Attrici. Parlamentari. Premier straniere. Operaie. Il gallismo di Berlusconi non risparmia nessuno. Tra feste. Regali. Bigliettini. E gaffe internazionali
Anche nell'intellettuale blog [Attrici e modelle - Purchè siano porcelle] la notizia ha fatto sensazione. «Donne esultate! Silvio Berlusconi è single!», questo era l'euforico titolo d'apertura dell'artistico blog, notevole punto di riferimento delle sempre più numerose amicizie del nostro premier. La decisione sofferta e spettacolare di Veronica Lario, esausta di aspiranti euroveline e di adoranti piccine cinguettanti 'Papi' (che sarebbe lui), di chiedere il divorzio e di lasciarsi alle spalle un rapporto di 30 anni, spalanca, in effetti, interessanti prospettive e speranzosi interrogativi: «Silvio ne approfitterà per abbandonare la politica e darsi alla pazza gioia?», si torturano sul blog. Non si sa. Quel che è certo è che nessun leader al mondo ha occupato per anni le prime pagine della stampa del globo con le sue vicende matrimoniali segnate sia pubblicamente che privatamente dalla sua ossessione per l'universo femminile.
Un'ossessione antropologica nel migliore dei casi da film anni '60. «Venite in Italia a investire: ci sono delle gran belle segretarie», ha allettato così gli imprenditori americani. «Amo la Francia. Basta contare le fidanzate che ho avuto», si è pavoneggiato. «Noto delle gambe da sballo che circolano», ha sospirato a un congresso di An. In pratica, sembra di assistere alla versione (anche da esportazione) dell'italiano bulimico dell'altro sesso, occhi strabuzzati e il fischio in tasca. L'alfiere unico e autentico della rediviva corrente politica: il gallismo berlusconiano.
Un gallismo molto rappresentato. Un gallismo 'del fare', capace di trascinare il primato dell'avvenenza, il bello, nel senso femmineo, della diretta nel Parlamento nostrano, solcato, ante lui, dai polpacci robusti di madri della patria dai baffi politicamente rassicuranti. E di introdurre nel suo attuale business, la politica, l'assalto di bellone e sellerone al Palazzo (Chigi e Grazioli). Con al seguito: il via vai di costosi bouquet di fiori dai colori passionali (Veronica ci tenne a puntualizzare pubblicamente: non erano indirizzati a me»). La pioggia di regali preziosi e non solo natalizi (a collaboratrici, mogli di notabili, deputate e ministre). Lo sventolio di bracciali di diamanti a maritate ma molto avvenenti annunciatrici tv (Virginia Sanjust di Teulada, sorriso indimenticabile ma marito spione).Senza dimenticare i bigliettini a giovani promesse della politica, passati clandestinamente, come durante i compiti in classe più o meno all'asilo e non a Montecitorio (a Nunzia De Girolamo e Gabriella Giammanco, neo elette grazie a lui che, ben educate, gli rispondono: «Accettiamo inviti galanti solo da te, caro presidente!»).
E poi lo sciame sempre più nutrito di donne azzurre e di rango, promosse e candidate da lui, quindi in estatica ammirazione sulle quali fioccano complimenti decisamente tecnici. «Come sei bella. Sembri una bambina» (a Maria Stella Gelmini, ministra dell'Istruzione, nota per avere la flessuosità di una scopa). «Che sberla di donna» (di Daniela Santanchè, di destra e non docile che prima delle lezioni, e senza azzeccarci, gli risponde: «Se continui così la sberla te la daranno gli italiani»). Per non parlare della sciaguratissima frase a Mara Carfagna, assurta a ministro delle Pari opportunità («Se non fossi sposato, ti sposerei» smentita come criminosa distorsione bolscevica e sostituita in: «Sei una ragazza perbene e da sposare»), detonatrice dell'esplosiva lettera con pubblica richiesta di scuse da parte di Veronica.
