L'Avvenire: "Berlusconi deve chiarire"
(l'editoriale di Gianfranco Marcelli )
“Secondo i partecipanti al tavolo promosso ieri mattina da Palazzo Chigi sul caso Fiat, congedando i suoi ospiti il presidente del consiglio avrebbe assicurato che «la stabilità del governo non è in discussione». E che dunque non è il caso di «dare retta ai 'rumors' che girano su Tremonti e Draghi», quali possibili alternative al premier in carica. È ben possibile che le cose stiano come dice Silvio Berlusconi. Ma è comunque significativo, e in qualche modo inquietante, che il capo del governo debba chiudere una riunione di lavoro, su questioni di grande delicatezza e con interlocutori non certo indifferenti a quanto accade nel Palazzo, preoccupandosi di sgombrare il campo da indiscrezioni che riguardano la sua personale tenuta.
Un fatto tanto più significativo, perché il fiume di notizie o pseudo tali, di pettegolezzi e di rivelazioni reali o asserite, di annunci di nuove inchieste che investono o soltanto sfiorano il vertice dell’esecutivo, non sembra volersi arrestare. Il caso di Bari e delle indagini che dal capoluogo pugliese condurrebbero nei pressi di Palazzo Grazioli, con l’immancabile contorno di gossip su feste private e accompagnamenti equivoci, è soltanto l’ennesimo ad abbattersi su un’opinione pubblica sempre più frastornata. E dopo quelli riguardanti veline e giovani protette, legali inglesi e voli di Stato, quest’ultimo non promette di restare tra i più indolori. I sostenitori dell’inattaccabilità del premier continuano a garantire che l’ondata di fango finirà bene o male per arrestarsi all’indomani dei ballottaggi.
Così come giurano che tutto quanto è emerso finora era funzionale a indebolire l’immagine di una leadership costantemente confermata dal suffragio popolare: 'missione fallita' constatano, forse con eccessivo trionfalismo, alla luce dei responsi elettorali.
Non mancano tuttavia, nello stesso centrodestra, voci più consapevoli, che ad esempio scontano il proseguimento della campagna almeno fino al G8 dell’Aquila in programma tra venti giorni, ma probabilmente anche oltre. Sono considerazioni che stentano a venire in superficie e che tuttavia è possibile registrare in privato, insieme all’ammissione sui rischi di sfilacciamento progressivo del quadro politico e istituzionale.
Di qui la percezione di un disagio sempre meno sopportabile in chi, dall’esterno, assiste a una battaglia durissima in uno scenario ai più incomprensibile, reso ancora più torbido dai sorprendenti preannunci dalemiani di movimenti tellurici poi puntualmente registrati. Ma proprio per questo clima di smarrimento crescente, è lecito domandarsi se il presidente del Consiglio abbia finora scelto la linea di resistenza migliore e i difensori più appropriati al suo caso.
Non è soltanto questione di stile sfoggiato (anche se lo stile in certe situazioni è purissima sostanza) da parte di avvocati bravi, a quanto pare, soprattutto a moltiplicare i motivi di imbarazzo. Il punto centrale, ci sembra, è la necessità di arrivare il più presto possibile a un chiarimento sufficiente a sgomberare il terreno dagli interrogativi più pressanti, che non vengono solo dagli avversari politici ma anche da una parte di opinione pubblica non pregiudizialmente avversa al premier.
E se anche non fosse possibile eliminare ogni ombra, perché ad esempio su alcune questioni il bandolo della matassa è in mano alla magistratura, si pongano almeno i presupposti per evitare ulteriori stillicidi di chiacchiere e di tempeste mediatiche. Senza illudersi che l’efficienza dell’azione di governo possa far premio, sempre e comunque, sui comportamenti privati. Alla lunga, tutto finisce per avere un prezzo. E il pericolo, soprattutto in questo caso, è che a pagarlo non sia soltanto il singolo debitore di turno, ma l’intero Paese”.
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Jacques Chirac su "L'Express": L'ancien président français a confié quelques souvenirs de sa visite d'une villa berlusconienne.
Jacques Chirac a évoqué récemment devant un visiteur deux souvenirs précis qu'il a de Silvio Berlusconi, "un type un peu étrange", alors que celui-ci suscite dans son pays une vive polémique pour son penchant supposé pour les jolies jeunes filles.
Un jour, le président du Conseil italien invite le chef de l'Etat français - sans son épouse, Bernadette - dans l'une de ses villas. Quand il lui montre sa salle de bains, il agrémente la visite d'un commentaire: "Ce bidet, tu ne peux pas savoir combien de paires de fesses il a accueillies!"
Une autre fois, Jacques Chirac remarque la présence de nombreux magazines avec des photos de femmes dénudées. "Je feuillette un peu, ce n'était pas très convenable, a raconté Jacques Chirac. Et je lui demande pourquoi il a laissé traîner toutes ces revues." Réponse de Silvio Berlusconi, qui joint le geste à la parole: "Celle-ci, je l'ai eue, celle-là aussi..."
Traduzione: Chirac ha di recente evocato due ricordi precisi che ha dui Berlusconi, un tipo un po' strano, mentre costui sta syscitando in Italia una polemica accesa a causa della sua predilezione per delle belle, giovani ragazze.
Un giorno, Berlusconi invita Chirac (senza sua moglie Bernadette) in una delle sue ville. Quando gli mostra il suo bagno, condisce la visita con un commento: "...quel bidet... non puoi avere idea di quante paia di chiappe abbia accolto..."
Un'altra volta, Chirac nota la presenza di numerose riviste con foto di donne nude. Ne sfoglio qualcuna (non era una cosa molto conveniente). Poi gli chiedoperchè abbia permesso che queste riviste restassero in casa. Risposta di Silvio (che si aiuta con la mimica): "...questa me la sono fatta... quest'altra pure..."
Insomma, la vergogna per essere governati da questa mezza sega è ancora ben lonrana dalla fine, perchè proprio non si rende conto della gravità di queste cose. Se le facessi io, vorrei sparire sotto un tappeto per la vergogna. Lui, uomo pubblico, sequestra foto, blocca registrazioni, invoca la privacy. E la Destra compatta si schiera in difesa di questo impresentabile coglione. Tafanus
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