Nell'analisi del voto, credo che sia doveroso fare alcune considerazioni, molte delle quali non ho letto sulla stampa tradizionale:
-1) ancora stamattina in TV Gentiloni si vantava di aver fatto campagna senza mai nominare una volta sola Noemi. Sbagliato. Noemi bisogna nominarla fino alla nausea, e finché non sapremo cosa c'è dietro. Una figlia? una nipote? un rapporto sessuale a dir poco ambiguo? Veline e Noemi, più aerei di stato, non sono gossip (checché ne pensino papi, Ghedini ed alcuni nostri lettori); sono politica malata, abuso di potere, peculato, menzogna. Fare campagna senza parlare ANCHE di queste porcherie è un regalo a papi.
-2) non è vero che queste cose siano ininfluenti; a metà maggio, la media di tutti i sondaggi dava al PdL il 40,5% dei voti per le europee, ma alcuni "sondaggisti del principe", come la benvoluta paleontologa di Euromedia (passata con nonchalance dai foraminiferi alle preferenze politiche), erano più generosi, arrivando a preconizzare un 43%, Il principe in persona ha passato l'ultima settimana ad accreditare se stesso di un 45, ma forse persino di un 46%.
-3) Il sogno del Cav. Banana è svanito coi primi exit-polls, che hanno portato la gelata: 35%. Dieci punti meno dei sogni di gloria. Sei punti meno dei sondaggi di due settimane prima. Un disastro. Sogno svanito, così com'è svanito il Cavaliere. Mese orribile. Ha conosciuto i primi fischi non organizzati, l'assalto concentrico della stampa italiana (poca) e della stampa estera (tutta); le prime contestazioni a l'Aquila; la monnezza a Palermo, e quella risorgente a Napoli. Il letargo di Malpensa. La crisi che ogni volta è finita, ma poi arriva il FMI, o Bankitalia, o Eurostat, a rovinare la festa al berluska ed alla marcegallina.
-4) Fini tace. Già si è fatto fregare alla costituzione del PdL, accettando una ripartizione di "quote azionarie" (poltrone di governo e di sottogoverno), di 30/70 a favore del nano. Nelle elezioni politiche del '94, '96, 2001, 2006, nelle quali la ripartizione dei voti VERI fra FI e AN è stata li, bella e misurabile, abbiamo le seguenti quote reali di AN all'interno del gruppo FI+AN: 39%, 43%, 29%, 34%. Media, 36%. Ha svenduto il partito e la sua identità, e oltretutto si è fatto anche fregare sul peso e sul prezzo. Che qualcuno, all'interno di AN, stia iniziando ad accorgersene? Di fatto, da parte di Fini c'è un imbarazzato silenzio. Nessun "aiutino" al capo. Anzi, vogliamo ricordarlo? L'assalto al "velinismo", che ha portato allo smantellamento delle candidature di 22 veline su 23, è partito dalla fondazione di Fini, FareFuturo.
-5) Qualcuno, per piacere, vorrebbe ricordarsi che i risultati elettorali italiani vanno misurati nel contesto di una ventata di destra e di xenofobia che ha attraversato TUTTA l'Europa? E che quindi l'arretramento del PdL non è una mezza sconfitta, ma una dèbacle?
-6) Qualcuno vorrà concedere al PD, proprio per la stessa ragione, delle attenuanti generiche?
-7) La Lega ha vinto (non più di quanto abbiano stravinto gli altri partiti xenofobi europei), ma già si è precipitata alla cassa a riscuotere. Per ora solo a mettere il cappello su Lombardia e Veneto; ma anche per costringere il Cav. Banana a ripudiare il referendum sulla nuova legge Acerbo. Ne vedremo delle belle: Berlusconi che troppo alla svelta è saito in corsa su questi referenda, senza capire che avrebbe dovuto fari i conti col Bossi, vero detentore della Golden Share della coalizione, visto che Fini si è liquefatto, a tal punto che ormai non è più nemmeno in grado di misurare il suo peso, all'interno del PdL, con voti di pietra"; il populista di Montenero, che ha "fatto i banchetti" coi fascisti per raccogliere le firme, che adesso sarà in prima linea a chiedere ai suoi "per carità, non votate, ma se votate scrivete NO". Franceschini invece incita a votare si. Per misteriose ragioni (un nuovo virus?) vuole dare al banana ula legge che lo trasformi da re decadente in Imperatore Imperituro.