Fenomenologia di Berlusconi e le donne. Che siano giovani ( molto meglio) o attempate, attrici o donne comuni, indigene o forestiere, su tutte il premier che punta al plebiscito, specialmente femminile, prova, esercita, saggia il suo dépliant seduttivo. Una saga infinita. Con molteplici ruoli in commedia. Dalla mammasantissima come il sindaco di Milano Letizia Moratti alla rossa ex inchiestista Mediaset delle notti sado maso di Ibiza, il sottosegretario al Turismo Michela Vittoria Brambilla, l'unica, dicono, a non doversi fare annunciare presso il Capo, ringhiosa candidata alla poltrona di ministro. Fino alle anonime protagoniste dei racconti leggendari di cene da Alì Babà nelle sale affrescate e barocche della residenza romana, versione invernale delle notti brave in Costa Smeralda tra finti vulcani in piena eruzione, cactus e fanciulle in fiore, ora riconoscibili, pare, nell'appartenenza alla setta di Silvio perché tutte omaggiate da un certo modello di macchinetta inglese e dal ciondolo a forma di farfalla da appendere al collo [...]
Ma nel Pantheon berlusconiano la figura femminile è lo specchio di Narciso. E quindi, il premier non può farne a meno. Da quando è sceso in campo, ha sparso umanità femminile nei vari angoli del suo percorso come fosse il sale della sua vita. «Per svecchiare la politica», ha spiegato lui incompreso, elencando lauree e competenze di floride e dotate fanciulle, le Elvira Savino (eletta Miss Montecitorio) le Annagrazia Calabria, delle deputate folgorate nel cono di luce del premier Beatrice Lorenzin o Laura Ravetto, ora in grande spolvero nella corte berlusconiana e quindi molto invidiata. Sacre o profane, Penelopi o Bagatelle, il Cavaliere incasella la variopinta e leggiadra collezione, di anno in anno più gonfia di un soufflé, nel suo modo ordinato, preciso fino all'inverosimile e degno di un vero lombardo. Prima o poi, per ogni fortunata che intercetti la sua strada, arriva un ruolo e l'appartenenza ben delineata a un gruppo.
Anni fa, ma non ha cambiato di una virgola l'ardita tesi, spiegò, inaugurando un nido per bambini: «Nella coppia, i compiti sono divisi: il padre pensa a mantenere la famiglia e la mamma sta a casa con i bambini». Un'apertura (mentale) pari a una serranda socchiusa. Ma in fondo non potrebbe essere altrimenti per uno strutturato com'è lui, convinto che le donne siano niente di più che «una categoria». A pensarci bene, è già qualcosa. Una conquista per chi, sotto sotto, dovrebbe ringraziare per la sua nascita una costola. Non a caso il punto più alto dell'Olimpo femminile del Cavaliere è occupato, ovvio, dall'indimenticabile, e scomparsa, Mamma Rosa. Un vuoto incolmabile. Con lei tutti i lunedì, pranzo ad Arcore mano nella mano. Tutti i Natale a guardare insieme il bellissimo presepe e Silvio modesto e sempre tenero che commenta: «Guarda, io sono il bambinello e tu la Madunina».
Mai valchiria, Mamma Rosa è solo angelo. E massaia icona per le votanti di Silvio, impoverite dall'euro ed esortate, dopo l'orgogliosa rivelazione filiale, a trasformarsi come lei in rabdomanti della spesa alla ricerca del ravanello e della zucchina più convenienti. Naturalmente, sacre anche le zie suore mai bene identificate (numero variabile: a volte due, a volte tre, persino sei, a seconda dell'uzzolo del momento e del gradimento del Cavaliere in Vaticano) [...] E non fa nulla se il Cavaliere poi venga fotografato a Villa Certosa in Sardegna in grande relax e con le ginocchia occupate (per esempio da Angela Sozio, ex del 'Grande Fratello', aspirante delusa a un'eurocandidatura).
O che si scopra la sua interessante amicizia con Loredana Lecciso o con Eleonora e Imma De Vivo, pestifere gemelle napoletane dell''Isola dei famosi' («Siamo il suo portafortuna», hanno rivelato). O ancora: che venga intercettato mentre raccomanda le certamente talentuose Evelina Manna, Elena Russo, Antonella Troise, Camilla Ferranti ad Agostino Saccà, rivelando come il Capo, cioè lui, abbia bisogno di risollevare il morale. Meno male che Silvio può contare sulle vestali, le custodi dell'essenza berlusconiana. Sacerdotesse come Marinella Brambilla, storica e implacabile segretaria, figlia della governante del premier, votata al credo: «Non è ancora nato chi può far fare al dottore qualcosa contro la sua volontà». O come Mity Simonetto, fidatissima porta-beautycase (con tutto il make up del Cavaliere compresa la pittura e gli stencil per dipingersi i capelli), inventrice dell'adorabile aspetto da 'muppet' del premier, grazie a calze e filtri sulle telecamere, e collezionista di tutte le foto in circolazione del Capo, comprate a suon di dobloni per assicurarsi il controllo totale dell'immagine.
