Grida al golpe. Attacca la stampa. Evoca trame. Berlusconi agita fantasmi perché ha bisogno di un nemico 'come tutti gli aspiranti dittatori'. Parla il fondatore di 'Repubblica'
(colloquio con Eugenio Scalfari - di denise pardo - l'Espresso)
Individuare "un nemico è la necessità di tutti gli aspiranti dittatori". "Il comportamento dei giovani industriali alle parole di Silvio Berlusconi suggerisce una sola cosa: l'espatrio". "Sulle ultime vicende che hanno coinvolto il premier, i quotidiani nazionali non hanno avviato inchieste giornalistiche basate sui fatti". Tirato in ballo dalle dichiarazioni del presidente del Consiglio sul presunto "complotto" di 'Repubblica', il fondatore Eugenio Scalfari respinge l'accusa al mittente. Con 'L'espresso' smonta l'ipotesi di una congiura. Commenta i risultati del voto europeo. E analizza le posizioni della stampa italiana ed estera.
Secondo Berlusconi, è in atto un complotto contro di lui. La centrale del complotto è il gruppo 'L'Espresso' e il super partito è 'Repubblica'.
"La storia del giornale-partito è vecchia quanto 'Repubblica'. A chi sosteneva questa tesi, ho sempre risposto che, in un certo senso, grazie alla sua trasversalità ben marcata, era ben più di un partito. A chi diceva di volta in volta, che il giornale si avvicinava a quel partito o a quel personaggio, ho sempre spiegato che era vero il contrario. In realtà, esiste un quotidiano che fa il suo mestiere e dà voce, questo è vero, a un'area culturale e politica del Paese che è quella dell'opposizione".
Ora, però, Berlusconi si riferisce al super partito del golpe, del complotto e del disegno eversivo per farlo fuori.
"Abbiamo solo fatto il nostro lavoro, occupandoci, dalla festa di Noemi Letizia in poi, di quello che i supporter del premier, e lui medesimo, hanno definito gossip. Non siamo stati noi a inventarlo, è stato reso pubblico prima dalla moglie del presidente del Consiglio, poi dallo stesso presidente del Consiglio che ha dato varie versioni dei fatti, ogni volta diverse e contraddittorie tra loro. Così dopo aver intervistato persone, acquisito informazioni, cercato spiegazioni, attraverso la penna del collega Giuseppe D'Avanzo, con il contributo del direttore Ezio Mauro, mio e di altri commentatori, abbiamo concentrato gli interrogativi irrisolti della vicenda in una decina di domande. Domande che vengono ripubblicate ogni giorno senza che Berlusconi abbia mai risposto. Dov' è il complotto?".
Per il leader del Pdl, 'Repubblica' guida un complotto mediatico internazionale.
"È possibilissimo che i giornali stranieri abbiano letto i nostri reportage, i nostri articoli e le nostre domande. Ma che la loro linea sia stata ispirata e addirittura guidata da 'Repubblica', è un'affermazione la cui assurdità è palese. Stiamo parlando di testate come 'New York Times', 'Washington Post', 'Herald Tribune', 'Time', 'Times', 'The Observer', 'The Manchester Guardian', 'The Indipendent'. E poi 'Die Welt', 'El Pais', 'El Mundo', 'La Vanguardia', 'Le Figaro', 'Libération', 'Nouvel Observateur', 'Le Monde'... Vado avanti? Lo scenario prospettato da Berlusconi mi fa ridere. Non solo. Alcune di queste testate sono arrivate al punto di fare titoli come 'Il clown si è tolto la maschera', titoli che noi ci siamo ben guardati dal fare".
Così la stampa estera. E quella italiana?
"Da una parte ci sono i giornali che appartengono a Berlusconi. Poi, quelli che per ragioni di proprietà sono in mano a persone totalmente fedeli al premier. Tutti quelli, per esempio, del gruppo editoriale di Andrea Riffeser: sono tanti, dal 'Giorno' al 'Resto del Carlino' alla 'Nazione'. 'Il Gazzettino' del Veneto è addirittura un giornale scendiletto di Berlusconi, così come tanti altri minori. La stampa nazionale, ovvero il 'Corriere della Sera', 'La Stampa', 'Il Sole 24 Ore' e 'Il Messaggero', quotidiani definiti indipendenti e che tengono a dimostrare la loro indipendenza, non può essere accusata di far mancare le notizie politiche. Vengono pubblicate e anche con rilievo. Il notiziario conferma la loro libertà. Ma, almeno finora, da parte loro non ci sono state reazioni alle notizie. Nemmeno l'avvio di inchieste con l'obiettivo di chiarire i fatti. Rari i commenti e comunque affidati una volta per tutte, a un collaboratore. E nessuna presa di posizione delle direzioni. Giornali, però, tutti uniti nel dire che una campagna elettorale basata sul gossip è cosa disdicevole e inaccettabile. Eppure non esiste luogo al mondo dove il capo del governo o dello Stato non venga esaminato al microscopio".
Parlare di trame e di congiure è segno di indebolimento o è il grimaldello per la richiesta di un potere sempre più grande?