-8) In Italia si cantano le lodi di Casini, che esulta per aver preso un punto in più. Cazzo! siamo tornati all'epoca bella del pentapartito, quando si vivisezionava il voto per capire chi avesse guadagnato e chi avesse perso mezzo punto. Del fatto che Casini, col suo partitino, abbia candidato un numero di pregiudicati uguale a quello di Forza Italia, sembra non fregare niente a nessuno. L'Italietta di Alberto Sordi alla riscossa.
-9) Tutti a fare la corte a Casini, novello proprietario dei "due forni", pronto ad andare col miglior offerente. Senza capire che se mai andrà da qualche parte, andrà a destra, perchè è un fascista di riporto. La corte a Casini, da parte di Bondi e Cicchitto, è già iniziata. Io nel centro-sinistra accetterei tutti, persino Ferrando, ma non il partito dei Casini, dei Cesa, dei Pionati, dei Cuffaro e di mezzaa criminalità organizzata siciliana. Abbiamo già i nostri, di baciapile: i Carra, le Binetti, i Rutelli... Siamo già a posto, grazie. Per non contare il fatto che esistono veti incrociati fra la sinistra e Casini. I 6 punti di Casini non sono sommabili coi 9 delle sinistre e dei radicali. Se devo scegliere, preferirei fare un tratto di strada con Ferrero, Diliberto, Vendola, Bonino, che non con Lorenzo Cesa e Luca Volonté. A patto che a sinistra riescano a capire che c'è uno sbarramento (4% alla Camera ed alle Europee, 8% al Senato).
-10) Lo spostamento di quote azionarie dal PdL alla Lega, come già detto, porterà ad avances degli affamati cacciatori di poltrone delle valli bergamasche. Hanno già iniziato col chiedere Lombardia e Veneto. Seguirà uno tsunami di richieste per posizioni di governo e di sottogoverno. Bossi farà richieste alle quali Berlusconi non potrà dire di no. A chi toglierà le poltrone destinate alla Lega, Berlusconi? a se stesso? ai suoi scherani? dubito... le toglierà allo scemo del villaggio, quel geniaccio della politica di Fini che ha accettato di entrare nel PdL con una quota del 30%, contro una rappresentanza media, misurata, del 36%. Tanto ormai non ha più neanche uno straccio di prova documentale che dica se AN, all'interno del PdL, sia cresciuta o diminuita. E per il Cav. Banana i sondaggi sono prove solo quando sono belli per lui, altrimenti sono "solo sondaggi". Lo Statista "full-immersion", tutto "pinne, fucile ed occhiali", è servito.
-11) Il senatur alzerà il prezzo anche sul tema della xenofobia (che per ora sembra andar bene alla stragrande maggioranza degli italiani, ma alla lunga potrebbe irritare, almeno a parole, i vescovoni, sui quali il banana poggia gran parte del suo potere).
-12) Infine, il senatur alzerà di molto il prezzo sul tema del federalismo fiscale, progettato sempre di più in modo da premiare i suoi seguaci, a spese del meridione. Ma si da il caso che il grande serbatoio di voti il banana ce l'abbia proprio nel sud e nelle isole, e Fini abbia il suo nel centro. Accetteranno di spolpare prima il proprio elettorato, e poi rischiare di perderlo, per fare un piacere a Tremonti, Salvini e Borghezio?
-13) In Italia, tranne il patetico Casini, che festeggia la crescita di un punto, guadagnano sensibilmente i partiti xenofobi e quelli populisti: Bossi e Di Pietro. L'Italia delle bocciofile e del Bar Sport, estasiata, festeggia. Nessuno ha detto che Bossi cresce di un paio di punti, appena sufficienti a compensare quelli persi dal PdL.
-14) Nessuno (tranne il Tafanus), ha fatto notare che alle provinciali, dove questo calcolo di può fare - e noi siamo stati gli unici ad averlo fatto - la media dei voti presi dall'IdV è del 6,2% dove l'IdV è stata in coalizione col PD, e del 4,1% dove è andata alla guerra da sola. Significato? Di Pietro, in questa sorta di kibbutz con la porta girevole, dove il nostro pensa di poter entrare e uscire a suo esclusivo piacimento, prende dalle casse comuni molto di più di ciò che apporta. Dove corre in bella solitudine, con le sue sole forze, becca una media del 4,1%; dove accetta di correre insieme all'odiato PD, prende in media il 6,2%. Due terzi di voti in più. Quando si dice l'effetto traino. Ma subito dopo, sale sulla cassetta della frutta, megafono in mano, a spiegare a cani e porci che lui è la salvezza del centro-sinistra. Chi lo ama, lo segua.
