Come per un presentimento, mi sintonizzo su RaiUno, ore 13,30. Non che mi aspetti delle notizie... Non da Minzolini, ad ogni modo. Voglio solo vedere COME tratterà l'argomento del giorno. L'esperimento inizia molto male. Nei titoli di testa (otto) non c'è UNA SOLA PAROLA SULL'ARGOMENTO. Mi dico: pazienza... arriverà qualcosa nel corso del TG...
Chi non ha visto questo schifo di TG, non potrà credermi. NON UNA SOLA PAROLA su puttanopoli. Di più. Per non essere accusato eventualmente di aver citato (magari per illustrarne la grandezza) il nome "Berlusconi, ma solo in positivo, il bravo Scodinzolini evita di dare qualsiasi notizia che comporti l'uso del lemma "Berlusconi". In mezzo secolo da telespettatore, MAI mi era capitato che nel TgUno non si pronunciasse, una sola volta, il nome del premier. E dire che, anche oltre puttanopoli, ce ne sarebbe, di carne al fuoco... terremoto, intercettazioni, ballottaggi, referenda... Niente. NEANCHE UNA PAROLA SU BERLUSCONI. Persino Emilio Fede non sarebbe riuscito a fare di meglio.
Ora è arrivato il momento di bloccare FISICAMENTE la RAI, con un sit-in permanente, fino alla cacciata di questo individuo, che rischia di farci rimpiangere i peggiori esemplari di "Voce del Padrone". Ecco cosa scrivono e dicono gli altri di Augusto Scodinzolini. Tafanus
"...indossa un maglione blu e ha il piglio deciso del direttore dei lavori, del comandante dei pompieri, del capo militare, ma anche la comprensione del prete. Silvio Berlusconi nelle emergenze si esalta. La sua attitudine è la politica del fare...."
Questo è solo un esempio dell'oggettività di Minzolini nel parlare di Berlusconi. Il resto lo potete leggere più avanti. Per lui è stato inventato il termine minzolinismo: neologismo nato a metà degli anni '90, inteso come "forma di giornalismo che si basa sulla raccolta di dichiarazioni anche informali di uomini politici, senza alcuna verifica delle informazioni raccolte".Temo che rimpiangeremo Riotta.
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Ed ecco altre perle del Chupa Chupa Augusto Minzolini, al quale a questo punto va, senza alcun dubbio, il premio di leccaculo dell'anno. Insuperabile:
(il grosso delle citazioni è stato tratto da [nonunacosaseria]
PD e Di Pietro: “Il PD che rincorrendo Di Pietro assume posizioni fascistoidi non è cosa da poco. Ma se gli altri sono preoccupati o si inalberano di fronte a questa prospettiva, Berlusconi (…) pensa ad altro: al G8 di domani e al G8 che si svolgerà in Italia tra un anno” - (La Stampa, 6 luglio 2008)
Costituzionalisti: “Si materializzano a ogni tentativo di cambiare le regole antiquate del Paese. Sono tutti schierati a sinistra. Sono i cento costituzionalisti che hanno firmato un appello contro il Lodo Alfano. I nomi sono sempre gli stessi: Elia, Onida, Cheli, Bassanini, Zagrebelsky. Sono la quinta colonna dei magistrati politicizzati. Il loro strumento di potere è la Carta costituzionale che per loro deve rimanere immobile, rigida, non aggiornabile” (Panorama, 17 luglio 2008)
Politica estera: “Una volta la politica estera della prima repubblica, quella targata Giulio Andreotti, si concedeva uno strapuntino sul treno franco-tedesco o, al massimo, un po’ di piccolo cabotaggio sul fronte arabo. Quella del centrosinistra aveva più o meno lo stesso schema condito da un atteggiamento ideologico sull’Europa o suggestioni come l’Ulivo mondiale. Quella di Silvio Berlusconi, con le sue potenzialità e i suoi inconvenienti, è animata da un protagonismo a tutto campo e dentro l’Europa. E visto che il premier italiano è guidato da una buona dose di pragmatismo gli riescono cose a volte impensabili (…) Sono bracci di ferro che un capo di governo deve mettere nel conto. E poi è sempre meglio vedersela con Barroso che con l’inattendibile Veltroni” (La Stampa, 17 ottobre 2008)
L’abbronzatura di Obama: “Una vicenda che probabilmente è figlia diretta dello stile con cui il Cavaliere si muove sulla scena internazionale, meno ingessato, più informale di quello che impone l’etichetta diplomatica”. (La Stampa, 7 novembre 2008)
Leadership: “Con una crisi come l’attuale, il rapporto di fiducia tra l’esecutivo, il suo leader e l’opinione pubblica è un elemento fondamentale. Dato che le risorse sono comunque limitate, la gente deve fidarsi e affidarsi. In altre parole, una leadership sicura e riconosciuta è più importante per il successo di un governo, di una maggioranza o di una coalizione, in un momento di crisi che non in quelli in cui le cose vanno per il meglio. Non c’è bisogno di scomodare il Roosevelt della ripresa Usa dalla Grande Depressione, il De Gaulle che rifondò la repubblica francese dopo la crisi d’Algeria, la Thatcher che nel secondo mandato risollevò l’economia inglese, per comprenderlo” (La Stampa, 4 febbraio 2009)
Decreti legge: “Per spiegare preventivamente che non c’erano i presupposti d’urgenza sul decreto (Englaro), Berlusconi si è gettato in una requisitoria che può essere considerata una sorta di apoteosi del decisionismo, un j’accuse contro i tempi antiquati delle nostre istituzioni e un invito perentorio all’intero governo a sposare una linea chiara che difende le prerogative del potere esecutivo rispetto a prassi vecchie e nuove che ne potrebbero mortificare e limitare il ruolo (…) convinto che in questo modo smuoverà qualcosa nel paludato mondo dei Palazzi. Quelli che da sempre lo vogliono imbrigliare, normalizzare, ridurre all’impotenza” (La Stampa, 7 febbraio 2009)