"Come abbiamo visto, l'interpretazione è soggettiva. Politicamente, Berlusconi non è uscito indebolito alle europee. Ma al di là delle analisi su percentuali, voti assoluti, quote di astensionismo, i sondaggi fatti subito dopo il voto hanno mostrato che il suo indice di gradimento è sceso di dieci punti. Il partito mantiene una notevole presa sul corpo elettorale e il suo alleato principale, la Lega, una presa ancora più forte. Tuttavia, lo sfondamento personale non si è verificato e questo può creare delle crepe alla sua capacità di affascinazione, può turbare chi si è presentato in cinque circoscrizioni per rastrellare la cifra, per farne poi uno spot. In effetti, alcune sue mosse particolarmente scomposte sembrerebbero dimostrare che si sente indebolito. Quel che conta è il modo in cui il risultato viene percepito. Per capire davvero come stanno le cose e quanto il premier si senta sotto scacco, bisognerà aspettare".
La teoria del complotto è anche strumentale per distogliere l'attenzione dai problemi del Paese. Che sia il comunismo, la magistratura, la stampa, Berlusconi ha bisogno di un nemico?
"È una necessità per tutti gli aspiranti dittatori. La cosa grave è che pur non mancando dalla sua parte persone esperte e raziocinanti - non posso immaginare che siano una massa di imbecilli, non lo sono, sono in grado di governare - nessuno ha il potere di fargli capire che le sue gesta non vanno bene né per lui, né per il Paese. Procede imperterrito per la sua strada, cosciente di essere l'unico collante possibile per le anime della sua coalizione. Sappiamo che lui nutre seri sospetti sulla sua maggioranza. Ha ben chiaro quanto la Lega sia diventata condizionante. E come aumentino le aspirazioni alla successione: c'è Gianfranco Fini, c'è Giulio Tremonti che gli è certamente fedele ma che persegue un suo disegno. Più ci avviciniamo a certe scadenze, anche anagrafiche, più emergono i disegni dei possibili delfini. Ma questo non è ordire trame: è naturale. Altre manifestazioni sono, per me, francamente stupefacenti".
Quali?
"Quelle del convegno dei giovani industriali a Santa Margherita Ligure. Ne parlo in una parte della mia rubrica in questo stesso numero de 'L'espresso'. Il comportamento di quella platea di fronte ad alcune parole del premier mi ha molto colpito. Se quello è un pezzo della futura classe dirigente del Paese, suggerisce una sola cosa: l'espatrio. Se fossi la signora Emma Marcegaglia sarei estremamente preoccupata dello stato culturale e comportamentale dei suoi juniores. In quel contesto, tra le varie cose, il premier ha invitato a non comprare spazi pubblicitari sui nostri giornali. È una lesione gravissima della Costituzione. È come dire: 'Vi invito ad ammazzare quel giornale'. In più si tratta di un'incitazione a danno di una società editrice quotata in Borsa. E formulata in un ambito imprenditoriale, sottintende che quelli sordi oggi alla sua richiesta, potrebbero, un domani, incorrere in qualche antipatia.
Per non parlare del fatto che le due padrone di casa, il presidente dei giovani Federica Guidi e quello di Confindustria Marcegaglia, due donne che non mancano di comprendonio e anche di un po' di coraggio civile, spero, non abbiano detto verbo. Trovo incredibile il loro silenzio e il fatto che dopo siano andate con lui, trotterellando e a braccetto, a dividere il pasto nella residenza privata del premier a Portofino".
(colloquio con Eugenio Scalfari - di denise pardo - l'Espresso)
Secondo Berlusconi, è in atto un complotto contro di lui. La centrale del complotto è il gruppo 'L'Espresso' e il super partito è 'Repubblica'.
"La storia del giornale-partito è vecchia quanto 'Repubblica'. A chi sosteneva questa tesi, ho sempre risposto che, in un certo senso, grazie alla sua trasversalità ben marcata, era ben più di un partito. A chi diceva di volta in volta, che il giornale si avvicinava a quel partito o a quel personaggio, ho sempre spiegato che era vero il contrario. In realtà, esiste un quotidiano che fa il suo mestiere e dà voce, questo è vero, a un'area culturale e politica del Paese che è quella dell'opposizione".
Ora, però, Berlusconi si riferisce al super partito del golpe, del complotto e del disegno eversivo per farlo fuori.
"Abbiamo solo fatto il nostro lavoro, occupandoci, dalla festa di Noemi Letizia in poi, di quello che i supporter del premier, e lui medesimo, hanno definito gossip. Non siamo stati noi a inventarlo, è stato reso pubblico prima dalla moglie del presidente del Consiglio, poi dallo stesso presidente del Consiglio che ha dato varie versioni dei fatti, ogni volta diverse e contraddittorie tra loro. Così dopo aver intervistato persone, acquisito informazioni, cercato spiegazioni, attraverso la penna del collega Giuseppe D'Avanzo, con il contributo del direttore Ezio Mauro, mio e di altri commentatori, abbiamo concentrato gli interrogativi irrisolti della vicenda in una decina di domande. Domande che vengono ripubblicate ogni giorno senza che Berlusconi abbia mai risposto. Dov' è il complotto?".