-2) non è vero che queste cose siano ininfluenti; a metà maggio, la media di tutti i sondaggi dava al PdL il 40,5% dei voti per le europee, ma alcuni "sondaggisti del principe", come la benvoluta paleontologa di Euromedia (passata con nonchalance dai foraminiferi alle preferenze politiche), erano più generosi, arrivando a preconizzare un 43%, Il principe in persona ha passato l'ultima settimana ad accreditare se stesso di un 45, ma forse persino di un 46%.
-3) Il sogno del Cav. Banana è svanito coi primi exit-polls, che hanno portato la gelata: 35%. Dieci punti meno dei sogni di gloria. Sei punti meno dei sondaggi di due settimane prima. Un disastro. Sogno svanito, così com'è svanito il Cavaliere. Mese orribile. Ha conosciuto i primi fischi non organizzati, l'assalto concentrico della stampa italiana (poca) e della stampa estera (tutta); le prime contestazioni a l'Aquila; la monnezza a Palermo, e quella risorgente a Napoli. Il letargo di Malpensa. La crisi che ogni volta è finita, ma poi arriva il FMI, o Bankitalia, o Eurostat, a rovinare la festa al berluska ed alla marcegallina.
-4) Fini tace. Già si è fatto fregare alla costituzione del PdL, accettando una ripartizione di "quote azionarie" (poltrone di governo e di sottogoverno), di 30/70 a favore del nano. Nelle elezioni politiche del '94, '96, 2001, 2006, nelle quali la ripartizione dei voti VERI fra FI e AN è stata li, bella e misurabile, abbiamo le seguenti quote reali di AN all'interno del gruppo FI+AN: 39%, 43%, 29%, 34%. Media, 36%. Ha svenduto il partito e la sua identità, e oltretutto si è fatto anche fregare sul peso e sul prezzo. Che qualcuno, all'interno di AN, stia iniziando ad accorgersene? Di fatto, da parte di Fini c'è un imbarazzato silenzio. Nessun "aiutino" al capo. Anzi, vogliamo ricordarlo? L'assalto al "velinismo", che ha portato allo smantellamento delle candidature di 22 veline su 23, è partito dalla fondazione di Fini, FareFuturo.
-5) Qualcuno, per piacere, vorrebbe ricordarsi che i risultati elettorali italiani vanno misurati nel contesto di una ventata di destra e di xenofobia che ha attraversato TUTTA l'Europa? E che quindi l'arretramento del PdL non è una mezza sconfitta, ma una dèbacle?
-6) Qualcuno vorrà concedere al PD, proprio per la stessa ragione, delle attenuanti generiche?
-7) La Lega ha vinto (non più di quanto abbiano stravinto gli altri partiti xenofobi europei), ma già si è precipitata alla cassa a riscuotere. Per ora solo a mettere il cappello su Lombardia e Veneto; ma anche per costringere il Cav. Banana a ripudiare il referendum sulla nuova legge Acerbo. Ne vedremo delle belle: Berlusconi che troppo alla svelta è saito in corsa su questi referenda, senza capire che avrebbe dovuto fari i conti col Bossi, vero detentore della Golden Share della coalizione, visto che Fini si è liquefatto, a tal punto che ormai non è più nemmeno in grado di misurare il suo peso, all'interno del PdL, con voti di pietra"; il populista di Montenero, che ha "fatto i banchetti" coi fascisti per raccogliere le firme, che adesso sarà in prima linea a chiedere ai suoi "per carità, non votate, ma se votate scrivete NO". Franceschini invece incita a votare si. Per misteriose ragioni (un nuovo virus?) vuole dare al banana ula legge che lo trasformi da re decadente in Imperatore Imperituro.
-8) In Italia si cantano le lodi di Casini, che esulta per aver preso un punto in più. Cazzo! siamo tornati all'epoca bella del pentapartito, quando si vivisezionava il voto per capire chi avesse guadagnato e chi avesse perso mezzo punto. Del fatto che Casini, col suo partitino, abbia candidato un numero di pregiudicati uguale a quello di Forza Italia, sembra non fregare niente a nessuno. L'Italietta di Alberto Sordi alla riscossa.