Hanno fatto parte del clan anche Deborah Bergamini, ex assistente del Cavaliere, poi passata in Rai a più alti incarichi, anche quello di trait d'union segreto tra viale Mazzini e Mediaset, ora deputata azzurra tra le più fanatiche e Francesca Impiglia. Un tempo anch'essa assistente di Berlusconi, fotografata sempre in estate, sempre in Sardegna mano nella mano con il suddetto, rappresenta un'altra possibilità del buonismo berlusconiano. Non la strada politica, ma quella del giornalismo, dove è atterrata felice al Tg4 di Emilio Fede, dopo essersi sposata, onorata dal premier come testimone (lo ha fatto pure per l'onorevole Savino). Anche in Abruzzo, nonostante la tragedia e il suo spendersi, l'entusiasmo nei confronti del genere femminile non si è fermato. Il 25 aprile ha chiesto [se poteva palpare] l'assessore provinciale trentina Lia Beltrami, trasformandola in una statua di sale.
.
A due ottantenni sotto choc ha promesso due tailleur, ottimi per trovare nuovi fidanzati, anzi ci poteva pensare lui avendo vari amici centenari. Ma l'editore delle ragazze Fast food di 'Drive in' e delle ragazze Cin cin di 'Colpo grosso', prime avvisaglie del modello femminile dell'universo berlusconiano, certo non demorde nemmeno fuori dai confini. Nell'incontro con il presidente venezuelano Hugo Chávez estrae il cellulare, fa un numero e gli passa l'apparecchio con aria complice. In linea c'è Aida Yespica, la bella venezuelana alla quale dice: «Con te andrei dovunque». Nessuno ancora è riuscito a dimenticare il premier-cucù che ha messo a dura prova Angela Merkel alla quale continua a stampare baci affettuosi, pur avendo ricevuto il messaggio, in via confidenziale e diplomatica, che il cancelliere non gradisce essere baciata.
E come non ricordare la gaffe con la presidente finlandese Tarja Halonen dopo il racconto corale sul fatto che, grazie alle sue arti da playboy, si era convinta di come Parma sarebbe stata la sede ideale per l'Authority del cibo. «How do you say gnocca?», chiede a proposito di Margaret Thatcher (per dire che non lo era), scatenando lo scandalo dei giornali inglesi. A Mosca, nello stabilimento della Merloni rincorre un'operaia («La più bella») che tenta di sfuggirgli per dimostrare la sua benevolenza baciandola. Nessuna aveva mai osato stopparlo. Finché ora in campo è scesa Veronica.
...quello che colpisce, nelle "scelte politiche" di questo nano arrapato, è la costante della predilezione per la volgarità pacchiana. Mai, o quasi mai, la predilezione per donne di classe. Credo che una Lea Massari sarebbe passata inosservata sotto gli occhi di questo individuo, che solo le tette della Lecciso e le chiappe della Evelina Manna riescono a gratificare. E' la cultura del Drive-In e del Bagaglino, di cui, in fondo, non è mai riuscito a liberarsi. In un paese mediamente alfabetizzato, questo campionario, questa galleria degli orrori, sarebbero sufficienti a dustruggere l'immagine di qualsiasi uomo politico. In Italia, i cosciotti dei questi mammiferi rischiano di far "alzare" l'indice di gradimento verso questo vecchietto. Ben ci sta. In fondo, è dal '94 che lo votiamo. E bene sta agli operai che continuano a perdere il posto di lavoro, continuano a scivolare verso un precariato sempre più privo di vie d'uscita, e continuano a rappresentare il maggior serbatoio elettorale del Cav. Cazzuola.
...meno male che Silvio c'è...
Wikio
SOCIAL
Follow @Tafanus