"È possibilissimo che i giornali stranieri abbiano letto i nostri reportage, i nostri articoli e le nostre domande. Ma che la loro linea sia stata ispirata e addirittura guidata da 'Repubblica', è un'affermazione la cui assurdità è palese. Stiamo parlando di testate come 'New York Times', 'Washington Post', 'Herald Tribune', 'Time', 'Times', 'The Observer', 'The Manchester Guardian', 'The Indipendent'. E poi 'Die Welt', 'El Pais', 'El Mundo', 'La Vanguardia', 'Le Figaro', 'Libération', 'Nouvel Observateur', 'Le Monde'... Vado avanti? Lo scenario prospettato da Berlusconi mi fa ridere. Non solo. Alcune di queste testate sono arrivate al punto di fare titoli come 'Il clown si è tolto la maschera', titoli che noi ci siamo ben guardati dal fare".
Così la stampa estera. E quella italiana?
"Da una parte ci sono i giornali che appartengono a Berlusconi. Poi, quelli che per ragioni di proprietà sono in mano a persone totalmente fedeli al premier. Tutti quelli, per esempio, del gruppo editoriale di Andrea Riffeser: sono tanti, dal 'Giorno' al 'Resto del Carlino' alla 'Nazione'. 'Il Gazzettino' del Veneto è addirittura un giornale scendiletto di Berlusconi, così come tanti altri minori. La stampa nazionale, ovvero il 'Corriere della Sera', 'La Stampa', 'Il Sole 24 Ore' e 'Il Messaggero', quotidiani definiti indipendenti e che tengono a dimostrare la loro indipendenza, non può essere accusata di far mancare le notizie politiche. Vengono pubblicate e anche con rilievo. Il notiziario conferma la loro libertà. Ma, almeno finora, da parte loro non ci sono state reazioni alle notizie. Nemmeno l'avvio di inchieste con l'obiettivo di chiarire i fatti. Rari i commenti e comunque affidati una volta per tutte, a un collaboratore. E nessuna presa di posizione delle direzioni. Giornali, però, tutti uniti nel dire che una campagna elettorale basata sul gossip è cosa disdicevole e inaccettabile. Eppure non esiste luogo al mondo dove il capo del governo o dello Stato non venga esaminato al microscopio".
Parlare di trame e di congiure è segno di indebolimento o è il grimaldello per la richiesta di un potere sempre più grande?
"Come abbiamo visto, l'interpretazione è soggettiva. Politicamente, Berlusconi non è uscito indebolito alle europee. Ma al di là delle analisi su percentuali, voti assoluti, quote di astensionismo, i sondaggi fatti subito dopo il voto hanno mostrato che il suo indice di gradimento è sceso di dieci punti. Il partito mantiene una notevole presa sul corpo elettorale e il suo alleato principale, la Lega, una presa ancora più forte. Tuttavia, lo sfondamento personale non si è verificato e questo può creare delle crepe alla sua capacità di affascinazione, può turbare chi si è presentato in cinque circoscrizioni per rastrellare la cifra, per farne poi uno spot. In effetti, alcune sue mosse particolarmente scomposte sembrerebbero dimostrare che si sente indebolito. Quel che conta è il modo in cui il risultato viene percepito. Per capire davvero come stanno le cose e quanto il premier si senta sotto scacco, bisognerà aspettare".
La teoria del complotto è anche strumentale per distogliere l'attenzione dai problemi del Paese. Che sia il comunismo, la magistratura, la stampa, Berlusconi ha bisogno di un nemico?
"È una necessità per tutti gli aspiranti dittatori. La cosa grave è che pur non mancando dalla sua parte persone esperte e raziocinanti - non posso immaginare che siano una massa di imbecilli, non lo sono, sono in grado di governare - nessuno ha il potere di fargli capire che le sue gesta non vanno bene né per lui, né per il Paese. Procede imperterrito per la sua strada, cosciente di essere l'unico collante possibile per le anime della sua coalizione. Sappiamo che lui nutre seri sospetti sulla sua maggioranza. Ha ben chiaro quanto la Lega sia diventata condizionante. E come aumentino le aspirazioni alla successione: c'è Gianfranco Fini, c'è Giulio Tremonti che gli è certamente fedele ma che persegue un suo disegno. Più ci avviciniamo a certe scadenze, anche anagrafiche, più emergono i disegni dei possibili delfini. Ma questo non è ordire trame: è naturale. Altre manifestazioni sono, per me, francamente stupefacenti".
Quali?
Per non parlare del fatto che le due padrone di casa, il presidente dei giovani Federica Guidi e quello di Confindustria Marcegaglia, due donne che non mancano di comprendonio e anche di un po' di coraggio civile, spero, non abbiano detto verbo. Trovo incredibile il loro silenzio e il fatto che dopo siano andate con lui, trotterellando e a braccetto, a dividere il pasto nella residenza privata del premier a Portofino".
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