-9) Tutti a fare la corte a Casini, novello proprietario dei "due forni", pronto ad andare col miglior offerente. Senza capire che se mai andrà da qualche parte, andrà a destra, perchè è un fascista di riporto. La corte a Casini, da parte di Bondi e Cicchitto, è già iniziata. Io nel centro-sinistra accetterei tutti, persino Ferrando, ma non il partito dei Casini, dei Cesa, dei Pionati, dei Cuffaro e di mezzaa criminalità organizzata siciliana. Abbiamo già i nostri, di baciapile: i Carra, le Binetti, i Rutelli... Siamo già a posto, grazie. Per non contare il fatto che esistono veti incrociati fra la sinistra e Casini. I 6 punti di Casini non sono sommabili coi 9 delle sinistre e dei radicali. Se devo scegliere, preferirei fare un tratto di strada con Ferrero, Diliberto, Vendola, Bonino, che non con Lorenzo Cesa e Luca Volonté. A patto che a sinistra riescano a capire che c'è uno sbarramento (4% alla Camera ed alle Europee, 8% al Senato).
-10) Lo spostamento di quote azionarie dal PdL alla Lega, come già detto, porterà ad avances degli affamati cacciatori di poltrone delle valli bergamasche. Hanno già iniziato col chiedere Lombardia e Veneto. Seguirà uno tsunami di richieste per posizioni di governo e di sottogoverno. Bossi farà richieste alle quali Berlusconi non potrà dire di no. A chi toglierà le poltrone destinate alla Lega, Berlusconi? a se stesso? ai suoi scherani? dubito... le toglierà allo scemo del villaggio, quel geniaccio della politica di Fini che ha accettato di entrare nel PdL con una quota del 30%, contro una rappresentanza media, misurata, del 36%. Tanto ormai non ha più neanche uno straccio di prova documentale che dica se AN, all'interno del PdL, sia cresciuta o diminuita. E per il Cav. Banana i sondaggi sono prove solo quando sono belli per lui, altrimenti sono "solo sondaggi". Lo Statista "full-immersion", tutto "pinne, fucile ed occhiali", è servito.
-11) Il senatur alzerà il prezzo anche sul tema della xenofobia (che per ora sembra andar bene alla stragrande maggioranza degli italiani, ma alla lunga potrebbe irritare, almeno a parole, i vescovoni, sui quali il banana poggia gran parte del suo potere).
-12) Infine, il senatur alzerà di molto il prezzo sul tema del federalismo fiscale, progettato sempre di più in modo da premiare i suoi seguaci, a spese del meridione. Ma si da il caso che il grande serbatoio di voti il banana ce l'abbia proprio nel sud e nelle isole, e Fini abbia il suo nel centro. Accetteranno di spolpare prima il proprio elettorato, e poi rischiare di perderlo, per fare un piacere a Tremonti, Salvini e Borghezio?
-13) In Italia, tranne il patetico Casini, che festeggia la crescita di un punto, guadagnano sensibilmente i partiti xenofobi e quelli populisti: Bossi e Di Pietro. L'Italia delle bocciofile e del Bar Sport, estasiata, festeggia. Nessuno ha detto che Bossi cresce di un paio di punti, appena sufficienti a compensare quelli persi dal PdL.
-14) Nessuno (tranne il Tafanus), ha fatto notare che alle provinciali, dove questo calcolo di può fare - e noi siamo stati gli unici ad averlo fatto - la media dei voti presi dall'IdV è del 6,2% dove l'IdV è stata in coalizione col PD, e del 4,1% dove è andata alla guerra da sola. Significato? Di Pietro, in questa sorta di kibbutz con la porta girevole, dove il nostro pensa di poter entrare e uscire a suo esclusivo piacimento, prende dalle casse comuni molto di più di ciò che apporta. Dove corre in bella solitudine, con le sue sole forze, becca una media del 4,1%; dove accetta di correre insieme all'odiato PD, prende in media il 6,2%. Due terzi di voti in più. Quando si dice l'effetto traino. Ma subito dopo, sale sulla cassetta della frutta, megafono in mano, a spiegare a cani e porci che lui è la salvezza del centro-sinistra. Chi lo ama, lo segua.
Ed ora, visto che ci attende una lunga, lunghissima "traversata del deserto", approfittiamone per far pulizia nel pollaio, per spiegare a sinistra la legge elettorale, per spiegare a Di Pietro come si sta in una coalizione, e per spiegare a tutti (a iniziare da Franceschini), che Berlusconi non è un avversario politico normale, col quale usare i mezzi della battaglia politica normale, bensì uno che conduce la lotta politica usando per fini personali aerei, TV e puttane di stato. E facendosi leggi di stato. Con uno così, il concetto di fair play dev'essere temporaneamente accantonato. A bandito, bandito e mezzo. Tafanus
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