La crisi economica: “Il premier ha capito che un’opposizione sbandata, che per sopravvivere deve risalire nei sondaggi è pronta a giocare – sono sue parole – “la carta del tanto peggio tanto meglio”. Soffia sul fuoco, dipinge la situazione a tinte foschissime, crea le condizioni per cui i titoli di Stato italiano diventino meno appetibili di quelli di altri Paesi concorrenti”. (La Stampa, 7 marzo 2009)
Il PdL: “Nel cortile di Palazzo Grazioli Silvio Berlusconi è un uomo felice. Gli hanno confermato da poco che il congresso ha fatto salire ancor di più i sondaggi del PdL, dimostrazione che l’idea di un partito del Paese, della gente, degli italiani né di destra, né di centro, né di sinistra, come ha detto lui stesso, cammina, si fa largo nell’opinione pubblica. Un’operazione condotta con un approccio alla politica diverso, improntato sul Governo (la politica del fare) e, ovviamente, con un linguaggio diverso”. (La Stampa, 30 marzo 2009)
Come uscire dalla crisi: “L’opinione pubblica si sta stringendo attorno al governo e a Silvio Berlusconi sull’esigenza di ricostruire il Paese costruendo il PdL” (Panorama, 9 aprile 2009)
Emergenza terremoto: “Indossa un maglione blu e ha il piglio deciso del direttore dei lavori, del comandante dei pompieri, del capo militare, ma anche la comprensione del prete. Silvio Berlusconi nelle emergenze si esalta. La sua attitudine è la politica del fare” (La Stampa, 9 aprile 2009)
Veronica Lario: “Alla fine nella sua foga antiberlusconiana la sinistra ha superato un altro limite: si è gettata a capofitto nel litigio tra il Cavaliere e Veronica Lario per utilizzare il caso nella polemica politica. In Italia non era mai successo. Una sinistra giustizialista, che ha il chiodo fisso del Cavaliere, e un’altra disperata, che non riesce a presentarsi come un’alternativa di governo, hanno superato questo confine per contrastare la popolarità del premier. Nella logica idiota e masochista di una sinistra senza bussola quelle accuse hanno fatto il giro del mondo danneggiando non l’immagine del premier, ma quella dell’intero Paese. C’è un litigio tra moglie e marito, ci sono gelosie, rancore, amore. C’è di tutto insomma, meno che la politica. Eppure, su questo coacervo di sentimenti, reazioni viscerali, una sinistra delusa, priva di un progetto e in cerca di un leader, tenta di costruire la sua rivincita. Forse questa volta è stato toccato davvero il fondo” (...chi?... NdR) (Panorama, 14 maggio 2009)
...è chiaro che nessuna persona che non stesse perseguendo un preciso progetto di "appropriazione di poltrona", in stato di sobrietà,avrebbe potuto mettere insieme un talecumulo di sciocchezze. Umilianti. Per chi le scrive... NdR
[Minzolini secondo Luca Sofri]
[Scodinzolini e la nostalgia del "ventennio"]
[Scodinzolini censura le proteste degli sfollati abruzzesi]
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IL SILENZIO DELLE PECORE
Chi aveva ingenuamente auspicato che i nuovi direttori dei TG Rai “facessero bene il loro lavoro” può tranquillizzarsi,.Stanno facendo splendidamente il loro lavoro, cioè quello per il quale sono stati scelti personalmente dal Datore Unico di Incarichi, che è quello di nascondere le notizie che lo possano infastidire, anche se queste notizie compaiono sulle prime pagine dei maggiori giornali italiani, turbano molti sostenitori onesti, irritano i vescovi e ormai lampeggiano sui siti di informazione di tutto il mondo. Ma non nel TG1, che se non può sterilizzare una notizia come una “smentita”, la ignora completamente, come ha fatto sabato 20 giugno in tutte le edizioni.
Gli utenti del TG1 e del TG2, del servizio pubblico sostenuto dagli abbonamenti anche di quel 65% di italiani che non votano per papi e non saranno mai invitati nel suo “lettone”, vivono quindi in un altro mondo della non conoscenza, in un universo parallelo nel quale gli scandali che riguardano il Capo del governo non meritano neppure lo spazio dedicato al sensazionale ritorno dei pullman per turisti a Roma (ore 20:25) che ai romani non risultavano affatto scomparsi. La Rai applica la formula della spazzatura a Napoli: per far credere che non ci sia più, la nasconde o, nel caso dell’Abruzzo, spiega che comunque in autunno sbocceranno le villette nuove. Cerco di immaginarmi come avrebbe reagito il pubblico americano se i TG delle network e delle cable news avessero serenamente ignorato il “Monicagate” di Clinton nel 1998, il vestitino macchiato, le inchieste della magistratura speciale, le rivelazioni più o meno fondate, le denunce di donne contro di lui, ma non ci riesco. Non è immaginabile, neppure con ogni sforzo di fantasia. Non credevo che un giorno avremmo dovuto rimpiangere i TG dei “taglianastri” e di Ettore Bernabei. Ma qui siamo oltre la lottizzazione, siamo alla lazzaronizzazione.
Vittorio Zucconi
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