatore. Non succederà, perchè mai Bossi si condannerà da solo all'irrilevanza. In qualsiasi tentativo di farsi in casa la nomina ad Imperatore, Silvio potrà schierare il suo esercito di 271 deputati (quelli del PdL), contro 359 (il resto del mondo, Lega inclusa).
-2) Nella realtà, una volta vinto il referendum, sia che si tenti di fare una nuova legge elettorale in questa legislatura, sia che si faccia una crisi, il Cav. Cazzuola sarebbe solo, col suo servo Fini. Avrebbe contro TUTTI: la Lega, il PD, tutti i partiti minori, e, paradosso dei paradossi, colui che fortemente ha voluto questo referendum. L'ineffabile Tonino. Il PdL potrebbe contare sul 38% dei voti, in caso di elezioni anticipate fatte per rifare la "legge Acerbo"; quindi io non temo la "legge dell'Imperatore", che nessuno gli lascerà mai fare.
Temo invece, la confusione massima. La Lega farà una crisi "a dispetto"? può darsi. Ma per far cosa? Dare una lezione al nano e poi rimettersi insieme in coalizione col porcarellum? Oppure concordare con le opposizioni una legge elettorale che vanifichi il referendum? Improbabile, dati i tempi, e dato il fatto che i partiti diversi dal PdL sono d'accordo solo nel non volere la legge dell'Imperatore, ma in disaccordo su tutto il resto? Ricordate gli esilaranti dibattiti sul sistema elettorale? C'erano almeno tre proposte per ogni partito. Davvero si pensa che sia possibile trovare "la quadra" in qualche giorno?
A questo punto, se la Lega rinsavisse, e trovasse l'accordo con l'opposizione, su una legge elettorale che togliesse per sempre dalla testa del nano l'idea di avere da solo il 55% del Parlamento, avrebbe una sola via: legge elettorale subito, fatta d'accordo con l'opposizione. Conseguente crisi di governo, e voto con una legge che non sia né quella dell'Imperatore, né il Porcellum. Si può fare? Difficile. Ci vorrebbe una classe politica nella quale la Lega, il PD, e tutti i partiti minori, fossero in grado di rinunciare ognuno a qualcosa, per il bene collettivo. Ma l'Italia non è la Svezia...
A questo punto, una classe politica si inventerebbe qualcosa, QUALSIASI COSA, pur di non fare questo referendum che non porterà da nessuno parte, se non ad un'enorme spreco di danaro pubblico, e che è un referendum praticamente senza sbocco. Sia che non raggiunga il quorum, sia che lo raggiunga.
ALLORA? E se avesse ragione chi, come Franceschini, spinge per il voto e per il SI? magari avendo già trattato con la Lega come evitare l'incoronazione di Berlusconi a Imperatore e Duce? Confesso di essere molto confuso, a questo punto. Ma intanto il quorum si raggiungerà?
Vediamo: in teoria dovrebbero votare, e votare si, se non altro coloro che lo hanno già dichiarato (il PdL e il PD), e coloro che questo referendum hanno stupidamente promosso e voluto, IN QUESTI TERMINI. Vero, Tonino? Quindi: dovrebbero volere il referendum il 37% degli elettori PdL, più il 25% del PD, esclusa la componente Bonino, più l'8% dei promotori dell'IdV. Totale, il 70% dell'elettorato. Se, come è possibile, anche fra costoro ci sarà il solito astensionismo fisiologico del 30%, siamo al filo del quorum, perchè andrebbe a votare il 70% del 70%, cioè saremmo al 49%, al pelo del quorum. Però credo che il quorum non si raggiungerà, perchè una buona parte del PD è dichiaratamente contraria (vedi Vannino Chiti), e nell'IdV comincia a prendere piede una strana retromarcia: "noi siamo per votare si solo a patto che il risultato spinga a fare una legge elettorale nuova subito".
Bravo, Tonino! e chi dovrebbe dartela, questa garanzia? Silvio? quello che ha approvato in bicamerale D'Alema le riforme costituzionali, salvo poi rinnegarle in aula, non essendo riuscito a barattarle con la riforma della Giustizia? E, just in case, chi farà la nuova legge, non dovrebbe attenersi alla domanda costituzionale, che spinge al maggioritario di partito, e all'innalzamenrto delle soglie di sbarramento al Senato fino all'8%?. Attendiamo chiarimenti da chi può e vuole darne. Tafanus
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